IN CLASSE CON UN BAMBINO PLURIMINORATO BUONE PRASSI DI INCLUSIONE SCOLASTICA Mauro Mario Coppa [Abstract] Un piccolo vademecum sulle "buone prassi" per l'integrazione scolastica del bambino con disabilit� gravi.[fine abstract] Introduzione Perch� scrivere un piccolo vademecum sulle buone pratiche che aiutino il difficile percorso di inclusione di un bambino con disabilit� gravi in classe ed, in secondo luogo, perch� da una angolatura molto particolare, e cio� quella di professionisti ed educatori che lavorano in una struttura riabilitativa ad alta specializzazione, che si interessano di metodologie di inserimento scolastico molto parzialmente, limitatamente ad una esperienza lunga, ma perlopi� vissuta in un servizio specialistico, apparentemente svincolato ed avulso dalla realt� dell'integrazione dell'handicap nella scuola pubblica? La nostra, quella che da anni cerca di raccontare come si fatica, e cosa ci si inventa per creare qualche spazio di relazione nella testa, nello spazio e nel cuore di chi frequenta la scuola pubblica, alunni, insegnanti e genitori, ci sembra una storia di inclusione che valga la pena di raccontare. Non una vera e propria metodologia, perch� non abbiamo inventato niente, non modelli teorico-metodologici perfetti e corretti, n� ricerche con il rigido controllo e misurazione delle variabili, ma proposte, materiali, metodi di lavoro e di relazione, giochi inventati o modificati, esperienze di altri rubacchiate, materiali poveri riciclati, cio� prassi e pratiche concrete di riabilitazione, che abbiamo raccolto in quasi 40 anni di esperienza e storia, e che abbiamo deciso di mettere a disposizione di tutti, da cui si possa prendere qualcosa, non tutto, ma quel qualcosa nato da una forte base operativa e concreta, come qualcosa ideato, rivisto, corretto, cancellato, ma che alla fine ha funzionato, e che pensiamo e speriamo continuer� a funzionare per tutti i bambini che hanno problemi e condizioni di vita e relazione gravemente compromesse. "Buone Prassi" in breve Questo piccolo manuale di "Buone Prassi" � il frutto di un lavoro di gruppo con educatori del Centro di Riabilitazione che hanno maturato negli anni esperienze importanti e preziose, e che hanno fatto lo sforzo di racchiuderle in una serie di indicazioni, suggerimenti, descrizioni concrete di "come si fa", seguendo un canovaccio che ci ha permesso di dare ordine e logica a idee ed esperienze personali. Le "Buone Prassi" prevedono un percorso in 3 fasi principali: 1. Le attivit� educative e ludiche, che prevede consigli e suggerimenti su come presentare ed attuare i vari esempi di giochi ed attivit� di interazione. 2. La preparazione degli alunni e delle insegnanti, in termini di accoglienza e relazione. 3. La preparazione della classe, cio� come organizzare lo spazio fisico ed il materiale della classe. Attivit� didattiche e di gioco che possono facilitare la relazione tra coetanei Tutte le attivit� proposte devono essere stimolanti/piacevoli anche per i bambini tutori; i bambini tutori devono avere la consapevolezza di essere in grado di portare a termine il compito. Possibili esempi di attivit� educative integranti riguardano: * Manipolazione (pasta di sale, cartapesta, plastilina). * Travasi (pastina, coriandoli, farina, sabbia). * Colorare\scarabocchiare con varie tecniche e strumenti (stencil, stampini...). * Collage e costruzione di piccoli oggetti. * Puzzle. * Gioco con la palla, teli colorati, palloncini (da seduti). * Psicomotricit� (girotondo, ponti, trenini, percorsi ad ostacoli, rotolamenti, entrare dentro ai tubi, giochi con la palla con associazione di movimento\suono (ritmo: lento, veloce, pausa). * Gioco con le costruzioni . * Gioco simbolico attraverso oggetti di uso familiare (bambola, pentoline...). * Ascolto di storie con libri cartonati . * Teatro con le marionette. * Gioco del "dare e dell'avere"(davanti ad un tavolo o uno di fronte all'altro con dei giochi il bambino tutore dice: ''prendi la bambola, dammi la palla, ecc...''). * Suonare strumenti musicali. * Giochi sonori con le mani (imitazioni di movimenti sull'ascolto di canzoncine per bambini). Consigli e suggerimenti nelle modalit� di presentazione ed attuazione delle attivit� e dei giochi * Accoglienza, presentazione e saluti iniziali di tutti i bambini, rito di "fine-incontro". * Esplorazione e conoscenza dell'ambiente (ad esempio conoscere le persone presenti e lo spazio che occupano, con l'ausilio di segnali /oggetti capire l'ambiente dove si trovano). * Presentazione e conoscenza del materiale con il quale devono interagire (ad esempio per i percorsi motori far esplorare i vari elementi che compongono il percorso (pedane, blocchi tubi) il tutore accompagna il bambino ad esplorare il bambino-modello che a sua volta supera l'ostacolo facendogli capire cosa deve fare in relazione a quel determinato oggetto; per quanto riguarda l'attivit� degli stampini, la manipolazione della plastilina, il tutore fa esplorare le mani del modello mentre manipola per far comprendere al bambino pluriminorato quello che deve fare con il materiale). * Nella stanza e sul piano di lavoro � presente solo il materiale proposto. * La comunicazione � semplice e chiara; nella spiegazione del compito, l'insegnante deve riuscire a coinvolgere, entusiasmare e rendere piacevole e chiaro il compito sia al bambino pluriminorato che al gruppo dei tutori. * Bambini tutori (3\4 al massimo). Metodo: 2 o 3 bambini fanno da modello e 1 alla volta a turno aiutano il bambino ad eseguire l'attivit� standogli di fianco o di fronte, modellando i movimenti che deve compiere (ad esempio tenere il pennarello, modellare la plastilina, battere le mani). Il tutor pu� aiutare anche il bambino pluriminorato a compiere semplici gesti di autonomia personale (ad esempio togliersi il cappotto, spingere la carrozzina, lavarsi le mani...). Una giornata a scuola con... V. � un bambino di 6 anni, inserito in una struttura riabilitativa, e frequenta 3 volte la settimana una scuola dell'infanzia con bambini di 5 anni. La diagnosi � di cerebropatia da trauma da parto, deficit visivo parziale ed ipoacusia globale di grado medio-lieve, grave ritardo del linguaggio, ritardo mentale medio-grave. Il programma educativo individualizzato prevede obiettivi specifici dell'inserimento scolastico, in particolare: * Incremento delle abilit� di socializzazione con i bambini della sezione. * Acquisizione delle regole sociali proprie del contesto scolastico (rispetto dei tempi di attesa, condivisione dei giochi e dei materiali, ecc.). * Potenziamento delle competenze imitative dei modelli forniti dai bambini tutors. Fase dell'accoglienza: tutta la classe si dispone in cerchio; un bambino a caso inizia il gioco, si avvicina ad una scatola che contiene una collana per ogni bambino del gruppo, compreso V., legge il nome o mostra la foto del bambino, ed aiuta il rispettivo bambino ad indossarla. Il bambino con la prima collana si avvicina a sua volta alla scatolina, e continua il gioco fino a quando tutti la indossano. Fase centrale, il laboratorio: i giochi sensoriali prevedono il coinvolgimento "a tema" di un senso: * La stimolazione olfattiva (essenze ed olii profumati). * La stimolazione tattile (contrasti come stoffa pelosa-carta ruvida). * La stimolazione gustativa (caramelle alla frutta, aromi e spezie). * La stimolazione visiva (vari tipi di stoffe, carte colorate delle uova di pasqua, ecc.). * La stimolazione uditiva (bottigliette di plastica con dentro sassi, pastina, riso, ecc.). * Creazione del gilet personalizzato: ad ogni incontro viene preparato un piccolo manufatto che va ad arricchire ed abbellire il gilet. Fase finale: ogni bambino si avvicina al cartellone personale, vi appende la collanina, la stimolazione sensoriale del giorno, ed il gilet. Il rito del saluto � rappresentato da una canzoncina proposta dai bambini della scuola. I Laboratori per l'integrazione L'attivit� del "laboratorio" permette di creare, intorno ad un tema "integrante", come ad esempio la costruzione di un cartellone, una reciprocit� collaborativa tra bambini tutori e bambini con disabilit�. Il Laboratorio dei materiali e dei giochi uditivi ha previsto, per i bambini inseriti nella scuola d'infanzia, con bambini di 5 anni, come "leiv-motiv" la costruzione di strumenti musicali con materiale povero, con l'obiettivo di stimolare l'attenzione uditiva e la capacit� di seguire e/o produrre un ritmo musicale. Un esempio � rappresentato dalla costruzione di una sorta di "macacas", mettendo sassolini in una bottiglia di plastica riciclata. Inoltre, sono state pensate e proposte filastrocche cantate, suonate e parlate, con il cambio di turno attraverso i bambini, disabili e non, disposti in circolo. Il Laboratorio delle attivit� espressive ha realizzato proposte molto dettagliate relativamente alla realizzazione di un percorso sensoriale a tappe, all'interno del quale ogni tappa prevede la costruzione di oggetti e giocattoli realizzati con materiale povero. Il format dell'attivit� di laboratorio consente di utilizzare formule e metodologie di relazione e coinvolgimento proprie dell'apprendimento cooperativo. La preparazione della classe Uno degli interventi educativi pi� efficaci per creare condizioni di accoglienza e collaborazione per stimolare risposte adattive positive da parte del bambino disabile � quello rappresentato dall'educazione prosociale, intesa come acquisizione di azioni dirette ad aiutare o beneficiare un singolo bambino oppure un gruppo. Tale approccio prevede: * Un intervento di tipo indiretto, indirizzato a tutta la classe che accoglie il bambino disabile. * Un intervento diretto, finalizzato a connotare positivamente e gratificare tutti quei comportamenti prosociali come azioni di aiuto, collaborazione, gesti di supporto affettivo, che si manifestano nelle situazioni di gioco e relazioni strutturate con il bambino disabile. Un percorso possibile per raggiungere tale finalit� passa attraverso il potenziamento delle competenze emotive, sociali e relazionali dei bambini. Gli obiettivi previsti prevedono: * Prendere coscienza di s� e delle proprie caratteristiche. * Riconoscere le caratteristiche positive e negative proprie e dei compagni. * Riconoscere le proprie emozioni su di s� e sugli altri. L'insegnante di classe assume un ruolo significativo nel coinvolgere i bambini della classe nel trovare le modalit� per far partecipare il bambino disabile alle attivit�. Training di abilit� prosociali in scuola materna I passi programmatici che si possono prevedere sono principalmente: 1. Creazione di situazioni ludico-ricreative all'interno dell'aula: l'ambiente pu� favorire la crescita, l'inserimento sociale e l'autonomia della persona disabile; pensando ai bambini con plurihandicap si pu� ipotizzare che un ambiente facilmente accessibile, piacevole ed accogliente, ricco di stimoli, pu� incrementare la creativit� e la voglia di giocare, sia individualmente che in gruppo. L'ambiente viene caratterizzato dai suoni, colori, odori, oggetti di materiali e forme diverse; ogni angolo viene allestito privilegiando un senso rispetto ad altri, ipotizzando un gioco, un'attivit�, che coinvolge il senso scelto. Gli angoli vengono allestiti sfruttando principalmente ci� che � presente nell'ambiente naturale; i materiali utilizzati sono essenze aromatiche diverse, creme profumate, stoffe di colori e tessitura tattile diversa, materiali plastici vari, luci colorate, materiali metallici. 2. L'avvio di un programma di simulazione dei deficits visivi e motori; il progetto "vedere non vedere": far vivere al gruppo-classe la condizione di cecit� o ipovisione attraverso una simulazione di tale condizione, permette concretamente ai bambini di capire come il loro compagno disabile sensoriale percepisce l'ambiente che gli sta intorno. Sperimentare le modalit� percettive del bambino minorato della vista pu� agevolare i bambini ad instaurare un rapporto maggiormente empatico con il loro compagno, riducendo i confini e le paure che tale situazione crea, favorendo cos� l'integrazione e la socializzazione. Ancora, offrire ai bambini la possibilit� di sperimentare esperienze in special modo sensomotorie significative e gratificanti che non siano centrate esclusivamente sul canale visivo, pu� consentire loro di comprendere meglio le difficolt� del compagno svantaggiato, e di andare alla ricerca di attivit� e giochi maggiormente condivisibili. La simulazione � proposta sotto forma di gioco; i bambini vengono invitati ad usare mascherine per coprire gli occhi, e dopo un primo momento di adattamento, viene loro richiesto di muoversi ed esplorare individualmente, secondo i loro schemi, lo spazio che li circonda ed i materiali che usano quotidianamente. Successivamente, vengono proposti giochi di gruppo sia statici che dinamici; al termine, � previsto un momento di verbalizzazione dell'esperienza, attraverso una elaborazione dei contenuti emersi. Esempi di giochi effettuati durante le simulazioni sono: le belle statuine, gi� per terra, il gioco delle sedie, il sacchetto delle sorprese, pieno o vuoto, il gioco dei profumi. Il modellamento, da parte delle insegnanti della classe, dei comportamenti adeguati che i bambini spontaneamente attuavano nei confronti dei bambini pluriminorati, attraverso feed-backs positivi e gratifiche sociali per comportamenti prosociali come aiutare (fornire assistenza al bambino disabile che dimostra di essere in difficolt� nel fare o trovare qualcosa), dare (consegnare un oggetto o un giocattolo in mano al bambino disabile), condividere (dare parte di un oggetto o condividere lo stesso oggetto), fornire gesti di supporto emotivo (invitare a giocare, abbracciare, tenere la mano del bambino disabile). Training di abilit� prosociali con bambini di scuola elementare I passi programmatici del programma si sono basati su due aspetti prioritari: 1. Avvio del programma operativo di educazione prosociale: sono state selezionate alcune unit� prosociali dal programma di De Beni (op.cit), e proposte in classe dalle stesse insegnanti, con cadenza settimanale. Le unit� selezionate, relative al 1� anno del progetto, sono risultate: la complessit� delle azioni, il valore della tolleranza, il valore della diversit� personale, la scoperta dello spazio interiore, il ruolo guida ed il ruolo gregario, la soluzione di problemi sociali, costruire un punto di vista e criteri di giudizio, stati d'animo e reazioni, donare, ascolto empatico, sentimenti ed emozioni, fiducia, aiuto fisico, risorse naturali. 2. Modellamento di atteggiamenti adeguati nei confronti del ragazzo pluriminorato: le modalit� attuate con i bambini di scuola elementare, ed i comportamenti target gratificati sistematicamente, sono state modellate sulle strategie gi� utilizzate con i bambini della materna. L'esperienza acquisita in diversi anni in cui sono stati effettuati inserimenti scolastici, per alcune ore, di bambini pluriminorati all'interno di classi normali, ci ha suggerito di focalizzare il nostro intervento su alcuni aspetti del processo di relazione interpersonale che consideriamo la base per potere sviluppare tutta quella serie di comportamenti prosociali che, pi� di altre strategie, possono effettivamente garantire la nascita di un rapporto empatico tra bambino normale e disabile. Riteniamo che occorra per� una forte motivazione da parte delle insegnanti di scuola normale nell'investire su un programma di educazione sociale che possa essere considerato parte della programmazione curriculare prevista dai normali programmi ministeriali. Investire nei programmi didattici che curano questo particolare aspetto, significa modificare l'atteggiamento da parte dei docenti, che promuovono, in questo senso, un cambiamento nell'ottica educativa, orientata maggiormente allo sviluppo ed al supporto di comportamenti positivi nei loro alunni, piuttosto che ad un'attenzione selettiva rivolta spesso al manifestarsi di comportamenti devianti in classe, ad esempio comportamenti di disturbo, scarsa motivazione, episodi di aggressivit� verbale e fisica, ecc. Il materiale Il materiale assume una funzione importante nello stimolare l'iniziativa comunicativa e comportamentale del bambino; il materiale deve assumere caratteristiche di stimolazioni sensoriali diversificate di tipo uditivo, visivo, tattile, olfattivo, vestibolare propriocettivo. � opportuno selezionare materiali (giochi e giocattoli) che il bambino gi� conosce affinch� impari a divertirsi e sviluppi modalit� sociali pi� avanzate. Il materiale deve avere caratteristiche interessanti, pu� muoversi, mettere suoni o provocare sorpresa. Esempi di materiale adatto a questo tipo di percorso sono: * Giocattoli (es. bolle di sapone, palline, tubi, trottole palloncini, ecc.). * Materiali recuperati, come pentole vecchie, scatole, barattoli di latta, ecc.). * Materiali per giochi dinamici, come tappeti, materassi, teli, foulards, stoffe colorate. * Materiali per giochi musicali, come campanelli, tamburelli, bottiglie di plastica vecchie con sassi, sabbia, ecc. Come reperire il materiale didattico a scuola, quando scarseggiano persino i fogli per le fotocopie ed il nastro gommato? Senza cedere a facili scoraggiamenti di fronte a questo ennesimo ostacolo, una delle risorse a cui attingere � fornita dal materiale di recupero, che pu� essere selezionato in base alle necessit� didattiche che in quel momento emergono dal piano educativo individuale, e che pu� costituire un valido aiuto per il docente che ha ben programmato e definito il piano di intervento individuale. La formazione dei docenti: alcune buone prassi � ragionevole supporre che il singolo docente, spessissimo senza una preparazione specifica nel campo della educazione e riabilitazione di bambini con deficits plurimi gravi, si trovi impreparato e spaesato di fronte ad un problema cos� complesso, che presuppone una presa in carico globale e sinergica tra le varie professionalit� in ambito psicoeducativo, clinico e socio-famigliare. Pi� utile risulta un training teorico-pratico mirato a metodologie di insegnamento che possano riunire interessi analoghi nei docenti: pensiamo alla formazione sulla Comunicazione Aumentativa, sulle nuove tecnologie per l'autonomia e la comunicazione, sulla gestione delle problematiche comportamentali gravi; sulle strategie di osservazione sistematica e raccolta dati, ecc. Una delle strategie pi� efficaci per la preparazione degli insegnanti � quella dell'utilizzo del videotape nelle sessioni didattiche, che permetta, con l'aiuto di un professionista, (ed in mancanza di questo di un team costituito da colleghi) di analizzare le risposte del bambino, recepire le osservazioni e le indicazioni delle persone che stanno osservando le diverse interazioni. Tale strumento pu� essere utilizzato anche in altre situazioni educative. Conclusioni Riteniamo che il modello di Buona prassi sia quello delle migliori esperienze di integrazione che si creano in molte scuole italiane, ma con una particolarit�, la nostra, che forse � veramente solo nostra: la particolarit� dei bambini con i quali lavoriamo, che presentano combinazioni di disabilit� cos� gravi, che spesso non � nemmeno pensabile il livello di vita, immaginiamo l'integrazione a scuola. Per loro, per i bambini con cui lavoriamo attualmente, e con e per tutti quelli che abbiamo conosciuto negli anni, immaginiamo pensare e costruire percorsi di inclusione ed indicazioni operative da spendere concretamente in classe,e favorire un processo pi� completo di integrazione quello dell'inclusione, che prevede una relazione completa su pi� livelli di interazione tra bambini normali ed il nostro, con bisogni davvero speciali. Riferimenti bibliografici Coppa, M.M,; Marchesi, M.C. (2001). La scuola potenziata: il progetto educativo per l'handicap grave al centro dell'organizzazione scolastica. Relazione presentata al 3� Convegno Internazionale su "La qualit� dell'integrazione nella scuola e nella societ�" Rimini, 9-10-11 Novembre 2001. Coppa, M.M., Orena, E., Storani, E., Marziani, M. (2002). Preparare l'integrazione attraverso la conoscenza del deficit e la prosocialit�. In: Difficolt� di apprendimento, 4 (7), pp.537-545. Coppa, M.M., Cortucci, S., Orena, E. (2003). L'insegnamento della prosocialit� in bambini di scuola materna. In: Psicologia e Scuola, n.116, pp. 15-25. Coppa, M.M., Orlandoni, M., Fanelli, V., Filiali, S., Natalini, E., Braidotti, S. (2005). Buone Prassi di integrazione scolastica: facilitare relazioni sociali positive con un bambino con grave ritardo mentale e plurihandicap. In: L'integrazione scolastica e sociale, 4 (2), pp.183-186. Coppa, M.M. (2009). In classe ho un bambino con disabilit� gravi. Relazione presentata al Convegno su "In classe ho un bambino con..." Firenze, 6-7-8/2/2009. Si ringrazia per la collaborazione le educatrici del settore scolare della Lega del Filo d'Oro: Rosina Giuseppetti, Paola Montenovo, Claudia Renzi, Elvira Mazzanti, Maria Assunta Bianchi, Nicoletta Baiocchi, Alberta Marincioni, Caputo Pasqualina Mauro Mario Coppa, Direttore Servizi educativo-riabilitativi, fascia scolare e giovani, Lega del Filo d'Oro, Osimo ?? ?? ?? ?? 1