Ottobre 2021 n. 10 Anno VI Parliamo di... Periodico mensile di approfondimento culturale Direzione redazione amministrazione e stampa Biblioteca Italiana per i Ciechi �Regina Margherita� Onlus via G. Ferrari, 5/a 20900 Monza Casella postale 285 c.c.p. 853200 tel. 039/28.32.71 fax 039/83.32.64 e-mail: bic@bibciechi.it web: www.bibliotecaciechi.it Registraz. n. 19 del 14-10-2015 Dir. Resp. Pietro Piscitelli Comitato di redazione: Pietro Piscitelli Massimiliano Cattani Luigia Ricciardone Copia in omaggio Rivista realizzata anche grazie al contributo annuale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del MiBACT. Indice La solita Italietta in Afghanistan Il virus trasforma la ricerca sociale Roma caput Italiae Prometeo, eroe dei tre mondi La solita Italietta in Afghanistan (di Massimo Fini, �Il Fatto Quotidiano� del 5-09-2021) Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha elogiato, nel momento del definitivo disimpegno dall�Afghanistan, le nostre Forze Armate. E in effetti siamo riusciti a lasciare Kabul in fretta ma con una certa compostezza. Del resto nel fuggire noi italiani siamo specialisti. Uno dei primi a lasciare Kabul � stato l�ambasciatore Vittorio Sandalli che avrebbe dovuto essere invece uno degli ultimi, seguendo una collaudata tradizione che va dalla fuga scomposta della borghesia delle retrovie nel 1917 quando i fanti-contadini ruppero le righe a Caporetto stufi di farsi ammazzare, a pro di quella stessa borghesia vergognosamente in fuga che a quella guerra li aveva spinti, in nome della tattica omicida dell��attacco frontale� del generale Cadorna, e prosegue con il Re e Badoglio che, con ben forniti bagagli, se la filano da Roma lasciandola in balia dei tedeschi, con Mussolini, che dopo tanta retorica sulla �bella morte�, che aveva convinto tanti giovani fascisti ad andare a morire per Sal�, scappa travestito da soldato tedesco e finisce, pi� recentemente, con Bettino Craxi che condannato a pi� di dieci anni di reclusione si rifugia in Tunisia gettando fango sul nostro Paese di cui pur era stato Presidente del Consiglio e quindi, in definitiva, su se stesso. Sul comportamento delle Forze Armate italiane in Afghanistan c�� qualcosa da dire. Siamo stati fedeli come cani agli americani, ma sleali come servi. Quando nell�autunno del 2003 il primo gruppo di alpini della Taurinense si install� a Khost sostituendo gli americani, i nostri comandi fecero subito un accordo con il comandante talebano del luogo, Pacha Khan: noi avremmo fatto solo finta di controllare il territorio, i Talebani non ci avrebbero attaccato, limitandosi a qualche azione dimostrativa per non insospettire gli alleati anglosassoni. Questi accordi costellano buona parte della nostra presenza militare in Afghanistan, provocando numerosi incidenti con i nostri alleati. Il pi� grave avvenne a Sarobi. Gli italiani avevano stretto il solito accordo di non belligeranza con i Talebani. In quella zona quindi la situazione era stata per molto tempo tranquilla. I francesi sostituirono il contingente italiano che non li avvert� del tacito accordo preso con i Talebani. I soldati francesi si mossero quindi nella convinzione che non ci fossero pericoli e non presero quindi le necessarie precauzioni. Furono attaccati di sorpresa da un commando talebano e subirono la pi� grave perdita che i nostri cugini d�oltralpe hanno avuto in Afghanistan: tredici paracadutisti ci lasciarono la pelle, venti furono feriti gravemente. Il colonello dei marines Tim Grattan sbott�: �Ora tocca agli italiani fare la loro parte. Stringere patti con i comandanti Talebani � perdente. I nemici si combattono e basta�. Questo nostro atteggiamento spiega il numero relativamente basso di perdite che in vent�anni abbiamo subito in Afghanistan: 54 morti. Ma solo 31 in combattimento, 10 per incidenti stradali, due di infarto, uno per malattia e un �addestratore� che si � incidentalmente sparato addosso, altri per annegamento. Gli olandesi, che si sono battuti bene in Afghanistan in una delle zone pi� pericolose, l�Uruzgan, hanno perso 24 uomini, tra cui il figlio del loro comandante, su 1900 effettivi, e quindi proporzionalmente molto pi� di noi. Gli inglesi, che sono forse quelli che si sono battuti meglio, hanno perso circa 450 uomini, gli americani, pur combattendo prevalentemente con l�aviazione, 2300. Non pensi il lettore che io disprezzi i soldati italiani che hanno operato in Afghanistan (molte pi� perplessit� le ho sui loro comandi e sui vari ministri della Difesa cui erano sottoposti). La mia biografia del Mullah Omar � dedicata proprio ad un soldato italiano, il caporalmaggiore degli Alpini Matteo Miotto. Nell�inverno del 2010 Miotto, veneto, orgoglioso delle proprie radici, scriver� questa lettera al Gazzettino di Venezia: �Questi popoli hanno saputo conservare le proprie radici, dopo che i migliori eserciti, le pi� grosse armate hanno marciato sulle loro case, invano. L�essenza del popolo afghano � viva, le loro tradizioni si ripetono immutate, possiamo ritenerle sbagliate, arcaiche, ma da migliaia di anni sono rimaste immutate. Gente che nasce, vive e muore per amore delle proprie radici, della propria terra e di essa si nutre. Allora capisci che questo strano popolo dalle usanze a volte anche stravaganti ha qualcosa da insegnare anche a noi�. Questa lettera la pubblicai solo io sul Gazzettino di Venezia che devo dire, pur essendo un giornale conservatore molto lontano dal mio pensiero, mi ha sempre permesso di scrivere ci� che pensavo e solo ci� che pensavo. Fosse dipeso da me quella lettera l�avrei fatta pubblicare sulla prima pagina dei principali quotidiani italiani. Forse cos� anche i nostri dirigenti politici avrebbero capito quello che il ventiquattrenne Miotto aveva capito. Orgoglioso delle proprie radici e delle proprie tradizioni comprendeva che anche altri popoli, pur tanto diversi da noi, possono avere, ed hanno, gli stessi sentimenti di appartenenza nazionale o etnica. Se i politici occidentali avessero capito quello che aveva capito il soldato Miotto, se avessero rispettato la cultura afghana senza ergersi a �cultura superiore� probabilmente la guerra all�Afghanistan, se depurata dai loschi interessi che ci hanno portato l�, non ci sarebbe mai stata. Dall�intero tono della lettera si capisce che Matteo non era convinto che la guerra cui stava partecipando fosse giusta, che fosse giusto combattere altri ragazzi come lui, diversissimi in tante cose ma con dei valori essenziali condivisi: la difesa delle proprie radici, della propria identit�, della propria dignit�, della propria sovranit� nazionale. Non era convinto, ma da bravo soldato, da veneto orgoglioso e fiero, ha fatto il suo dovere fino all�ultimo. Morir� in combattimento due mesi dopo questa lettera, mentre il ministro della Difesa Ignazio La Russa (perch� abbiamo avuto anche un La Russa come ministro della Difesa) dandosela da D�annunzio per meno abbienti sorvolava in elicottero Herat, dove era concentrato il nostro contingente, sganciando volantini con cui i nostri soldati si pulivano giustamente il culo. Il virus trasforma la ricerca sociale (di Christie Aschwanden, �Le Scienze� n. 636/21) - La pandemia ci sta insegnando lezioni importanti su come la popolazione risponde alle crisi e alla disinformazione, e sta cambiando il modo in cui gli scienziati studiano i problemi di salute pubblica. - Durante i primi mesi della pandemia di COVID-19, Jay Van Bavel, psicologo dell'Universit� di New York, voleva identificare i fattori sociali che meglio predicono l'appoggio dato da un individuo a misure di salute pubblica come il distanziamento o la chiusura dei ristoranti. Aveva una manciata di collaboratori pronti a raccogliere i dati delle interviste ma, dato che la pandemia era in corso dappertutto, si chiese se a quel punto fosse possibile ampliare il progetto. E fu cos� che prov� qualcosa che non aveva mai tentato prima. Ad aprile 2020 ha postato una descrizione dello studio su Twitter, invitando altri ricercatori a unirsi alla sua indagine. �Forse riuscir� a reclutare una decina di persone in pi� e a ottenere qualche altro dato�, ricorda di aver pensato all'epoca. Invece la reazione ottenuta lo ha sconvolto: si sono uniti a lui oltre 200 scienziati da 67 nazioni. Alla fine i ricercatori sono riusciti a raccogliere dati da oltre 46.000 individui. �� stata una collaborazione enorme�, sottolinea lo psicologo. Il gruppo ha mostrato come, nel complesso, le persone che dichiaravano di ritenere importante la propria identit� nazionale avessero una maggiore probabilit� di sostenere le politiche di salute pubblica. Il lavoro � attualmente nella fase di peer review che precede la pubblicazione. Per gli scienziati sociali, la pandemia di COVID-19 ha rappresentato un'opportunit� unica: un esperimento naturale che �travalica tutte le culture e i gruppi socioeconomici�, dice Andreas Olsson, psicologo del Karolinska Institut di Stoccolma. Tutti - continua Olsson - stanno affrontando minacce simili alla propria salute e al proprio sostentamento; �cos� possiamo vedere le diverse reazioni della gente a seconda della cultura, dei gruppi sociali di appartenenza e delle differenze individuali�. I ricercatori, per esempio, hanno potuto confrontare i comportamenti delle persone prima e dopo cambiamenti importanti delle politiche attuate, o studiare con pi� facilit� i flussi di informazione e disinformazione. La portata globale della pandemia ha promosso una collaborazione senza precedenti fra gruppi di tutto il mondo e, grazie a un simile interesse simultaneo, oggi i ricercatori possono testare le loro idee e gli interventi pi� in fretta che in passato. La situazione ha anche costretto molti scienziati sociali ad adattare i propri metodi a un periodo in cui le interviste e gli esperimenti in presenza sono stati pressoch� impossibili. Alcuni si aspettano che le innovazioni scaturite dalla pandemia sopravviveranno alla crisi attuale e magari cambieranno in permanenza il loro campo di studi. Secondo Van Bavel, per esempio, grazie alle tecnologie ormai collaudate � molto pi� facile mettere insieme una squadra di lavoro internazionale: �Ora che abbiamo l'infrastruttura e l'esperienza, riusciremo a farlo per ogni genere di lavoro�. Le spinte sociali Prima di questa imponente collaborazione, Van Bavel si era unito a un gruppo di oltre 40 ricercatori per indagare come la ricerca sui comportamenti umani potesse informare e migliorare le risposte al coronavirus SARS-CoV-2 in un momento in cui le persone erano spaventate, scettiche e sommerse da un diluvio di informazioni. Gli scienziati hanno rintracciato ricerche gi� compiute in questo ambito che fossero suscettibili di influenzare le scelte politiche e hanno identificato i potenziali progetti che vertevano, fra le altre cose, sulla percezione delle minacce, i processi decisionali e la comunicazione scientifica. Molti erano ansiosi di applicare il proprio lavoro per comprendere le risposte del pubblico a pratiche come i lockdown e l'obbligo di indossare mascherine. L'indagine, che ha coinvolto oltre 46.000 persone ed � uscita nel 2020 su �Nature Human Behavior�, ha mostrato che le nazioni in cui gli individui erano pi� favorevoli alle misure preventive tendevano a essere quelle che promuovevano un senso di unit� e coesione pubblica o, per usare le sue parole, la sensazione del fatto che �siamo tutti sulla stessa barca�. Tutto ci� era, per certi versi, controintuitivo. Tra i partecipanti, l'ideologia politica di destra era correlata a una resistenza alle misure di salute pubblica; nel complesso, tuttavia, una forte identit� nazionale era predittiva di un maggiore sostegno a queste misure. Secondo Van Bavel, ci� fa pensare che si potrebbe provare a fare leva sull'identit� nazionale per promuovere queste politiche. Altri lavori hanno evidenziato quanto conti chi � che diffonde il messaggio. Uno studio pubblicato a febbraio su �PLoS One� da un team del Politecnico di Losanna ha intervistato oltre 12.000 persone in sei nazioni (Italia, Spagna, Svizzera, Stati Uniti, Brasile e Corea del Sud) sulla loro disponibilit� a condividere un messaggio che incoraggiasse il distanziamento fisico. Il messaggio poteva essere sostenuto dall'attore Tom Hanks, dalla celebrit� Kim Kardashian, da un importante funzionario governativo del proprio paese o da Anthony Fauci, il direttore dello US National Institute of Allergy and Infectious Diseases di Bethesda, nel Maryland. Gli intervistati di ogni provenienza erano pi� propensi a condividere il messaggio quando proveniva da Fauci (nonostante negli Stati Uniti, dove COVID-19 � stato altamente politicizzato, costui sia diventato per alcuni una figura divisiva). Al confronto, il sostegno dei personaggi famosi era relativamente inefficace. Le ricerche preliminari suggeriscono che anche un messaggio allineato con i valori dei destinatari, o che sottolinei l'approvazione sociale della pratica suggerita, pu� essere pi� influente. Michelle Gelfand, psicologa dell'Universit� del Maryland a College Park, fa parte di un team che sta portando avanti un �torneo di interventi� per identificare i modi migliori per promuovere l'uso delle mascherine tra i conservatori e i liberal statunitensi. I ricercatori stanno testando otto interventi, o �spintarelle� (nudge), che riflettono diversi valori morali e fattori specifici per COVID-19. Lo scopo � capire quali sono pi� efficaci per spingere questi gruppi politici ad aderire alle indicazioni di salute pubblica. Uno dei messaggi enfatizza che indossare le mascherine �ci aiuter� a far ripartire prima l'economia�, un approccio ideato per piacere ai repubblicani, inclini a considerare la pandemia una crisi economica, pi� che sanitaria. Un altro intervento ne sottolinea l'utilit� per evitare di fare male agli altri, un valore che i liberal dichiarano di ritenere importante; il messaggio enfatizza che una mascherina �mantiene al sicuro�. �Li stiamo mettendo uno contro l'altro per vedere quale incentivo funziona meglio�, dice Gelfand. Si tratta di un disegno sperimentale in grado di testare pi� interventi in simultanea, e potrebbe essere impiegato su vasta scala in molte regioni geografiche diverse, un punto di forza reso ancora pi� urgente dalla pandemia. I risultati non sono ancora stati pubblicati. Altri studiosi avevano iniziato a usare un approccio simile per incoraggiare le vaccinazioni anche prima che un vaccino per SARS-CoV-2 fosse disponibile. La Behavior Change For Good Initiative dell'Universit� della Pennsylvania a Filadelfia ha testato incentivi a farsi vaccinare contro l'influenza. Katherine Milkman, ricercatrice comportamentale presso la Wharton School di questa Universit�, ha saggiato insieme ai colleghi una ventina di strategie diverse, che andavano dalle battute scherzose agli appelli diretti. �Ne stiamo vedendo alcune che funzionano�, commenta Milkman. Il team ha scoperto, per esempio, che inviare a una persona un SMS con scritto che una dose di vaccino antinfluenzale era stata messa da parte apposta per lei faceva impennare i tassi di vaccinazione. Le scoperte sono state quasi subito messe a frutto da scienziati che cercavano di incrementare le adesioni al vaccino contro COVID-19. Alcuni ricercatori dell'Universit� della California a Los Angeles (UCLA) hanno provato a replicare la stessa strategia con soggetti assistiti dal sistema sanitario della UCLA a febbraio e a marzo; e hanno scoperto che �si � rivelata abbastanza utile per indurre a farsi vaccinare contro COVID-19�, commenta Milkman. A marzo Milkman ha ricevuto una e-mail da Steve Martin, amministratore delegato dell'agenzia di consulenza specializzata in scienze del comportamento Influence at Work di Harpenden, nel Regno Unito, il quale le scriveva che il suo team aveva applicato le scoperte di Milkman sull'isola di Jersey, nel Canale della Manica. Martin, in collaborazione con Rebecca Sherrington, infermiera con ruolo dirigenziale per il Governo di Jersey, ha sfruttato l'idea che una persona diventi pi� propensa a farsi immunizzare se le si fa avvertire un �senso di propriet� riguardo al vaccino, per esempio dicendole: �questo vaccino � stato messo da parte proprio per te�. Commenta Martin: �Abbiamo avuto serie difficolt� a coinvolgere gli addetti alle cure domiciliari e in particolare le donne pi� giovani, molte delle quali sono scettiche rispetto al vaccino�. Unendo l'approccio di Milkman ad altre idee (come l'importanza dell'identit� di chi invia il messaggio), il programma messo in piedi da Martin per gli addetti alle cure domiciliari dell'isola di Jersey ha raggiunto una copertura del 93 per cento, rispetto all'80 per cento circa ottenuto in altre zone. Tra il dire e il tracciare Tecnologie come la geolocalizzazione stanno aiutando gli scienziati sociali a capire come la gente si comporta davvero, non soltanto ci� che dice di fare. In molti luoghi le risposte della popolazione alla pandemia di COVID-19 sono state nettamente differenziate in base alle divisioni politiche e, poich� oggi moltissime persone possiedono uno smartphone con un tracciatore GPS, i ricercatori possono quantificare il modo in cui gli orientamenti politici si sono tradotti in comportamenti. Van Bavel e colleghi hanno usato i dati di geolocalizzazione raccolti negli Stati Uniti da 15 milioni di smartphone al giorno per osservare le correlazioni tra le scelte di voto e il rispetto delle raccomandazioni di salute pubblica. Tra marzo e maggio 2020, per esempio, gli abitanti di contee che nelle elezioni presidenziali del 2016 avevano votato per il repubblicano Donald Trump hanno rispettato il distanziamento fisico il 14 per cento in meno di chi abitava in aree che avevano votato per la democratica Hillary Clinton. Lo studio, pubblicato nel 2020 su �Nature Human Behavior�, ha inoltre scoperto che c'era una relazione tra il consumo di notizie da mezzi d'informazione conservatori e una minore adesione al distanziamento fisico, e che queste differenze di comportamento legate all'affiliazione politica aumentavano nel tempo. Le possibilit� di ricerca aperte dalla geolocalizzazione vanno �al di l� dei miei sogni�, commenta Walter Quattrociocchi, data scientist presso l'Universit� Ca' Foscari di Venezia. �Abbiamo cos� tanti dati per misurare i processi sociali, adesso�, osserva il ricercatore, aggiungendo che la pandemia ci ha dato modo di mettere a frutto questi dati. Il suo gruppo ha usato i dati di localizzazione di 13 milioni di utenti di Facebook per osservare come le persone si sono spostate in Francia, in Italia e nel Regno Unito nei primi mesi della pandemia. Le tre nazioni mostravano tre schemi di mobilit� diversi, che riflettevano le infrastrutture e la geografia di ciascuna. Nel Regno Unito e in Francia gli spostamenti erano pi� concentrati, rispettivamente, su Londra e Parigi, mentre in Italia erano pi� dispersi tra i centri pi� popolati. Questi risultati, secondo Quattrociocchi, potrebbero aiutare a prevedere la resilienza economica di fronte ad altre catastrofi. Un'altra tendenza accelerata dall'emergenza sanitaria � il fatto che i ricercatori stanno conducendo sempre pi� le indagini via Internet. Uno studio statunitense sulle attivit� quotidiane durante la pandemia - andare al lavoro, visitare i familiari o cenare al ristorante - ha ricevuto in media oltre 6700 risposte al giorno. I risultati, pubblicati nel 2021 su �Science Advances�, mostrano che l'orientamento politico aveva un ruolo molto pi� importante dei tassi locali di diffusione di COVID-19 nell'influenzare comportamenti prudenti. Chi si autodefiniva repubblicano aveva quasi il 28 per cento di probabilit� in pi� di spostarsi molto rispetto a un democratico, e questo divario si � allargato nel periodo dello studio, che � durato da aprile a settembre dello scorso anno. Un'eredit� duratura La pandemia sta chiaramente cambiando i modi in cui i ricercatori studiano il comportamento, in forme che potrebbero sopravvivere a tutti i lockdown. �Penso che i ricercatori continueranno a cercare di condurre studi pi� ampi che in passato, che coinvolgono pi� laboratori, per produrre risultati pi� robusti e applicabili su scala pi� vasta�, dice Van Bavel. I campioni raccolti durante questi progetti sono pi� diversificati di quelli ricavati con approcci pi� tradizionali, continua lo psicologo, e quindi l'impatto di questi studi potrebbe essere molto maggiore. La crisi legata a COVID-19 ha anche reso i ricercatori molto pi� propensi a collaborare e a condividere informazioni, aggiunge Milkman, e anche la velocit� di pubblicazione e impiego pratico dei risultati � aumentata. �Durante le vacanze di Natale ho scritto un articolo su alcuni nostri risultati in una settimana�, dice; di norma un lavoro simile le avrebbe richiesto diversi mesi. Ha sveltito la scrittura del manoscritto perch� sentiva che i risultati erano urgenti e voleva metterli a disposizione di tutti. Secondo Milkman, i vincoli imposti da COVID-19 hanno spinto le scienze sociali in una direzione positiva. �Anche noi dovremmo praticare una big science, come si fa in campi come la fisica e l'astronomia�. Anzich� condurre piccoli esperimenti singoli, continua la ricercatrice, oggi possiamo portare avanti megastudi che uniscono grandi �quipe di scienziati per testare 20 o persino 50 varianti di intervento per volta in altrettanti gruppi di soggetti. L'impossibilit� di fare ricerca riunendo le persone in ambienti chiusi ha costretto gli scienziati a innovare anche il modo in cui reclutano e studiano i partecipanti, aggiunge W�ndi Bruine de Bruin, scienziata comportamentale presso la University of Southern California a Los Angeles. Bruine de Bruin fa parte dello Understanding America Study, che ha intervistato ripetutamente circa 9000 famiglie rappresentative della popolazione statunitense con domande sulla pandemia, come: �Intende vaccinarsi?� e �Quale pensa sia la probabilit� con cui potrebbe infettarsi?�. L'essere costretti a sviluppare procedure per reclutare campioni numerosi e rappresentativi a livello nazionale ha permesso a Bruine de Bruin e colleghi di ampliare il loro raggio d'azione. �Non sei pi� costretta a rimanere a livello locale�, commenta la scienziata, e, dato che i partecipanti non devono recarsi in laboratorio, � pi� facile coinvolgere un campione pi� diversificato. �Credo che tutto questo far� progredire le scienze sociali�, conclude. Gli espedienti tecnici ideati sulla spinta della pandemia potrebbero anche finire per rafforzare la scienza. Alexander Holcombe, psicologo all'Universit� di Sydney in Australia, studia la percezione visiva, che descrive come �un'area della scienza molto settoriale in cui non si conducevano studi on line� prima della pandemia. Le pratiche di distanziamento fisico hanno costretto Holcombe e il suo gruppo a imparare a programmare al computer, per poter portare avanti gli esperimenti on line. Il risultato, commenta lo psicologo, � che oggi il suo team � in grado di reclutare campioni pi� numerosi, e questo � un notevole passo avanti sul piano della metodologia. Brian Nosek, direttore esecutivo del Center for Open Science, un'organizzazione no profit di Charlottesville, in Virginia, considera la pandemia una possibilit� per ripensare alcuni elementi fondamentali del modo di fare scienza: �Ci ha dato un'occasione per dire, �Bene, e questo come dovremmo farlo?��, dove �questo� sta per insegnare, lavorare in laboratorio, progettare gli esperimenti e ideare le collaborazioni. I modi in cui gli studiosi del settore comunicano tra loro e coinvolgono i collaboratori, conclude Nosek, �� cambiato a un livello fondamentale. Non penso che torneremo pi� indietro�. Roma caput Italiae (di Riccardo Michelucci, �Focus Storia� n. 177/21) - Il trasloco di re Vittorio Emanuele II nella Citt� eterna 150 anni fa sanc� la fine dello Sato della Chiesa: un affronto che Pio IX in nessun modo poteva tollerare. Ma la Storia e i Savoia tirarono dritto. - Quando il 2 luglio 1871 re Vittorio Emanuele II fa il suo ingresso trionfale a Roma per insediarsi al Quirinale, � scuro in volto. Si sente in colpa verso papa Pio IX, che dopo la Breccia di Porta Pia ha seminato scomuniche e si atteggia a prigioniero politico all'interno delle mura del Vaticano. A distendere un clima assai teso non � bastata la legge delle guarentigie, approvata dal governo italiano per preparare il trasferimento della capitale a Roma, garantendo la piena indipendenza al Vaticano e un ricco appannaggio al papa. Pio IX ha respinto sdegnato �quei futili privilegi e immunit� che volgarmente sono detti guarentigie�, proclamando che �nessuna conciliazione sar� mai possibile tra la luce e le tenebre, tra la verit� e la menzogna, tra Cristo e Belial� (una figura mitologica demoniaca dell'Antico Testamento). Eppure, nonostante lo sforzo del pontefice di presentare all'opinione pubblica internazionale l'evento come una rapina e un atto di violenza, i principali Paesi europei hanno inviato messaggi ufficiali di giubilo ai Savoia. Dopo avere preso possesso delle stanze del Quirinale il re si affacci� pi� volte dal balcone del palazzo per ricevere il saluto dei suoi sudditi. E il giorno seguente, il 3 luglio, in Campidoglio venne organizzata una grande festa in suo onore. �Fin dal suo arrivo il re venne festeggiato da un folto pubblico, ma nelle altre citt� italiane i festeggiamenti non furono pacifici come a Roma�, racconta lo storico Vittorio Vidotto. �A Firenze una bomba carta venne fatta esplodere davanti al Duomo mentre era in corso la funzione religiosa in presenza dell'arcivescovo. Un'altra bomba carta esplose di fronte alla basilica della Santissima Annunziata. Questi episodi sono il segno dell'ostilit� nei confronti di Pio IX che si manteneva molto alta in settori popolari democratici, repubblicani e anticlericali�. Il 2 luglio di 150 anni fa si concludeva la fase risorgimentale della cosiddetta �questione romana�, un processo lungo e impervio che era iniziato esattamente un decennio prima, nel 1861, pochi giorni dopo la proclamazione del Regno d'Italia, quando Cavour pronunci� in Parlamento lo storico discorso in cui prefigurava una �libera Chiesa in libero Stato�. Per completare l'unit�, l'Italia doveva annettere Roma e Cavour si era rivolto direttamente a papa Pio IX, chiedendogli di rinunciare al potere temporale per ricevere in cambio �quella libert� che avete invano chiesto da tre secoli a tutte le grandi potenze cattoliche�. Subito dopo la Camera proclam� virtualmente Roma capitale del Regno d'Italia. Cavour mor� poche settimane pi� tardi e i governi successivi si limitarono a ridurre i privilegi legislativi di cui godeva il clero e a cercare accordi con l'imperatore dei francesi Napoleone III, contrario a un allargamento italiano ai danni del papa. Le trattative tra la Francia e l'Italia avevano portato prima allo spostamento della capitale da Torino a Firenze (1865) e poi alla Terza guerra d'indipendenza (1866) con l'annessione del Veneto. Ma lo stallo su Roma si sblocc� solo nell'estate del 1870, in seguito al conflitto franco-prussiano e alla decisiva battaglia di Sedan del 2 settembre 1870. La sconfitta francese ridimension� l'influenza di Parigi in Europa, creando il terreno favorevole all'Italia per imbastire un'offensiva contro lo Stato pontificio. Vittorio Emanuele II scrisse al papa per chiedergli la pacifica unione di Roma al regno, ma la risposta di Pio IX fu ancora una volta inflessibile e rese necessaria un'azione di forza. Alle prime luci dell'alba del 20 settembre 1870 le truppe dell'esercito italiano sotto il comando del generale Raffaele Cadorna (padre di quel Cadorna che guider� le armate italiane nella Grande guerra fino a Caporetto) furono schierate attorno alle mura di Roma e, dopo un breve cannoneggiamento a Porta Pia, difesa dagli zuavi pontifici, occuparono la citt�. L'ultimo baluardo era definitivamente crollato. �Pio IX si ritir� protestando contro lo Stato �usurpatore� e da quel momento in poi, fino ai Patti lateranensi siglati da Mussolini nel 1929, gli italiani sarebbero stati costretti a scegliere tra il clero, unico intermediario con la vita eterna, o lo Stato, che deteneva invece le chiavi della vita quotidiana�, ha scritto il grande storico britannico Denis Mack Smith nel suo libro Il Risorgimento italiano (Laterza). Il 2 ottobre 1870 un plebiscito ufficializz� il fatto compiuto, ma un mese dopo il papa, tutt'altro che rassegnato, promulg� un'enciclica che scomunicava il re, il governo e quasi tutto il Parlamento italiano. Il trasferimento definitivo del governo a Roma venne sancito il 3 febbraio 1871, nominando una commissione incaricata di organizzare le operazioni: c'era da trasferire un intero apparato amministrativo e burocratico. Da subito furono scelte le sedi delle massime istituzioni: il Palazzo del Quirinale, gi� residenza del papa, fu destinato a palazzo reale; a Palazzo Madama, sede del ministero delle Finanze pontificio, si insedi� il Senato; a Palazzo Montecitorio, fino ad allora sede dei tribunali, and� invece la Camera dei deputati. Mentre altri edifici vennero costruiti ex novo, come il gigantesco (e costosissimo) Palazzo delle finanze, voluto dal ministro Quintino Sella e ancora oggi sede del ministero dell'Economia. Allo stesso tempo inizi� anche la riorganizzazione del sistema urbanistico e la trasformazione logistica della citt� per accogliere gli organi dell'amministrazione pubblica. �Roma venne sottoposta a un vero e proprio processo di secolarizzazione urbana che sar� esteso a tutto il Lazio. Dal 1871 al 1875, circa cinquanta conventi vennero espropriati, interi isolati cambiarono di mano cancellando presenze religiose pi� che secolari�, prosegue Vidotto. Papa Pio IX non accett� mai quel destino e pur di riottenere il potere temporale non esit� a rivolgersi al luterano Bismarck, che gli propose di trasferire la sede del papato a Berlino. Pio IX morir� alcuni anni pi� tardi, nel 1878, vantando un pontificato trentennale che � tuttora il pi� lungo della storia della Chiesa cattolica (dopo quello di san Pietro). E fino all'ultimo respiro dichiarer� di essere prigioniero dello Stato italiano. �Pio IX si schier� contro il Risorgimento, contro il liberalismo, contro la libert� di culto e contro gli ebrei�, conclude Vidotto. �C'� da chiedersi quanto abbia giovato alla Chiesa la sua mancanza di realismo politico�. Un secolo dopo l'unit� d'Italia, papa Giovanni XXIII riconobbe infine che per la Chiesa fu una grande fortuna aver perso Roma, affermando che il Risorgimento doveva essere considerato �un disegno della Provvidenza� e �un motivo di esultanza�, sia per la Chiesa cattolica, sia per lo Stato italiano. La citt� si ripopola Nel momento in cui divenne capitale del Regno d�Italia, Roma era per due terzi disabitata e sprovvista sia di edifici che potessero accogliere adeguatamente i ministeri, sia di persone da impiegare negli apparati dello Stato. L�area del Colosseo rappresentava una specie di confine della parte urbanizzata, oltre la quale c�erano praticamente soltanto orti e vigne. Tuttavia nel breve volgere di due decenni, tra il 1870 e il 1890, Roma ebbe un�espansione assai rapida: vennero costruiti interi quartieri e fu promossa una massiccia immigrazione da ogni parte d�Italia. Dal Nord arriv� personale qualificato per formare la classe dirigente e il ceto impiegatizio, mentre dal Sud giunsero soprattutto gli operai che dovevano costruire case, palazzi e uffici degni di una capitale nuova, eppure antichissima. Quirinale conteso Con il passaggio di Roma all'Italia, tutti gli edifici con funzioni pubbliche divennero parte del demanio dello Stato italiano. Il Palazzo del Quirinale, in cui Pio IX aveva abitato fino alla Breccia di Porta Pia, fu destinato a diventare la reggia dei Savoia. Ovviamente anche sul suo uso sorse una disputa tra il governo italiano e la Santa Sede, tanto che nell'enciclica papale Respicientes ea (il documento pi� duro contro l'usurpazione italiana), Pio IX inser� un'esplicita protesta per la violazione del Quirinale. Il governo per� non si fece intimorire e il 5 novembre 1870 ne decise la confisca. Il generale Alfonso La Marmora, nominato luogotenente del re Vittorio Emanuele II a Roma, fece allontanare le ultime guardie svizzere rimaste e chiese al papa di consegnare le chiavi del Quirinale. Di fronte all'ennesimo rifiuto da parte del pontefice fu costretto a chiamare un fabbro per forzare le serrature. Poi si procedette alla stesura di un inventario di arredi, oggetti e opere d'arte da restituire al Vaticano. Inizialmente, Vittorio Emanuele II non aveva nessuna intenzione di trasferirsi nel palazzo, sia per ragioni di immagine che per superstizione (molte dicerie dipingevano il papa come uno jettatore). Il re fece anche cercare un'altra dimora idonea a diventare il palazzo reale ma non si trov� nulla di adatto. Finalmente si convinse e il 30 dicembre 1870 scese da Firenze (precedente capitale) a Roma per prendere possesso dei locali. Fu un trasferimento simbolico: quello effettivo della corte e delle istituzioni pubbliche si sarebbe realizzato per gradi nel corso del 1871. Prometeo, eroe dei tre mondi (di Giulio Guidorizzi, �Prometeo� n. 154/21) - Figura leggendaria gi� per i classici, ha irretito l'Illuminismo, il Romanticismo e il Novecento comunista. � diventato emblema della conoscenza e soprattutto della ribellione, ma la filologia ci restituisce un personaggio ricco e polisemico. Forse anche con un passato da nascondere. - Simbolo di un'umanit� sofferente ma libera e fiera; simbolo dell'indomito coraggio di un uomo solo che spezza le catene e incita alla ribellione contro la tirannia; simbolo, anche, del progresso che in una minuscola manciata di millenni port� l'umanit� da una vita precaria a diventare padrona di se stessa, da soggetta alla natura a dominatrice della natura attraverso il sapere, per raggiungere mete che sembravano assurde e impossibili, e ora fanno parte della strada che abbiamo gi� percorso. E ancora percorreremo: cos�, almeno, sembra dire Prometeo con la sua fiaccola in mano, come illustra il quadro di Rubens. Questo � il Prometeo che conosciamo dal mito: l'amico dell'umanit�. Non un dio come gli altri che pensa alla sua personale felicit�, ma il Titano che pensa alla nostra. Legato a una rupe del Caucaso, soffre perch� ha donato all'uomo il principio di ogni tecnica, il fuoco, che gli dei volevano conservare per s�. Volevano tenere l'uomo prigioniero dei limiti che la natura impone a tutti gli esseri viventi, ma Prometeo li spezz� e da allora l'umanit� ha iniziato a camminare. Un famoso corale della tragedia, il primo stasimo dell'Antigone di Sofocle, che talvolta � chiamato �inno al progresso� esprime, nel cuore del V secolo a.C., la fiducia nella capacit� dell'umanit� di sottomettere la natura e non di esserne vittima. �Molte sono le cose meravigliose e strane - dice Sofocle - ma nulla � pi� meraviglioso dell'uomo. Passa anche oltre il grigio mare tra venti di tempesta sopra le onde urlanti, anno dopo anno affatica con l'aratro la Terra, sacra, instancabile madre degli dei, rovesciando la zolla con la razza dei cavalli, insidia con reti la gente spensierata degli uccelli, o le fiere o quella che popola gli abissi marini. Doma con l'astuzia gli animali liberi: piega al giogo il crinito cavallo e la forza del toro libero sui monti. Ha appreso la parola, e il pensiero pi� veloce del vento, ha costruito le regole civili e case che lo riparano dalla pioggia e dal gelo, � capace di tutto, corre veloce verso ogni rischio futuro, vince l'assalto di ogni malattia inaspettata. Solo contro la morte non ha rimedio�. L�uomo ha inventato la caccia, l'agricoltura, l'allevamento, la navigazione, la medicina. Soprattutto, ha imparato a parlare e persegue il suo pensiero, la cosa pi� veloce che esista. Ha un solo limite: che prima o poi finisce. Finisce lui personalmente, ma l'umanit�, dopo averlo sepolto, non si ferma, continua a camminare. Poteva ben scriverle con orgoglio, queste parole, un poeta che con i suoi occhi vedeva il Partenone sorgere giorno dopo giorno sull'acropoli, e Fidia scolpire, e svilupparsi attorno a s� le scoperte dei medici, degli storici, dei filosofi. Quella era l'epoca in cui i figli di Prometeo stavano davvero costruendo, in quella parte della terra, un mondo nuovo. Gi�, perch� alcuni miti dicevano che era stato Prometeo a plasmare dall'argilla i primi uomini. Un titano: non un dio. Per i Greci infatti l'uomo non � stato creato da Dio o dagli dei, e quindi non appartiene a loro, ma a se stesso, fragile ed effimero com'�. Questa � la sua condanna, ma anche la sua grandezza: deve rispettare gli dei, ma non deve la vita a un Dio creatore che indica la strada e a cui deve rispondere, un dio che detta la legge. Senza questo principio, non sarebbe esistita la filosofia dei Greci; al pi�, sarebbe stata una teologia. Il narcisismo di chi �pensa-prima� In origine per� questo filantropo era un truffatore: cos� almeno compare nella prima opera che racconta la sua storia, la Teogonia di Esiodo. Veniva dalla stirpe dei Titani, figlio di Giapeto, le divinit� pi� antiche, ma a differenza degli altri Titani, che confidavano solo nella forza, Prometeo (ossia, come dice il suo nome, il �Pensa-prima�) preferiva l'intelligenza e l'uso accorto della sua manualit�. Astuto, poco propenso a battersi, si tenne in disparte dalle lotte tra Titani e d�i olimpici, e quando Zeus li vinse, non fin� in catene come gli altri suoi confratelli. Ma questo �Pensa-prima� aveva un difetto, se pure lo �: presumeva troppo dalla sua intelligenza. Perci�, se volessimo infilare in questo mito un po' di psicoanalisi, dovremmo dire che il complesso di Prometeo � una forma di narcisismo perch� il Titano pensava di essere pi� intelligente di tutti, persino di Zeus dominatore del mondo, e non esitava a sfidarlo. A quel tempo - racconta Esiodo - dei e uomini banchettavano insieme. Ma un giorno Prometeo prese due buoi, li uccise e li ricostru� come fantocci, coprendoli con la loro pelle; in uno aveva infilato la carne, nell'altro grasso e ossa. Poi fece scegliere a Zeus quale preferiva; Zeus abbocc�, o finse di farlo, e prese quello fatto di ossa e grasso. Fu allora che venne fondato il sacrificio, cio� l'atto fondamentale che regola i rapporti tra uomini e dei: la carne del sacrificio, da quel momento, la mangiano gli uomini, mentre gli d�i si accontentano del fumo che svapora dal grasso. Con questo, Prometeo aveva inventato l'atto fondamentale della religione, il sacrificio, e costretto gli dei a ritrarsi nel loro mondo: onorati s�, ma lontani. Zeus, per vendicarsi di essere stato ingannato, sottrasse allora il fuoco agli uomini, ma Prometeo lo rub�, nascondendolo in una canna, e lo riport� sulla terra. A questo punto, Zeus si adir� davvero contro quel manigoldo che continuava a sfidarlo con le sue furbizie e lo incaten� a una rupe del Caucaso, condannandolo a un terribile supplizio. Cos� Prometeo sarebbe rimasto nel mito - un truffatore, perdente nella partita con Zeus - se non fosse stato portato sulla scena da Eschilo, nel Prometeo incatenato. Fu allora che definitivamente l'imbroglione divenne il ribelle, ma un tipo speciale di ribelle: come scriveva Karol Ker�nyi, � lui l'immagine archetipica dell'esistenza umana e la sua storia mostra che il progresso, personale e collettivo, passa attraverso la sofferenza, e mostra anche il mistero della sofferenza che diventa sacrificio. Prometeo non cede davanti alla tirannia, non accetta la prevaricazione, ma la cosa pi� incredibile � che lo fa per difendere i pi� deboli: non sfida Zeus perch� vuole il potere per se stesso, ma rischia tutto per proteggere chi non pu� proteggersi da solo. Zeus lo minaccia, lo inchioda alla rupe e gli fa rodere il fegato da un�aquila; ma durante la notte il fegato ricresce e all'alba l'aquila torna a roderlo. Cos� per centinaia, migliaia di anni: diecimila, si diceva. Intanto per� i suoi protetti, i deboli uomini, hanno avuto il tempo di crescere e diventare forti. Il tempo delle sue catene � anche il tempo in cui l'umanit� progredisce. � stato lui (fa dire Eschilo al suo titano incatenato alla rupe) a dare agli uomini �il pensiero e la coscienza�: prima gli uomini, �indifesi e muti come bambini�, vivevano �come deboli formiche� dentro caverne; ma poi, grazie ai suoi insegnamenti, hanno a poco a poco scoperto il fuoco, le arti, le scienze, la medicina; hanno imparato a distinguere il giorno dalla notte e a sottomettere gli animali, hanno alzato gli occhi verso il cielo e iniziato a calcolare il corso delle stelle. Prometeo ha insegnato loro i numeri e le lettere dell'alfabeto (e cos� gli uomini hanno appreso a scrivere e a calcolare) e infine - antesignano di Freud! - ha spiegato loro come interpretare i sogni. �In breve�, conclude, �tutto ci� che gli uomini conoscono proviene da Prometeo�: non dagli d�i. Troppe cose, forse. Ma questo elenco di invenzioni che Eschilo attribuisce a Prometeo ha un significato preciso: � anch'esso, come il corale di Sofocle, un inno al progresso, in un'epoca - l'et� di Pericle - in cui stavano nascendo saperi nuovi e l'uomo poteva essere fiero di se stesso e della sua intelligenza. Il Prometeo di Eschilo non finisce qui: anzi, la parte pi� emozionante viene alla fine. Compare Ermes, portando gli ordini di Zeus: che parli, che riveli i suoi segreti, dato che si � lasciato sfuggire che un giorno arriver� qualcun altro a spodestare Zeus. Ora il tiranno ha paura e manda il suo galoppino per farlo parlare. Con un brivido lungo la schiena, leggendo le parole in cui Ermes insulta e minaccia Prometeo incatenato, pensiamo a quante infinite volte si � ripetuta questa scena infame: un prigioniero inerme davanti al suo aguzzino, che lo tormenta per farlo confessare rendendolo complice di un potere che si nutre di violenza. Ma Prometeo si rifiuta di scendere a patti con il tiranno; tu sei un servo, dice a Ermes e si prepara a soffrire, non senza aver denunciato l'indegnit� di ci� che sta subendo: �Ci� che soffro � contro la giustizia�. Poi, tra tuoni e fulmini, Prometeo precipita nell'abisso, dove continuer� a vivere tra i tormenti. Cos� finisce la tragedia, la prima (e l'unica giunta a noi) di una trilogia che terminava con la riconciliazione tra Zeus e Prometeo. Prometeo un giorno fu sciolto dalle catene, e Prometeo liberato era il titolo dell'ultima tragedia della trilogia su Prometeo, che non ci � pervenuta. Pass� molto tempo. L'aquila planava ogni giorno, scendeva sul titano incatenato e gli rodeva il fegato. Eracle e la liberazione Quando gli Argonauti arrivarono nel mar Nero diretti alla conquista del vello d'oro - racconta il poeta Apollonio Rodio - mentre navigavano sentirono, portato dal vento, un urlo gigantesco, straziante, che conteneva tutta la sofferenza del mondo: era il grido di Prometeo mentre l'aquila gli stava divorando le carni. Dal suo sangue, si diceva, crebbe un fiore tra le rocce, e Medea lo colse e lo us� per i suoi incantesimi. Poi, il Titano fu liberato; Zeus aveva deciso di averlo punito abbastanza, e del resto ormai i fuochi ardevano ovunque, si costruivano oggetti, templi, statue. Cos� consent� al pi� grande degli eroi, Eracle, di uccidere l'aquila. Eracle raggiunse il Caucaso, si appost� dietro una roccia e quando l'aquila comparve e si pos� sul corpo di Prometeo richiudendo le ali, la uccise con un solo colpo del suo infallibile arco. Ma vi fu una complicata contrattazione: bisognava che qualcuno offrisse la vita al posto suo perch� Zeus non poteva permettersi clemenza senza compenso; in quell'epoca il centauro Chirone (altro benefattore dell'umanit�) stava soffrendo orribilmente perch� una freccia avvelenata di Eracle lo aveva punto su un piede: cos� scambi� il suo destino con Prometeo, scese nell'Ade e Prometeo fu liberato. Tuttavia, cos� com'�, senza �lieto fine�, il messaggio che il Prometeo di Eschilo trasmette risulta anche pi� potente: ce n'era abbastanza perch� gli Illuministi, come Wieland e Goethe, e i Romantici, come Byron e soprattutto Shelley, vedessero in Prometeo il ribelle per eccellenza, l'uomo libero che non china la testa davanti al tiranno, il precursore della dichiarazione dei diritti umani. L'omonima ode di Goethe � un'invettiva contro Zeus e contro gli d�i; a partire dalla fine del XIX secolo Prometeo finir� per diventare una figura dell'iconografia comunista, l'immagine del proletariato che spezza le sue catene. Prometeo, tra l'altro, era anche il titolo della rivista del Partito Comunista Internazionalista. Prometeo l'astuto � ormai diventato Prometeo l'indomito, il paladino della libert�. Coraggio e astuzia possono andare d'accordo? L'astuzia molto spesso non � che l'altra faccia del coraggio: non quello di Ettore che s'immola in battaglia, ma quello di Ulisse, che finge di chinare la testa davanti a mostri e prepotenti per sopravvivere e infine trionfare. La traccia delle catene rimase impressa sulla rupe del Caucaso, ma le catene erano spezzate. L'umanit�, buoni e malvagi insieme, era andata avanti: e tutto per una scintilla di fuoco che un giorno un imbroglione aveva rubato dal cielo. Gli ultimi versi del Prometheus Unbound (liberato, appunto) di Shelley sono un vero e proprio manifesto libertario, che suona come uno squillo di tromba: �Perdonare torti pi� cupi della morte o della notte; sfidare il Potere, che sembra onnipotente; amare e sopportare; [...] non cambiare, n� vacillare, n� pentirsi; questo, come la tua gloria, o Titano, � essere buoni, grandi e lieti, liberi e belli; questo solo � Vita, Gioia, Impero e Vittoria�.