Luglio 2018 n. 7 Anno XLVIII MINIMONDO Periodico mensile per i giovani Direzione redazione amministrazione e stampa Biblioteca Italiana per i Ciechi "Regina Margherita" Onlus via G. Ferrari, 5/a 20900 Monza Casella postale 285 c.c.p. 853200 tel. 039/28.32.71 fax 039/83.32.64 e-mail: bic@bibciechi.it web: www.bibliotecaciechi.it Registrazione 25-11-1971 n. 202 Dir. resp. Pietro Piscitelli Comitato di redazione: Massimiliano Cattani Antonietta Fiore Luigia Ricciardone Copia in omaggio Rivista realizzata anche grazie al contributo annuale della Presidenza del Consiglio dei Ministri per un importo pari ad euro 23.084,48 e del MiBACT per un importo pari ad euro 4.522.099. Indice Chiusura per ferie "Curiosando nel Braille": decima edizione L'uomo che pose fine al razzismo di stato Se l'iniezione fa pi� paura del virus Tutti i gusti dello yogurt Una visita alla bella Oristano Paolo Conte: fuori dagli schemi Chiusura per ferie Informiamo i nostri gentili lettori che la Biblioteca rimarr� chiusa per le ferie estive dal giorno 13 al giorno 17 agosto 2018 e riaprir� luned� 20. Preghiamo coloro che si servono, per il recapito dei volumi Braille, del Corriere Espresso Bartolini di non restituire le opere durante tale periodo, al fine di evitare che alla Biblioteca vengano addebitati i costi di giacenza. Con l'occasione, formuliamo a tutti i nostri pi� sinceri auguri di buone vacanze. "Curiosando nel Braille": decima edizione (di Pietro Piscitelli) - Tra sorprese, spettacolo ed integrazione - Lo scorso 12 maggio si � tenuta, al Cinema Capitol di Monza, la Cerimonia finale del concorso "Curiosando nel Braille", che da 10 anni permette a migliaia di ragazzi della Provincia di Monza e Brianza di vivere un'esperienza unica. La Biblioteca Italiana per i Ciechi "Regina Margherita", infatti, mette a disposizione di tutte le scuole interessate la propria sede di Monza, e attraverso i propri dipendenti realizza delle visite guidate nei confronti delle Scuole Primarie, Secondarie di I Grado e Secondarie di II Grado. Nel corso di queste visite gli alunni/studenti vengono a conoscenza di un mondo che, per la stragrande maggioranza di loro, � completamente inesplorato. Entrano in contatto con l'Alfabeto Braille, imparano la storia dei minorati della vista, ne verificano le capacit� letterarie, artistiche e professionali: e ci permettiamo di dire che non � un caso se l'attenzione e la curiosit� dimostrata dai ragazzi, indipendentemente dall'et�, si rivela sempre altissima. Una volta terminata la visita, sono gli stessi ragazzi a continuare ad essere i protagonisti del concorso: essi infatti presentano un elaborato che, utilizzando la forma espressiva che ritengono pi� idonea, restituisca le emozioni vissute durante l'esperienza in Biblioteca. Durante la manifestazione finale del 12 maggio, questo percorso ha conosciuto il suo compimento: in una sala del Cinema Capitol erano presenti oltre 160 persone tra autorit�, rappresentanti della UICI, ragazzi, insegnanti e genitori. Una partecipazione che assume un significato importantissimo perch�, nonostante la concomitanza nella stessa giornata di molti eventi importanti nella citt� di Monza, queste oltre 160 persone presenti non sono volute mancare. Ad aprire la cerimonia ha provveduto, alle 10.00, il Professor Pietro Piscitelli, Presidente della Biblioteca Italiana per i Ciechi, che con il suo saluto ha subito fatto calare i presenti nell'atmosfera di un'edizione che non � stata speciale solo sulla carta, ma anche nel suo concreto svolgimento. Un primo atto di straordinariet� � stato eseguito da lontano, precisamente dal Palazzo del Quirinale di Roma, dal quale il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tenuto ad inviare un importante messaggio a tutti i presenti, sottolineando come l'integrazione dei minorati della vista a tutti i livelli sia possibile anche attraverso iniziative come "Curiosando nel Braille", che puntano ad unirci tutti in una comunit� e a farci scoprire le potenzialit� gli uni degli altri. Lo stesso Presidente Piscitelli ha tenuto a sottolineare come, nonostante i tanti e fondamentali impegni del Capo dello Stato in questo periodo cos� incerto a livello politico per il nostro Paese, quest'ultimo si sia comunque interessato per settimane all'iniziativa attraverso i suoi collaboratori ed, infine, personalmente per far sentire la propria presenza. In questi casi le persone dicono "non posso essere presente, ma sar� l� con il cuore" ed il Presidente Mattarella lo ha dimostrato. A seguire questo primo, emozionante momento sono arrivati i saluti delle autorit� politiche ed istituzionali. Autorit� che per la Biblioteca, e per i minorati della vista in generale, si spendono generosamente da anni, e che hanno confermato di voler continuare il proprio impegno, auspicando che in futuro tante altre persone possano rimanere colpite positivamente da ci� che la Biblioteca e gli Enti ad essa collegati realizzano con il loro lavoro quotidiano. L'Onorevole Mandelli, deputato della Repubblica, ha preso la parola per primo sottolineando che "l'aiuto che in questi anni ho cercato di dare all'Ente non � soltanto un aiuto che sentivo rivolto al mio Paese, ma ad una comunit� pi� ampia che supera i confini nazionali: approfondendo l'operato della Biblioteca ho capito che le loro attivit� sono rivolte, con uno spirito di collaborazione, anche alla comunit� dei minorati della vista nella sua interezza, a partire naturalmente da quella italiana". La Vice Presidente della Provincia di Monza e Brianza, Concettina Monguzzi, si � invece voluta soffermare su quella che � stata la sua esperienza come membro della Commissione Giudicatrice del concorso: "collaboro a questa iniziativa da tanti anni, ed ogni volta trovo qualche aspetto che mi sorprende: la cosa pi� bella che mi sia successa quest'anno � stato quando, in Commissione, ho avuto la conferma che le cose possono essere analizzate sotto molti aspetti, e che a volte dobbiamo soffermarci di pi� su ci� che incontriamo per capirne il significato pi� profondo, com'� avvenuto quando mi sono confrontata sugli elaborati dei ragazzi con gli altri membri della Commissione". Il Presidente Nazionale dell'UICI, Mario Barbuto, ha donato con il suo intervento una visione pi� ampia della situazione dei minorati della vista in Italia: "l'impegno � quello di fare sempre di pi�. In rappresentanza dell'UICI, ma so di parlare anche a nome dell'amico Pietro che presiede la Biblioteca e di tanti altri enti collaboratori, attraverso iniziative come Curiosando nel Braille cerchiamo di far capire che quello che facciamo ha un impatto reale sulla vita della societ� nel suo complesso, e non soltanto dei nostri associati od utenti. Concretamente, continueremo a lavorare per far s� che non solo il presente preveda tante attivit� e servizi capaci di migliorare la qualit� della vita dei minorati della vista, ma anche per fare in modo che lo Stato ci permetta di poter programmare le nostre iniziative, assicurandoci quello che per legge � previsto e che spetta agli Enti di cui facciamo parte. Poter programmare vuol dire poter crescere, con conseguenti ricadute positive su tutto ci� che facciamo e che potremmo fare". Dopo il saluto delle autorit�, � stato il momento della consegna di un premio speciale: per la prima volta nella storia di "Curiosando nel Braille", infatti, si � deciso di premiare una scuola che negli anni ha dimostrato particolare affetto ed attaccamento all'iniziativa, partecipando costantemente alla stessa. Si tratta dell'Istituto Maddalena di Canossa, al quale il Dott. Umberto Di Donato (Presidente del Museo della Macchina da Scrivere di Milano) ha donato una delle macchine presenti nel suo prestigioso museo, e che rappresenta uno degli strumenti di scrittura pi� importanti della recente storia dell'editoria italiana. A testimonianza della diffusa sensibilit� di chi da anni si spende per questo concorso, il Dott. Di Donato ha ricordato quando, da bambino, un suo caro amico perse la vista a causa dell'esplosione fortuita di un giocattolo: un episodio che ha voluto sottolineare a tutti i presenti come, nella vita di tutti i giorni, ci si debba far forza insieme per poter superare gli imprevisti che le sfide quotidiane ci pongono di fronte. In seguito, sono state effettuate le premiazioni della Scuola Primaria, che hanno visto al terzo posto la Classe 4� E dell'Istituto Comprensivo "Koin�" - Scuola Omero di Monza (premiata dall'Onorevole Andrea Mandelli), autrice di un libro tattile. Al secondo posto si � posizionata Giorgia Atti, giovane alunna della Classe 4� G dell'Istituto Comprensivo "Koin�" - Scuola Omero di Monza (premiata dalla Vice-Presidente della Provincia di Monza e Brianza Concettina Monguzzi), autrice di un tema con il quale ha espresso il proprio vissuto all'interno della Biblioteca. Il primo posto � andato alla Classe 4� F dell'Istituto Comprensivo "Koin�" - Scuola Omero di Monza (premiata dall'Assessore del Comune di Monza Massimiliano Longo), che ha realizzato un libro tattile particolarmente apprezzato per la fantasia della storia raccontata al suo interno. Dopo le premiazioni della Scuola Primaria, i presenti hanno vissuto un momento che in realt� � durato ben pi� di un attimo e che � stato sottolineato dal Presidente Piscitelli a parole e da tutti i presenti con un'acclamazione: l'esibizione di Silvia Zaru, artista non vedente che si � esibita al pianoforte suonando e cantando quattro brani che hanno emozionato l'intera sala. Il silenzio durante l'esibizione della Dr.ssa Zaru, i lunghi applausi tra un brano e l'altro ed i complimenti ricevuti numerosi anche quando si � riaccomodata in platea hanno rappresentato le pi� belle testimonianze di apprezzamento verso una delle artiste di spicco del panorama italiano, che ha voluto onorare della sua presenza e mettere a disposizione il proprio talento, manifestando un'energia ed una voglia di dare il massimo straordinarie. Al termine dell'esibizione musicale � stato il momento delle premiazioni delle Scuole Secondarie di I grado, con il terzo posto assegnato a Lorenzo D'Ambrosio, alunno della Classe 1� E appartenente all'Istituto Comprensivo Anna Frank - "Scuola Zucchi" di Monza (premiato dal Dott. Vincenzo Massa), autore di un tema che ha colpito la Commissione Giudicatrice per la forte capacit� di immedesimazione nella vita di un minorato della vista. Il secondo posto � stato invece assegnato a Jacopo Storto, alunno della Classe 2� E dell'Istituto Comprensivo Raiberti - "Scuola Ardig�" di Monza (premiato dal Dott. Vito Lapietra), autore di un crucipuzzle che sottolinea l'importanza dell'elemento ludico nella vita di tutti noi. Infine, il primo posto � andato a Luca Battaia, della 2� B dell'Istituto Comprensivo Raiberti - "Scuola Ardig�" di Monza (premiato dal Presidente dell'UICI Mario Barbuto), che con una poesia � riuscito a coniugare un invidiabile stile letterario con il racconto della visita in Biblioteca e di ci� che ha appreso sulla realt� quotidiana dei minorati della vista. Un'altra delle novit� di questa Decima Edizione di "Curiosando nel Braille" � risieduta nelle menzioni speciali, ovvero dei premi riservati ad elaborati che non si sono posizionati ai primi tre posti in nessuna delle categorie ma che, secondo la Commissione Giudicatrice, meritavano un riconoscimento per la loro raffinatezza. � stato il caso della Classe 1� A della "Scuola Zucchi" di Monza, con un lavoro di gruppo cartellone intitolato "Caro Massimo" (premiata dal Direttore Generale dell'UICI Dott. Salvatore Romano) e di D'Alessandro Federica della Classe 1� E - "Scuola Zucchi" di Monza (premiata dal Prof. Giovanni Battista Flaccadori), autrice di un racconto brillante sulla sua visita in Biblioteca. Il Dott. Salvatore Romano ed il Prof. Flaccadori, da anni impegnati in prima linea per l'integrazione dei minorati della vista ed ex consiglieri della Biblioteca, hanno ricevuto dal Presidente Piscitelli un attestato di benemerenza e sono stati inseriti nell'albo dei sostenitori dell'Ente: un riconoscimento ritenuto doveroso per la disponibilit�, la sensibilit�, la tenacia e le capacit� dimostrate in tanti anni di collaborazione con la Biblioteca, per la quale il Dott. Romano ed il Prof. Flaccadori hanno a lungo messo a disposizione il loro operato con spirito di servizio ed attaccamento alla causa. Ed � proprio dalla Biblioteca che provengono i tre protagonisti dell'esibizione di lettura con il sistema Braille Claudia Consonni, Ulic Vuk e Lavinia Bonanno, i quali hanno letto altrettanti brani alternandosi al microfono. Se volessimo restituire il significato delle tre letture eseguite dagli altrettanti utenti della Biblioteca sopraccitati, potremmo sicuramente dire che la velocit�, l'espressivit� ed il trasporto mostrato dagli stessi sarebbe stato pari ad un qualsiasi altro lettore di pari capacit� che, invece di leggere con il sistema Braille, avesse letto il medesimo testo in nero. Le ultime premiazioni hanno riguardato le Scuole Secondarie di II Grado, con il terzo posto assegnato a Francesca De Biasi, studentessa della Classe 1� indirizzo Economico Sociale dell'Istituto Maddalena di Canossa di Monza (premiata dalla Dr.ssa Maria Rita Zaldini), autrice di un quadro denominato "Tre occhi umani". Il secondo premio � stato assegnato a Beatrice Stucchi, classe 1� Scienze Umane dell'Istituto Maddalena di Canossa di Monza (premiata dal Prof. Antonio Quatraro), autrice di una tombola tattile che ha colpito la Commissione per il forte accento sull'aspetto ludico. Infine, il primo posto � assegnato a Sabrina Casiraghi, della Classe 4� F dell'Istituto Fumagalli di Casatenovo (premiata dal Presidente Pietro Piscitelli), la quale ha scritto un tema che tra riferimenti alla cultura cinematografica ed editoriale ha rappresentato una pi� che degna riflessione sulle diversit� che, in un modo o nell'altro, caratterizzano tutti noi, nessuno escluso, e di come esse vadano comprese ed accettate per migliorare i nostri rapporti umani. L'ultima menzione speciale dell'evento � invece andata all'Istituto Fumagalli - Casatenovo - Classe 4� F, con un cartellone eseguito dalle studentesse Formenti Rita, Danquah Winnifred, Maj Aurora, Ravasi Ilaria e Tagliani Alessia (premiate dal Prof. Francesco Parrella dell'Ufficio Provinciale Scolastico di Monza e Brianza). Uno dei modi con i quali questa Decima Edizione di "Curiosando nel Braille" � stata capace di emozionare i presenti � stata la musica, e l'esibizione finale dell'artista Gianluca Casalino al pianoforte ha coronato la giornata con la realizzazione di tre brani impegnativi, ma suonati con grande energia ed un'alternanza tra escalation di melodie incalzanti e momenti pi� rilassati, con i quali l'artista sembrava quasi voler trasmettere al pubblico un senso di pace dopo un grande sforzo compiuto. Anche in questo caso, come nel caso della Dr.ssa Zaru in precedenza, l'esibizione dell'artista Casalino � stata accolta con applausi scroscianti ed un'emozione trasmessa dai presenti attraverso la grande attenzione con la quale ne hanno seguito la performance. In chiusura della cerimonia, il Prof. Piscitelli ha tenuto a ringraziare tutti i presenti soffermandosi sul fatto che questa Decima Edizione di "Curiosando nel Braille" rappresenta per la Biblioteca tutta non un punto di arrivo, ma una tappa di un percorso pi� grande: la testimonianza migliore, in questo senso, sono state le parole con le quali il Presidente ha chiuso i lavori, dando appuntamento a tutti quanti per l'anno prossimo, augurandosi che il trend di crescita continua sia nella partecipazione che nell'apprezzamento dell'iniziativa venga confermato. Un modo per dire che la Biblioteca c'era ieri, c'� oggi ma soprattutto ci sar� anche domani. L'uomo che pose fine al razzismo di stato (di Riccardo Michelucci, "Focus Storia" n. 141/18) - Nelson Mandela � stato l'icona della lotta non violenta all'apartheid in Sudafrica - � il 18 luglio 1918: la Prima guerra mondiale sta per finire quando in un piccolo villaggio della regione sudafricana del Transkei, a circa 900 chilometri da Johannesburg, nasce un bimbo destinato a cambiare la storia del Sudafrica e a ispirare il mondo intero: Nelson Mandela. Il suo nome rester� per sempre legato alla lotta contro l'"apartheid", la politica di segregazione razziale istituita dai boeri, i coloni bianchi di origine olandese che relegarono la maggioranza non bianca della popolazione (africani, asiatici, meticci) ai margini della vita del Paese. La brutale ideologia razzista che innesc� l'apartheid (letteralmente: separazione) alla fine del XIX secolo fu dettata prevalentemente da motivazioni economiche: proprio in quel periodo si scopr� infatti che il Sudafrica era ricco di giacimenti diamantiferi, e che le sue colline contenevano la maggior concentrazione d'oro al mondo. Ma per estrarre i minerali a costi competitivi erano necessari investimenti enormi e una grande quantit� di manodopera a buon mercato. Detto fatto. Nel 1911 venne varata la prima legge segregazionista che proib� alle maestranze di colore l'impiego in lavori specializzati. Due anni pi� tardi, con l'approvazione del Native Land Act, il 93% del territorio del Paese venne riservato alla minoranza bianca, mentre i neri furono destinati alle cosiddette "riserve indigene": aree marginali e prive di risorse che li costrinsero ad accettare le condizioni di lavoro discriminatorie offerte dai bianchi. Nonostante le mobilitazioni della comunit� indiana - sotto la guida di un giovane Gandhi - e di quella nera, che dette vita a un movimento per i diritti civili (l'African National Congress, Anc), negli anni successivi il sistema segregazionista venne rafforzato. Fu vietato ai neri di accedere alle aree dei bianchi e dichiarati illegali i matrimoni misti. Inizialmente l'Anc credette di poter negoziare con il governo, ma si sbagliava. Tutte le speranze si rivelarono vane di fronte all'emergere di un nazionalismo boero che fece del razzismo la bandiera per la conquista del potere. Dopo aver fomentato per anni le paure della minoranza bianca di fronte alla lotta politica e sindacale degli africani, nel 1948 l'Afrikaner National Party, partito nazionalista di destra fondato da Daniel Fran�ois Malan (1874-1959), and� al potere, e vi rest� per ben 46 anni. Durante il suo governo vennero gettate le basi della legislazione segregazionista e l'apartheid prese definitivamente forma con l'entrata in vigore di una serie di leggi che negavano qualsiasi diritto politico, sociale ed economico ai neri. "La discriminazione razziale in s� non era niente di nuovo", afferma Chiara Robertazzi, pioniera degli studi sul Sudafrica in Italia. "La novit� consistette nella tenacia e nell'organicit� del sistema istituzionale e legislativo che rese il Sudafrica l'unico Paese al mondo in cui la discriminazione razziale era giuridicamente eretta a perno centrale". Eppure inizialmente i nazionalisti cercarono di edulcorare la realt� proponendo l'apartheid come un "rapporto di buon vicinato tra bianchi e neri", un modo insomma per risolvere i rapporti di convivenza fra le varie etnie. Ma la realt� fu ben diversa: si tratt� di una vera espropriazione indebita compiuta da cinque milioni di bianchi ai danni di venticinque milioni di neri, che vennero privati delle terre, dell'istruzione e della libert�. In poco tempo furono varate una serie di leggi che formalizzarono la netta distinzione tra i bianchi e i neri. Le citt� furono suddivise in zone destinate ai diversi gruppi razziali. I neri dovevano usare passaporti interni per muoversi nelle zone dei bianchi ed erano costretti a esibirli alle autorit�, se non volevano incorrere nell'arresto immediato. Gli africani di colore furono inoltre privati di ogni diritto politico e civile e costretti a frequentare scuole agricole speciali, dove le materie tradizionali erano state abolite. Ispirandosi ai metodi usati dai nazisti per censire gli ebrei tedeschi, fu inoltre imposto a ciascun cittadino di dichiarare la propria appartenenza razziale. Per essere riconosciuti come bianchi bisognava dimostrare che entrambi i propri genitori lo erano. In caso di dubbio - ad esempio se un meticcio cercava di farsi passare per un bianco - si procedeva a indagini e interrogatori, infine si ricorreva a un assurdo test che prevedeva di mettere una matita tra i capelli: se veniva trattenuta dai ricci e non cadeva, la persona non era considerata di razza bianca. Il disegno segregazionista fu ultimato sul finire degli Anni '50, quando il nuovo primo ministro Hendrik Verwoerd fece trasferire con la forza circa 3,5 milioni di neri nei cosiddetti bantustan, zone tribali dalle condizioni di vita spaventose. Il Sudafrica era ormai uno Stato di polizia, dove le forze dell'ordine agivano al di sopra delle leggi e dei tribunali. La statura di leader anti-apartheid di Nelson Mandela emerse con forza nella campagna di resistenza organizzata dall'African National Congress nel 1952 e nell'assemblea popolare che si svolse tre anni dopo e culmin� nell'adozione della Carta della Libert�. Contrariamente a quanto sostenevano le autorit� di Pretoria, quel documento conteneva un programma d'intenti moderato: non mirava a rovesciare il governo in carica per sostituirlo con uno Stato comunista, n� proponeva di abolire le classi o la propriet� privata. Eppure nella sua semplicit� era rivoluzionario: puntava a un sistema basato sulla giustizia che avrebbe quindi distrutto le fondamenta dell'apartheid. "Pi� di tremila delegati sfidarono le intimidazioni della polizia per riunirsi e approvare il documento finale", racconta Mandela nell'autobiografia Lungo cammino verso la libert�. "Vennero in auto, in pullman, sui camion e a piedi. Per quanto la stragrande maggioranza dei delegati fosse nera, c'erano pi� di trecento indiani, duecento meticci e un centinaio di bianchi. L'adunata era impressionante, sia per la quantit� di gente, sia per la disciplina". La risposta del regime non si fece attendere. All'alba del 5 dicembre 1956 Mandela fu arrestato (ma poi liberato in seguito all'assoluzione) insieme ad altri 155 militanti con l'accusa di alto tradimento e di congiura nazionale. Da quel momento in poi, le poche libert� civili rimaste vennero annientate, l'Anc e altri gruppi anti-apartheid furono costretti alla clandestinit� e la violenza del governo raggiunse livelli parossistici. Il 21 marzo 1960 la repressione culmin� nella strage di Sharpeville: la polizia sudafricana apr� il fuoco sui manifestanti disarmati che protestavano uccidendo 69 persone, molte delle quali colpite alla schiena. Fu proclamato lo stato di emergenza. Ormai l'unica strada rimasta, per gli attivisti antiapartheid, era quella della lotta armata. Fu creata Umkonto we Sizwe ("Lancia della nazione"), l'ala militare dell'Anc, che inizi� a compiere atti di sabotaggio contro l'esercito e gli obiettivi del governo, elaborando piani per una possibile guerriglia che ponesse fine al regime. Nel 1961 le Nazioni Unite condannarono apertamente la politica razziale del governo sudafricano, che quello stesso anno fu costretto ad abbandonare il Commonwealth per sottrarsi alla condanna morale degli altri Stati membri. Intanto cresceva la rabbia dei neri, discriminati, sfruttati e costretti a vivere nelle cosiddette "township", le fatiscenti baraccopoli ai margini degli insediamenti bianchi, fatte di capanne di lamiera e spesso prive di servizi igienici, luce e acqua potabile. A Soweto, la pi� grande township alla periferia di Johannesburg, si verific� l'evento che oggi molti indicano come l'inizio della fine per l'apartheid. Il 16 giugno 1976 migliaia di studenti neri marciarono pacificamente per protestare contro il decreto governativo che li obbligava a utilizzare l'inglese e l'afrikaans nelle scuole. La polizia li attacc� prima con i gas lacrimogeni, poi sparando ad altezza d'uomo. Fu un massacro: anni dopo una commissione d'inchiesta avrebbe accertato la morte di 575 persone, in gran parte uccise dalle forze dell'ordine. Da allora il 16 giugno � celebrato in Sudafrica come la giornata della giovent�. Di fronte alle sanzioni economiche e diplomatiche decise dagli Stati Uniti e da altri Paesi occidentali - nel 1980 il Sudafrica fu anche escluso dalle Olimpiadi di Tokyo -, il regime di Pretoria dovette infine cedere. Negli Anni '80 il nuovo presidente sudafricano Frederik De Klerk avvi� una serie di trattative segrete per la transizione democratica che culminarono l'11 febbraio 1990 con la liberazione di Nelson Mandela, ormai divenuto il leader assoluto della lotta all'apartheid. "Le parti realizzarono che nessuna delle due poteva risultare vincente in assoluto e che, nonostante tutto, avevano bisogno l'una dell'altra", spiega Robertazzi. "Un ripristino della supremazia bianca era impensabile, ma la maggioranza nera aveva bisogno delle capacit� e della competenza dei bianchi". L'inizio di una nuova era fu suggellato il 27 aprile 1994, quando si tennero per la prima volta elezioni multietniche a suffragio universale. L'Anc conquist� oltre il 62% dei voti. Mandela divenne il primo presidente nero della storia del Sudafrica. Afrikaans, una lingua nuova La lingua afrikaans � un idioma germanico di origine nederlandese che si svilupp� tra i coloni boeri a partire dalla seconda met� del Seicento. Attualmente � ancora una delle 11 lingue ufficiali del Sudafrica dove, secondo l'ultimo censimento, � parlato dal 13,5% della popolazione. Nel Paese si parla anche inglese, zulu, khosa. Il termine "apartheid", in lingua afrikaans, significa letteralmente "separazione". Se l'iniezione fa pi� paura del virus (di Margherita Fronte, "Focus" n. 309/18) - I vaccini sono contestati anche perch� abbiamo dimenticato quanto sono gravi le malattie che prevengono. Ma la scienza non ha dubbi sulla loro utilit� - Lo spettro di Ebola � tornato nella Repubblica Democratica del Congo. A met� maggio, i primi casi si sono registrati a Bikoro, zona rurale del Nord-est del Paese, e poi rapidamente l'epidemia � arrivata a Mbandaka, citt� di oltre un milione di abitanti. Ebola fa paura perch� non � una malattia qualsiasi: il virus che la causa � uno dei pi� letali e contagiosi che l'uomo conosca; fra il 2014 e il 2016, in Africa Occidentale, ha ucciso pi� di 11.300 persone. Inoltre, non esiste una cura davvero efficace (ma le terapie riducono sensibilmente la mortalit�) e anche il vaccino � solo sperimentale. Eppure, proprio sul vaccino si basa parte della strategia che l'Oms ha messo in campo per scongiurare una nuova strage. Poich� le dosi non bastano per tutti, si � deciso di somministrarlo soltanto a chi � stato a contatto con i malati nel periodo che ha preceduto la comparsa dei sintomi. E anche se il preparato non ha ancora superato tutti gli step che ne decretano la sicurezza e l'efficacia, non si registrano casi di persone che, potendosi proteggere, abbiano preferito non farlo. Al contrario, come ha spiegato Oly Olunga, ministro della Salute congolese: "La gente si rende conto che Ebola uccide e tutti vogliono vaccinarsi". Del resto, i vaccini sono armi formidabili, che hanno gi� permesso di tenere a bada virus e batteri che un tempo falcidiavano la popolazione. Proprio per questo, sono la prima soluzione a cui si pensa quando una malattia infettiva colpisce duramente. Le speranze di sconfiggere l'Aids, per esempio, sono riposte nella ricerca di un preparato che riesca a prevenire il contagio, ma che purtroppo non � stato ancora trovato. Un vaccino contro la malaria invece � stato approvato nel 2015: previene soltanto il 40% dei casi e non � quindi indicato per chi fa un viaggio in zone malariche (meglio la profilassi). Tuttavia, potrebbe salvare la vita a molti bambini che vivono dove la malattia � presente. All'inizio di quest'anno, la somministrazione � iniziata in Ghana, Kenya e Malawi. Anche in questo caso, come per Ebola, non sono nati movimenti "no vax" per opporsi alla campagna vaccinale. Persino in Italia, quando nel 2017 i media parlavano di meningite, c'� stata la corsa al vaccino. Il boom di richieste ha riguardato tutto lo Stivale, anche se poi, dati alla mano, il numero di casi era in linea con quello degli anni precedenti, se si escludono alcune zone della Toscana, dove era effettivamente aumentato. Quell'episodio, tuttavia, ha parecchio da insegnarci. "La percezione del rischio per molte malattie infettive � bassa; la meningite fa eccezione perch� di tanto in tanto torna a colpire. Non a caso, quella dell'antimeningococco � la sola vaccinazione che ha fatto registrare un trend positivo, pur non essendo obbligatoria", spiega Susanna Esposito, professore ordinario di pediatria all'Universit� di Perugia. "I vaccini sono vittime del loro stesso successo. Hanno ridotto l'incidenza di patologie importanti, come la poliomielite o la difterite, e questo d� un falso senso di sicurezza", aggiunge Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell'Istituto Superiore della Sanit�. "Ma le malattie contro cui ci si protegge non sono scomparse e possono ripresentarsi". In Italia, soltanto il 2-3% della popolazione oppone un rifiuto irremovibile ai vaccini; il 20-30%, invece, tende a rimandare l'appuntamento. Eppure, il calo della copertura vaccinale � stato sufficiente a far tornare il morbillo (5.406 casi nel 2017 e 4 decessi). All'origine dei timori ci sono molteplici cause ma, come sottolinea una recente pubblicazione del ministero della Salute, "i genitori esitanti sono coloro che maggiormente hanno consultato siti Internet non istituzionali, o si sono rivolti ad associazioni contrarie alle vaccinazioni, prima di decidere". Spesso lo hanno fatto perch� non hanno ritenuto sufficiente quanto detto dal pediatra e si sono affidati a gruppi che, invece, di informazioni ne forniscono moltissime. Districarsi fra tante affermazioni � per� tutt'altro che facile. Proviamo a mettere un po' d'ordine. Meglio malati che vaccinati - "Domani varicella party per chi lo desidera. Vi aspettiamo alla casa di Milano!". Questo post di una mamma "no vax" ha fatto molto rumore. La signora ha smentito che fosse un invito agli amici per andarsi a prendere la varicella contratta dalla figlia. Ma in Rete ci sono vari annunci simili. L'idea che anima i party del contagio � che acquisire l'immunit� ammalandosi sia meglio che farlo con l'iniezione. Infatti, solo la malattia vera e propria garantirebbe una protezione durevole: prova ne sia che anche chi � vaccinato pu� ammalarsi. La verit�, per�, � un po' pi� complessa. "Ogni vaccino ha una sua efficacia, che va dal 60 al 95%. Tutti per� hanno ridotto in modo significativo l'incidenza delle malattie contro cui sono rivolti", spiega Susanna Esposito. "Inoltre, l'infezione contratta da chi � vaccinato � spesso pi� lieve". Il morbillo non � una malattia grave - Ricordando di aver preso il morbillo da piccoli, in tanti ritengono inutile la vaccinazione. Ma se � vero che la maggior parte dei malati guarisce senza conseguenze, esistono anche bambini (e adulti) meno fortunati. Circa il 30% dei casi di morbillo va incontro a complicazioni, fra cui le polmoniti. In un caso su mille il virus raggiunge il cervello, e l'encefalite che ne segue non ha nessuna cura, � potenzialmente letale e nel 20-30% dei casi provoca danni neurologici permanenti, fra cui la cecit�. Anche rosolia e parotite possono essere pericolose: la prima, presa in gravidanza, pu� danneggiare il feto o causare aborti; la parotite pu� causare sterilit� negli uomini e sordit�. Il calo della copertura vaccinale fa s� che siano esposti ai virus anche bambini che, per motivi di salute, non possono vaccinarsi. Per loro il rischio di complicazioni � maggiore. Molti vaccini sono inutili - Il vaiolo � la sola malattia che, proprio grazie ai vaccini, � sparita dalla faccia della Terra. Il virus che la causa � ancora conservato in due laboratori di massima sicurezza, uno in Russia e l'altro negli Stati Uniti, ma non circola fra la popolazione. Per questo, la vaccinazione antivaiolosa non si fa pi�. Tutte le malattie contro cui ci si vaccina, invece, non sono state debellate, anche se sono molto rare, oppure presenti in Paesi diversi dal nostro. Il calo della copertura vaccinale potrebbe quindi farle tornare. Si tratta di malattie serie e i relativi vaccini sono utilissimi. Per esempio, la poliomielite � letale nel 2-10% dei casi e pu� causare paralisi e meningiti; la difterite uccide il 2-20% dei malati e nel 20% danneggia il cervello e i reni. Entrambe le malattie si prevengono con la vaccinazione esavalente. I neonati non sono pronti per tanti vaccini - Nel primo anno di vita i bambini sono vaccinati contro 9 malattie: le 6 dell'esavalente (difterite, poliomielite, tetano, epatite B, pertosse, Haemophilus influenzae di tipo B) che � obbligatoria, pi� 3 per cui la protezione � fortemente raccomandata (meningococco B, rotavirus e pneumococco). Nel secondo anno ci sono le vaccinazioni contro il meningococco C (fortemente raccomandata) e altre 4 obbligatorie: la trivalente (per morbillo, parotite e rosolia) e quella contro la varicella. Non sar� troppo per bambini cos� piccoli? Non si rischia di sovraccaricare il loro sistema immunitario e di aumentare gli effetti collaterali? "No: gli effetti collaterali non aumentano se i vaccini sono numerosi, n� c'� il pericolo di "sovraccaricare" il sistema immunitario, che � naturalmente sollecitato da moltissimi fattori anche nei neonati", chiarisce Esposito. "Il calendario tiene conto della probabilit� che i bambini piccoli hanno di contrarre certe malattie e dell'et� in cui il vaccino � pi� efficace. Sulla base di questi dati, si � capito che la protezione contro alcuni agenti infettivi deve iniziare presto". Nei vaccini c'� il mercurio e non sono sicuri - Fino alla fine degli anni '90, l'etilmercurio (o tiomersale) era usato come conservante nei vaccini. Oggi questo componente � stato eliminato, anche se pu� essere presente in tracce come residuo di lavorazione. L'etilmercurio, comunque, non � un composto tossico, al contrario del "cugino" metilmercurio, con cui a volte � confuso, che pu� invece danneggiare il sistema nervoso. I vaccini possono tuttavia avere effetti collaterali. Il pi� grave � lo shock anafilattico, una reazione allergica molto intensa che si presenta in un caso su un milione e che pu� essere anche letale, se non si interviene subito. Poich� pu� avvenire poco dopo l'iniezione, ai pazienti si chiede di fermarsi per 20-30 minuti in sala d'aspetto dopo essere stati vaccinati, cos� da intervenire tempestivamente se il problema si manifesta. Altri effetti collaterali sono specifici per i diversi preparati, e comprendono: febbre, sonnolenza, nausea, irritazione nel punto di iniezione e, raramente, convulsioni febbrili, trombocitopenia (1 caso su 30.000 per l'esavalente). Per tutti i vaccini, comunque, i rischi sono di gran lunga inferiori rispetto a quelli delle malattie che prevengono. La trivalente provoca l'autismo - Nel 1998, la rivista Lancet pubblic� un articolo del medico inglese Andrew Wakefield, che collegava la vaccinazione contro morbillo, parotite e rosolia all'autismo. In seguito, altri studi non hanno confermato il risultato e si � scoperto che Wakefield aveva falsificato i dati. Un'inchiesta giornalistica ha anche accertato che lo aveva fatto per soldi, avendo ricevuto 435.000 sterline dagli avvocati di alcuni genitori che volevano avere un risarcimento per la malattia dei figli, attribuendola proprio al vaccino. Lancet ha ritirato l'articolo nel 2010 e Wakefield � stato radiato dall'ordine dei medici. Eppure, nonostante le smentite, la sua tesi ha avuto ampia eco ed � ancora ritenuta valida da molti gruppi "no vax". Tutti i gusti dello yogurt ("RivistAmica" n. 4/18) - Uno dei pi� consumati derivati del latte, pu� essere mangiato da solo o fare da protagonista in tante ricette. E da qualche parte nel mondo c'� chi lo beve... - Semplice, fresco e naturale; nutriente, ma anche gustoso. Lo yogurt � un alimento ricco di propriet�, combinabile con il dolce e con il salato, ideale per la prima colazione, ma anche per la merenda. Dalla scoperta alla produzione industriale, ecco la sua storia. Chi ha inventato lo yogurt molto probabilmente non l'ha fatto di proposito: da qualche parte in Asia centrale, nel Neolitico, un pastore nomade lasci� troppo a lungo del latte in un otre di pelle. Al momento di recuperarlo, trov� un alimento molto pi� denso, cremoso e saporito: il latte era fermentato sotto l'azione dei batteri e della temperatura elevata, trasformandosi in una sostanza pi� facile da conservare e da trasportare. Poi la diffusione su larga scala: dagli Egizi ai Romani, dagli Ebrei agli Arabi, tutti i popoli di Europa e Medio Oriente hanno consumato questo latticino, producendolo in maniera artigianale. Lo yogurt su scala industriale deve attendere invece l'inizio del '900 e uno scienziato russo, Ilja Metchnikov, che associ� la longevit� dei popoli caucasici all'assunzione costante di acido lattico e fermenti lattici. Perch� allora non indurre artificialmente la fermentazione del latte? Ci prov� per primo l'imprenditore Isaac Carasso, che nel 1919 apr� a Barcellona la prima fabbrica di yogurt: il suo brand, Danone, � attivo ancora oggi. Quello che si trova in commercio, per�, non � esattamente lo yogurt che si pu� assaggiare in una fattoria, ma pu� includere anche zucchero, dolcificanti o panna. Quello ottenuto da latte vaccino intero, per 100 grammi, ne contiene 3,8 di proteine, 3,9 di grassi e 4,3 di carboidrati. Forte � anche la presenza di vitamine (soprattutto la B) e sali minerali importanti per l'organismo, come calcio, potassio e fosforo: lo yogurt rafforza la flora batterica e aiuta a regolare l'attivit� intestinale. Chi vuole restare leggero, pu� scegliere quello da latte parzialmente scremato (meno del 2% di grassi) o anche quello magro (meno dell'1%). Essendo il risultato di un processo di fermentazione, lo yogurt pu� essere ottenuto anche dal latte di altri animali, come pecore e capre. Con appositi procedimenti, invece, nascono yogurt interamente vegetali, come quelli di riso, cocco, mandorla o soia. Molto apprezzate sono le versioni aromatizzate del tradizionale yogurt o di quelli vegetali - per esempio al caff�, al cioccolato o alla nocciola - cos� come quelle arricchite con cereali o pezzi di frutta. Una famosa variante � lo yogurt greco, pi� denso e cremoso di quello tradizionale, oggi molto diffuso in Italia. A dispetto del nome, nasce in realt� in Bulgaria e prevede un processo di filtrazione supplementare, che rimuove una quantit� maggiore di siero lasciando la massa pi� compatta. Il liquido eliminato contiene sodio, zuccheri e lattosio: il prodotto finale, di conseguenza, � pi� leggero di quello classico e a parit� di porzione pi� nutriente e ricco di proteine. Si pu� mangiare da solo o impiegare per svariate ricette, anche salate. La pi� famosa � lo tzatziki, una salsa a base di yogurt, aglio, cetrioli e olio d'oliva che ben si accompagna a carne e insalate e che fa la sua comparsa nei piatti tipici ellenici. E se in Europa lo yogurt si mangia, in Asia spesso si beve: gli indiani aggiungono cumino o cardamomo nel lassi; turchi, armeni e siriani acqua e sale per prepare l'ayran. Il sapore pungente di queste bevande pu� infastidire al primo sorso, ma l'alto contenuto di sali minerali e le propriet� del latte le rendono ottimi integratori, perfette per digerire e per stemperare cibi piccanti o speziati. Una visita alla bella Oristano (di Mattia Scarsi, "Bene Insieme" n. 5/18) - Alla scoperta dei suoi dintorni, tra storia, archeologia e, naturalmente, mare - La Sardegna glamour e vacanziera racchiude moltrplici scenari con ampi territori disabitati, coste dorate di sabbia, imbevute di mare turchese, e l'interno affollato di boschi, pianure, montagne. � un'isola caratrerizzata da una grande variet� di microclimi ed ecosistemi. Comunque la si veda, la Sardegna � senza dubbio un territorio che gronda fascino e promette emozioni in ogni stagione. In queste pagine andiamo a scoprire Oristano con il suo verde, i monumenti e la sua intensa storia. Nonostante sia dotata di bellezze davvero inimmaginabili, non � conosciuta come meriterebbe: provvediamo subito. Molti pensano che il suo nome derivi dalla parola "arista" che significa spiga, poich� nella pianura � pieno di campi per le colture; altri che sia dovuto alla principessa Aristana, che scelse Oristano per fondare la sua colonia. Situata sulla costa centro-occidentale, Oristano � anche chiamata "citt� di Eleonora", per via dei suoi legami con la giudicessa Eleonora D'Arborea (molto amata dai locali che la considerano un'eroina). Poco resta delle sue mura e di quella che veniva considerata la residenza di Eleonora ma ci sono ugualmente tantissimi posti da non perdere. Il suo cuore pulsante � sicuramente Piazza Eleonora D'Arborea, luogo deputato per lo shopping di giorno e propulsivo per innescare la movida by night. Prima che sulle spiagge e nelle sue acque cristalline, tuffatevi nella storia antica di questa terra: una delle aree archeologiche pi� importanti della Sardegna � a pochi passi, proprio all'estremit� meridionale della penisola del Sinis, tra il golfo di Oristano e la baia di Is Arenas nel comune di Cabras. � l'antichissimo insediamento di Tharros, fondato addirittura nell'VIII secolo a.C.. La sua posizione ne fa uno dei luoghi in assoluto pi� suggestivi della Sardegna: una cartolina indimenticabile, un anfiteatro naturale delimitato a nord dalla collina di Su Muru Mannu, a ovest da quella della Torre di San Giovanni e a sud dall'istmo che collega quest'ultima al promontorio di Capo San Marco. L'area venne abbandonata intorno all'anno 1050 d.C. proprio per dare origine ad Aristiane, l'attuale Oristano. Una visita � d'obbligo e fra l'altro, con lo stesso biglietto, potrete visitare oltre all'area archeologica anche il museo di Cabras. Passando allo step successivo, raggiungete il Parco Archeologico di Santa Cristina. Si trova nel territorio del comune di Paulilatino e comprende diverse aree di interesse per un totale di 14 ettari. Se volete una dritta, la parte pi� rappresentativa � quella del Santuario Nuragico, con il maestoso tempio a pozzo di Santa Cristina, considerato uno dei pi� importanti monumenti del patrimonio archeologico e culturale della Sardegna. Fate una buona scorta di fiato e percorrete la maestosa scalinata che porta diversi metri sotto il livello del suolo dove, ancora oggi, affluiscono le acque del pozzo, che secondo alcuni hanno propriet� medicamentose. Al netto di questo, l'esperienza � assai suggestiva. Inoltre � presente anche una vasta area con numerosi ulivi secolari: vi diciamo ci� perch� oltre alla caratura mistica data da Santuario e Scalinata, quest'area � apprezzata anche da chi ama escursioni e trekking, potendosi muovere nel meraviglioso contesto del Parco. Se siete appassionati di archeologia o semplicemente volete apprezzare la complessit� della storia e del territorio di Oristano non potete perdere il Museo Antiquarium Arborense. Naturalmente se siete arrivati a Oristano e il clima non fa i capricci, sarebbe proprio un peccato non fare una puntatina al mare: qui le spiagge sono a dir poco magnifiche, ancora poco contaminate dal turismo di massa. Non potrete vederle tutte in due giorni (non ne basterebbero dieci), ma potete visitarne alcune grazie anche alla facilit� dei collegamenti. Per esempio la spiaggia di Is Aruttas, la cosiddetta spiaggia dei chicchi di riso, per l'arenile luccicante composto in realt� da minuscoli granelli di quarzo. Amata dagli appassionati di snorkeling per i bellissimi fondali � annoverata da pi� cataloghi, fra le 50 pi� belle del mondo. La piccola e molto romantica spiaggia di San Giovanni di Sinis, nell'omonima penisola. O ancora la tranquilla spiaggia di Putzuidu, con tipici fondali bassi, adatti anche ai bambini, e sabbia finissima color vaniglia. Se preferite invece un litorale pi� movimentato, andate a Torregrande, il Lido di Oristano. Alla sera, tornate nei pressi di Piazza D'Arborea se volete immergervi nella movida notturna fra party a base di frutta fresca e sangria, finger food e musica live. La notte � giovane a Oristano e molto spesso assai stellata: ubriacatevi di luna e stelle, dalla passerella del lungo mare di Torre Grande, situato a soli 7 km da Oristano. Dai flutti spettinati di Is Arenas, potete passare alle placide acque del Lago Omodeo e iniziare la vostra seconda giornata sulle sponde del pi� importante invaso artificiale della Sardegna nonch� uno dei pi� importanti d'Europa. Noi lo suggeriamo prima di tutto perch� � situato in un territorio selvaggio, incorniciato da altopiani basaltici, montagne aspre e qua e l�, a far capolino, manciate di nuraghi distribuiti nella zona. Se volete godervi una passeggiata impareggiabile, andate fino alla vecchia diga di Omodeo e, se lo desiderate, qui � anche possibile organizzare gite in barca, alla scoperta di scorci da National Geographic, che solo via mare si possono catturare. La barca certo offre i suoi vantaggi ma a regalarvi emozioni uniche pu� essere un mezzo di trasporto pi� ordinario come il treno. Il Trenino Verde che attraversa gli oltre cinquecento metri dell'Altopiano di Campeda, offre il panorama degno di una mongolfiera sulla tratta da Macomer a Bosa: consigliatissimo, specie se siete in famiglia con bimbi al seguito. Una volta a Bosa, fermatevi e visitate con calma questo gioiellin adagiato nella valle del fiume Temo, non a caso inserito nell'ambita graduatoria dei borghi pi� belli d'Italia. Basta dare una prima occhiata alle casette colorate, alle stradine strette e sinuose, all'imponente Castello che sorge sul colle di Serravalle, per innamorarsi di questo paesino arcobaleno, che sembra uscito da una tela di Paul Klee. Per salire al castello potete prendere le scale che partono dal centro abitato (circa 15 minuti a piedi) oppure salire con la macchina, seguendo i cartelli che portano ai parcheggi. Da qui si costeggiano le mura e poi si salgono le scale che portano all'ingresso. L'ingresso costa 4 euro. All'interno delle mura, si trova la piccola chiesetta di Regnos Altos, edificata nel XIV secolo: visitatela. Dopo tanto girovagare, potrebbe essere un'ottima idea concedersi un attimo di relax: in vostro aiuto ecco le Terme Romane di Fordongianus che trovate sulla riva sinistra del fiume Tirso, in prossimit� del centro abitato di Fordongianus. Il complesso termale presenta due stabilimenti: un impianto originario incentrato sulla "natatio", che sfruttava le fonti d'acqua calda, e un altro a riscaldamento artificiale formato da diversi ambienti. Naturalmente il primo sar� quello che vi entusiasmer� di pi�! In questo territorio ci sono ancora sorgenti dalle quali sgorgano acque che, attraversato il sottostante banco vulcanico, raggiungono la temperatura di 54 gradi: vi state gi� immaginando la goduria? L'area delle terme libere viene gestita da una cooperativa ed � quindi possibile (e facile) beneficiare di queste sorgenti termali pagando un piccolo ticket che va dai 4 ai 6 euro. Se per�, dopo questa giornata di cammino, voleste regalarvi un trattamento pi� completo, non mancano certo le strutture specializzate nel garantire il massimo delle attenzioni ai propri ospiti, con un occhio di riguardo anche per gli eventuali bambini. Il buono del paese Primi piatti - Tra i prodotti tipici della provincia di Oristano e della grande tradizione gastronomica isolana, ci sono certamente alcuni primi piatti: i Malloreddus (gnocchetti di semola di grano duro tradizionalmente aromatizzati con lo zafferano, solitamente conditi alla campidanese ossia con sugo di salsicce); i Culurgiones (fagottini ripieni di ricotta e menta, oppure con un ripieno a base di patata, formaggio fresco e menta); la Fregula (una particolare pasta secca di semola di grano duro, lavorata a piccoli grumi e utilizzata per piatti tipici come fregula con le arselle o la fregula al sugo). Il pane carasau - Uno dei pi� conosciuti e apprezzati pani del Belpaese. Protagonista indiscusso dell'alimentazione sarda, � la base di ricette della tradizione come il pane frattau e il pane guttiau. Nel primo caso, la sfoglia va bagnata velocemente in una pentola di acqua bollente o nel brodo di carne e poi condita con sugo di pomodro, un uovo in camicia e formaggio fresco grattuggiato; per il pane guttiau, invece, basta ammorbidire il foglio con qualche goccia di olio extra vergine d'oliva e poi passarlo in forno per un paio di minuti per farlo dorare, con un pizzico di sale. Il sapore mediterraneo e l'inconfondibile suono croccante, giustificano l'appellativo di "carta musica", con cui questo pane � noto in Europa. Porcheddu - Il piatto pi� tipico e famoso tra i secondi � il Porcheddu, il maialino da latte di circa 4 o 5 kg, cotto lentamente allo spiedo e armomatizzato, dopo la cottura, con mirto o rosmarino. Bottarga di muggine - Il territorio di Oristano � caratterizzato dalla presenza di numerose zone umide e lagunari tra cui lo stagno di Cabras, noto per la presenza dei fenicotteri. Anche per questo motivo, nella cucina tipica dell'oristanese sono molto presenti le anguille: gli stagni sono ricchi di pesce e dalle uova di questi si produce la bottarga di muggine che pu� essere consumata in sottili strisce condita con olio, oltre che grattugiata sulla pasta. Paolo Conte: fuori dagli schemi (di Filippo Nassetti, "Ulisse" n. 403/18) - Il cantautore piemontese possiede un profilo musicale e poetico difficile da definire - "Un appassionato di musica, sufficientemente furbo da sembrare colto, un cantautore sui generis, anche se � una definizione che non amo molto. Preferisco quella che si usava in Francia negli anni Dieci, chanteur � texte". Con il solito understatement, Paolo Conte risponde cos� alla domanda su come scriverebbe il suo profilo in un'enciclopedia. Il 14 e 15 giugno l'artista si � esibito in due attesissimi concerti a Roma, alle Terme di Caracalla. Sebbene molto richiesto in Italia e all'estero, a 81 anni, Conte ha diradato le esibizioni live. Qualche anno fa il New York Times lo descrisse come un volto dell'Italia, un affresco fiorentino, una maschera veneziana, dai lineamenti latini che richiamano Virgilio e Dante. E dire che all'inizio, seguendo le orme del padre notaio, aveva intrapreso gli studi di legge e la palazzina sul corso di Asti dove ci riceve ha esposta ancora la targa "Studio Conte". "Di notte mi capita di inventarmi casi da districare. Una nostalgia giuridica pi� che per la professione da avvocato. Nutrivo in particolare un sentimento di solidariet� verso questi uomini del dopoguerra, avventurieri simpatici e eroi perdenti che sognavano troppo in grande. Forse oggi abbiamo perso questa capacit� di sognare e intraprendere percorsi individuali e liberi, siamo tutti inscatolati in schemi". Non ha tradito per� la vocazione paterna, il genitore era infatti anche un ottimo pianista che nascondeva, alle censure del fascismo, i 78 giri di Duke Ellington: "Da l� � iniziata la mia caccia a volerne sapere sempre di pi�, e non era facile trovare dischi jazz anche passata la guerra". Nella sua musica Conte intreccia piani diversi. Innanzitutto quello lessicale da appassionato enigmista e inventore di rebus (su cui si sfida con Roberto Benigni), ama riscoprire termini desueti: "Richiamo il vocabolario dei miei nonni che in fondo ci appartiene di pi�, perch� l� ci si riconosce il siciliano e il veneto". Altro elemento spesso presente � il cromatismo ("la domanda � rosso fuoco e la risposta � blu" un celebre verso di una sua canzone) dovuto probabilmente all'hobby della pittura. "Credo nel colore delle note: il do bianco sporco, il re bemolle nero, il la rosso e cos� via. Anche se in fondo siamo tutti un po' daltonici, quello che per me � verde per altri � giallo". Nelle note di Conte ci sono tanti viaggi, la milonga dell'Argentina e i jazz club dell'America anni Venti, i bistrot del ratafi� della Francia e l'Africa di Mozambique fantasy e poi molta provincia italiana, il cielo umido della macaia di Genova e la Napoli di Spassiunatamente: "Quando viaggio cerco l'essenza antica, indigena, della musica. A Vienna voglio annusare gli organi antichi". Infine, la meteorologia cos� ricorrente con i continui rimandi a pioggia, vento, temporali, nebbia "che sembra d'esser dentro un bicchiere d'acqua e anice": "nella brevit� di una canzone l'elemento meteorologico aiuta, la pioggia � poi un lavaggio della storia che racconto".