Luglio 2016 n. 7 Anno XLVI MINIMONDO Periodico mensile per i giovani Direzione redazione amministrazione e stampa Biblioteca Italiana per i Ciechi �Regina Margherita� Onlus via G. Ferrari, 5/a 20900 Monza Casella postale 285 c.c.p. 853200 tel. 039/28.32.71 fax 039/83.32.64 e-mail: bic@bibciechi.it web: www.bibliotecaciechi.it Registrazione 25-11-1971 n. 202 Dir. resp. Pietro Piscitelli Comitato di redazione: Massimiliano Cattani Antonietta Fiore Luigia Ricciardone Copia in omaggio Indice 2 giugno 1946: l'Italia al bivio Processo alle previsioni del tempo Malati di bugie Celiaco vuol dire... Le ciliegie: gusto e freschezza Citt� del Messico cambia pelle Paul McCarney: le chiavi per entrare nella storia 2 giugno 1946: l'Italia al bivio (di Emilio Raffaele Papa, �Focus Storia� n. 116/16) - La scelta di indire quella votazione popolare senza precedenti in Italia fu appoggiata da entrambi gli schieramenti, ma con motivazioni assai diverse - Sono passati settant'anni dal 2 giugno 1946, data in cui l'intera popolazione italiana (le donne avevano votato per la prima volta il 10 marzo, per le amministrative) fu chiamata a scegliere tra monarchia e repubblica. Ma come si arriv� a quella consultazione, e quali erano gli schieramenti? Fin dalla caduta del fascismo, il 25 luglio 1943, la scelta monarchia-repubblica fu il vero dilemma del Paese. La polemica si acu� drammaticamente all'indomani dell'armistizio dell'8 settembre: il 9, alle cinque del mattino, quando le truppe tedesche stavano per circondare Roma, il re e il governo Badoglio lasciarono la capitale. Gran parte degli italiani interpretarono quella partenza come una fuga. Fuga, in primo luogo, dal dovere di difendere il Paese dall'ex alleato tedesco. Questa mossa, al di l� delle motivazioni, peser� come un macigno sul futuro della Corona d'Italia. Quanto ai nuovi alleati, come vedevano il futuro istituzionale del nostro Paese? Fondamentale era la posizione di Winston Churchill, vero vincitore della guerra. Il premier inglese fin dal '44 si impegn� per far sopravvivere la monarchia italiana. Era certo che sotto la cappa tradizionale dei Savoia si sarebbe costituito un regime che avrebbe consentito di controllare meglio un Paese abituato a forme di potere tradizionali. Al tempo stesso, un'ipotetica monarchia italiana post-bellica avrebbe favorito l'egemonia inglese in Europa nel Dopoguerra. Per Churchill, l'opzione repubblicana sarebbe stata troppo rischiosa. Era convinto che mantenendo il governo Badoglio e i Savoia, la consultazione referendaria avrebbe regalato una vittoria facile alla monarchia che era sostenuta da una schiacciante maggioranza nel Sud della Penisola. In parte appoggiato dagli alleati americani, questo disegno per� si scontr� con l'inattesa sconfitta di Churchill alle elezioni inglesi del 1945. E gli italiani? Come la pensavano? Il dibattito ideologico fra le posizioni monarchiche e repubblicane aveva superato da un pezzo le posizioni del Risorgimento. Dopo il 1848 l'ala mazziniana (repubblicana) aveva ceduto il passo all'idea, positiva, del re che aveva �cacciato lo straniero� e a un modello di monarchia liberale e costituzionalista. Un secolo pi� tardi, nel 1945, non era pi� cos�. L'istituto monarchico era avviato ovunque verso il declino. E la realt� dell'Italia era radicalmente diversa. L'ormai mastodontico partito comunista, che godeva del prestigio acquisito durante la Resistenza, era congenitamente incompatibile con il regime monarchico. C'� poi da dire che i Savoia in Italia avevano ben poche carte da giocare. Per vent'anni, durante il fascismo, avevano abdicato alla loro funzione di garanzia del principio parlamentare, avevano ratificato le leggi di Mussolini e soprattutto avevano gettato il Paese nell'avventura imperiale del fascismo e della guerra. Eppure il referendum sembrava anche ai monarchici un'occasione da sfruttare: con il voto popolare avrebbero potuto rilegittimare i Savoia. Lo schieramento dei partiti favorevoli alla repubblica portava invece con s� gli ideali, ancora freschi nella memoria degli italiani, della Resistenza e prometteva la riscoperta della democrazia. Nello schieramento monarchico, impegnato nel tentativo di far dimenticare il ventennio all'ombra di Mussolini, la propaganda elettorale invece fu centrata sulle memorie della Prima guerra mondiale e sulla difesa del Piave. In ogni caso, entrambi gli schieramenti volevano il referendum, una consultazione ampia e senza precedenti nella storia italiana. Ma perch� fu scelta proprio quella strada? Sicuramente non solo per voglia di democrazia. Ai monarchici del Centro e del Sud faceva comodo che nel Nord, in maggioranza repubblicano, non potessero votare Trieste, l'Istria e l'Alto Adige (ancora sotto l'amministrazione alleata). D'altra parte le forze liberali favorevoli alla repubblica (nella Democrazia Cristiana, primo partito nella Costituente, una maggioranza esigua) sapevano che l'unica alternativa al referendum era una sollevazione di popolo contro la monarchia. Ma questo avrebbe significato, per i repubblicani liberali della Dc, allearsi con il blocco antimonarchico dei socialisti e dei comunisti, rischiando pericolose spaccature. Inoltre, una mossa del genere sarebbe stata ostacolata dagli Alleati, con il rischio che questi ultimi appoggiassero un colpo di Stato a favore dei Savoia. Soprattutto il Paese, prostrato dalla lunga e devastante guerra, aveva bisogno di certezze, e non certo di rivoluzioni. Cos� si arriv� al referendum. E vinse la repubblica, per un milione e mezzo di voti. A parte la Repubblica inventata a Roma da patrioti locali contro Pio VI (1797-1798) e la sfortunata Repubblica Romana di Mazzini, Saffi e Armellini del 1848, era la prima volta che il nostro Paese conosceva, in epoca moderna, questa forma di governo. Siccome soltanto il 18 giugno la Cassazione forn� i dati definitivi, qualcuno parl� di brogli. Ma nessuno storico, da allora a oggi, ha riconosciuto a queste accuse un fondamento tale da inficiare quel risultato. Nell'atmosfera di pacificazione nazionale, il 22 giugno il governo concesse l'amnistia per i reati politici che port� alla scarcerazione anche di detenuti per reati gravi. Il 25 giugno l'Assemblea Costituente (a maggioranza democristiana) inizi� i suoi lavori. E il vascello della Repubblica Italiana finalmente salp�. Referendum o plebiscito Perch� la consultazione del 2 giugno fu chiamata referendum e non plebiscito? Per rispondere, bisogna ripercorrere la storia di queste due parole. Dal punto di vista del significato, plebiscito deriva dal termine latino di epoca repubblicana plebis scitum (�decreto della plebe�), che indicava i comizi convocati dal tribuno della plebe. Referendum viene invece da ad referendum: �per riferire�. Ma quello che nel 1946 fece la differenza fu come vennero usate nella Storia queste consultazioni popolari. Il plebiscito viene indetto da chi � al governo solo in casi eccezionali e non � regolato da leggi costituzionali. Il referendum � invece un atto di governo diretto del popolo, previsto dalla Costituzione e regolato da leggi in risposta a una precisa domanda o proposta rivolta da organi istituzionali di solito a partire dalla richiesta di un determinato numero di sottoscrittori. Quello del 1946, dunque, sul piano giuridico, era pi� simile a un plebiscito, le leggi non prevedevano infatti un referendum istituzionale (oggi in Italia vietato dalla Costituzione). Il plebiscito, per�, nacque con la Rivoluzione francese e serv� nell'Italia risorgimentale, a ratificare annessioni territoriali avvenute sul campo. Inoltre fu lo strumento usato per legalizzare colpi di Stato: da Napoleone fino ai plebisciti elettorali di Mussolini. Cos�, si prefer� parlare di referendum per sottolineare che si trattava di una scelta del popolo e non di un atto formale per una decisione gi� presa. Processo alle previsioni del tempo (di Silvia Bencivelli, ha collaborato Luigi Bignami, �Focus� n. 285/16) - Quanto sono attendibili i bollettini meteo? Quando fidarsi e quando no - A cercare in Internet sembra che siamo condannati a un agosto di fuoco. C'�, infatti, chi gi� proclama: �Sar� un'estate caldissima�, �Un agosto rovente�. Ma c'� da fidarsi? Con gli ultimi mesi un po' pazzerelli di quest'anno, le previsioni ci hanno spesso ingannato. Non solo: a cercare dati sull'attendibilit� dei tanti servizi meteo si raccolgono soltanto informazioni vaghe, e si scopre che non esistono controlli su chi le fa, le previsioni, e su come le fa. E allora eccole sul banco degli imputati. In attesa di viverla davvero, la prossima estate, cerchiamo di capire se e come possiamo fidarci di quello che ci dicono sul tempo che far�. Cominciamo dall'inizio. Le previsioni del tempo le fanno i meteorologi. Una delle ragioni per cui troviamo bollettini tanto diversi tra loro � che a lungo, in Italia, questi meteorologi nessuno si � preoccupato di definirli, n� di formarli. Perci� chiunque ha avuto la possibilit� di aprire un suo sito internet e improvvisare l� un servizio �meteo�. Con il risultato che sono spuntati come funghi siti che �regalano� previsioni di scarsa qualit�, per agganciare la nostra attenzione e farci fare click, perch� � con i click che un sito fa soldi. Da poche settimane, comunque, la situazione � un po' cambiata anche da noi: oggi per la professione di meteorologo c'� un processo di certificazione che segue le prescrizioni dell'Organizzazione meteorologica mondiale, anche se l'adesione � volontaria. Staremo a vedere se la situazione migliorer�. In ogni caso, tutti noi dobbiamo tenere ben presente che la previsione esatta non esiste. Per questo i servizi pi� seri offrono, insieme al bollettino, un indice di attendibilit�. Oppure, come fa l'Aeronautica militare, mettono a disposizione le verifiche sulle previsioni precedenti, con cui l'utente si pu� fare un'idea di quelle attuali. Il risultato? Pi� o meno l'85% delle previsioni a due giorni � corretto, e poi questa percentuale comincia a calare. Oltre il sesto giorno si entra in zona di �scarsa attendibilit�, cio� si scende sotto il 65%. A prima vista, un valore come questo pu� sembrare ancora ragionevole, perch� � �pi� della met�. In realt�, bisogna ricordare che la soglia pi� bassa possibile � il 50%: equivale a lanciare la monetina per sapere se ci sar� il sole o piover�. E questo risponde anche alla domanda sull'estate: no, non possiamo ancora avere le previsioni per agosto. Un sito internet che parli adesso di �agosto torrido� � sicuramente poco credibile. Certo, a noi poveri utenti piacerebbe un servizio indipendente di verifica sulle varie previsioni che si trovano in giro ovunque. Ma qualcosa del genere, che richiederebbe un controllo puntuale su quanto � stato previsto e quanto � realmente accaduto, in Italia non esiste. E anche nel resto del mondo, al pi�, si trovano siti automatizzati, come Forecast Advisor negli Stati Uniti, che confrontano giorno per giorno i diversi servizi. Alla fine, comunque, per i servizi seri americani, le percentuali di successo risultano essere le stesse di quelle dei servizi seri italiani. Gi�, ma quali sono i servizi meteo seri italiani? Certamente alcune Arpa (Agenzie regionali per la protezione ambientale), alcuni centri di ricerca (soprattutto il Cnr), alcuni privati, l'Aeronautica militare, e la Protezione civile, che a sua volta collabora con l'Aeronautica militare e con le Arpa di Emilia-Romagna e Piemonte. Per tutti vale la stessa procedura, che si pu� riassumere come segue. �Le previsioni nascono dalle osservazioni dello stato dell'atmosfera, che possono essere prese al suolo o in quota�, spiega il tenente colonnello Attilio Di Diodato, capo del servizio di analisi e previsioni del Comet (Centro operativo per la meteorologia). �Al suolo l'Aeronautica ha circa 200 stazioni di osservazione, ma ce ne sono anche di civili. Mentre i dati in quota provengono da palloni sonda che misurano parametri come pressione, temperatura e umidit�. Poi ci sono i radar, le boe, le osservazioni da navi o aeromobili. Ma sono i satelliti che, oggi, danno il maggior numero di dati�. I satelliti meteorologici fotografano il nostro pianeta dallo spazio e mostrano l'andamento delle nubi e altri parametri come il vento e lo spostamento delle sabbie. �Si lavora soprattutto con quelli della famiglia Meteosat, gestita dalla Eumetsat (European Organisation for the Exploitation of Meteorological Satellites), che orbitano intorno alla Terra a 36-mila km di distanza, restando fissi su una certa area�, spiega Giovanni Fuggetta, responsabile in Thales Alenia Space Italia del Dominio di osservazione e navigazione. Ma non finisce qui: �Ci sono anche i satelliti in orbita polare, che ruotano intorno ai Poli a un'altezza di 800 km�, aggiunge Ornella Bombaci, responsabile per la costruzione dei radar satellitari di Thales Alenia Space Italia. �Grazie alla loro posizione, possono osservare tutta la Terra, e tornare a monitorare uno stesso punto ogni 6 o 12 ore�. Queste informazioni confluiscono in una rete mondiale chiamata Gts, cio� Global Telecommunication System, che appartiene all'Organizzazione meteorologica mondiale, la quale a sua volta li mette a disposizione di tutti. Si tratta di dati oggettivi, che �fotografano� la situazione del pianeta in quel momento. Da qui partono le previsioni. E i problemi. I dati reali servono per la costruzione di modelli matematici globali (cio� su tutto il pianeta), da cui discendono i modelli locali (come quelli italiani), che forniscono mappe di un territorio in base a variabili come pressione, precipitazioni, vento. I modelli globali pi� importanti sono due: l'americano Gfs (Global Forecast System) e quello del centro europeo Ecmwf (European Center for Medium-Range Weather Forecasts). Ecco la prima criticit�. Dai dati al modello si passa dopo aver disegnato una griglia regolare del territorio, sui cui punti di incrocio avremo la previsione. A parit� di modello, griglie diverse possono dare risultati diversi, anche se i dati di partenza sono gli stessi. Pi� fine � la griglia, meglio �. Ma serve pi� potenza di calcolo. �Quanto pi� le maglie sono vicine tra loro, tanto pi� possiamo distinguere il tempo su piccole distanze�, spiega ancora Di Diodato. �Oggi, a 24 ore, le nostre griglie ci permettono una risoluzione di meno di 3 km sul territorio nazionale, mentre su scala globale si � appena scesi sotto i 9�. Infatti le griglie e i modelli locali sono pi� fini di quelli globali, e tengono conto anche della specificit� del territorio. Comunque, sempre di modelli si tratta, cio� di approssimazioni. In pi�, spiega Di Diodato, �l'atmosfera � un sistema complesso e caotico, e ci sono periodi in cui � meno predicibile del solito, come nei passaggi di stagione�. Pi� facile, invece, fare previsioni quando ci sono situazioni atmosferiche stabili. Alle difficolt� generali, poi, bisogna aggiungerne una tutta italiana: il nostro territorio � molto vario, tra montagne, pianure e bacini d'acqua. Perci� le condizioni meteo sono difficili da prevedere e possono variare nel giro di pochi km. Per ridurre la possibilit� di errori, entrano in gioco proprio loro, i meteorologi: fanno confronti tra modelli e aggiustano i risultati in base alla propria esperienza... Con quali risultati? �Per quanto riguarda l'Aeronautica militare, possiamo riassumere, semplificando, che parametri come temperatura e vento possono essere previsti con buona attendibilit� anche oltre i 5 giorni, con errori sulla temperatura di circa 1�C e fino a 5 m/s per il vento�, spiega Di Diodato. �La previsione di precipitazione, invece, ha un'attendibilit� media intorno al 75-80% nei primi 2 giorni, e scende fino a valori prossimi al 55-60% fino a 5 giorni (approfondimenti e aggiornamenti su www.meteoam.it)�. Quanto alla possibilit� che qualcuno manipoli le previsioni per loschi interessi, e che esista un �meteoterrorismo� a danno delle economie locali, gli esperti lo escludono. Per gli albergatori la questione � seria, e qualcuno parla di decine di milioni di euro perse in Italia per ogni giorno di meteo sbagliato. Ma l� il colpevole � pi� probabile che sia l'incertezza fisiologica delle previsioni, o il dilagare dell'uso di servizi meteo poco accurati. Loro, i previsori, si dicono scagionati. D'altra parte, in molti stanno muovendosi per migliorare la qualit� del servizio, con nuovi satelliti che andranno in orbita e computer sempre pi� potenti. L'ente nazionale per il meteo Usa, la Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration) sta perfino lavorando alle previsioni in 4D, cio� 3 di spazio e i di tempo: i dati saranno acquisiti in continuo e sar� possibile seguire, per esempio, lo spostamento di un uragano aggiornando le previsioni in tempo (quasi) reale. In futuro, insomma, le previsioni sono destinate a migliorare. Ma un po' dobbiamo rassegnarci: la certezza non l'avremo mai. Per sapere che estate sar�, l'unica cosa da fare � aspettare che arrivi. Qualche consiglio... Come districarsi tra tv, giornali e siti web, per trovare previsioni il pi� possibile attendibili? Ecco alcuni consigli pratici. 1. Diffidare dei siti eccessivamente �strillati�, in cui possono comparire anche notizie sensazionalistiche di natura diversa dal meteo: ce ne sono alcuni che puntano pi� a fare traffico che buona informazione. 2. Fidarsi di Aeronautica militare, Protezione Civile, Arpa, Cnr e Regioni, e in generale delle previsioni gestite da un meteorologo, non da un computer. 3. Essere consapevoli che, dopo 6 giorni, l'attendibilit� delle previsioni scende sotto il 60%, dunque non � pi� significativa (il 50% equivale a lanciare una monetina). 4. Ci sono periodi di incertezza meteo in cui le previsioni sono pi� difficili, come i cambi di stagione. Malati di bugie (di Chiara Palmerini, �Focus� n. 285/16) - Mentire, in s�, � un peccato veniale: lo facciamo un po' tutti. Ma alcuni esagerano... La causa? � nel cervello - C'� il chirurgo che vanta operazioni, svolte nottetempo e sotto copertura, ai personaggi potenti della Terra. C'� il manager che in tribunale, sotto giuramento, si dilunga a descrivere i pi� coloriti dettagli sul periodo del suo master all'universit�. C'� il giovane ricercatore che nelle chiacchiere del sabato sera con gli amici racconta gli inizi di una promettente carriera, gli elogi da parte dei colleghi pi� anziani, la vita quotidiana nel pi� famoso laboratorio di fisica del mondo... Peccato che siano storie (vere) inventate di sana pianta. Nessun paziente altolocato per il chirurgo. Nessun diploma per il manager (il college dove aveva raccontato di avere studiato non esiste neppure). Nessuna carriera nel mondo della ricerca per il giovane scienziato, neanche il primo esame del corso di laurea. La cronaca � piena di episodi di questo genere, di fronte ai quali � impossibile non chiedersi: che cosa passa per la testa di persone che mettono in piedi finzioni simili, fatte di bugie colossali oltre tutto raccontate con dovizia di particolari facilmente smascherabili? Un comportamento del genere � normale o � sintomo di qualche disturbo o malattia? Rispondere a queste domande, in genere, non � facile, anche perch� la definizione di �bugiardi patologici� non � accettata univocamente dalla psichiatria. Fu il medico tedesco Anton Delbr�ck a coniare, a fine Ottocento, il termine pseudologia phantastica, per descrivere il comportamento di alcuni pazienti che inventavano menzogne talmente abnormi da meritare una categoria a parte rispetto a quella dei bugiardi �normali�. �In realt�, n� il DSM-5 n� l'ICD-10 - i manuali pi� diffusi per la diagnosi psichiatrica - prevedono una categoria specifica in cui collocare i �bugiardi patologici��, risponde Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicoanalista, docente alla Sapienza Universit� di Roma. �Alcune componenti della menzogna patologica sono sintomi di vari disturbi, ma ci sono anche casi in cui non � possibile diagnosticarne alcuno. In generale, questo comportamento pu� essere considerato un meccanismo di difesa immaturo che d� l'illusione di avere il controllo sulla realt�. I bugiardi seriali creerebbero, insomma, un mondo finto che conoscono e controllano, e che dunque � per loro meno ostile di quello vero. Forse se ne era costruito uno simile Binjamin Wilkomirski, vincitore di premi letterari con il libro Frammenti, pubblicato in Germania nel 1995 e tradotto in 12 lingue. Si tratta di un racconto autobiografico di un'infanzia trascorsa in un campo di concentramento nazista, in cui i ricordi del protagonista riaffiorano in flash dolorosi come da memorie a lungo represse. Pi� che represse, completamente false, come � emerso anni dopo: lungi dall'essere mai stato in un campo di concentramento, l'autore non era neppure ebreo. Bruno D�ssekker, questo il suo vero nome, era figlio adottivo di una coppia di Zurigo, dove aveva vissuto in relativa tranquillit� durante la guerra. Aveva finito per credere lui stesso alle sue invenzioni? �La questione � controversa�, dice Nicola Nardelli, psicologo clinico e dottorando sempre alla Sapienza di Roma. �Alcuni autori suggeriscono che i bugiardi patologici possano credere a quel che dicono fino al punto di sembrare deliranti. Come se, abituati a mentire, arrivassero a confondere la realt� con la fantasia. Un primo passo per capire la natura delle menzogne � comprendere la loro finalit�: che cosa si vuole ottenere, a chi sono dirette�. Di sicuro era consapevole delle sue invenzioni Fr�d�ric Bourdin, detto �Il Camaleonte�. Nato in Francia nel 1973, ha passato l'adolescenza tra istituti e servizi sociali, poi ha iniziato a girovagare. Assumendo l'identit� di decine di altre persone, � riuscito a farsi passare per il figlio scomparso di una disastrata famiglia americana, anche se aveva gli occhi di un colore diverso e parlava uno stentato inglese, e a inserirsi diverse altre volte al posto di una persona sparita. �Anche Bourdin, come Wilkomirski, ha avuto un'infanzia e una situazione familiare difficili. In entrambi si pu� vedere un problema di sviluppo dell'affettivit�, la necessit� di attirare l'attenzione con le bugie, per ottenere l'amore e la compassione degli altri�, osserva Serena Mastroberardino, psicologa e autrice del libro Psicologia della menzogna (Carocci). In vari disturbi della personalit�, le bugie possono anche essere un modo �per far fronte inconsapevolmente alla propria fragilit�, aggiunge Lingiardi. Oppure un tentativo di riempire un vuoto profondo nella propria personalit�. Ci sono poi individui le cui bugie vengono considerate espressione di veri e propri tratti psicopatici: persone intelligenti e razionali, consapevoli di quello che fanno e in grado di distinguere il bene dal male in senso cognitivo, ma senza �sentirlo�. Non a caso, il mentire ripetutamente � uno dei fattori principali nella cosiddetta scala della psicopatia, inventata dallo psichiatra Robert Hare e utilizzata in molti Paesi per misurarne il grado nella popolazione carceraria. Secondo questa ipotesi, gli psicopatici non sarebbero i criminali alla Hannibal Lecter che di solito immaginiamo, ma magari il vicino di casa: fino all'1-2 per cento della popolazione avrebbe tratti psicopatici pi� o meno accentuati, dalla mancanza di empatia all'incapacit� di provare rimorso. Per il francese Jean-Claude Romand, per esempio, tutto cominci� con una bugia banale: raccontare di aver superato un esame all'universit� quando in realt� non l'aveva mai sostenuto. Vent'anni dopo, nel 1993, uccise moglie, figli e i suoi anziani genitori... Perch�? Per impedire, almeno all'apparenza, che venissero a sapere della sua vita completamente inventata, e dei debiti di cui si era coperto per portare avanti la finzione. Non era, infatti, un medico e ricercatore di successo all'Organizzazione mondiale della sanit�, come tutti credevano. Per quasi due decenni, mentre familiari e amici lo immaginavano al lavoro nel suo ufficio di Ginevra, passava le giornate passeggiando per i boschi, o leggendo i giornali in macchina. Quando in teoria era in giro per congressi, se ne stava in realt� in una stanza d'albergo a leggere le guide turistiche dei Paesi che avrebbe dovuto visitare. In cerca di possibili risposte a questi comportamenti, il sistema nervoso dei bugiardi incalliti � stato messo sotto esame. Alcuni studi indicano un legame tra la menzogna patologica e una disfunzione della corteccia prefrontale che comprometterebbe i processi utili a comprendere gli stati mentali propri e altrui. Tra le poche ricerche che hanno studiato questo aspetto c'� quella di Adrian Raine, criminologo alla University of Pennsylvania, negli Stati Uniti. Dopo aver reclutato un gruppo di bugiardi, li ha sottoposti a risonanza magnetica: rispetto ai �normali�, mostravano un deficit di materia corticale nei lobi frontali. Un altro gruppo all'Universit� di Pisa ha trovato simili alterazioni in una paziente classificabile come mentitrice patologica, mentre in un ulteriore studio, realizzato nel laboratorio di Salvatore Maria Aglioti a Roma, le personalit� pi� manipolative e meno sensibili alle regole morali sono risultate pi� �pronte� a livello cerebrale a mentire (cio� i loro tempi di reazione sono risultati inferiori a quelli degli altri). Un indizio che le bugie che ci stupiscono per la loro enormit� hanno radici non solo nella mente e nella personalit�, ma anche nella struttura fisica del cervello. Ma perch� tutti, ogni volta ci cascano Se i mentitori un bel po' di strada la fanno, nonostante le proverbiali bugie dalle gambe corte, � anche perch� c'� chi abbocca. Come mostrano molti studi, d'altra parte, siamo quasi tutti scarsi nel riconoscere le bugie. E, nonostante sia necessaria una mente evoluta per mentire, sembrerebbe che nella storia dell'umanit� fidarsi si sia rivelato pi� conveniente del contrario. Secondo alcune ricerche, per esempio, chi ha un atteggiamento di fiducia � anche pi� in salute fisica ed emotiva. E le persone pi� intelligenti si fidano pi� del prossimo. Non solo. Un po' di auto-inganno pu� essere di aiuto nella vita: in uno studio, a vincere una gara sono stati i nuotatori pi� capaci di �raccontarsela�. Insomma, sia detto a (parziale) consolazione di chi ci � cascato: le vittime non sarebbero le persone pi� stupide, ma forse addirittura le pi� intelligenti e di successo. Celiaco vuol dire... (di Luca Borelli, dietista, �Bene Insieme� n. 11/15) - La celiachia � una intolleranza permanente al glutine. Ecco come riconoscerla e curarla - La malattia celiaca (o celiachia) � una infiammazione cronica dell'intestino tenue, scatenata dall'ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. In altre parole: l'intestino del celiaco non riesce ad assimilare il glutine, che viene considerato un agente tossico. Il glutine � la componente proteica che si trova nel frumento e in altri cereali, ad esempio farro, orzo, segale, avena, kamut, spelta, triticale, bulgur, malto e seitan. La celiachia � una patologia autoimmune caratterizzata da un quadro clinico variabilissimo, che va dai sintomi intestinali a quelli extraintestinali fino all'associazione con altre malattie autoimmuni. A differenza delle allergie al grano, la celiachia non � indotta dal contatto epidermico con il glutine, ma esclusivamente dalla sua ingestione. In alcuni casi i soggetti presentano classici quadri di malassorbimento, perdita di peso e carenze nutritive. Possono poi comparire crampi, debolezza muscolare, afte, disturbi psichici, dolori ossei, oltre a carenze di ferro. In ultima analisi ricordiamo che alla celiachia possono essere associate malattie come diabete, epatite cronica, artrite reumatoide, alterazioni della tiroide e dermatite erpetiforme. La celiachia pu� essere diagnosticata con assoluta sicurezza attraverso la ricerca sierologica, oppure con la biopsia dell'intestino tenue per vedere l'atrofia dei villi intestinali. Una volta accertata, la celiachia � possibile curarla solo con la dieta aglutinata (senza glutine). Al momento, questa � l'unica terapia disponibile per la celiachia e va eseguita con rigore per tutta la vita. Spesso i cibi che non hanno glutine in natura, possono contenerne tracce. Stiamo parlando di un'aggiunta accidentale e involontaria di sostanza al pasto o al prodotto alimentare causata da eventi non voluti e pertanto non controllabili dato che non si sa che � avvenuta. Tali contaminazioni di solito generano presenza di tracce nel prodotto. Le contaminazioni possono essere distinte in: - crociate (nei prodotti pronti gi� cucinati o industriali) dovute agli �incroci� del prodotto senza glutine con quello con glutine lungo tutto il processo, dalle materie prime fino alla consegna al consumatore finale; - ambientali (nei ristoranti o nelle cucine di casa) causate da non corretti comportamenti da parte delle persone in fatto di igiene e di precauzioni che possano tutelare il celiaco, come ad esempio cucinare in pentole e con utensili assolutamente puliti e che non siano venuti a contatto con prodotti contenenti glutine. Se si ha un celiaco a cena � opportuno scegliere i prodotti gluten-free. Se si hanno delle incertezze sul men� da proporre, � possibile consultare il sito di AIC (celiachia.it) dove sono indicati tutti gli alimenti permessi o vietati. Ecco un elenco di alcuni esempi di alimenti gluten-free: Primi - Riso in chicchi, Mais (granoturco), Grano saraceno in chicchi, Amaranto in chicchi, Manioca, Miglio in semi. Secondi - Tutti i tipi di carne, pesce, molluschi e crostacei (freschi o congelati) non miscelati con altri ingredienti. Pesce conservato - Al naturale, sott'olio, affumicato, privo di additivi, aromi e altre sostanze (a esclusione dei solfiti). Uova - Intere, tuorli o albumi. Liquide pastorizzate prive di additivi, aromi e altre sostanze (non aromatizzate). Salumi - Prosciutto crudo, Lardo di Colonnata IGP e Lardo d'Arnad DOP. Lo sapevi che... - Contengono glutine: grano, segale, avena, orzo e farro; - Non contengono glutine: riso, mais, grano saraceno, legumi. Il glutine non � presente nel chicco del cereale o nella farina, ma si forma solo in seguito all'aggiunta di acqua e alla formazione dell'impasto. Le ciliegie: gusto e freschezza (�Bene Insieme� n. 06/16)) - Si dice che una tiri l'altra... ed � proprio cos�: sono uno dei frutti pi� golosi e squisiti dell'estate - Le ciliegie sono un frutto ricco di vitamine, in particolare la A, la C e quelle del gruppo B. Contengono ferro, calcio, magnesio, potassio e zolfo e sono una fonte di antiossidanti (antocianine in primis), che aiutano il nostro organismo a contrastare l'invecchiamento provocato dai radicali liberi. Le ciliegie hanno poi importanti propriet� depurative, remineralizzanti ed energetiche e il loro contenuto equilibrato di sali minerali e vitamine aiuta a ricaricare l'organismo di energia e di sostanze nutritive utili. Per depurare e disintossicare al meglio l'organismo, si consiglia in questa stagione di mangiare a digiuno (per questo � meglio al mattino) 25 ciliegie al giorno, bevendo molta acqua. Oltre a essere buonissime cos� come sono, le ciliegie si prestano a diverse preparazioni. Sono buone in macedonia, insieme ad altri frutti, in abbinamento al gelato allo yogurt e nelle torte dolci. Sono squisite anche per la preparazione di conserve, sciroppi, liquori e naturalmente per le confetture, ideali anche per guarnire deliziose crostate. Ne esistono diversi tipi, che variano a seconda della grandezza, delle sfumature di rosso e arancio, della carnosit� della polpa e naturalmente dal sapore pi� o meno dolce. Tra le principali: la variet� Durone Nero di Vignola � la pi� nota. � infatti quella pi� acquistata e consumata a tavola ed � dunque la pi� celebre. � grossa, dolce e carnosa, ha un colore rosso intenso, tendente al nero, ed � disponibile da giugno. La cultivar Ferrovia, matura a maggio, � di origine pugliese ed � caratterizzata da una polpa tenera e carnosa, dalle tinte rosso chiaro e da un sapore dolciastro. Citt� del Messico cambia pelle (di Cristina Grier, �Ulisse� n. 378/16) - Capitale ricca di musei e storia, diventa sempre pi� di tendenza - Il New York Times l'ha messa in vetta alla classifica delle citt� da vedere nel 2016, il cinema ne ha fatto una star. La capitale messicana sta indubbiamente attraversando un momento d'oro e attrae con la sua nuova energia un numero sempre maggiore di viaggiatori desiderosi di scoprire, oltre all'archeologia, all'arte e ai musei, i nuovi quartieri hip, il design e le ultime tendenze in tema di food. A farle da cassa di risonanza, se non bastasse il recente successo planetario dei registi Alfonso Cuar�n e Alejandro I��rritu, tra i pi� talentuosi e premiati dei suoi figli, ci ha pensato Sam Mendes che nell'ultimo James Bond, Spectre, ha offerto a Citt� del Messico, dove 007 era gi� stato in Vendetta privata, un ruolo da protagonista. Il ventiquattresimo episodio della serie si apre infatti con una spettacolare sequenza che da sola vale il film e regala un colpo d'occhio straordinario sul cuore della metropoli, tra le pi� grandi del mondo. Dalla magnifica lobby e dalle stanze del Gran Hotel Ciudad De Mexico, gioiello Art Nouveau in Avenida 16 de Septiembre, gli inseguimenti conducono a Calle de Tacuba, dove ci sono il Museo Nacional de Arte (Munal) e il neoclassico Palacio de Miner�a, fino a Plaza de la Constituci�n, meglio nota come Z�calo. La quarta piazza pi� grande del mondo � teatro della spettacolare scena con l'elicottero fuori controllo che sfiora i palazzi e la folla radunata per una delle feste cittadine pi� belle e animate, il Dia de los Muertos, con gigantesche maschere scheletriche alte anche dieci metri. Siamo nel centro monumentale di Citt� del Messico, con la cattedrale barocca de la Asunci�n, il Palacio Nacional, dove si trovano gli affreschi pi� belli di Diego Rivera, l'area archeologica del Templo Mayor azteco e il Palacio de Bellas Artes, in Avenida Ju�rez, interamente dedicato all'arte messicana. Poco lontano, il Mercado de la Merced, vecchio di 400 anni, dove pi� che per i prodotti esposti si va per vedere un affascinante spaccato di vita quotidiana, e plaza Garibaldi, dove a uso e consumo dei turisti i mariachi si esibiscono nelle loro serenate a pagamento. Nella citt� che per numero di musei � seconda solo a Londra, merita un posto di riguardo il Museo di Antropologia, in Avenida Pasco de la Reforma, creatura di Pedro Ram�rez V�zquez, i cui 44-mila metri quadri ospitano, in gran parte all'aperto, la pi� grande collezione al mondo di oggetti e tesori precolombiani. Da non perdere, anche il nuovo Museo Soumaya, avveniristica creatura di Fernando Romero, inaugurato nel 2011. Ospita la collezione privata del milionario Carlos Slim Hel�, che con 66-mila opere � la pi� grande dell'America Latina. Allegra, colorata, rumorosa, inquinata, con i suoi quasi nove milioni di abitanti, ma anche elegante, colta, sofisticata, Citt� del Messico negli ultimi anni ha cambiato passo e oggi a fare tendenza sono soprattutto i quartieri come Polanco, regno dello shopping e del food griffati, La Roma, con la sua aria boh�mien, i caff�, le boutiques e le gallerie d'arte, o La Condesa, architettura europea e frizzante vita notturna. Dopo decenni di fuga dal centro storico si assiste oggi a un ritorno a downtown e, dietro le facciate appena restaurate degli edifici inizio Novecento abbandonati da tempo, gli architetti progettano nuovi appartamenti secondo i pi� attuali concetti di edilizia abitativa. In perfetta sintonia con l'attuale rinnovamento, anche la tradizionale gastronomia locale, patrimonio culturale UNESCO, � rielaborata con tecniche contemporanee e la �nueva cocina mexicana� � ormai un genere consolidato. Per provare le sue sperimentazioni il quartiere giusto � Polanco, dove pi� di un ristorante si � guadagnato un posto di rilievo sulla scena internazionale. Come Pujol, al cui chef Enrique Olvera si attribusce il merito di aver reinventato la tradizionale cucina messicana, o la new entry Quintonil, della stella emergente Jorge Vallejo, con un men� creato sulla base di prodotti locali freschi, o ancora il creativo Biko, che fonde ingredienti, tradizioni e sapori baschi e messicani. Ma nella patria dello street food, golosa e godereccia, non si pu� fare a meno di essere attratti dai tacos gustosi e fumanti che, scaldati su piastre roventi, fanno sentire il loro profumo a ogni angolo. Ripieni di carne o camarones e grondanti di sughi di ogni genere, richiedono una certa abilit� per essere consumati senza danni. Sulla cresta dell'onda anche l'antico sobborgo di Coyoacan, alla periferia sud-ovest, con le sue atmosfere anni Cinquanta, i caff� all'aperto, le tipiche cantinas, i teatri indipendenti e la Citt� Universitaria. Qui, in Calle Londres 247, circondata da un recinto in stucco blu elettrico e rosso, si trova la Casa Azul, ovvero la casa-museo di Frida Kahlo, dove l'artista visse insieme al marito Diego Rivera, esponente di punta del muralismo messicano, e dove, tra abiti appesi in teche, retablos e idoli precolombiani, si possono vedere anche alcune copie di sue opere (gli originali si trovano nel Museo Dolores Olmedo Patino). La domenica, per una giornata di relax e una boccata di ossigeno, si va al Bosque de Chapultepec, il pi� grande polmone verde cittadino, con 650 ettari di verde su cui svetta il Castillo imperiale, tra alberi centenari, aree pic-nic e laghetti da esplorare in barca. Vi si accede dal Pasco de la Reforma, il monumentale viale progettato durante il regno di Massimiliano sul modello degli Champs-�lys�es parigini, affollato di gente e di negozi, non lontano dall'iconico Angel de la Independencia e proprio davanti ai 225 metri della Torre Mayor. Dall'osservatorio pubblico del 52o piano lo sguardo spazia sulla distesa sconfinata di edifici, quartieri, diversit� e contraddizioni, splendori e miserie, che fanno di Citt� del Messico una delle realt� urbane pi� complesse e affascinanti del mondo. La citt� e il regista Uno dei figli pi� amati di Citt� del Messico � il regista Alejandro Gonz�lez I��rritu. Lo scorso febbraio ha eguagliato uno dei primati pi� longevi di Hollywood vincendo la seconda statuetta consecutiva per il miglior regista, 55 anni dopo Joseph L. Mankiewicz e a 74 da John Ford. I��rritu nasce a Citt� del Messico il giorno di Ferragosto del 1963. Trascorre un'infanzia felice nel quartiere di Colonia Narvarte, un'esistenza agiata garantita dal lavoro di dirigente di banca del padre. Dopo il tracollo finanziario che coinvolge il genitore, la sua vita si fa pi� complicata ma, come lui stesso ha dichiarato, non meno felice. A 17 anni inizia a girare il mondo lavorando come mozzo in una nave cargo. Cos�, avr� modo di visitare molti dei luoghi che entreranno in alcuni dei suoi film pi� famosi, come Babel. Amores Perros (2000) � il suo film ambientato a Citt� del Messico. Paul McCarney: le chiavi per entrare nella storia (di Leonardo Iannacci, �Ulisse� n. 379/16) - L'ex Beatle � una delle poche e autentiche leggende della musica planetaria. A testimoniarlo, ci sono canzoni e album che hanno segnato gli ultimi cinquant'anni e tante esperienze che lo hanno plasmato - Quante chiavi ha in tasca Sir Paul McCartney per accedere alle proprie meravigliose stanze della memoria? Innumerevoli visto che, nei suoi splendenti 74 anni di esistenza, questo ex ragazzo di Liverpool che si diverte ancora a imbracciare il basso Hofner e a girare il mondo per il One on One Tour durante il quale ricolora, sera dopo sera, la leggenda dei Beatles, potrebbe scrivere non uno ma dieci libri. Proviamo, quindi, a �scassinare� la sua memoria e a entrare in dieci delle sue stanze, emblemi di una favola moderna senza spazio e senza tempo. Quella di Sir Paul. Prima stanza della memoria di McCartney, la scena � in bianco e nero: Liverpool, anni '50, sobborghi suburbani, un ragazzino mancino piange la morte di Mother Mary (s�, quella che gli ispirer�, con i Beatles, il capolavoro Let it be) e si avvicina alla musica grazie al padre, mediocre suonatore di tromba. Nel 1956, durante una festa parrocchiale, conosce un tipo strambo di due anni pi� grande. Si chiama John Lennon. � come una scossa elettrica. Il mito si accende. Seconda stanza, Londra 1962. Rifiutati dall'etichetta Decca che aveva sentenziato: �Un gruppo come il vostro non avr� mai un futuro�, i Beatles non ancora famosi tentano un ultimo provino negli studi di Abbey Road. L'audizione � giudicata dal produttore George Martin �good�. Paul, John, George e Ringo incidono in dieci ore il primo 33 giri (all'epoca esistono solo i dischi in vinile). � subito Beatlemania. Album fantastici (A hard day's night, Revolver, Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club band, White Album, Abbey Road...), concerti epici per il periodo e film di cassetta (Help! ma anche il cartoon Yellow Submarine), trasformano negli anni '60 Paul e compagni in icone, non soltanto della musica. Terza stanza, Buckingham Palace. Paul guida John, George e Ringo al cospetto della regina Elisabetta: li aspetta una medaglia che li fa entrare nel ristretto club dei Members of British Empire. Nella Swinging London scoppia una nuova era dove la pop-art, la moda (Mary Quant inventa la minigonna, veste cio� le ragazze... svestendole) e il cinema (la Bondmania impera) fanno diventare l'Inghilterra il cuore culturale del mondo. McCartney c'�, � al centro di quel progetto. Attorno ai Beatles germogliano altre band destinate a diventare celeberrime: i Rolling Stones, gli Who, i Pink Floyd, gli Animals. Quarta stanza. � un tetto, per la verit�: quello della casa discografica dei Fab Four, che il 30 gennaio tengono il loro ultimo, improvvisato concerto al cospetto di un pubblico ridotto ma entusiasta. I quattro ragazzi non hanno ancora 30 anni ma quello che hanno vissuto in sette stagioni magiche, travolgenti e senza respiro, li ha sfiancati. Dissidi legali e litigi personali li dividono. Finiscono i Beatles ma, vedremo in seguito, non l'amicizia tra loro. Quinta stanza. � quella del salotto della villetta che McCartney ha acquistato in una via elegante del quartiere di Saint John's Wood, a Londra. L� vive con la persona che ha sostituito Lennon come partner, in questo caso anche affettivo: la moglie Linda. Dalla quale nasceranno Mary, James e Stella, ora affermata stilista di moda. Sesta stanza. � lo Studio 2 di Abbey Road, laddove i Beatles hanno inciso tutti i loro album capolavori. Paul � solo, quel 9 dicembre 1980. Nella notte un pazzo, Mark Chapman, ha ucciso a New York, con quattro colpi di pistola, John Lennon. Paul si rifugia nella musica. E ripensa agli anni di Liverpool, alle baruffe con l'amico-collega, all'ultima volta che and� a trovare John a New York, al loro lavoro assieme. Racconta: �Un giorno, era il 1967, mi trovavo al pianoforte, a casa mia. Stavo provando una nuova canzone, quella che sarebbe diventata Hey Jude. Per un verso avevo scelto parole soltanto come riempitivo, non me ne venivano altre: �The movement you need is on your shoulder�. Dissi a John: �Terribile questo verso, non me ne viene uno migliore...�. E lui: �Sei pazzo, Paul? � il pi� bello, meravigliosamente nonsense!�. Cos�, tutte le volte che, nei concerti, canto quel verso, mi commuovo�. Settima stanza. � quella del ranch che Paul e la moglie Linda hanno in Arizona, vicino a Phoenix. Linda � agli ultimi giorni di vita, un cancro al fegato la sta divorando ma Paul l'accontenta, la porta a fare l'ultima passeggiata a cavallo sul purosangue preferito dell'amata moglie. Due giorni dopo Linda, che Paul definisce �moglie, amante, mamma e tastierista della mia nuova band�, muore. Un dramma per Paul che, nella sua vita, aveva perso la mamma a 14 anni. In seguito McCartney si risposa due volte, la prima con Heather Mills, furba e spregiudicata ragazza londinese che lo porter� a un divorzio sanguinoso (26 milioni di euro la buonuscita che Paul le dovr� versare per liberarsi di lei); la seconda con l'attuale moglie, la miliardaria americana Nancy Shevell. Ottava stanza. Ancora Abbey Road, questa volta � lo Studio 1: Paul rinasce da solista negli anni '70 e '80 ma non ha dimenticato i Beatles: a met� anni '90 ritrova l'affetto di George e Ringo, e con loro due la batteria e la chitarra di quello che �resta il mio gruppo preferito, i Beatles�, per dare vita al progetto Anthology: tre dischi di rarit�, un film in otto puntate, un box con cinque dvd e un libro-verit� sulla storia della band. Incidono persino una nuova canzone, Free as a bird su una traccia vocale dello scomparso Lennon. Il successo � travolgente. Torna la Beatlemania. Negli Usa e in Inghilterra arriva al primo posto delle hit-parade anche 1, album con tutti i loro vecchi successi. Nona stanza. Ancora un dramma. Nella camera del New York Hospital, Paul e Ringo piangono al capezzale di George Harrison, stroncato da un tumore al cervello. In suo onore andr� in scena uno straordinario concerto alla Royal Albert Hall di Londra durante il quale un commosso McCartney interpreter� insieme a Ringo due successi dell'amico George: Something e While my guitar gently weeps. Decima stanza della memoria. L'ultima. Non � una stanza ma un palco. Quello del tour mondiale che l'ex ragazzo di Liverpool, ormai ultrasettantenne, sta portando avanti nel nuovo millennio in ogni angolo della terra: America Latina e Stati Uniti, Giappone ed Europa. Gli stadi e i palasport sono sold-out, i costosi biglietti per vedere Beatle-Paul si esauriscono in poche ore. Con lui si esibiscono musicisti giovani ma le canzoni sono sempre quelle meravigliose degli anni '60. E la commozione assale tutti al momento del bis, quando McCartney, al pianoforte, attacca l'ultima canzone in scaletta, sempre la stessa: The End. � anche l'ultima incisa con i Beatles, nel 1970. Quella che sentenzia con poche, mirabili pennellate di genio che �L'amore che dai, alla fine, � sempre uguale a quello che ricevi�.