Dicembre 2021 n. 12 Anno LI MINIMONDO Periodico mensile per i giovani Direzione redazione amministrazione e stampa Biblioteca Italiana per i Ciechi �Regina Margherita� Onlus via G. Ferrari, 5/a 20900 Monza Casella postale 285 c.c.p. 853200 tel. 039/28.32.71 fax 039/83.32.64 e-mail: bic@bibciechi.it web: www.bibliotecaciechi.it Registrazione 25-11-1971 n. 202 Dir. Resp. Pietro Piscitelli Comitato di redazione: Pietro Piscitelli Massimiliano Cattani Luigia Ricciardone Copia in omaggio Rivista realizzata anche grazie al contributo annuale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del MiBACT. Indice Sarajevo 1914: dietro l�attentato Ufo, nessuno e centomila Saper conversare Cottura a vapore: risparmio e salute Speck, l�oro delle Dolomiti Sorrento, tra natura e gusto Il Volo: siamo tutti e tre un po� buoni, brutti e cattivi Spazio annunci Chiusura per ferie Sarajevo 1914: dietro l�attentato (di Irene Merli, �Focus Storia� n. 178/21) - L�erede al trono degli Asburgo arriva in Bosnia, felice con la sua duchessa. Lo aspettano 7 ragazzi inesperti ma decisi - Francesco Ferdinando era stato avvertito. Da Vienna era meglio che non arrivasse nessuno a Sarajevo, dopo l�annessione della Bosnia-Erzegovina alla corona degli Asburgo. Tanto meno il 28 giugno, festa di San Vito e data che ricordava ai serbi la sconfitta subita dagli Ottomani e l�inizio dell�odiata dominazione turca. Non era difficile intuire che la visita in pompa magna dell�erede al trono austro-ungarico, per presenziare alle grandi manovre militari del giugno 1914, poteva apparire una provocazione ai nazionalisti serbi, alla Russia che li sosteneva, agli indipendentisti bosniaci e persino alla Francia, alleata dello zar nella Triplice intesa. Ma l�arciduca non aveva badato agli avvertimenti, ripetuti anche dal primo ministro serbo. Quel viaggio, in cui la monarchia viennese doveva mostrare tutta la sua potenza militare per trasformare la Bosnia-Erzegovina in uno Stato unito e integrato nell�impero, per lui era l�incarico pi� importante della gavetta da futuro statista e imperatore. Francesco Ferdinando era perdutamente innamorato della contessa boema Sofia Chotek, che aveva sposato contro il volere dello zio Francesco Giuseppe e quello dei giuristi di corte perch� la sua amata, appartenente a un rango nobiliare troppo basso e decaduto, era stata giudicata inadeguata a unirsi a un Asburgo. Risultato? Matrimonio celebrato quasi in segreto e solo morganatico, con tutte le continue, urticanti umiliazioni del caso. In Bosnia-Erzegovina, invece, Sofia avrebbe accompagnato l'arciduca in tutti i suoi appuntamenti ufficiali alla luce del sole, sottobraccio, e si sarebbe seduta accanto a lui anche nel giro in citt� sull'automobile scoperta, tra l'acclamazione del popolo. Il vecchio imperatore aveva ceduto, finalmente. Cherchez la femme? Francesco Ferdinando decise di andare in Bosnia spinto pi� da motivi romantici che dalla ragion di Stato? Non lo sapremo mai. Di sicuro, la lunga lotta contro la corte in favore di Sofia lo rese meno prudente. E rese possibile l'attentato del secolo, la scintilla che fece deflagrare la Prima guerra mondiale. Quel giorno l'arciduca port� alla morte anche l'amata moglie per cui tanto aveva combattuto, proprio perch� era seduta accanto a lui. L�automobile stava facendo lentamente retromarcia, su un ponte di Sarajevo, quando addosso alla coppia piomb� all'improvviso un giovane bosniaco che spar� due colpi di revolver, uccidendoli entrambi. Erano le 10:45 del 28 giugno 1914. Esattamente un mese dopo, il 28 luglio, l'Austria dichiar� guerra alla Serbia, appoggiata nella sua decisione dal Reich tedesco. Come in un gioco di domino, le alleanze incrociate innescarono azioni e reazioni tra potenze europee, che da molti anni non si combattevano pi� ma che erano armate fino ai denti (soprattutto la Germania) e non aspettavano altro che un pretesto: il risultato fu l'immane massacro della Prima guerra mondiale. Il ragazzo che con quei colpi di rivoltella entr� nella Storia si chiamava Gavrilo Princip ed era uno dei nove figli di una famiglia povera di origine contadina, che abitava a Obljaj, uno dei villaggi pi� sperduti della Bosnia-Erzegovina, vicino al confine con l'attuale Croazia. Quando fu battezzato, il pope, chiss� perch�, sbagli� a registrare la data di nascita del bimbo: scrisse 13 luglio 1894 invece di 13 giugno (secondo il calendario giuliano). Un'inezia? No, perch� senza quell'errore per le leggi asburgiche Gavrilo sarebbe risultato maggiorenne quando uccise l'arciduca e la moglie, il che avrebbe voluto dire la forca, anzich� la condanna a una lunghissima detenzione, come poi avvenne. Certo colpisce, visto con gli occhi di oggi, che a decidere di compiere l'assassinio di un personaggio cos� importante siano stati sette ragazzi giovanissimi, tutti tra i 17 e i 19 anni (tranne l'organizzatore, il maestro Danilo Ilic, che invece ne aveva 27), senza nessuna esperienza di armi, bombe e attentati. Sette ragazzi per nulla addestrati al terrorismo ma fortemente idealisti, che pensavano di ottenere giustizia e libert� dallo straniero eliminando un simbolo del potere. �Non c'era nessuna strategia. Erano dilettanti ed entusiasti. Stavano imparando il mestiere uccidendo l'arciduca austriaco�, scrive Miljenko Jergovic nel suo libro L'attentato (Nutrimenti). �Soltanto in un'altra occasione sarebbero stati degni del titolo di veri attentatori. Ma un'altra occasione non ci sarebbe stata�. Gavrilo, in particolare, era uno studente gracile che aveva frequentato le scuole superiori a Sarajevo. Appassionato d'arte, di letteratura e di poesia, non fatic� a diventarlo anche di politica, quando venne a contatto con la Giovane Bosnia, il gruppo rivoluzionario studentesco in cui matur� l'idea di assassinare l'erede al trono degli Asburgo, che aveva avuto l'ardire di includere Sarajevo nel suo viaggio. Tutto l'itinerario e gli orari del giro in automobile in citt� erano pubblicati da giorni sulla stampa locale. Cos�, gli aspiranti terroristi ebbero tutte le informazioni e il tempo di organizzarsi per dimostrare il loro diritto di non essere schiavi di nessuno. Ma se erano dei dilettanti, dove presero le armi per agire? Perch� Danilo Ilic era stato solo il regista e lo sceneggiatore dell'operazione: aveva deciso chi nella Giovane Bosnia doveva partecipare all'azione, quanti dovevano stare in prima linea e le posizioni lungo il tragitto. Revolver e bombe arrivarono alla cellula dei cospiratori tramite un personaggio oscuro, il colonnello Dragutin Dimitrijevic, detto Apis, capo di un'organizzazione segreta serba che mirava a unificare gli slavi del Sud: la Mano Nera. Guarda caso alcuni studenti bosniaci avevano cercato proprio lui quell'estate a Belgrado: volevano che li armasse, in modo che loro potessero agire per cambiare il mondo. Il colonnello li accontent�. Non aveva problemi a procurare pistole e bombe a chi voleva colpire gli austro-ungarici, nemici giurati del nazionalismo serbo. Che sparassero pure, quei ragazzini folli. Aveva mostrato loro come usare i revolver e le bombe. E aveva fornito anche i canali giusti per trasportare le armi clandestinamente da Belgrado a Sarajevo, questione non semplice per dei principianti. Quel 28 giugno i sette, disposti sul lungofiume, avevano tra le mani sei bombe e quattro revolver con sette pallottole, pi� altri quattro caricatori con sei pallottole ciascuno. Chi si fosse trovato pi� a tiro della vettura su cui viaggiavano il �tiranno� e la moglie avrebbe agito. Ma chi erano gli altri pronti a rischiare la propria vita per uccidere l'arciduca? Oltre a Gavrilo Princip e a Danilo Ilic, il gruppo era formato da Vaso Cubrilovic (il pi� giovane, 17 anni), Nedeljko Cabrinovic, Trifko Grabez, Muhamed Mehmedbasic e Cvjetko Popovic, tutti appartenenti alla Giovane Bosnia. Vanno poi aggiunti tutti coloro (contadini e seguaci del movimento indipendentista) che li avevano ospitati tra Belgrado e Sarajevo, aiutandoli a trafugare le armi. Nessuno di loro parl� n� trad� i congiurati. In tutto, nell'azione del 28 giugno contro l'arciduca furono coinvolte almeno 15-20 persone che, dopo l'inchiesta condotta a spron battuto, furono tutte condannate a morte. A impiccarli, in ordine crescente di importanza, fu un famoso boia di Sarajevo. Per ultimo and� alla forca Ilic. Gli altri due principali colpevoli, Gavrilo Princip e Nedeljko Cabrinovic, che aveva lanciato una bomba verso l'automobile di Francesco Ferdinando, avevano 19 anni al momento del processo e per le leggi del tempo non erano maggiorenni. Furono perci� condannati a vent'anni di carcere duro nella famigerata fortezza di Terezin. Ma Cabrinovic mor� di tubercolosi, incatenato, nudo e affamato, sul pagliericcio della cella, il 21 gennaio 1916: il mondo fuori era in fiamme, lui invece aveva compiuto 21 anni da un giorno. Princip, che in carcere si lamentava principalmente di non poter pi� leggere, fall� due volte il suicidio e mor� anche lui di tubercolosi, il 28 aprile 1918. Quando i giudici li avevano fatti rinchiudere a Terezin, sapevano che probabilmente non ne sarebbero usciti vivi. Ufo, nessuno e centomila (di Marco Consoli, �Focus� n. 34/21) - Stiamo assistendo al grande ritorno degli oggetti volanti non identificati. E gli Usa, per la prima volta, ammettono ufficialmente che alcuni avvistamenti non sono spiegabili. Ma l�ipotesi alieni � molto remota - In questi mesi ci sono stati diversi avvistamenti di oggetti anomali nel cielo. Anche in Italia, registrati dall'Aeronautica Militare: per esempio, a gennaio in Brianza e all'inizio di maggio a Firenze e a Caltanissetta. Questi ultimi, per�, potrebbero essere correlati a satelliti Starlink. E negli Usa i vertici dell'intelligence hanno ammesso con un rapporto pubblicato il 9 giugno scorso che alcuni avvistamenti registrati dai loro militari sono veri e non creati ad arte. � la prima volta che accade. Nel Paese in cui il fenomeno dei dischi volanti ha avuto origine, quando il 24 giugno del 1947 Kenneth Arnold, pilota amatoriale, vide nel cielo dello Stato di Washington nove punti luccicanti volare �nello stesso modo in cui lo fa un disco lanciato su uno specchio d'acqua�. Forse Arnold aveva visto un meteorite disintegrarsi all'impatto con l'atmosfera, ma la sua esperienza cre� un'isteria collettiva, negli Usa e non solo, tanto da convincere il governo americano a studiare con il Progetto Blue Book, attivo dal 1952 al 1969, il fenomeno dei cosiddetti Ufo, acronimo che indica gli �oggetti volanti non identificati�. �Il recente rapporto americano prende in esame 144 avvistamenti dal 2004 a oggi�, dice l'ufologo Paolo Toselli del Centro Italiano Studi Ufologici, �80 dei quali sono stati registrati non solo con osservazione a vista ma anche da sensori di velivoli e navi quali radar, infrarossi, puntatori di armi e cos� via. In 18 casi sono state notate in questi oggetti caratteristiche di volo insolite e in 11 mancate collisioni con aerei militari. Solo un caso � stato identificato come un pallone che si stava sgonfiando, mentre per tutti gli altri la mancanza di dati impedisce di sapere di che cosa si tratti�. Naturalmente il rapporto propone ipotesi su cosa potrebbero essere: �Anzitutto bisogna notare che li definisce Uap, nuovo acronimo per �Fenomeni aerei non identificati��, dice Toselli, �probabilmente per superare il termine Ufo che negli anni � stato associato agli alieni�. Di questi ultimi, infatti, nel documento non v'� traccia. �Il rapporto dice che le cause potrebbero essere anomalie aeree, come uccelli, palloncini o droni, fenomeni atmosferici come inversioni termiche, cristalli di ghiaccio e cos� via, programmi di sviluppo di tecnologie avanzate americane o sistemi avversari stranieri di nazioni come Cina o Russia o di terroristi, oppure altri fenomeni non spiegabili con le attuali conoscenze scientifiche�. Non citare gli extraterrestri equivale a escluderli, ma nella mente dei complottisti vuol dire tentare di insabbiare la verit�. �Sicuramente un grande elemento di novit� sta nel fatto che per la prima volta il governo Usa afferma che bisogna investigare la cosa�, dice Toselli, �perch� questi oggetti rappresentano una possibile minaccia per la sicurezza aerea e nazionale�. Ma cosa si vede nei pochi filmati diffusi e autenticati dagli Usa? Uno, per esempio, mostra il pilota di un caccia americano seguire, con il sensore a infrarossi, un oggetto sferoidale che vira da un lato ad alta velocit� ma all'improvviso sembra fermarsi e ruotare su se stesso. In un altro, un oggetto � agganciato dal puntatore ad alta velocit� mentre sfreccia sul mare. Oltre ai video ci sono poi le testimonianze dei piloti, come David Fravor e Alex Dietrich, che affermano di aver visto un oggetto dalla forma di una mentina, senza ali n� evidenti propulsori, compiere strane evoluzioni e letteralmente sparire sotto i loro occhi a una velocit� giudicata impossibile per le tecnologie conosciute. �La cosa strana � che i piloti nei video sembrano divertiti e mai in allarme�, dice Toselli. �In realt� questo atteggiamento non � cos� bizzarro, anzitutto perch� i piloti sanno che tutto ci� che dicono � registrato a terra, e quindi mostrarsi spavaldi � sempre meglio che timorosi agli occhi dei superiori�, dice Fabio Consoli, oggi pilota civile, ma per anni collaudatore dell'Eurofighter Typhoon, l'aereo da caccia europeo. �Inoltre bisogna pensare che i Top Gun americani non sono tipi che si impressionano facilmente, soprattutto quando volano armati, e di solito, quando sei in coda a un velivolo, ti senti al sicuro perch� sai che difficilmente puoi essere attaccato�. Consoli spiega anche quali sono le procedure da seguire in questi casi e gli strumenti a disposizione su un velivolo militare: �Un pilota in missione non la modifica per seguire oggetti distanti da lui, purch� non rappresentino una minaccia, e sempre che non gli venga chiesto da terra. Una volta a me fu ordinato di verificare un oggetto, rivelatosi poi una mongolfiera�. Per capire cosa c'� attorno a loro, i piloti dispongono del radar, che � in grado di �vedere� a distanze oltre le 100 miglia (185 chilometri): �I computer degli aerei hanno una banca dati di velivoli conosciuti, cos� se il radar identifica un aereo alleato, lo segnala con un pallino verde, se � nemico lo segnala con un rombo rosso, mentre tutti gli oggetti non identificati sono quadrati gialli�. A quella distanza ci si fida del radar, ma se si vuole guardare a occhio nudo di che si tratta, bisogna avvicinarsi: �Un pilota molto bravo pu� iniziare a identificare qualcosa a 8 miglia, ma poi deve avvicinarsi per definire i contorni dell'oggetto�. Nei video dei militari americani, gli oggetti appaiono in bianco e nero, perch� ripresi negli infrarossi: �Dato che quando si usa il radar�, spiega Consoli, �ci si lascia identificare anche dagli altri velivoli, in ambiente operativo si utilizzano i raggi infrarossi, che cercano le fonti di calore, dunque i motori, e individuano i nemici senza farsi identificare. Questi dati, registrati anche a terra, appaiono sulla visiera del casco del pilota oppure sulla parte vetrata dell'abitacolo�. Dopo aver visionato filmati e testimonianze, Consoli, che � un pilota esperto, pur non avendo mai partecipato a operazioni d'attacco o difesa, dice: �La cosa che impressiona di pi� � la descrizione del movimento verticale e a spirale dell'oggetto visto da Fravor, perch� � un po' alieno rispetto a ci� che consideriamo possibile in volo�. Certo, il rapporto lascia molti punti oscuri che gli appassionati di ipotesi di complotto useranno per sostenere che si tratta di extraterrestri: �Non si capisce da dove partano e atterrino questi velivoli�, dice Toselli, �ed � strano immaginare come, se si tratta di tecnologia nemica, una nave appoggio possa entrare in acque americane senza essere avvistata. Inoltre, il fatto che l'intelligence Usa non escluda che possa essere tecnologia americana lascia pensare che magari ha qualcosa da nascondere�. �In realt� � plausibile che n� i piloti n� chi ha redatto il rapporto sappiano i piani di sviluppo segreti del proprio governo, perch� in queste operazioni classificate, pochissime persone ne sono a conoscenza. Per esempio, quando fu sviluppato l'aereo F-117 Nighthawk, ogni tanto c'era qualcuno che identificava delle forme triangolari in cielo senza sapere cosa fossero�, dice Consoli. Certo, non si capisce perch�, tra tutti i posti dove andare a sperimentare tecnologie segrete, si scelgano tratti di mare in cui si stanno svolgendo esercitazioni: �Magari si vuol mettere alla prova la reazione di chi non sa di che si tratta�, dice Toselli, ma � pur vero, come fa notare Consoli, che �lo spazio aereo ormai � talmente affollato che � difficile individuare una zona in cui non ci sia in volo nessuno�. La storia moderna degli avvistamenti Ufo � lunga e non riguarda solo gli Usa: �Nel mondo se ne contano a centinaia di migliaia e in Italia ne sono stati censiti circa 30-mila dal dopoguerra a oggi. Ma quelli veri sono tra il 3 e il 5 per cento dei casi�. D'altronde creare un falso � facile, non solo oggi in cui si possono ottenere immagini spettacolari con la computer grafica: �Per esempio, una foto di un oggetto triangolare con sfere luminose scattata in Belgio nel 1990 e giudicata vera dal ministero della Difesa di quel Paese, 11 anni dopo � stata rivelata come un falso dall'autore�. In Italia ci sono per� diversi casi analizzati anche dalla nostra Aeronautica e rimasti inspiegati: �Per esempio, quello del 1963 in cui un autista del presidente della Repubblica Segni vide un oggetto discoidale sorvolare la sua auto e scuoterla violentemente�, rammenta Toselli. �Poi quello del 1977 dei cerchi luminosi rosso-arancione avvistati da un gruppo di elicotteristi militari e dal personale di terra, o quello del 2004 in cui i piloti di un volo Alpi Eagles hanno avvistato a 3.600 metri di quota un oggetto affusolato bianco lungo 10 metri che non emetteva rumore o scia�. �Anche io una volta�, dice Consoli, �in volo su un Airbus sul Golfo di Genova di notte ho visto un oggetto che lasciava una scia di fiamme ma si muoveva troppo lentamente per essere un bolide (cio� un meteoroide molto luminoso che stava entrando nell'atmosfera, ndr), anche se poi ho pensato fosse un fenomeno di rifrazione nell'atmosfera�. Questi come altre migliaia di avvistamenti rimarranno, chiss� per quanto, avvolti nel mistero. Ma se gli alieni non esistono, c'� da chiedersi comunque perch� oggi la difesa americana, seguita da altri enti nazionali e internazionali, dica che bisogna raccogliere pi� dati riguardo agli Ufo. �Tutto � nato da un battage d'informazione�, conclude Toselli, �che non � possibile sapere se sia stato creato ad arte. Ma potrebbe rispondere all'esigenza di richiedere finanziamenti, anche per studiare meglio possibili minacce�. Saper conversare (di Massimo Manzo, �Focus� n. 346/21) - Parlare e intrattenere fa bene. Anche se a molti viene difficile. Ecco alcuni consigli per diventare amabili chiacchieroni - Pu� succedere di essere invitati a una festa, ma di non conoscere quasi nessuno a parte il padrone di casa. Tutt'attorno, gli invitati chiacchierano amabilmente, e ci si sente in imbarazzo. Se vi � capitato di trovarvi in questa poco piacevole situazione, siete in buona compagnia. Per molte persone, soprattutto i pi� timidi, socializzare con gli sconosciuti pu� diventare un'impresa quasi impossibile, specie dopo il lungo periodo nel quale abbiamo dovuto limitare al massimo i contatti interpersonali a causa della pandemia di Covid-19. In realt�, per�, padroneggiare l'arte della conversazione non � poi cos� difficile, e pu� rivelarsi un grande vantaggio. Ma come fare per diventare degli amabili chiacchieroni? �A prima vista la chiacchierata informale, detta �small talk�, potrebbe sembrare un'attivit� superflua, ma � invece essenziale, per cementare il senso di appartenenza a un gruppo sociale�, spiega lo psicologo Maurizio Brasini, fondatore dello studio di Psicologia e Psicoterapia Psiconet di Roma. �Secondo alcuni studiosi evoluzionisti, la conversazione frivola deriverebbe direttamente dall'attivit� di �grooming� con cui i gruppi di primati si spulciavano a vicenda, comportamento da cui nacque la comunicazione e, in seguito, il linguaggio�. Una azione che serviva proprio a cementare i legami sociali e a cercare alleati tra i membri del gruppo. Discorsi evolutivi a parte, sull'argomento la scienza parla chiaro: lo small talk aumenta il benessere, l'autostima e il buon umore. In uno studio pubblicato nel 2013 sulla rivista Social Psychological and Personality Science, i ricercatori della British Columbia University di Vancouver (Canada) hanno reclutato alcune persone in procinto di entrare in un bar, ordinando ad alcuni di scambiare qualche parola con il barista e ad altri di ordinare un caff� senza interagire ulteriormente. Ebbene, il primo gruppo ha riferito di aver lasciato la caffetteria con un umore migliore, sentendosi un po' pi� in sintonia con la propria comunit�. Non bastasse, i risultati dello studio suggeriscono che sebbene molti individui siano spesso riluttanti a iniziare una banale conversazione con un estraneo, il risultato finale della loro interazione li rende quasi sempre soddisfatti, a prescindere dalle differenze caratteriali tra introversi ed estroversi. I benefici psicologici della socializzazione sono quindi indubbi, ma superare l'iniziale imbarazzo non � sempre una passeggiata. �Va detto: la figuraccia non � mai esclusa del tutto. Ma bisogna esporsi e uscire dalla propria �confort zone�, dato che i benefici sono di solito maggiori dei rischi�, continua l'esperto. �� uno dei pilastri della terapia cognitiva: se ci si fa bloccare dall'eccessiva timidezza si pu� infatti cadere nel cosiddetto �self reinforcing loneliness loop�, un circolo vizioso che potrebbe finire per isolarci sempre di pi��. Tornando quindi all'esempio della festa, se dovessimo decidere di non partecipare, fermati dal fatto di non conoscere nessuno, non solo saremmo esclusi dall'evento, ma anche dalle discussioni successive che lo rievocano, finendo due volte nell'angolo. Se invece ci decidessimo ad accettare l'ipotetico invito, la preoccupazione dei pi� introversi sarebbe quella di ricevere bruschi rifiuti da parte di potenziali interlocutori. Anche in questo caso, per�, si tratta di un blocco psicologico privo di ragioni reali. A dimostrarlo � stata, tra le altre, una ricerca pubblicata sul Journal of Experimental Psychology, in cui gli studiosi dell'Universit� di Chicago hanno analizzato i comportamenti sociali dei pendolari negli affollati mezzi pubblici cittadini. Malgrado la maggior parte delle persone pensasse di essere percepita come uno scocciatore se iniziava un dialogo con uno sconosciuto, si � dovuta ricredere una volta rotto il ghiaccio, notando che i compagni di viaggio erano quasi sempre ben disposti a conversare. Ma come si fa, in concreto, a imbastire una piacevole conversazione? A detta degli esperti, il segreto sta nello stimolare l'interesse del potenziale interlocutore. �L'elemento cruciale che ci consente di avvicinarci al prossimo � una sincera curiosit� nei suoi confronti�, conferma Brasini. �Chi � animato da un'attitudine giocosa e da un pizzico di gusto per l'avventura � infatti spesso in grado di entrare immediatamente in sintonia con gli altri�. Sar� dunque il genuino interesse a spingerci a un gradevole scambio di battute, facendoci partire col piede giusto. In generale, per ottenere tale risultato bisognerebbe evitare esclamazioni scontate (il classico �Come va?�), che si risolvono spesso in un �vicolo cieco� (�Bene grazie�), invitando invece l'interlocutore a condividere una sua opinione. Prendendo parte a manifestazioni come mostre o concerti, per esempio, un buon approccio � quello di comunicare le nostre impressioni sull'artista o sull'opera, contando sul fatto che anche l'altra persona potrebbe essere interessata al tema. Per metterla a proprio agio, potremmo persino azzardare qualche innocuo complimento, purch� sia sincero e non inopportuno. L'importante � rimanere autentici e non avere paura di osare o di confrontarsi con persone all'apparenza molto diverse. Una volta �messa in moto� la chiacchierata, mantenerla in vita non � sempre facile. Il rischio � quello di riempire i momenti morti con discorsi �a senso unico�, che potrebbero allontanare il nostro interlocutore e farci apparire noiosi. Sciolto il velo di timidezza, bisogna anche mantenere un minimo di discrezione: svelare troppi particoIari su noi stessi potrebbe far sentire a disagio chi abbiamo davanti. �Molto spesso ci� ci impedisce di mostrare empatia nei confronti degli altri� aggiunge Brasini. �Esistono per� metodi, utilizzati per esempio dai venditori professionisti, per produrre artificialmente la sensazione di sintonia, modulando il tono della voce e replicando i movimenti dell'altro. Ma bisognerebbe essere davvero molto abili. Per questo, essere spontanei � decisamente meglio: le persone in genere percepiscono la falsit�. Al fine di evitare imbarazzanti monologhi, gli esperti ritengono che ascoltare sia importante tanto quanto parlare. Per capire se la conversazione sta ingranando bene, per esempio, occorre �drizzare le antenne� e osservare le reazioni dell'interlocutore. Al riguardo, la psicologa Susan Krauss Whitbourne, dell'Universit� del Massachusetts (Usa), consiglia di controllare i segnali non verbali, come la postura, il contatto visivo e i movimenti delle mani, tutti indizi che possono farci capire se l'argomento suscita autentico interesse. Se l'interlocutore d� segno di voler �scappare� o di non gradire l'argomento significa che qualcosa non funziona. Nel caso ci accorgessimo di questo, baster� cambiare registro. Non tutti sono disposti a discutere di politica, religione o sesso con uno sconosciuto al primo incontro, meglio temi pi� frivoli. Uno degli elementi fondamentali che accomuna i conversatori pi� abili sta proprio nella capacit� di dialogare con chiunque trovandosi sempre a proprio agio, spaziando con estrema naturalezza da una materia all'altra. Secondo Whitbourne, �Avere familiarit� con gli eventi di attualit� � il modo migliore di possedere abbastanza temi da sollevare in qualsiasi conversazione, ma gli argomenti non devono essere troppo impegnativi�. Rimanere informati sugli ultimi avvenimenti, dalla cronaca alla moda, passando per lo sport, ci permetter� dunque di avere un �arsenale� di riserva a cui attingere per trovare spunti di discussione e individuare eventuali passioni in comune. Non � quindi necessario essere esperti su tutto per scambiare due chiacchiere, ma una conoscenza superficiale di molti temi � spesso pi� che sufficiente. In fondo, l'arte della conversazione � un po' come lo sport: nessuno primeggia senza mettersi alla prova. Secondo gli esperti, cercare di avere interazioni in ambienti diversi � poi un ottimo metodo per affinare le proprie qualit�, ponendo le domande giuste e soprattutto acquisendo la necessaria sicurezza di s�. �Allenarsi� a conversare non � solo un modo di passare piacevoli momenti di compagnia nel tempo libero, ma pu� anche migliorare le prestazioni professionali. � questo il risultato di uno studio dell'Universit� del Michigan, che ha analizzato i benefici cognitivi dello small talk sul luogo di lavoro. A un primo gruppo di partecipanti � stato chiesto di dedicare dieci minuti del proprio tempo a chiacchierare amichevolmente con i colleghi per conoscerli meglio, mentre un secondo gruppo si � concentrato su �dialoghi competitivi�, ovvero su discussioni esclusivamente basate sugli obiettivi lavorativi. Successivamente, entrambi gli insiemi sono stati sottoposti ad alcuni test cognitivi. Il risultato? I ricercatori hanno notato che chi si era impegnato in chiacchiere frivole otteneva risultati significativamente migliori, in particolare nell'area del cervello deputata al �funzionamento esecutivo� che controlla la concentrazione, la pianificazione e la definizione delle priorit�. Insomma, saper conversare � ben pi� che un semplice passatempo. Provare per credere. E tu, attacchi bottone? Il dizionario Zanichelli definisce cos� l'espressione �attaccare bottone�: �Obbligare qualcuno ad ascoltare un discorso lungo e noioso; cominciare a parlargli, tentare un approccio�. Si pensa che questo modo di dire, che in passato significava anche �parlar male di qualcuno�, derivi dall'abitudine dei sarti di mantenere immobili i clienti mentre attaccavano un bottone all'abito, bloccandoli in una posizione fastidiosa. Sempre con un'accezione negativa, c'� chi sostiene che la sua nascita sia pi� curiosa e abbia origine nel mondo della medicina, quando per cauterizzare le ferite vi si applicava un utensile incandescente simile a un bottone, causando un breve ma intenso dolore. Cottura a vapore: risparmio e salute (di Gioia Bertazzoni, �In Cucina� n. 9/21) - � facile, sana, ecologica, e fa risparmiare sulla bolletta del gas. La cottura a vapore, tipica della cucina orientale, � sempre pi� apprezzata ovunque - La cottura a vapore prede sempre pi� piede e viene usata in particolare da coloro che scelgono uno stile di vita responsabile e che pongono attenzione alla propria salute e a quella dell'ambiente. Anche molti ristoratori sono sensibili al tema e in alcune citt� italiane si aprono locali che propongono una cucina dedicata a questo metodo di preparazione del cibo. I vantaggi e i benefici della cottura a vapore sono noti: consente di cuocere gli alimenti senza far uso di grassi, cos� le pietanze risultano pi� leggere, digeribili e dall'apporto calorico contenuto; grazie alla temperatura relativamente bassa, evita che gran parte dei sali minerali e delle vitamine presenti negli alimenti si disperda nell'acqua di cottura, come avviene nella lessatura, conservando cos� le propriet� nutrizionali; le pietanze mantengono un colore pi� vivo e un sapore pi� ricco, corposo e naturale. Inoltre, permette di risparmiare dal punto di vista economico ed energetico perch� nella stessa pentola si possono cuocere contemporaneamente pi� cibi, grazie a appositi cestelli impilabili. Un esempio? Il vapore sprigionato dalla cottura prolungata di legumi secchi o di un brodo di verdure pu� essere sfruttato per preparare altri alimenti nei cestelli collocati al di sopra. Durante la cottura a vapore, poi, la fiamma non solo pu� rimanere al minimo ma pu� essere spenta qualche minuto prima del termine, lasciando che il vapore continui a cuocere. Per questa tecnica si possono usare vari strumenti: la pentola classica, la specifica a vapore, la vaporiera elettrica. Ma anche il forno elettrico con specifica funzione a vapore: un tempo appannaggio solo delle cucine professionali, oggi si trova anche nelle cucine domestiche. Cuocere a vapore sul gas - Il modo pi� semplice per cuocere a vapore � usare una pentola normale, anche quella comune dedicata alla pasta. Sul fondo si versa l'acqua, che si porta a ebollizione, e all'interno si posiziona un cestello forato o, in mancanza di questo, un classico colapasta purch� sia in un materiale adatto alla cottura del cibo e con piedini o ganci laterali che lo tengano sollevato dalla base, evitando cos� il contatto del cibo con l'acqua. Infine si chiude la pentola con un coperchio perch� il vapore non fuoriesca. Normalmente la cottura al vapore avviene a circa 100�C ma, se abbinata all'aumento di pressione, l'intensit� pu� aumentare anche del 20%: � il caso della pentola a pressione che dimezza i tempi di cottura. I cestelli: acciaio, bamb�, Pyrex e silicone - I cestelli da collocare dentro alle comuni pentole rappresentano la scelta pi� economica per chi vuole cucinare in questo modo e non ha la vaporiera. Possono essere di diverso materiale: acciaio inox, bamb�, Pyrex, silicone. Quelli in acciaio inox sono molto pratici, igienici, facili da pulire ed economici. Possono avere dei ganci laterali da attaccare al bordo della pentola oppure dei �piedini� che tengono il fondo distanziato dall'acqua, che non deve mai toccare il cibo. Oltre alla cottura a vapore, i cestelli possono essere usati per riscaldare alimenti gi� cotti. Fra i vari modelli, ci sono i cestelli in metallo a petalo richiudibili: hanno un costo contenuto e occupano poco spazio. In alternativa esistono anche cestelli in bamb�, molto usati nella cucina asiatica. Essendo un materiale naturale e poroso, il bamb� tende ad assorbire l'odore e l'aroma dei cibi in cottura e a sprigionare un leggero aroma di legno, che in molti casi risulta gradito. � consigliabile, quindi, averne pi� di uno da destinare ai diversi alimenti: per esempio, uno per il pollo e la carne, uno per le verdure e uno per il pesce. In ogni caso, conviene cambiare frequentemente i cestelli in bamb� e procedere ogni volta a un'accurata pulizia, facendo attenzione ad asciugare bene il cestello per evitare la comparsa di muffe. Questi cestelli vanno lavati sotto acqua corrente, evitando detersivi e optando invece per bicarbonato di sodio, limone, alcol alimentare o acqua ossigenata. I cestelli in Pyrex sono fatti di un materiale simile al vetro ma molto resistente al calore e sicuro, e per questo risultano adatti anche per il microonde. Igienici e facili da pulire, in genere vengono usati con le pentole in ceramica, anch'esse resistenti al fuoco, ma sono pi� pesanti degli altri e decisamente pi� delicati. Infine, ci sono i cestelli in silicone, di tutte le forme e le misure, vivamente consigliati per le pentole antiaderenti per proteggerne il fondo dagli eventuali graffi che potrebbe causare un cestello in acciaio o metallo. La pentola a vapore - Si tratta di un set che comprende una pentola in acciaio, mediamente alta, venduta insieme a uno o pi� contenitori forati e dal diametro leggermente inferiore, che vengono inseriti internamente e possono essere impilati l'uno sopra l'altro. L'ultimo contenitore ha un coperchio, in acciaio o vetro trasparente, talvolta dotato di un foro di sfogo per il vapore in eccesso. Questi contenitori, come i comuni cestelli, possono essere in acciaio o vetro Pyrex per accogliere gli alimenti da cuocere, mentre nella pentola si metter� l'acqua da portare a ebollizione. Spesso si tratta di un tris di contenitori per consentire la cottura a vapore di cibi differenti in contemporanea. Si trovano cestelli forati sul fondo e sulle pareti, altri forati solo alle pareti, da un certo livello in poi. I primi consentono la cottura integrale dei cibi esposti al vapore, insieme alla perdita totale dei grassi che finiscono nell'acqua sottostante. I secondi, oltre alla cottura nel bagno di vapore, permettono di trattenere sul fondo del cestello gli elementi disciolti per poterli usare successivamente, anche in accompagnamento al cibo. La vaporiera elettrica - La vaporiera elettrica funziona come quella su fuoco, con la differenza che l'acqua viene riscaldata dall'elettricit�, con un maggior dispendio energetico. Oltre i cestelli, quindi, ha una base elettrica per scaldare il serbatoio dell'acqua. I modelli di nuova generazione hanno un display che permette di scegliere i vari programmi di cottura e le tempistiche, ed emettono segnali sonori a fine cottura. Inoltre, nella vaporiera elettrica i cestelli sono saldati in modo ermetico, quindi i diversi alimenti rimangono separati da quelli sottostanti, perci� il vapore e i fluidi di cottura non si mescolano tra loro come avviene nella pentola a vapore normale. Cottura a bagnomaria - La cottura a bagnomaria � un metodo di cottura indiretto, ovvero senza contatto tra l'acqua che bolle e il cibo da cuocere. A differenza del metodo a vapore, per�, gli alimenti non vengono collocati in cestelli forati, ma stanno in una pentola che, a sua volta, viene inserita in una pi� grande all'interno della quale c'� l'acqua in ebollizione. Una tecnica che si pu� fare sia sui fornelli sia nel forno. La cottura a bagnomaria sui fornelli � obbligata quando si preparano composti che devono essere continuamente mescolati, come il cioccolato da fondere, le creme dolci (budini, panna cotta, zabaione) e salate, le salse. In forno, invece, si usa ad esempio per quelle preparazioni in cui l'uovo si deve coagulare. Il bagnomaria � utile anche per recuperare il miele cristallizzato. Per una cottura ottimale esistono appositi pentolini: il polsonetto � uno di questi. I trucchi per una buona cottura a vapore - La prima regola � regolare bene il livello dell'acqua. C'� chi suggerisce uno o due bicchieri o due dita, ma la quantit� giusta dipende dalla quantit� di cibo da cuocere. In generale, va messa acqua pari alla met� del peso degli alimenti: se per esempio si devono cuocere 500 g di verdure, vanno inseriti nella pentola al massimo 250 ml d'acqua. In ogni caso l'acqua non deve mai evaporare del tutto e nemmeno venire a contatto con i cibi. Seconda regola: temperatura o fiamma basse. A prescindere dalla cottura sul gas, elettrica, in forno, la temperatura deve sempre essere moderata, per evitare che l'acqua evapori troppo velocemente. Terza regola, attenzione ai tempi di cottura che variano a seconda del tipo di alimento, del volume e del taglio dei pezzi. Il consiglio � di tagliare gli alimenti in modo uniforme per una cottura omogenea e, nel caso di cestelli a pi� piani, posizionare gli alimenti che richiedono tempistiche pi� lunghe in basso, quelli che cuociono pi� velocemente in alto. Per un tocco da chef si possono aggiungere spezie e aromi nell'acqua che bolle in modo che il profumo si diffonda in modo delicato nel cibo. La salatura avviene sempre a fine cottura. E l'acqua di cottura pu� essere riutilizzata per cuocere altri alimenti, per lavare le stoviglie o innaffiare le piante. Cosa si pu� cucinare a vapore La cottura a vapore si addice a quasi tutti gli alimenti - verdura, pesce, carne bianca, frutta, riso e pasta ripiena - come insegnano gli Asiatici. Con il vapore � possibile cuocere i legumi freschi, piselli, fagiolini, fave, taccole, mentre quelli secchi, anche se reidratati, sono meno indicati a causa della tenacia della loro buccia. Speck, l�oro delle Dolomiti (Italia.it) Lo Speck Alto Adige IGP � uno dei prodotti italiani di eccellenza, nato nelle valli ai piedi delle Dolomiti, appunto in Alto Adige. Si ottiene utilizzando un metodo unico per la conservazione della carne suina che si avvale di una stagionatura all�aria fresca di quel territorio e di una leggera affumicatura. Si tratta di un prosciutto crudo disossato, rifilato, salmistrato a secco, asciugato e stagionato per almeno 22 settimane, prodotto solo da 29 produttori certificati dal Consorzio Tutela Speck Alto Adige. Aroma e sapore inconfondibili per un gusto che non si dimentica. Ma vi siete mai chiesti come si ottiene questa esplosione di bont�? Sapienza artigiana, tradizione e accurata selezione della materia prima sono i punti di partenza della strada verso la specialit� secondo l�antica regola d�oro �poco sale, poco fumo e tanta aria fresca�. Le baffe di speck vengono cosparse di una miscela di sale e spezie come per esempio pepe, ginepro, rosmarino e alloro che ogni produttore dosa secondo una ricetta segretissima e facendo bene attenzione che il prodotto finale non contenga pi� del 5% di sale. Dopo la speziatura, inizia il processo di leggera affumicatura che avviene solo con legno di faggio poco resinoso. Dopo l�affumicatura inizia il periodo della stagionatura di ventidue settimane in cui lo speck perde circa un terzo del suo peso iniziale e acquisisce la sua tipica consistenza. Durante la stagionatura, sullo speck si forma uno strato naturale di muffa aromatica, che viene rimosso alla fine del processo. � un segno delle corrette condizioni ambientali in cui si svolge la stagionatura e dell�ottima qualit� dello speck. Non dovete pensare che tutto questo basti per far nascere l�autentico Speck Alto Adige. Il Consorzio Tutela Speck Alto Adige � molto esigente, e per garantire la massima qualit�, dopo la stagionatura vengono effettuati rigorosi controlli in collaborazione con l�Istituto indipendente IFCQ (Istituto Friulano Controllo Qualit�) che verifica il rispetto di tutti i criteri di qualit� in ogni fase della lavorazione del prosciutto: dalla selezione della carne, fino al prodotto finito. Solo le baffe che rispettano tutti i criteri di qualit� e che superano tutti i controlli vengono marchiate a fuoco ed etichettate con il logo ufficiale �Speck Alto Adige IGP�. Ma come � nata questa squisita specialit�? Due metodi di conservazione della carne: la stagionatura, diffusa nelle aree mediterranee, e l�affumicatura, tipica del nord Europa, si sono fusi qui in Alto Adige, lungo la dorsale alpina, terra di confluenza di due culture, e hanno dato vita ad un prodotto che prima non c�era. La storia dello speck � antica e gi� nel 1200 alcuni documenti riferiscono della sua esistenza e della necessit� di conservare la carne per lunghi periodi. Lo speck era il cibo dei contadini ma con il tempo si � affermato come pietanza principale nelle feste. Ancora oggi � il protagonista sia della tipica merenda altoatesina che come ingrediente di piatti moderni. Tagliato a pezzetti o a fettine sottili, con Schuttelbrot (pane di segale altoatesino croccante) e un bicchiere di vino locale: ecco come gustare lo speck secondo la tradizione. Ma esso si presta a moltissime preparazioni e pu� essere consumato con o senza crosta speziata, affettato a mano o con l�affettatrice, tagliato a dadini o a bastoncini. Lo speck tagliato molto sottile si scioglie meglio in bocca, ma qualsiasi sia il modo in cui sceglierete di tagliarlo, ricordate di eliminare prima la cotenna e tagliare sempre contro fibra. Si conserva bene per alcune settimane in frigorifero tra due piatti fondi. Sorrento, tra natura e gusto (Italia.it) Una fascia di terra che si protende verso Capri e il Mediterraneo, a sud del golfo di Napoli. Un susseguirsi di falesie a strapiombo sul mare e piccole baie amene, affacciate su un blu d'incanto. � questa la costiera sorrentina. Una costa impervia di terrazze digradanti verso il mare dove sono coltivati aranci, viti, ulivi e limoni, dai quali, in primavera, sale un inebriante profumo di fiori e dai cui frutti viene ricavato il famoso limoncello. L'uomo ha subito il fascino di questo luogo fin dall'antichit�: i Greci pensavano che questo mare fosse abitato dalle sirene (secondo le leggende, l�antica Surrentum nacque in un luogo sacro al culto di queste creature). I Romani hanno costruito splendide ville, strade, approdi e vasche termali, di cui ancora si possono ammirare i resti, soprattutto a Sorrento. Abitata anche in epoca medievale, nonostante le incursioni dei Saraceni, nell'Ottocento, assieme alla vicina Costiera Amalfitana, la costiera sorrentina fu una delle mete predilette del Grand Tour. Sant'Agnello con le sue ville da sogno, Meta con la Basilica di Santa Maria del Lauro, Sorrento con i suoi agrumeti e il centro antico, Massa Lubrense, punto estremo della penisola, sono solo alcuni dei paesi che si affacciano su questo lembo di Tirreno. Un piccolo paradiso naturale che offre ancora oggi uno dei panorami pi� intensi della regione, tra una vegetazione lussureggiante e un mare dalle sfumature turchesi. La citt� pi� importante della penisola � Sorrento, nata su una pianura tufacea a strapiombo sul mare. Il centro storico, circondato in parte da mura cinquecentesche, � percorso da strade che mostrano il tracciato dell�antico municipio romano. Da visitare il Sedile Dominova, antica loggia (sec. XV) dei nobili sorrentini, e il Museo Correale. Interessanti anche il Duomo con facciata neogotica, la basilica di Sant�Antonino (sec. XIV) e la chiesa di S. Francesco d'Assisi, con un piccolo chiostro trecentesco. La bellezza del luogo e il clima mite hanno fatto della citt� una delle pi� importanti mete turistiche della regione. Da vedere anche Vico Equense, con le necropoli, l'antico borgo di Equa e la suggestiva chiesa della Santissima Annunziata a picco sul mare. Agli appassionati dello shopping si consiglia di fare un giro nel centro, tra i palazzi del 1700 e i negozi che espongono i bei lavori di legno intarsiato tipici dell�artigianato cittadino. D'obbligo, invece, per gli amanti della natura una visita nelle vicine aree naturali di Baia di Ieranto e di Punta Campanella. Il primo sabato di ogni mese, a Piano di Sorrento si svolge il �Mercatino dei Ricordi�. Un'occasione per fare un tuffo nel passato visitando le bancarelle che espongono oggetti di antiquariato, modernariato, collezionismo e curiosit� del passato. Tra le tradizioni che si tramandano da generazioni in queste terre, vi � l'antica ricetta del limoncello, liquore che deriva dall'infusione di bucce di limone in alcool, e che � d'obbligo assaggiare quando si visita la penisola sorrentina. Divenuto comune in tutta la penisola e prodotto in altre zone italiane ricche di agrumeti, il vero limoncello � tuttavia quello che si ottiene dai limoni di Sorrento e di tutta la penisola sorrentina, con l�aggiunta di Capri. Non si tratta di limoni qualsiasi ma di una variet� che li vede grossi e profumati, coltivati in modo �biologico� senza l'aiuto di concimi. La gradazione del limoncello � di 30-35�C e il colore tra il giallo e il verde pallido, a seconda della maturazione dei limoni. Va servito molto freddo a fine pasto. Da assaggiare anche il provolone del Monaco DOP, la mozzarella di bufala campana DOP e tanti altri prodotti tipici della zona. Il Volo: siamo tutti e tre un po� buoni, brutti e cattivi (di Stefania Zizzari, Tv sorrisi e canzoni n. 45/21) - Per i ragazzi un tour mondiale e un nuovo disco con i grandi successi di Morricone - La prima volta che Gianluca Ginoble, Ignazio Boschetto e Piero Barone hanno incontrato il maestro Ennio Morricone � stato casualmente nei Forum Studios di Roma, gli studi di registrazione dove i ragazzi stavano preparando il loro primo disco. Era il 2010. L'anno successivo Morricone li invit� a esibirsi in Piazza del Popolo con il brano �E pi� ti penso� accompagnati dall'orchestra Roma Sinfonietta, da lui diretta. �Eravamo giovanissimi ed emozionati� ricorda Gianluca �persi la nota d'attacco e il maestro disse: �Ragazzi� non ti preoccupa�, ci penso io!��. Oggi quei tre �ragazzini� sono cresciuti e al maestro, scomparso lo scorso anno, dedicano un tributo con il nuovo straordinario disco �Il Volo sings Morricone�, interpretando le sue pi� famose colonne sonore. Tra queste �The ecstasy of gold�, dal film di Sergio Leone �Il buono, il brutto, il cattivo�, con il testo scritto dal maestro Andrea Morricone, figlio del compositore. Per il video del brano sono state scelte le stesse atmosfere del film, alla cui locandina si � ispirata anche la copertina del disco. - Gianluca, Piero, Ignazio: chi � il buono, chi il brutto e chi il cattivo? Gianluca: �Dipende dai giorni. Siamo tutti e tre un po' buoni, un po' brutti e un po� cattivi (ride)�. - Il disco � un omaggio all'immensa opera del maestro Morricone. Piero: �� stato come scoprire un mondo. Lo sapevate che il maestro ha scritto �Se telefonando� ispirato dalla sirena di un'ambulanza che passava, mentre lui era in fila alla Posta?�. Gianluca: �Ci piacerebbe far conoscere questi capolavori anche ai pi� giovani�. - A marzo partirete per un tour mondiale: cento date tra Stati Uniti, Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Sud America, Europa e Italia. Come vi preparate? Ignazio: �Non vediamo l'ora di partire. Sul repertorio del maestro Morricone ci siamo gi� preparati per l'evento all'Arena di Verona di giugno (in replica su Raiuno il 10 novembre, giorno del compleanno del maestro, ndr) e siamo pronti. Poi ci alleniamo, curiamo l'alimentazione e ci riposiamo molto, perch� saranno mesi di ritmi serrati: si canta, si viaggia, ci si sposta in continuazione, si cambia hotel. � stressante ma � ci� che amiamo fare�. - Cosa portate sempre? Piero: �Lo �smart watch�, cos� posso monitorare gli allenamenti. Io e Ignazio giochiamo a tennis e abbiamo provato a portare la racchetta ma � complicato trovare un campo e il tempo per giocare�. Gianluca: �Un oggetto di una persona cara cos� da averla sempre con me�. Ignazio: �Io pi� che altro porterei la mia fidanzata!�. - Quando siete all'estero cosa vi manca dell'Italia, a parte gli affetti? Gianluca: �Il cibo. Abbiamo un regime alimentare rigoroso per non appesantirci prima di cantare. Ma certo, la pizza di mia madre del sabato sera mi manca!�. Ignazio: �Chiedi un petto di pollo e te lo portano col pesto sopra!�. Piero: �A me piace alzarmi presto al mattino e andare a correre. In Italia in qualsiasi luogo a quell'ora c'� un profumo, una luce particolare, qualcosa di magico. All'estero non � sempre cos�. - Quando partite chi � il primo ad arrivare in aeroporto? Gianluca: �Il pi� puntuale � sempre stato Piero, io e Ignazio siamo migliorati col tempo...�. Piero: �Quello che non ha regole � Ignazio. Stamattina doveva essere pronto alle 9.30 per la conferenza stampa, l'ho chiamato alle 9.25 e... l'ho svegliato!�. Ignazio: �� che io sono rock �n roll (ride)�. - Chi ha il bagaglio pi� grande? Ignazio: �Io sono quello che viaggia pi� leggero. Piero si porta dietro tutto�. Piero: �� vero, io e Gianluca siamo i pi� �precisi�. Ieri sera ho salvato un video su come piegare bene pantaloni e giacche (ride)�. - I momenti liberi nel tour come li impiegate? Gianluca: �Mi piace fare il turista e girare per le citt�. Piero: �Anche a me. Ma la prima cosa � studiare il percorso per la corsa�. Ignazio: �Relax in camera�. - Le prime tre canzoni della vostra playlist? Gianluca: ��Moth a flame� di The Weeknd, �After all� di Elton John e Charlie Puth, �Easy on me� di Adele�. Piero: ��My way� cantata dai Simply Red, �La musica � finita� di Ornella Vanoni, �Sign of the times� di Harry Styles�. Ignazio: �� il momento di �Fiore di maggio� di Fabio Concato�. - Le stranezze dei fan in giro per il mondo? Piero: �Il pubblico giapponese � cos� attento che mentre ti ascolta chiude gli occhi e tu ti chiedi: �Li sto annoiando?� Poi all'improvviso esplodono con gli applausi: non hanno vie di mezzo�. Ignazio: �In Honduras il pubblico urlava cos� forte che non sentivamo le nostre voci in cuffia�. Gianluca: �Una fan a Kiev ha alzato un cartellone che raccontava tutto e ci ha divertito: �I love you more than pizza� (�Vi amo pi� della pizza�, ndr)�. Spazio annunci Sono Debora Anticoli. Vorrei riprendere lo studio della musica, quindi cerco un insegnante anche non professionista che mi possa far lezione, in presenza o a distanza, possibilmente gratuitamente, magari se si trovasse a Roma, sarebbe meglio. Il mio numero di cellulare �: 338.10.37.049. Grazie. Chiusura per ferie Informiamo i nostri gentili lettori che la Biblioteca rimarr� chiusa per le festivit� natalizie e di fine anno nei giorni dal 27 al 31 dicembre 2021 e riaprir� il giorno 3 gennaio 2022. Con l�occasione auguriamo a tutti buone Feste.