Giugno 2016 n. 6 Anno XLVI MINIMONDO Periodico mensile per i giovani Direzione redazione amministrazione e stampa Biblioteca Italiana per i Ciechi "Regina Margherita" Onlus via G. Ferrari, 5/a 20900 Monza Casella postale 285 c.c.p. 853200 tel. 039/28.32.71 fax 039/83.32.64 e-mail: bic@bibciechi.it web: www.bibliotecaciechi.it Registrazione 25-11-1971 n. 202 Dir. resp. Pietro Piscitelli Comitato di redazione: Massimiliano Cattani Antonietta Fiore Luigia Ricciardone Copia in omaggio Indice Nemici per la pelle Una vacanza su misura La trappola del protocollo Yogurt: una delizia nutriente e cremosa Miami Beach: Magic City La musica non � solo una questione di estetica Tour de France 2016 Nemici per la pelle (di Amelia Beltramini, "Focus" n. 284/16) - I raggi solari possono essere molto pericolosi. Ma esistono diversi modi per difendersi. Ecco le novit� pi� "scottanti" - Se proprio volete rosolarvi al Sole, usate almeno una crema con fattore di protezione 30 (SPF30): uno studio appena concluso da Christin Burd, del Cancer center di Columbus dell'Ohio State University, e presentato il 17 aprile al convegno annuale dell'American association for cancer research, ha dimostrato che, applicata sui topi prima dell'esposizione ai raggi UVA, ritarda l'insorgenza del melanoma. Una buona notizia, per fortuna. Ma � solo una delle tante novit� degli studi dedicati ai nostri rapporti, a volte conflittuali, con la tintarella. L'abbronzatura � sempre stata un fattore distintivo di censo, ma ha l'andamento del pendolo. Nei primi anni del secolo scorso era il colore diafano della pelle ad andare di moda, e le signore ricorrevano a guanti di pizzo, cappelli a tesa larga e vezzosi ombrellini per conservarlo e distinguersi dalle scure lavoratrici della campagna. Oggi l'abbronzatura distingue chi pu� permettersi le vacanze invernali ai tropici o sulle nevi da chi invece sverna in citt�. Ma forse non per molto. "Met� della popolazione mondiale, cinesi e giapponesi in testa, si copre quando va al Sole", racconta Marcello Monti, docente di dermatologia all'Universit� degli Studi di Milano. "Molti sorridono delle turiste giapponesi con l'ombrellino, ma prima o poi anche in Occidente torner� di moda il viso pallido". Che il Sole faccia male, infatti, ne sono consapevoli in tanti: le ripetute esposizioni accelerano l'invecchiamento della pelle (rughe comprese) e aumentano il rischio di tumori cutanei come melanomi e basaliomi, oggi pi� frequenti anche per via dell'allungamento della vita. Ma come si fa a determinare la soglia fra la quantit� di Sole che fa bene e quella dannosa alla salute? Madre natura ci ha dotato di un sensore naturale che consente a ogni individuo di sapere quando � ora di coprirsi: "E il leggero prurito sulla pelle che chi ha la carnagione chiara avverte dopo pochi minuti di esposizione, e chi ha la carnagione scura pu� sentire molto pi� tardi. Quello � il campanello d'allarme che ci dice: oggi sei stato al Sole abbastanza", aggiunge Monti. Attenzione, per�: se si usa una crema protettiva, il sistema non funziona. E bisogna considerare anche il fatto che, in alcuni casi, il tempo di esposizione deve essere ulteriormente ridotto. Il 50% dei farmaci e molti alimenti rendono infatti la pelle particolarmente sensibile, aumentando il danno solare: per esempio antibiotici come le tetracicline, diuretici, alcuni anti-ipertensivi, i farmaci biologici antitumorali; a questi si aggiungono alimenti come il prezzemolo, gli agrumi in genere, ma soprattutto il bergamotto e il lime. Se si � disposti ad abbronzarsi senza Sole, una soluzione potrebbero essere alcuni cosmetici. Il loro composto attivo � il Dha, o diidrossiacetone, uno zucchero che reagisce con lo strato corneo della pelle. Non � una vera abbronzatura, e non protegge dalle scottature. Non a tutti piace il suo odore, n� la tonalit� aranciata che spesso fa assumere alla pelle. Inoltre, se l'applicazione non � perfetta, si formano macchie che spariscono solo dopo tre settimane. I nuovi studi, per�, puntano a prodotti pi� ambiziosi, che non si limitano all'effetto cosmetico, ma mirano a proteggere dal tumore. Nel 2006, David Fisher del Dana-Farber Cancer Institute (Usa) dimostrava su Nature che riusciva a far abbronzare i topi senza esporli al Sole, solo strofinando sulla loro pelle nuda una lozione a base di forskolina, una sostanza estratta da una pianticella dell'Asia (Coleus forskohlii) capace di innescare reazioni simili a quelle procurate dal Sole e anche di ridurre e/o posticipare il rischio di tumore della pelle persino nei topi geneticamente predisposti ad ammalarsi... La soluzione di tutti i problemi? Non proprio: "Purtroppo la forskolina fatica a penetrare nella pelle umana e quindi la sua efficacia � assai limitata", scrive Fisher su Genes and Development, che punta su altre sostanze con analoga azione, ma pi� facilmente somministrabili, come la fosfodiesterasi 4D3. C'� poi da tener conto dei motivi che spingono alcuni a rosolarsi per ore al Sole o sui lettini dell'estetista, nonostante sia noto da tempo l'effetto cancerogeno dei raggi ultravioletti emessi da entrambi. E qui c'� una sorpresa: i raggi Uv, si � scoperto, sono potenti antidepressivi, tanto da indurre una sorta di dipendenza. I cheratinociti dell'epidermide, sollecitati dagli Uv, non si limitano infatti a sintetizzare l'ormone che stimola i melanociti a produrre melanina, la sostanza abbronzante. Sulla rivista scientifica Cell, Fisher e colleghi hanno infatti dimostrato che gli stessi raggi inducono anche la produzione di beta endorfine, cio� oppioidi endogeni, droghe naturali che danno piacere: i ricercatori hanno dimostrato che aumentano nel sangue anche dopo una bassa esposizione di Uv. Con quali effetti? Per prima cosa, l'esposizione al Sole riduce la sensibilit� al dolore, nel senso che ne eleva la soglia. Ma non � tutto. Se, dopo un'esposizione cronica ai raggi Uv, si somministra una sostanza che blocca gli oppiodi, come il naloxone, si inducono segni di astinenza, in altre parole aumenta il malessere. Probabilmente gli adoratori del Sole e delle lampade ricercano questo effetto antidepressivo e di piacere. E gli psichiatri statunitensi hanno subito aggiunto la "tanoressia", cos� hanno chiamato questa forma di dipendenza, all'elenco delle malattie. Non si sa ancora se forskolina o la fosfodiesterasi 4D3 abbiano questo stesso effetto oltre a quello abbronzante: i topi per ora non sono stati in grado di dirlo. Nel frattempo, per i tanoressici, c'� soltanto una risposta efficace: le creme da Sole con SPF30 (Sun protection factor, ovvero fattore di protezione solare di 30). Oggi stanno emergendo le prime prove, per ora soltanto sui topi, che questi prodotti non si limitano a ridurre il rischio di ustione da raggi UVB, ma ostacolano anche i pi� pericolosi UVA, che penetrano pi� in profondit� e danneggiano i geni nel nucleo della cellula, aprendo la strada al tumore. I topi li ha "messi a punto" Burd: sono animali geneticamente modificati che, spennellati di una sostanza, il 4idrossitamoxifene, sviluppano il tumore in 26 settimane. Se, in pi�, vengono anche esposti al Sole, i tempi si accorciano e lo sviluppano in 5 settimane. Su questi topi, Burd ha sperimentato l'efficacia delle creme solari con SPF30 a base di diversi agenti di protezione per verificare se proteggono anche dal rischio di melanoma: tutte hanno posticipato l'insorgere della malattia, anche se con risultati variabili da crema a crema. Il prossimo passo? Il gruppo sta continuando la ricerca per individuare quali ingredienti delle creme da Sole siano pi� efficaci nella protezione contro il melanoma. Una vacanza su misura ("Bene Insieme" n. 4/16) - Prenotare online permette di trovare le soluzioni pi� adatte alle tue esigenze e al tuo portafogli - I mesi estivi sono alle porte e inevitabilmente si inizia a pensare alle tanto agognate vacanze... Oggi per� grazie a Internet si pu� pianificare con facilit� ovunque ci si trovi e a qualunque ora del giorno e della notte. A darci una mano in questo senso sono i tantissimi tour operator online che grazie ai loro motori di ricerca riescono a darci le migliori soluzioni di viaggio. Sui numerosi siti dedicati � possibile poi scegliere diverse opzioni: solo volo, vola+hotel o vacanza intera, che solitamente comprende offerte "all inclusive" particolarmente adatte alle famiglie. Utilizzare questi siti � davvero molto semplice e soprattutto se non avete ancora un'idea precisa per la vostra meta potete iniziare facendo un viaggio virtuale per valutare anche in base al vostro budget la vacanza che fa al caso vostro! Cosa serve per scegliere la propria vacanza? Basta davvero poco: un computer o un tablet, la connessione a Internet e una carta di credito, meglio se ricaricabile... molto meno rischiosa in caso di clonazione. Una volta decisa la meta e individuato volo, hotel e vacanza, prima di procedere all'acquisto ci si deve registrare compilando gli appositi forum nelle sezioni dedicate. In questo modo sar� pi� veloce avere gi� i tuoi dati in memoria per il prossimo viaggio. A parte le piattaforme in cui � possibile organizzare tutta la vacanza, esistono dei siti dedicati esclusivamente ai voli. Tra le piattaforme di ricerca del volo, citiamo Skyscanner, che in pochi click permette di comparare le offerte delle compagnie aeree. Dopo aver selezionato la tratta, appare la lista completa dei voli. Scelto il volo, poi si viene reindirizzati sul sito della compagnia e si procede alla finalizzazione dell'acquisto. Un altro motore di ricerca che segnaliamo � Momondo, dove puoi anche trovare ispirazioni per i tuoi prossimi viaggi. Non c'� bisogno di prendere un aereo per concedersi una piccola vacanza, magari un weekend alla scoperta della nostra bella Italia. Un servizio utile per pianificare qualsiasi viaggio scegliendo l'ora di partenza/arrivo e la migliore combinazione fra aereo, treno, autobus, pullman e taxi, � certamente ViaHow, da pochi giorni disponibile anche in versione app per dispositivi Android. ViaHow consente agli utenti di scegliere l'itinerario migliore per qualsiasi localit�, effettuando un'unica ricerca. Permette di combinare e confrontare le offerte di compagnie concorrenti che operano sulle stesse tratte. Integra treni e autobus urbani del trasporto pubblico. Verifica disponibilit� dei posti e prezzo in tempo reale. In sostanza, trova e propone le soluzioni pi� adatte alle esigenze di chi si deve spostare sul territorio italiano. Quella della sistemazione � spesso la parte pi� costosa della vacanza. In aiuto ci vengono siti come Trivago che, attraverso una comparazione online, seleziona un hotel in base a esigenze e budget. Altro sito molto utile dedicato all'alloggio in hotel � Booking, ma esistono soluzioni alternative e low budget che possono essere date da siti come Scambiocasa, che permette di scambiare la propria abitazione con un'altra in pi� di 150 Paesi. La soluzione per chi vuole avere una vacanza confezionata senza dover costruirsi step by step il viaggio da solo � acquistare il pacchetto. Una tipologia di offerta utile soprattutto a chi ha con s� i bambini perch� i pacchetti vacanza possono prevedere la sistemazione in strutture tipo villaggi. Tra le piattaforme che permettono la ricerca di queste tipologie ci sono: Lastminute ed Expedia, che oltre voli, alberghi e viaggi completi permette di noleggiare auto e mezzi per muoversi. Perch� prenotare online? Su queste piattaforme dedicate � possibile mettere a confronto le soluzioni di viaggio pi� vantaggiose. Cos� si riescono a trovare viaggi a basso costo perch� � possibile comparare le offerte dei voli pi� convenienti, come anche quelle per gli alloggi o le vacanze complete. Quando cerchi un viaggio online puoi trovare facilmente anche indicazioni e informazioni da parte di chi � gi� stato nella meta che stai scegliendo. Come accade su Turistipercaso o nella community di Zingarate, che riporta nella sezione del blog le esperienze di chi gi� ha visitato i luoghi. Qui si trovano consigli e avvertimenti per evitare eventuali brutte sorprese una volta arrivati a destinazione. Un altro consiglio, soprattutto quando si scelgono mete insolite o lontane, � fare riferimento ai siti nei quali i viaggiatori stessi danno consigli di viaggio e valutazioni delle strutture alberghiere o dei ristoranti presenti in queste localit�. Il pi� celebre tra questi siti � sicuramente Tripadvisor, che vanta una numerosa community di utenti affezionati e affidabili. La trappola del protocollo (di Adriano Monti Buzzetti Colella, "Focus" n. 282/16) - Gesti, pranzi, regali e... gaffe. Una visita di Stato � un percorso a ostacoli. E se non si conosce il cerimoniale sono guai - Barack Obama, il primo presidente afroamericano della storia. Il giapponese Akihito, ultimo imperatore sul pianeta. L'incontro tra i due uomini-simbolo del potere d'oggi e di ieri si tenne a Tokyo nel 2009 ed � ritenuto un caso di scuola sulle insidie del cerimoniale. Ovvero quell'insieme di regole, scritte e non, che governano posti a tavola, appellativi, scambi di doni e quant'altro � necessario all'ambasciatore, all'uomo di governo, ma anche al top manager di una grande azienda, per consolidare relazioni e condurre in porto trattative internazionali. Per Obama, ancora fresco di nomina, la situazione era delicata: il Tenn� ("Imperatore Celeste") andava omaggiato con un inchino dal rituale preciso. L'uomo pi� potente del mondo lo esegu� con diligenza, ma a sorpresa ecco lo strappo alla regola: non suo ma di Akihito, che al saluto tradizionale volle rispondere tendendo la mano in uno "scandaloso" gesto di familiarit� con l'illustre ospite. Confuso, Obama gliela strinse restando a novanta gradi, col suo metro e ottantacinque spezzato in due di fronte al piccolo sovrano del Sol Levante. Il risultato grottesco, immortalato dai fotografi, fece il giro del mondo. Eppure, anni prima, nel '92, George Bush senior fece ben di peggio, vomitando a tavola sul premier giapponese Miyazawa. Incidenti che, gi� imbarazzanti nella vita normale, risultano disastrosi al cospetto di capi di Stato e teste coronate. Anche perch� non serve arrivare a simili estremi per trovarsi in difficolt�. Il protocollo infatti � pieno di insidie perch� deve rispettare molte sensibilit� diverse oltre all'amor proprio del "vip" di turno. "Tutti guardano dov'� sistemata la loro sedia rispetto agli altri", commenta ironico Massimo Sgrelli, per decenni capo del cerimoniale di Palazzo Chigi e oggi una delle maggiori autorit� italiane in materia. "Ricordo negli anni Ottanta una sfuriata dell'allora capo del governo, Giovanni Spadolini: era stato messo a sedere dietro un cardinale. Dovetti ricordargli che per le norme dei Patti Lateranensi i porporati erano a tutti gli effetti principi della Chiesa, al pari di quelli di casate reali, e dunque da collocarsi subito dopo i capi di Stato". Il "sistema" del cerimoniale di fatto nacque con il Congresso di Vienna del 1815: un'intesa tra i vincitori delle guerre napoleoniche ne fiss� i paletti principali, aggiornata poi sempre a Vienna nel 1961 con la Convenzione sulle relazioni diplomatiche, tuttora vigente. "In sostanza", spiega Sgrelli, "si stabil� la pari dignit� di tutti i capi di Stato e dei loro ambasciatori, per non causare attriti. Ancora oggi il cerimoniale non valuta il peso specifico di uno Stato per assegnare un posto pi� o meno prestigioso al suo rappresentante: conta l'anzianit� di accreditamento (cio� l'anzianit� "di servizio"). Ed � cos� anche per altre cariche di pari livello ma di tipo diverso dagli ambasciatori (per esempio i generali di divisione), favorendo per� l'ospite straniero". Ovviamente anche lo zelo nell'assecondare quest'ultimo pu� scatenare polemiche: le tende beduine montate da Gheddafi a Roma e, pi� di recente, i nudi classici coperti nei Musei Capitolini per la visita del presidente iraniano Rohani ne sono un esempio eloquente. In linea generale per� la preoccupazione � di non far meno di quanto ci si aspetta. E anche senza essere dei gaffeur reiterati come il principe Filippo d'Edimburgo, l'elenco dei possibili "sfondoni" � sterminato. Di fronte a un ospite musulmano, per esempio, mai accavallare le gambe: mostrare la suola delle scarpe � considerato offensivo. Ma poco appropriato � anche il contegno di una signora che si presenti in udienza dal papa senza la tradizionale veletta o, peggio ancora, vestita di bianco: un privilegio concesso solo alle regine cattoliche, e che la first lady messicana Ang�lica Rivera ha usurpato tra mille critiche durante la recente visita di papa Francesco nel suo Paese. Ancora a proposito di monarchie: i corpi dei sovrani non vanno mai nemmeno sfiorati. "Lo fece Silvio Berlusconi nel 2011 con Juan Carlos, toccandogli il gomito alla parata del 2 giugno dove il re di Spagna era ospite nel palco d'onore. Ma lo aveva fatto due anni prima anche Michelle Obama in Inghilterra con la regina Elisabetta". Altra regola aurea: l'ospite d'alto rango si attende, se non all'aeroporto, almeno al portone. "Anni fa l'allora vicepresidente cinese Xi Jinping e i suoi funzionari giunsero in visita ufficiale alla Regione Lombardia; formalissimi come tutti gli orientali, non trovando il governatore Formigoni ad accoglierli sull'uscio, fecero dietrofront e se ne tornarono in albergo". Superato l'uscio, c'� poi lo scoglio dei saluti. Anche la semplice stretta di mano non � mai la stessa: bisogna adeguarsi a quella vigorosa dell'ambasciatore russo, da effettuare guardandosi sempre negli occhi, e a quella debole e un po' floscia del dignitario marocchino. Con un thailandese � invece di rigore il saluto wai, capo chino e mani giunte sul petto. E se vi sembra facile, sappiate che l'altezza dei palmi sul torace va proporzionata al rango dell'ospite: piazzati troppo in alto o troppo in basso, possono imbarazzarlo o addirittura umiliarlo. Sempre in quest'ambito fanno capolino anche le note distanze culturali sulle differenze di genere: islamici ed ebrei osservanti non danno la mano a una donna in contesti pubblici e, se costretti dalle circostanze, non nascondono il loro imbarazzo. La parit� tra i sessi non ha riscontri nemmeno nel galateo orientale, dove salutare cavallerescamente prima le signore � considerata una mancanza di rispetto: � sempre l'uomo pi� anziano l'ospite da omaggiare per primo. Anche lo scambio dei doni � un campo minato. In molti Paesi extraeuropei � scortesia assoluta porgerli con una mano sola, oppure scartarli al momento in cui li si riceve. E poi bisogna fare attenzione ai colori. "In Oriente il bianco indica lutto. Mai quindi offrire fiori candidi e, men che mai, recarsi a un funerale di Stato vestiti di nero!", ammonisce Sgrelli. "Nei pacchetti regalo anche il blu � da evitare, mentre il rosso, l'oro e il verde sono graditi". Altri errori clamorosi: regalare un oggetto in cuoio a un ospite indiano, fiori gialli a un russo, piante in vaso a un finlandese. La tavola � un'altra via crucis, perch� oltre ai noti precetti sulla cucina kosher per gli ospiti ebraici ed halal per gli arabi, c'� il problema dell'alcol: "L'ospite islamico non solo non beve, ma in genere non tollera neanche la vista di una bottiglia di vino. Il problema si pose nel '99 con la visita in Francia del presidente iraniano Khatami: il suo omologo Chirac s'impunt�, facendone una questione di identit� nazionale, e cos� il pranzo ufficiale fu derubricato dal programma della visita". Cariche religiose a parte, non meno importanti per il cerimoniale sono poi i titoli dell'interlocutore. ""Altezza Reale", per esempio, � l'attributo di chi � in linea diretta per la successione al trono, gli altri sono "Altezze Serenissime". Idem per i titoli nobiliari. La nostra Costituzione repubblicana non li riconosce, ma altrove sono qualifiche pubbliche che l'ufficialit� ci impone di sciorinare fino all'ultimo predicato: per esempio quelli spagnoli o britannici. Oppure quelli del sultanato del Brunei, lunghi a volte fino a 20 parole! In mezzo a tanta diversit� c'� per� un imperativo a cui ogni cerimoniale obbedisce senza eccezioni: "� la "regola della destra" per cui, tra due cariche, o anche due bandiere, appaiate, alla pi� importante si assegna il posto di destra secondo il punto di vista dell'osservatore collocato posteriormente. Questo perch� siamo tutti in prevalenza destrimani, dunque il destro � considerato il lato pi� forte e "d'onore"". Per gli addetti ai lavori, un'uniformit� che rinfranca. E un punto fermo, l'unico, in un mestiere da equilibristi. Yogurt: una delizia nutriente e cremosa ("RivistAmica" n. 4/16) - Una storia antica e un procedimento produttivo che crea una specialit� prelibata, ricca di sostanze nutritive e con tante versioni, adatte anche a chi � intollerante al lattosio - Il nome, di origine turca, ne tradisce le antichissime origini. E ci riporta alla sua scoperta, che avvenne molto probabilmente in maniera quasi casuale: lo yogurt altro non � che latte fermentato, che cambia consistenza e sapore grazie alla presenza "controllata" di alcuni tipi di fermenti lattici. � plausibile che, cercando di conservare il latte in otri di pelle, le popolazioni della penisola anatolica si siano accorte di aver "inventato" qualcosa di nuovo imparando da l� in poi a produrlo autonomamente. Greci, Fenici, Romani, Egizi, Arabi e Indiani: nessuno di questi popoli rimase immune al gusto di questa specialit�. Il resto � storia recente, col microbiologo russo Ilya Ilyich Mechnikov che nei primi anni del Novecento si mise in testa di analizzare gli alimenti usati da longeve popolazioni bulgare e isol� il Lactobacillus Bulgaricus (microrganismo che, assieme allo Streptococcus thermophilus, � il principale "responsabile" del processo di formazione del prodotto), consentendo la produzione industriale dello yogurt. Nella versione "intera" contiene proteine, carboidrati, calcio (150 g di yogurt naturale forniscono un terzo dell'apporto giornaliero necessario) e vitamine (le B soprattutto). La sua naturale acidit� aiuta lo sviluppo della flora batterica intestinale e inoltre favorisce il ricambio della bile e incrementa i livelli dell'acido folico, sostanza essenziale per le donne in gravidanza. Consumato assieme a cereali interi, aiuta a regolare l'attivit� intestinale e a ristabilire i giusti livelli di colesterolo. In commercio oltre a quello intero (che contiene pi� del 3% di grassi), si trovano quello parzialmente scremato (tra l'1,5 e l'1,8%) e quello magro (meno dell'1%). Altro elemento discriminante � la consistenza: pu� essere cremoso oppure compatto o ancora "da bere". Riguardo ai gusti, si va da quello bianco (naturale o dolce) alle svariate versioni alla frutta o aromatizzate. Di recente si sono affacciati sul mercato yogurt con sostanze benefiche per l'organismo (come fibre, vitamine, minerali o Omega 3) o privi di lattosio e quindi pi� digeribili. Sar� anche nato a migliaia di chilometri dall'Italia, ma anche nel nostro Paese lo yogurt occupa una posizione di rilievo: a farla da padrone sono le regioni del Nord, con in testa Trentino Alto Adige e Valle d'Aosta; anche Lombardia e Piemonte vantano per� la loro nicchia produttiva. E che dire dello yogurt biologico? Nel suo processo di produzione, in cui qualit� e controllo degli ingredienti sono fondamentali, nulla deve essere lasciato al caso. Le mucche devono essere allevate con foraggi e mangimi di origine biologica e in un ambiente rispettoso delle loro esigenze naturali; con attenzione scrupolosa bisogna poi evitare che gli ingredienti si mescolino tra di loro, e per questo solitamente i produttori utilizzano linee e giorni dedicati. Con il prodotto biologico i benefici assicurati dallo yogurt si moltiplicano: aiuta a disintossicare il fegato, migliora l'aspetto della pelle, favorisce lo sviluppo dei muscoli. Inoltre, i microrganismi vivi aumentano la digeribilit� del latte, stimolano il sistema immunitario e, nell'intestino, formano una barriera protettiva contro l'azione di eventuali microbi dannosi. Miami Beach: Magic City (di Elena Del Savio, "Meridiani" n. 228/16) - Ha appena compiuto cent'anni. Quando s'� separata dalla sorella maggiore c'erano paludi e mangrovie. Oggi grattacieli, quartieri Art d�co e venti chilometri di spiagge dorate - La primavera scorsa una grande festa ha animato Miami Beach, dal 22 al 26 marzo: musica, balli, un incontro fra i tennisti Milos Raonic e Tomas Berdych, street food distribuito da camion, e la proiezione del primo episodio della serie televisiva Miami Vice. Al centro dell'evento il concerto di Andrea Bocelli, Gloria Estefan, Barry Gibb (uno dei fondatori dei Bee Gees) e del rapper Flo Rida. Insomma, un beach party globale della durata di ben 100 ore, tante quanti sono gli anni della ricorrenza che si celebrava: il primo secolo di vita della citt�. Era infatti il 26 marzo del 1915 quando Miami Beach venne ufficialmente riconosciuta come municipalit�, settore di svago e villeggiatura della pi� grande Miami posta dall'altra parte della baia di Biscayne. Fu classificata come town, cittadina, mentre Miami, di neanche due decenni pi� vecchia, era gi� una citt�, city: ma in soli due anni Miami Beach avrebbe ottenuto lo stesso status. Un gran balzo, se si considera che ancora nel primo decennio del Novecento su questa striscia di sabbia - una delle tante lingue di terra e isole che orlano la costa della Florida - c'erano solo piantagioni di noci di cocco e avocado a contendere lo spazio alle paludi invase dalle mangrovie. Al massimo le sue spiagge solitarie erano meta di avventurosi escursionisti giornalieri, che arrivavano in traghetto dalla vicina Miami sfidando zanzare, topi e serpenti velenosi per trovare scarni capanni come primordiali strutture balneari. L'unico edificio su quella che all'inizio si sarebbe chiamata Ocean Beach era la House of Refuge, centro di soccorso e ricovero per i naufraghi costruito nel 1876 dal Servizio di Salvataggio degli Stati Uniti, la futura Guardia Costiera. Il salto di qualit�, e di destinazione d'uso del territorio, sarebbe avvenuto solo alla fine del decennio quando alcuni proprietari delle coltivazioni, intuendo il potenziale turistico della costa, investirono in opere di bonifica e infrastrutture essenziali. Gli imprenditori John Stiles Collins e Thomas Pancoast, abbandonate le attivit� agricole, decisero di riqualificare l'isola come area residenziale, mettendo in piedi nel 1911 la Miami Beach Improvement Company. Con il sostegno economico dei fratelli banchieri James e John Lummus nel 1912 iniziarono a costruire sulla baia di Biscayne quello che all'epoca sarebbe stato il pi� lungo ponte di legno degli Stati Uniti. E quando i fondi si esaurirono, intervenne Carl Fisher, ricchissimo imprenditore di Indianapolis da poco trasferitosi a Miami. Il denaro non gli mancava: aveva appena venduto alla Union Carbide il brevetto dei primi interruttori automatici per i fanali delle auto (fino al 1911 dovevano essere accesi a mano) e attingendo al proprio patrimonio finanzi� il completamento del ponte. In cambio ricevette oltre 90-mila ettari di terra sulla striscia di sabbia che pochi anni dopo, con il "taglio di Haulover" che collegava l'oceano alla baia, sarebbe diventata un'isola. Si trattava per lo pi� di terreni sommersi dall'acqua, ma pompando sabbia dal fondo della baia, Fisher consolid� la propriet� e diede inizio al primo boom immobiliare, promuovendo la localit� come resort invernale, sul modello di Atlantic City, e dando visibilit� al neonato insediamento con la creazione di una corsa annuale di motoscafi. E quando, nel 1915, Miami Beach divent� citt�, oltre alle dimore degli investitori - modesti edifici dalle vaghe ambizioni neoclassiche, che nelle immagini d'epoca si vedono sorgere solitari sulla spiaggia di South Beach, circondati solo da palme - sull'isola c'erano gi� tre alberghi, due stabilimenti balneari (chiamati mondanamente Casino, anche se non vi si giocava d'azzardo) e, immancabile, un campo da golf a 18 buche. Poi arrivarono anche campi da tennis e da polo, l'elettricit� e, alla fine del 1920, un servizio di tram. Fisher costru� anche il Lincoln Hotel, albergo di lusso dove port� la madre a svernare e inizi� un'energica attivit� di lobbying per spingere politici, sportivi famosi e celebrit� a fare altrettanto. Fra gli ospiti illustri, nel gennaio del 1921, ci fu anche Warren G. Harding, il presidente degli Stati Uniti che, seduto accanto a Fisher durante una cena esclusiva, avrebbe dichiarato: "Questa spiaggia � meravigliosa: si sta magicamente sviluppando". Ancora oggi Miami Beach � nota come la Magic City. Insomma, se Julia Tuttle � considerata la madre di Miami, Miami Beach pu� riconoscere in Carl Fisher il proprio padre. Per avere un'idea dell'aspetto della cittadina in quei pionieristici anni basta rivedersi A qualcuno piace caldo, il film di Billy Wilder con Marilyn Monroe, Jack Lemmon e Tony Curtis girato proprio qui nel 1959. Spiagge semideserte, panfili ancorati al largo e alberghi dai lunghi portici, con schiere di ricchi pensionati allineati al sole. Tuttavia la citt� non ambiva solo a diventare un paradiso invernale per ricconi. O meglio, quest'enorme e spensierata "nave da crociera" eternamente all'ancora, aveva bisogno di una sala macchine e di mozzi: la costruirono i Lummus all'estremit� meridionale dell'isola, proprio alle spalle di Ocean Drive, l'arteria che fronteggia l'Atlantico nella zona di South Beach e che oggi � il luogo pi� celebrato della citt�. Gi� a partire dal 1912 qui c'era stata la prima lottizzazione: tagli con soli 15 metri di larghezza, cio� abbastanza ridotti perch� i meno abbienti potessero acquistare il loro pezzo di suolo e costruirvi una casa. Edifici bassi, di due o tre piani, che fino alla met� degli anni Cinquanta ancora si vestivano di linee D�co. Qui furono costruiti anche depositi, magazzini e scali ferroviari, alle spalle dei primi timidi "grattacieli", spesso non pi� alti di 10 piani. Poi lo sviluppo commerciale di aree pi� a nord fece trasferire vita e popolazione da quest'area e al posto dei vecchi abitanti, a partire dalla fine degli anni Cinquanta, arrivarono i profughi cubani. In breve la zona acquist� fama di quartiere malfamato, infrequentabile la notte da chi non fosse in cerca di droga. Una situazione narrata nelle sequenze di Scarface, il film di Brian De Palma con Al Pacino, girato proprio qui nel 1983. Che fece giustamente indignare i molti cubani onesti. Oggi per� il quartiere a sud della Quinta Strada (semplicemente chiamato South of Fifth), � diventato l'area immobiliare pi� costosa di Miami Beach, con appartamenti che superano i 20 milioni di dollari anche se guardano la baia e non l'oceano. Lungo le strade orlate di palme i massicci parallelepipedi dei nuovi condomini e le torri scandite da balconate si alternano alle piccole case dai colori pastello e dall'eleganza retr�. Il loro restauro � iniziato dalla fine degli anni Novanta, sull'onda della mobilitazione promossa dalla Miami Design Preservation League, movimento nato nel 1976 con l'intento di preservare un'area storica della citt� minacciata di essere rasa al suolo per essere sostituita da nuovi condomini. E l'impegno collettivo ha portato alla nascita, dopo anni di abbandono, dell'Art d�co Historic District. Ma non � stato facile inculcare nella popolazione il concetto del rispetto per le testimonianze della vecchia Miami Beach: non sono solo le case monofamiliari a essere a rischio, ma anche le pi� ampie dimore storiche. Su Star Island, per esempio, l'anno scorso � stata demolita una elegante residenza neoclassica costruita nel 1925 su progetto del primo architetto abilitato della Florida, che nel film di Al Pacino era proprio la casa di Scarface. In segno di sfida ai conservazionisti una ex modella, moglie del chirurgo estetico che aveva acquistato la propriet� per demolirla e costruirne un'altra tre volte pi� ampia, � arrivata sul posto al volante di una Ferrari, e si � messa ai comandi della ruspa per avviare l'operazione. Fortunatamente al D�co District � stato evitato un simile scempio. Vera ragione di vita della citt� sono ovviamente le spiagge, ininterrotta sequenza di lidi con diversi nomi, che sostanzialmente consistono in una unica striscia di sabbia finissima bianco-dorata lunga oltre 20 chilometri a partire da South Beach, che si estende dall'altezza della Fifth Street alla 21th Street. Affollata, soprannominata la party beach d'America per la sua eterna atmosfera festaiola, sottolineata dalle fantasiose postazioni dei bagnini, ha un'appendice in Miami Beach South Pointe Park, set ideale per riprese cinematografiche e fotografie per la sua ampia vista sull'oceano. Seguono Miami Beach Central, pi� tranquilla e ricercata per passeggiate e jogging, e Miami Beach North, pure quieta e defilata, frequentata dai locali oltre che da turisti. Il successivo North Shore Open Space � in realt� un parco con una spiaggia mai affollata che si allunga anche fra le palme e tavolini da picnic, mentre la vicina Surfside, larga distesa di sabbia di quasi due chilometri, � frequentata dagli amanti delle camminate sulla battigia. Anche Bal Harbour � tranquilla, pur se � costeggiata da condomini di lusso e alberghi a cinque stelle. Haulover Beach Park, sulla sottilissima striscia di sabbia che separa l'oceano dalla baia, � prediletta dai cultori dell'abbronzatura integrale, dai proprietari di cani e dagli appassionati di aquiloni. L'ultima � Sunny Isles, che attira soprattutto gli appassionati di immersioni, snorkeling e sport acquatici, pesca compresa. Da alcuni anni per� la citt� ha trovato un'altra vocazione oltre a quelle di villeggiatura e svago. Grazie ad Art Basel, la fiera internazionale d'arte moderna e contemporanea che dal 2002 ha incominciato a tenersi qui ogni anno, a dicembre, la citt� � diventata uno dei luoghi pi� cool d'America per il mercato dell'arte. Durante i giorni della fiera al Convention Centre (all'edizione di quest'anno, dal 3 al 6 dicembre, partecipano 267 gallerie e oltre 4-mila artisti) mostre speciali e altri eventi culturali si tengono in gallerie e spazi espositivi, che sono distribuiti in tutta la citt�. L'ultima apertura � quella del Faena Forum, un centro dedicato alle arti progettato dall'architetto olandese Rem Koolhaas, parte del grande complesso del Faena District che incorpora anche edifici storici ristrutturati. Ma c'� un risvolto della medaglia a questa infinita crescita. La citt� continua intrepida a reinventarsi, incurante degli effetti di uno sviluppo edilizio sfrenato, con milioni di metri cubi di edifici, strade e altre infrastrutture che gravano su un terreno di calcare poroso, impregnato d'acqua come una spugna, e che gi� ora in molti punti si trova di poche spanne sopra il livello del mare. Le previsioni pi� catastrofiche calcolano che, aggiungendosi ai danni accumulati dai periodici uragani e dagli allagamenti causati dai forti temporali, l'assottigliarsi o addirittura lo scioglimento delle calotte polari, e il conseguente innalzamento del livello degli oceani, porteranno da qui a un secolo alla sommersione di tutta la barriera di isole lungo la costa meridionale della Florida. La Magic City potrebbe forse non arrivare a festeggiare il suo secondo centenario. La musica non � solo una questione di estetica (di Eugenio Finardi, "Vita e Pensiero" n. 2/16) La musica digitale � stata la morte del supporto su disco. Che poi non � detto, perch� il vinile sta tornando di moda. D'altronde quella discografica � stata la prima industria pesantemente colpita dalle nuove tecnologie. E non sar� l'ultima. Ma � stata anche una delle prime industrie a capire che la vendita dei dischi era diventata obsoleta. Sono figlio di un tecnico del suono, diventato produttore di nastri magnetici, e sono vecchio abbastanza per ricordarmi che qualche anno fa l'oggetto di culto era il walkman. Ricordo anche che i primissimi walkman avevano l'attacco per due cuffie, per condividere l'ascolto, � strano che nessuno ancora abbia pensato di riproporli! Ormai l'ascolto � un'esperienza solitaria. In realt�, parlando di musica digitale e della mia generazione, sono convinto che i nativi digitali siamo noi. Lo penso perch� abbiamo sofferto con le apparecchiature analogiche: per avere una foto dovevamo aspettare una settimana. La fotografia digitale � una rivoluzione, qualcosa di impensabile e misterioso. Ho comprato una GoPro e non l'ho ancora usata, perch� mi mette soggezione! C'� per� anche il dolore di vedere come il digitale abbia ucciso una certa qualit� sonora. Mia figlia ha sedici anni e ha acquistato l'ultimo disco degli One Direction masterizzato mp3, che vuol dire "succhiargli" via tutta l'anima. Perch� l'mp3 � una traccia digitale a cui � stato tolto tutto quello che non si sente, quindi l'aria! � come togliere da una foto lo sfondo, o da un quadro di Caravaggio tutto ci� che non � la faccia dei protagonisti: che effetto farebbe? Nel frattempo l'hifi � diventato un prodotto di altissima gamma, con impianti da 100-mila euro. Tutto questo, per chi come me tiene al suono e lo cura, � un effetto deleterio. L'effetto positivo, invece, � che posso innamorarmi di una canzone e cercare immediatamente il link su YouTube... Che cosa diventer� questo in futuro? Si ascolter� sempre pi� musica, e si potr� sempre pi� fare musica. Un tempo si doveva fare una certa gavetta prima di arrivare a registrare. Adesso tutti possono realizzare musica in casa. La mia prima musica ha avuto forse il difetto di distinguersi per la troppa originalit�. Poco tempo fa ho recuperato un hard disk dove erano stati digitalizzati i master dei miei primi dischi e mi sono reso conto che erano incredibilmente originali. Ovviamente c'era una scuola dietro. La mia scuola era anzitutto mia madre, una cantante lirica americana, ma considero miei maestri anche tutti quelli che ho ascoltato. Il mio primo disco � stato Horowitz che suonava Domenico Scarlatti, grandissimo musicista napoletano. Poi Mozart, Bach, la musica barocca... E la musica nera, che all'inizio non sapevo fosse blues. Quando avevo otto anni mia zia ha portato dall'America un disco che aveva in copertina un uomo nero, dalla voce roca, calda, profonda: era Harry Belafonte. Sempre la stessa zia ogni anno spediva i dischi del Newport Folk Festival: cos� ho scoperto artisti come Pete Seeger e Woody Guthrie. Nel 1965 avevo tredici anni, ero in America da mia nonna e proprio quell'estate usc� Satisfaction dei Rolling Stones: fu amore a prima vista. Da una parte, quindi, c'era la musica classica, dall'altra, grandi maestri pi� che musicali, come Bob Marley... C'era il sogno di cambiare il mondo, un sogno di giustizia e di libert�. Questo sogno aveva bisogno di oratori, di musicisti che scrivessero canzoni. E allora l'ho fatto! Quando ho inventato "Finardi", l'ho fatto perch� fosse utile al movimento giovanile. Per me la musica doveva servire a qualcosa. L'arte deve servire a qualcosa. S� certo, c'� il fatto estetico, ma � importante dare un segnale e creare contenuti. Se Mandela ha catturato l'attenzione dei mezzi di comunicazione di tutto il mondo ed � entrato nella storia, � anche grazie a tanti artisti che non hanno mai smesso di parlarne. Ricordo che negli anni Settanta il rapporto con la mia casa discografica era di grande libert�. Poi sono arrivate le megaproduzioni: in Italia la svolta degli anni Ottanta � stata lanciata dal gigantesco successo di Battiato. In quel periodo i soldi giravano, cominciavano i grandi tour, si facevano i primi esperimenti di marketing. I cantanti erano gestiti da personaggi che erano s� squali, ma che avevano comunque un istinto unico e una passione vera. Angelo Carrara, che � stato il mio manager per decenni, sapeva creare il successo, ha scoperto Ligabue, Battiato, Alice, Povia e tanti altri. Oggi pochi si occupano di fare i talent scout. Ci sono invece i talent show, che ormai sono un dato di fatto: non si possono evitare, proprio come Internet. Non ti permettono per� di essere una personalit� unica, originale. Devi omologarti e saper fare un po' di tutto: dance, canzone italiana, pezzi stranieri... E poi ti devi ricordare che partecipi a uno spettacolo televisivo. Il fatto � che oggi si sono perse le ombre e le sfumature, arriva solo il segnale primario. L'immediato, sempre pi� forte, pi� alto di volume, ma con meno chiaroscuri. � tutto pi� diretto, compresso, monocromatico. Bisogna essere un marchio istantaneamente riconoscibile. Questo succede anche nei brani. Un grande masterizzatore americano mi ha fatto notare come i grandi successi odierni si basino su una sola forte intuizione. Happy di Pharrel Williams, ad esempio, � una sola frase musicale che va avanti per qualche minuto. Mozart ogni venti secondi sviluppava una nuova variazione. Nelle canzoni � successo quello che sta succedendo in questo periodo storico: tutto � ridotto a slogan, la politica a una frase a effetto, a stimoli viscerali... Se avessi portato a casa le copertine dei cd che ascolta mia figlia, mio padre si sarebbe scandalizzato dicendo che erano immagini pornografiche. Viviamo un perenne ottundimento, ma poi da parte delle giovani generazioni c'� una profonda ricerca di senso, di contenuti veri, di spiritualit�, di qualcuno che esca da questo meccanismo di liofilizzazione della realt�. Purtroppo le fondamenta della musica pop italiana sono una menzogna. La vera musica popolare italiana � la musica napoletana classica. I mitici anni Sessanta musicali sono canzoni americane tradotte malissimo ed eseguite peggio, insomma cover. Sono poche le canzoni davvero italiane di quegli anni. Solo alcuni grandi autori, come Carlo Alberto Rossi, Modugno, Endrigo, Bindi. La cultura non � fatta di nozionismo idiota, ma di collegamenti. L'attuale scena musicale � basata su queste radici false, fragili. Ora non c'� una vera musica italiana. Forse solo la scena indie, alternativa... Ma troppi sono solo cloni. Battisti era uno veramente originale. Il problema sta anche in una certa visione culturale. Quella che, per esempio, non riconosce in Claudio Baglioni uno dei migliori cantautori, la cui musica � radicata nella tradizione italiana. Quando le tue radici non sono salde, come fai a giudicare se qualcosa � cultura? Se sei di destra, la cultura rompe le balle, a sinistra, invece, se rompe le balle � cultura. Insomma, sempre l� finiamo: la cultura dev'essere noiosa! Battiato, che � un lucido intellettuale della Magna Grecia, � riuscito a usare tutto ci� con grande ironia. La truffa � un falso intellettualismo. E poi, si deve sempre appartenere a qualche cordata o gruppo di potere, anche senza merito, e questo sta ammazzando l'Italia come nazione: la totale mancanza di una societ� civile vera, una borghesia che senta la responsabilit� di farsi classe politica e dirigente. Sanremo � una delle tante anomalie italiane. Negli anni Sessanta, quando Sanremo era Sanremo, lanciava successi che ancora ricordiamo. Poi il declino. Quando ho partecipato per la prima volta nel 1985, pareva che stesse morendo, si suonava in playback, era in piena agonia... Poi se lo sono reinventato, ma � rimasto vecchio, stantio. Magari serve a lanciare un paio di hit, ma per gli altri � un investimento a vuoto. Una volta Sanremo otteneva almeno il risultato di lanciare tour estivi, ma dopo il mio ultimo Sanremo, nel 2012, ho lavorato meno che negli altri anni. A un personaggio come me toglie credibilit�. Se ci andassero Capossela o Caparezza, probabilmente accadrebbe lo stesso. Oramai conviene essere percepiti come artisti liberi che hanno una propria autonomia da meccanismi preconfezionati. Invece, troppi giovani si appoggiano al gi� sentito, a strade gi� percorse da altri. Prima si creano un'immagine, poi scrivono di conseguenza, mentre l'importante � esplorare e mostrare chi sei tu dentro. Cantare bene � comunicare emozioni, e ognuno ha qualcosa di unico da comunicare. � questione di etica. Tutti nasciamo sulle spalle di un gigante, ma poi bisogna creare la propria strada. Mi rendo conto di aver interiorizzato negli anni Settanta l'atteggiamento di Bob Marley: mi sono ispirato alla sua etica. Era potente, voleva liberare la sua gente perch� ci credeva, aveva un messaggio. Ho imitato non lo stile, non l'apparenza, ma lo spirito e la sostanza. Volevo fare musica per un ideale, per cambiare il mondo, per la realt� in cui vivevo. Battisti era uno che ci credeva veramente, cos� come De Andr�. Quando parlo di etica, non parlo di moralismo, sono la persona meno moralista che abbiate conosciuto. L'etica � fare una cosa perch� � bello farla. Ci sono ancora tante cose che si potrebbero fare, ma purtroppo viviamo in un'epoca in cui prevale la logica del successo e del guadagno a tutti i costi, e proporre una cosa semplicemente perch� bella � considerato da sfigati. Ma io non mi arrendo. Tour de France 2016 La 103� edizione della Grande Boucle (dal 2 al 24 luglio) partir� per la prima volta da Mont-Saint-Michel, localit� patrimonio dell'UNESCO dal 1979, da cui i corridori erano gi� transitati nel 1990 e nel 2013. L'arrivo della prima frazione avverr� invece a Utah Beach, nei pressi di una delle spiagge su cui sbarcarono i soldati americani il 6 giugno 1944 durante l'Operazione Overlord, decisiva per le sorti della seconda guerra mondiale. Il percorso del Tour de France 2016, sulla carta ben pi� ostico rispetto a quello del Giro d'Italia 2016, potrebbe risultare molto selettivo sin dagli inizi, permettendo ampi distacchi tra i favoriti per la conquista della maglia gialla gi� dopo una decina di giorni. Tenendo conto del forte vento che potrebbe condizionare le frazioni d'apertura, il primo discreto impegno giunger� a Le Lioran (5� tappa) sul Massiccio Centrale. Nulla a che vedere per� con le giornate seguenti (6� esclusa): dall'antipasto pirenaico con il Col d'Aspin (7�) alle quattro ascese (Tourmalet e Peyresourde comprese) dell'8� fino al traguardo ad Andorra-Arcalis a quota 2.240 della 9�. Dopo la prima pausa, il momento pi� atteso accadr� il 14 luglio, festa nazionale francese in onore della presa della Bastiglia, in cui il gruppo sar� atteso dalle leggendarie rampe del Mont Ventoux (12�), monte di memoria petrarchesca molto amato dal pubblico per il suo panorama lunare e per la sua durezza (15,7 km all'8,8% di pendenza media). Poi, sar� l'ora della cronometro individuale di 37 km sui saliscendi fra Bourg-Saint-And�ol e La Caverne du Pont-d'Arc (13�), a cui far� seguito la vallonata Bourg-en-Bresse - Culoz (15�). Infine, dopo l'ultimo riposo, entreranno in scena le temutissime Alpi, dove sono posti due arrivi in salita: a Finhaut-Emosson (17�) e a Saint-Gervais-les-Bains (19�, sulle pendici iniziali del Monte Bianco) senza per� dimenticare la crono tra Sallanches e Meg�ve (18�) quasi totalmente in pendenza. La passerella sui Campi Elisi (21�) sar� preceduta dalla Meg�ve - Morzine, frazione apparentemente innocua che, per�, potrebbe vedere qualche disperato attacco dell'ultima ora.