LO SPORT INTEGRATO: UNA NUOVA OPPORTUNIT� PER GLI STUDENTI DISABILI VISIVI [Abstract] La storia e gli aspetti caratterizzanti lo sport integrato, assieme alle sue ricadute sugli studenti con disabilit� visiva, delineano un percorso formativo che negli anni si � andato modificando ed arricchendo.[fine abstract] Iacopo Balocco Un po' di storia Il mio rapporto con l'attivit� motoria e la disabilit� inizia nel 1987 quando l'Isef (ora Iusm http://www.iusm.it/ ), il Coni (http://www.coni.it/ ) e la Fics (Federazione Italiana Ciechi Sportivi, ora Cip - http://www.comitatoparalimpico.it/ ) decisero di finanziare un progetto sperimentale di Ginnastica Artistica e Ritmica presso l'Istituto per Ciechi "A. Romagnoli" di Roma (http://www.istitutoromagnoli.191.it/index.htm). All'epoca, come oggi d'altronde, nessuno praticava queste discipline e il nostro gruppo, coordinato dalla prof.ssa Orsini (oggi referente per le attivit� scientifico-editoriali dell'Unit� Formazione e Studi di Special Olympics Italia - http://www.specialolympics.it/ ), doveva verificare se ci fossero esperienze simili nel mondo e se in Italia era possibile organizzare una tale attivit�. Io mi occupavo dell'attivit� psicomotoria finalizzata all'apprendimento dei prerequisiti della ginnastica nei bambini della scuola elementare. Altri due miei colleghi, Andrea e Laura, si occupavano rispettivamente del settore della Ginnastica Artistica e della Ginnastica Ritmica. Abbiamo lavorato fino al momento della chiusura dell'Istituto, credo fosse il 1992, poi gli eventi della vita hanno preso il sopravvento e ognuno ha scelto la sua strada. I risultati sono stati presentati ad un incontro della Federazione Internazionale dei Ciechi Sportivi (Ibsa - http://www.ibsa.es/eng/) a Formia. Ricordo l'esperienza con grande piacere e sono consapevole di aver imparato molto in quel periodo, soprattutto ho maturato la certezza che in questo lavoro, come in tutti i lavori dopotutto, � necessario possedere una grande professionalit� equamente divisa tra la competenza tecnico-sportiva e quella pedagogica. Da allora, come docente per il sostegno, non ho mai smesso di dedicare una parte del mio orario ad affiancare il docente di educazione fisica nel lavoro con gli studenti in situazione di handicap. E negli anni, ormai ne sono passati quasi venti, ho potuto osservare come sia cambiata l'attenzione per la dimensione motoria nel percorso di formazione della persona disabile. Infatti, siamo partiti da una attivit� fortemente organizzata all'interno degli Istituti alla sua riduzione ad una attivit� esclusivamente riabilitativa e, praticamente, alla sua scomparsa nella scuola comune. Per averne una conferma basta guardare l'et� degli atleti in forza al Comitato Italiano Paralimpico. In questi anni, per�, molte cose sono anche cambiate nella scuola, da un inizio "carbonaro" quando alle gare ti presentavi con l'atleta disabile e creavi qualche problema organizzativo, ad oggi con l'Ufficio Scolastico Provinciale di Roma che decide di mettere in indirizzo a tutte le comunicazioni sia il docente di educazione fisica che il docente per il sostegno. Da quanto ho potuto osservare la svolta si � presentata nel periodo 2003 - 2004 (rispettivamente Anno europeo delle persone con disabilit� - http://www.annoeuropeodisabili.it/ e Anno europeo dell'educazione attraverso lo sport - http://www.eyes-2004.info/ ), forse sar� stato un caso, forse no, ma da allora si sono moltiplicate le iniziative scolastiche a favore dell'attivit� motoria per gli studenti disabili. A questo punto credo sia importante elencare una breve rassegna di quanto � possibile leggere nei vari documenti indirizzati ai docenti, in particolare a quelli di educazione fisica. I documenti Iniziamo con la Nota MPI, Prot. n.5090 del 13 ottobre 2006, avente per oggetto "Indicazioni ed orientamenti per iniziative motorie, fisiche e sportive nelle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado" dove al punto 3 si legge: Si pone oggi, comunque, l'esigenza di individuare le condizioni per rendere maggiormente efficaci le esperienze dei Giochi sportivi studenteschi fin qui realizzate, allargando il pi� possibile la base di partecipazione degli alunni, da quelli pi� esperti a quelli meno abili, scoprendo e valorizzando le competenze personali di ciascuno per "fare sport tutti, fare sport di pi�". Si suggerisce, per questi scopi, di dare particolare impulso alle attivit� organizzate soprattutto a livello di istituto e territoriale. (...) Sin da questo anno scolastico � opportuno modificare ed integrare le formule di svolgimento dei giochi che non possono non prevedere e valorizzare la partecipazione degli alunni diversamente abili. (...) (http://www.pubblica.istruzione.it/dg_studente/ufficio5/allegati/prot5090_06.pdf ). Segue la Nota MPI Prot. n. 17 del 9 febbraio 2007 avente per oggetto: Pi� sport a scuola e vince la vita. Linee di indirizzo generali ed azioni a livello nazionale per lo sport a scuola, dove si legge: (...) Le attivit� motorie ed in particolare la pratica ludico-sportiva, costituiscono un momento importante di socializzazione, dal quale nessuno, in nessun caso, pu� essere escluso. (...) (http://www.pubblica.istruzione.it/normativa/2007/prot17_07.shtml ) Con il D.M. del 31 luglio 2007 vengono pubblicate le Indicazioni per il curricolo per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo d'istruzione e si legge: (...) Partecipare alle attivit� motorie e sportive significa condividere con altre persone esperienze di gruppo, promuovendo l'inserimento anche di alunni con varie forme di diversit� ed esaltando il valore della cooperazione e del lavoro di squadra. (...) (http://www.pubblica.istruzione.it/normativa/2007/allegati/dir_310707.pdf ) Infine arriviamo al recente Allegato alla Nota M.P.I. prot. n. 5049/A5 del 23.10.2007 avente per oggetto "Giochi sportivi studenteschi delle scuole di primo e di secondo grado - Anno scolastico 2007-2008 - Indicazioni tecnico-organizzative", e leggiamo: (...) sono particolarmente raccomandate iniziative di sport integrato tra studenti diversamente abili e studenti normodotati (...) (http://www.lazio.istruzione.it/csa/allegati/2007/Allegatotecnico2008.pdf) La formazione Dopo tutte queste sollecitazioni non si poteva non dare una forma ad una attivit� che fino a questo punto era stata vissuta un po' alla giornata, quindi l'Ufficio Provinciale Scolastico di Roma con la Nota USP Roma prot. n. 21684 del 23.10.2007, avente per oggetto: Incontri teorici pratici Sport Integrato, comunica che (...) ha organizzato una serie di iniziative finalizzate all'ampliamento della partecipazione degli studenti diversamente abili alle attivit� integrate e all'inserimento di attivit� motorie, sportive ed espressive accessibili a tutti all'interno del progetto formativo scolastico. (...) (http://www.lazio.istruzione.it/csa/allegati/2007/prot21684_07.pdf ). Non solo, ma da un paio di anni, presso lo stesso Ufficio del Coordinatore di Educazione Fisica, si riunisce un Gruppo Operativo per lo Sport Integrato costituito da docenti esperti, referenti Cip (Comitato Italiano Paralimpico), Coni, Special Olympics, Iusm (Istituto Universitario Scienze Motorie - Roma), Tor Vergata (Scienze Motorie) che, ragionando sulla normalit� dell'attivit� motoria con studenti disabili, si � prefissato l'obiettivo di far conoscere sul territorio le buone prassi e quindi favorire la partecipazione delle scuole a questa attivit�. A questo proposito il Gruppo Operativo ha chiesto alle scuole di costituire una rete con lo scopo di favorire la collaborazione tra le Istituzioni Scolastiche per la programmazione e la realizzazione di percorsi formativi integrati comuni nell'ambito delle Scienze Motorie e Sportive, rivolti sia al corpo docente che agli studenti disabili e non disabili, in modo che le scuole medesime possano costituire poli di riferimento culturale, didattico, metodologico, organizzativo nel territorio. Ma non c'� solamente l'Ufficio Scolastico Provinciale a muoversi, anche le Universit� hanno iniziato a proporre nuove opportunit� formative. Lo Iusm (http://www.iusm.it/) in collaborazione con l'Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio ha promosso per l'a.a. 2006/07 il Master Processi di integrazione in attivit� motorie e sportive (http://www.lazio.istruzione.it/documenti/allegati/master_1_circ.pdf); L'Universit� di RomaTre in collaborazione con il Cip ha proposto per il 2008 la II edizione del Master Educatore Consulente nell'Orientamento e nell'Avviamento dei disabili allo Sport (http://www.comitatoparalimpico.it/news.asp?47570); L'Universit� di RomaDue in collaborazione con il Cip ha organizzato sempre nel 2008 il Master Teoria e metodologia dell'allenamento nello sport per disabili (http://www.scienzemotorie.uniroma2.it/ ). Infine gli Enti locali. La Provincia di Roma, in particolare, ha promosso due corsi finalizzati alla formazione di una nuova figura professionale, il facilitatore dei processi d'integrazione di persone con disabilit� nei corsi di attivit� ludico motorie e di sport per tutti (http://www.provinciabile.it/news.php?id=858). Il corso di formazione, finanziato dalla Provincia di Roma e dall'Unione Europea, � gratuito e consentir� a 20 allievi di diventare, al termine delle 200 ore di lezione, un Facilitatore riconosciuto che potr� lavorare in collaborazione ed in concerto con la famiglia, gli educatori, i terapisti e con il responsabile del corso di attivit� motorie. � evidente che esiste una concordanza di intenti tra le varie istituzioni per sostenere reciprocamente questo importante aspetto della vita della persona in situazione di handicap, fornendo occasioni di incontro e formazione per gli operatori interessati. Ma � soprattutto interessante discorrere dei punti di vista emersi durante i vari incontri di presentazione delle attivit�. Quando lo Sport diventa "integrato"? Il concetto di Sport Integrato appartiene alla cultura italiana e compare successivamente a quello di Attivit� Fisica Adattata (APA, Activit� Phisique Adapt�), che fu introdotto nel 1973 contestualmente alla creazione della Federazione Internazionale Attivit� Fisica Adattata (IFAPA - http://www.ifapa.biz/ ). APA diventa quindi il termine usato in tutto il mondo per individuare un'area interdisciplinare di saperi, includente le attivit� d'educazione fisica, tempo libero, danza, sport, fitness e riabilitazione per individui con impedimenti, a qualunque et� e lungo il ciclo della vita. Nello specifico, l'Educazione Fisica Adattata si configura come quella attivit� rivolta a quelle persone che non sono in grado, per motivi di vario genere, di partecipare con successo o in condizioni di sicurezza alle normali attivit� d'educazione fisica. Attraverso l'APA si cerca, quindi, l'individuazione di percorsi formativi e d'attivit� "modificate", stabili o transitorie, che possano permettere alle persone con disabilit� di condurre attivit� motorie. Lo Sport Adattato si baser� quindi su tre livelli di pratica: * Sport tradizionalmente codificati, destinati a persone con lieve handicap mentale che hanno la possibilit� di raggiungere livelli di sviluppo pari a persone normodotate. * Sport a regole adattate per persone con problemi mentali medio-gravi. * Attivit� motorie adattate per le persone con handicap gravi che possono partecipare a dei giochi o all'"atmosfera" di una manifestazione sportiva. Successivamente l'approccio configurato dall'APA amplier� il suo raggio d'azione e d'intervento rivolgendosi all'attivit� fisico-motoria destinata anche alle persone in situazione di handicap fisico e sensoriale. Questo � quanto succedeva fuori dall'Italia, paese in cui, quasi contemporaneamente, partiva una delle pi� grandi scommesse nel campo dell'educazione mondiale: l'integrazione scolastica degli studenti in situazione di handicap nelle scuole comuni. Ritengo inutile in questa sede citare le varie norme che si sono succedute negli anni e che noi tutti conosciamo, mentre � interessante sottolineare che oggi il percorso dell'integrazione scolastica inizia ad abbracciare anche dimensioni che fino a qualche tempo fa erano di fatto escluse dall'interesse degli addetti ai lavori. Quindi, non solo integrazione scolastica legata alle dinamiche socio-affettive e alla didattica del saper leggere, scrivere e far di calcolo, ma anche alle altre dimensioni della persona, vista nella sua globalit� espressiva e quindi anche motoria. � possibile che il famoso testo di Howard Gardner, "Formae Mentis, Saggio sulla pluralit� dell'intelligenza", abbia qualche responsabilit� in merito. Ma la domanda �: siamo tutti d'accordo sul significato di Sport Integrato? La mia esperienza ai vari tavoli di lavoro mi permette di affermare che no, non siamo tutti d'accordo, soprattutto se il terreno di confronto � la scuola. Per capire meglio il perch� di questa mia osservazione bisogna riprendere il filo della storia dell'attivit� motoria per disabili in Italia. Abbiamo detto del movimento dell'Attivit� Fisica Adattata (APA) a livello internazionale. In Italia questo si traduce nel 1974 nella costituzione dell'Associazione Nazionale per lo sport dei paraplegici (Anspi) per promuovere, sviluppare e disciplinare lo sport di questi atleti quale strumento di recupero e quale mezzo di salute. Fu un primo passo, ma le esigenze divennero molteplici, cos� come la domanda di sport da parte delle persone con altre tipologie di handicap. Per tutti gli anni '70, poi, la Fisha (Federazione italiana sport handicappati), che fino al 1978 ag� come Anspi, oper� nel tentativo di stabilire un rapporto con il Comitato Olimpico Nazionale. Nel 1981 la Fisha ottenne l'adesione al Coni, compiendo il primo significativo passo verso il riconoscimento dell'attivit� sportiva svolta dalle persone con disabilit�. Sei anni dopo, nel 1987, il Comitato Olimpico decret� il riconoscimento giuridico della Fisha ed il suo ingresso nel gruppo delle Federazioni Sportive Nazionali. Il Presidente della Fisha (che estendeva la sua competenza anche in materia di disabilit� mentale) entr�, cos�, di diritto nel governo dello sport nazionale rappresentando anche la Fics (Federazione Italiana Ciechi Sportivi) e la Fssi (Federazione Sportiva Silenziosi Italiana). La costituzione della Federazione Italiana Sport Disabili (Fisd) avvenne nel novembre del 1990, risultante quindi dall'unificazione volontaria delle tre federazioni sportive competenti in materia di handicap: la Fisha (Federazione Italiana Sport Handicappati), la Fics (Federazione Italiana Ciechi Sportivi) e la Fssi (Federazione Italiana Silenziosi d'Italia - http://www.fssi.it/). Nel 1996 il movimento sportivo dei Silenziosi si scorpor� dalla Fisd. Oggi lo Stato Italiano ha attribuito compiti aggiuntivi alla Federazione Italiana Sport Disabili individuandola quale Comitato Italiano Paralimpico (Cip), un ente che va al di l� della semplice preparazione delle squadre agonistiche impegnate a partecipare ai Campionati e alle manifestazioni del calendario internazionale sanzionato dall'International Paralympic Committee. Questi i riferimenti normativi: * Legge istitutiva del Comitato Italiano Paralimpico (Legge n� 189 del 15 luglio 2003 - http://www.comitatoparalimpico.it/file/LEGGE_CIP.pdf ). * Decreto di attuazione (Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell'8 aprile 2004 - http://www.comitatoparalimpico.it/file/decreto%20CIP.pdf). Leggendo questa breve storia diventa evidente che si � scelto di non integrare lo sport per disabili all'interno delle singole federazioni sportive. Parallelamente negli anni � cresciuta, anche di molto, la partecipazione al programma Special Olympics. Fondato nel 1968 negli Stati Uniti, Special Olympics (Soi - http://www.specialolympics.it/) � presente in Italia da oltre un ventennio, opera in quasi tutte le regioni, dove i team locali seguono l'allenamento degli atleti speciali nel rispetto dei programmi internazionali e attraverso convenzioni stipulate con alcuni tra i maggiori Enti di promozione sportiva italiana (U.S. Acli, C.N.S. Libertas, Csen, Csi, Uisp, Aics), riconosciuti dal Coni. La caratteristica pi� importante � che le attivit� sportive vengono praticate insieme a chi possiede pari abilit�, indipendentemente dalla gravit� della disabilit�. In questo ultimo anno sia il Cip che Special Olympics hanno cercato di coinvolgere il mondo della scuola con alcune proposte. Il Cip promuovendo delle convenzioni agevolate per le attivit� sportive giovanili scolastiche (http://www.comitatoparalimpico.it/file/19970.pdf). Special Olympics proponendo tornei scolastici "unificati" di sport di squadra, come il calcio, il basket e la pallavolo, che prevedono la presenza di squadre composte da tre atleti con disabilit� e due atleti partner abili (http://www.specialolympics.it/index.cfm?req=archivio&ID_art=1062 ). Infine lo Iusm, in Italia l'unico istituto universitario autonomo per le Scienze Motorie, a differenza di tutti gli altri corsi di laurea, che sono, pi� o meno, delle costole dei corsi di laurea in medicina. Sottolineo la differenza perch� come si pu� accertare su http://offf.miur.it/index.html, il sito ufficiale per l'offerta formativa del Miur (http://www.miur.it/) il corso di laurea in Scienze delle Attivit� Motorie e Sportive si trova all'interno dell'Area Scientifica non certo dell'Area Umanistica. E questa differenza non pu� non ricadere sulla visione del profilo professionale da parte dell'universit� verso lo studente che si vuole formare. Non � un caso, quindi, che sia stata di fatto preferita la formazione della competenza tecnico-sportiva alla competenza pedagogica. In questa situazione lo Iusm, non avendo, per fortuna, rinunciato ancora del tutto alle competenze pedagogiche, propone con forza che all'interno della scuola possano e debbano aver spazio solo quelle attivit� che rispettano la scommessa a cui abbiamo accennato precedentemente, ovvero l'integrazione scolastica degli studenti in situazione di handicap. E quindi anche le attivit� motorie e sportive scolastiche non possono derogare a questo principio fondamentale della scuola italiana di questi ultimi trent'anni. Semplificando, attorno alla scuola, abbiamo quindi ben tre linee di pensiero con cui dobbiamo fare i conti quando parliamo di "sport integrato" ed � importante tenerle bene in mente quando ci si confronta: 1. Lo sport diventa integrato quando lo studente disabile si allena contemporaneamente agli altri studenti, magari anche con il loro aiuto; partecipa alle stesse gare e nelle stesse giornate; le graduatorie sono diversificate per tipologia di disabilit�. Questa � la posizione del Cip. 2. Lo sport diventa integrato (unificato) quando lo studente disabile si allena contemporaneamente agli altri studenti, magari anche con il loro aiuto; partecipa alle gare insieme a chi possiede pari abilit� in giornate dedicate. Questa � la posizione Special Olympics. 3. Lo sport diventa integrato quando lo studente disabile si allena insieme agli altri studenti, anche con il loro aiuto; partecipa alle gare insieme agli altri studenti; le graduatorie sono uniche. Questa � la posizione Iusm. Queste tre linee di pensiero negli anni si sono sempre scontrate, ora stanno cercando un punto di accordo. Io credo che debbano comunque convivere all'interno della scuola, perch� sono realt� sociali del territorio che la scuola stessa non pu� che rispecchiare. Ma � anche vero che siamo nella scuola e che non possiamo rinunciare a tutto l'insieme di obiettivi formativi che dobbiamo non solo allo studente disabile, ma anche alla sua classe, se non alla societ� nel suo complesso. L'attivit� sportiva scolastica con gli studenti disabili visivi Ma qual � la ricaduta di tutta questa attivit� sugli studenti disabili visivi, in particolare a Roma? Le attivit� sportive studentesche praticate sono prevalentemente due, l'Atletica Leggera e il Torball Integrato. In occasione dei Giochi Sportivi Studenteschi sui campi di Atletica � possibile incontrare sempre pi� spesso studenti disabili visivi con le loro guide, docenti o compagni di classe. Di questi alcuni furono inseriti nella squadra studentesca di Atletica Leggera del Lazio che partecip� alle Finali Nazionali dei Giochi Sportivi Studenteschi 2007 di Lignano Sabbiadoro conquistando diverse medaglie (http://www.fidal.it/2007/lignano24092007/Gara331.htm). Molto interessante invece l'attivit� portata avanti dalla prof.ssa Paola Talarico e dal prof. Rossano Mastrodomenico. Il loro progetto � quello di riuscire a coinvolgere quante pi� scuole possibile nella pratica del Torball Integrato, sia attraverso incontri di aggiornamento che organizzando veri e propri tornei. Il tutto con la piena collaborazione della prof.ssa Rosalba Marchetti, coordinatrice dell'Ufficio di Educazione Fisica dell'ex Provveditorato agli Studi di Roma, vedi la Nota prot. n. 7655 del 31.03.2008 (http://www.lazio.istruzione.it/csa/allegati/2008/marzo/Torball_Integrato.pdf). Alcune di queste esperienze sono visibili in video su Youtube: 1. Torneo Scolastico di TORBALL Integrato - Roma 2007 - IIS "via delle Sette Chiese 259" (http://www.youtube.com/watch?v=gXI63ZjhctY) 2. Torneo Scolastico di TORBALL Integrato - Roma 2007 - IIS "Colombo Antonietti" (http://www.youtube.com/watch?v=VUUc9SbOi3Y ) 3. Finali Nazionali 2007 Giochi Sportivi Studenteschi Gara 1000 metri maschile non vedenti (http://www.youtube.com/watch?v=Pmn3i2g3Auk ) 4. Finali Nazionali 2007 Giochi Sportivi Studenteschi Gara 100 metri femminili non vedenti (http://www.youtube.com/watch?v=jJl2tnVu8NY ) 5. Finali Nazionali 2007 Giochi Sportivi Studenteschi Getto del Peso femminile non vedenti (http://www.youtube.com/watch?v=ZOBxj4AZRs4 ) Roma sembra stia diventando un vero e proprio laboratorio di "buone pratiche" per lo Sport Integrato, ma la vera sfida � arrivare in tutte le scuole. Per questo ci stiamo attrezzando. Vorrei terminare il mio articolo ricordando cosa rispose la teologa tedesca Dorothee S�lle alla domanda: "Come spiegherebbe a un bambino che cos'� la felicit�?", "Non glielo spiegherei. Gli darei un pallone per farlo giocare". Bibliografia Gianfagna, R. (a cura di) (2007). Lo sport nel processo formativo delle persone disabili. In L'integrazione scolastica e sociale, 6(4), 296-336. de Anna, L. (a cura di) (2006). Disabili in movimento. In L'integrazione scolastica e sociale, 5(3), 215-245. de Anna, L. (2005). Progettare e promuovere Attivit� Motorie e Sportive Integrate nella formazione di persone con disabilit�. In L'integrazione scolastica e sociale, 4(1), 39-45. Stocchino, G. e Selis, A. (2004). Solidarsport. In L'integrazione scolastica e sociale, 3(4), 351-354. Selis, A. e Stocchino, G. (2006). Quali prospettive per l'inclusione dei bambini con disabilit� nella pratica sportiva di base? In L'integrazione scolastica e sociale, 5(2), 193-197. Rosa, A.R. e Colella, D. (2004). L'attivit� fisica adattata nella scuola e nel tempo libero. In Difficolt� di apprendimento, 10(1), 107-122. prof. Iacopo Balocco http://www.jimmydiottria.it/ http://ntdlazio.blogspot.com/ ?? ?? ?? ?? Marzo - Aprile 2008