Marzo 2022 n. 3 Anno LII MINIMONDO Periodico mensile per i giovani Direzione redazione amministrazione e stampa Biblioteca Italiana per i Ciechi �Regina Margherita� Onlus via G. Ferrari, 5/a 20900 Monza Casella postale 285 c.c.p. 853200 tel. 039/28.32.71 fax 039/83.32.64 e-mail: bic@bibciechi.it web: www.bibliotecaciechi.it Registrazione 25-11-1971 n. 202 Dir. Resp. Pietro Piscitelli Comitato di redazione: Pietro Piscitelli Massimiliano Cattani Luigia Ricciardone Copia in omaggio Rivista realizzata anche grazie al contributo annuale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Cultura. Indice Con le mani in pasta Che effetto hanno su di noi le giornate lunghe e quelle corte La formula perfetta per una serie Tv Guarda che pinsa Treviso: grazia discreta Chi sono Mahmood e Blanco, vincitori del festival di Sanremo Giro d�Italia 2022, da Budapest a Verona Con le mani in pasta (di Riccardo Michelucci, �Focus Storia� n. 184/22) - 17 febbraio 1992: con l�arresto di Mario Chiesa scoppia Tangentopoli. E l�Italia non sar� pi� la stessa - Nel 1992, un operaio guadagnava mediamente un milione di lire. Una tazzina di caff� costava 700 lire, un litro di benzina 1.500, un grammo d'oro 13.800. Una tangente: 7 milioni. Tanto pag� Luca Magni, piccolo imprenditore che aveva partecipato all'appalto per le pulizie lanciato dalla casa di cura Pio Albergo Trivulzio, nota a Milano come �Baggina�. A incassare, Mario Chiesa, messo al vertice dell'istituto dal Psi, vale a dire dal partito che in quel momento esprimeva l'uomo pi� potente d'Italia: Bettino Craxi. Quando Magni si rivolse ai carabinieri perch� non in grado di pagare la seconda tranche dello stesso importo (il �consueto� 10% dell'appalto di 140 milioni), si scoperchi� una pentola il cui contenuto avrebbe travolto la Prima Repubblica. Quella tangente era solo la punta di un enorme iceberg che prese - non a caso - il nome giornalistico di Tangentopoli. Quando sar� tutto chiarito si scoprir�, fra le altre cose, che in una riunione del dicembre 1991 �gli elemosinieri�, come venivano chiamati dalla stampa i segretari amministrativi dei partiti, avevano stabilito le percentuali spettanti a ognuno: 25% alla Dc, 25 al Psi, 25 ai ministri in carica dei partiti minori, 25 al Pci-Pds (non in contanti, ma come commesse per le cooperative). Una sorta di �manuale Cencelli� (la spartizione di incarichi basata su interessi politici anzich� sul merito) anche per le tangenti, insomma. Mario Chiesa sapeva tutto, ma teneva duro. Non parlava. Non disse una sola parola neppure quando il pubblico ministero Antonio Di Pietro gli pizzic� dei soldi in Svizzera, frutto di una tangente di noti marchi di acque minerali. �L'acqua minerale � finita� sibil� Di Pietro al difensore di Mario Chiesa, senza che quello muovesse un muscolo del viso. Poi per� Craxi scaric� Chiesa, definendolo tra l'altro �un mariuolo�. E allora fu davvero l'inizio della fine. �Io mariuolo?�: l'urlo dell'ex presidente del Pio Albergo Trivulzio echeggi� per tutta la Procura. Poi, tornato tranquillo, Chiesa si sedette e, pacatamente, annunci� di voler fare una dichiarazione spontanea. E parl�, parl�. Per sette giorni, riempiendo centinaia di pagine di verbale. Quando fin�, iniziarono gli arresti. Nel suo lungo e articolato discorso alla Camera del 3 luglio 1992, Craxi sostenne - senza essere smentito da nessuno - che tutti sapevano e tutti godevano di un malcostume inaugurato fin dall'immediato dopoguerra e poi diventato sistema. A riprova dell'intreccio politica-affari databile fin dai tempi della ricostruzione, basta ricordare la �scandalosa� frase di Enrico Mattei, il padre padrone dell'Eni eliminato nel 1962 con un omicidio mascherato da incidente aereo (e sul quale, dal punto di vista giudiziario, non � stata ancora detta l'ultima parola): �I partiti? Ma io i partiti li prendo come i taxi. Li chiamo, ci salgo sopra, poi pago la corsa e scendo quando sono arrivato�. Trent'anni fa, Tangentopoli fece venire a galla quella collaudata rete di corruzione che coinvolgeva tutto il sistema politico. Sotto la guida del procuratore capo di Milano Francesco Saverio Borrelli, i sostituti Di Pietro, D'Ambrosio, Boccassini, Davigo, Spataro, Greco, Colombo e Parenti gestirono l'inchiesta poi chiamata Mani pulite, che tocc� tutti i vertici della politica italiana. Oltre al segretario del Psi, Bettino Craxi, altri nomi eccellenti del partito finirono nella rete del pool della Procura di Milano. A cominciare dal ministro della Giustizia, Claudio Martelli, passando per l'ex sindaco di Milano Carlo Tognoli e il sindaco in carica Paolo Pillitteri (cognato di Craxi). Fu travolta anche la Democrazia cristiana, con il suo segretario amministrativo, Severino Citaristi. Poi tocc� a Giorgio La Malfa, segretario del Pri, a Renato Altissimo del Pli, a Primo Greganti, il cosiddetto �Compagno G� del Pci. Oltre che a Umberto Bossi, segretario della Lega Nord, che ammise i contributi ricevuti dalla Montedison. Provvedimenti giudiziari di diversa natura raggiunsero big del mondo della finanza. Ma a fare scalpore furono soprattutto le rivelazioni di Sergio Cusani, braccio destro dell'imprenditore Raul Gardini (poi suicida), che svel� quella che passer� alla Storia come �la madre di tutte le tangenti�: 150 miliardi di lire versati da Enimont a tutti i partiti. Il bubbone della corruzione affaristica-politica travolse alla fine degli anni Novanta persino la Germania. Helmut Kohl, il cancelliere artefice della riunificazione tedesca, fu costretto a dare le dimissioni. A differenza di quanto accaduto ai partiti governativi italiani, per�, la Cdu (il partito di Kohl) non solo non venne azzerata, ma � rimasta al vertice della politica nazionale, come dimostra il lungo �regno� di Angela Merkel. Ci� significa che, forse, Tangentopoli non fu la causa, ma l'effetto della caduta della Prima Repubblica. Se gli scandali succedutisi dalla nascita della Repubblica non minarono alle fondamenta il sistema economico-politico italiano (si pensi allo scandalo Lockheed negli anni Settanta, allo Ior e al Banco Ambrosiano e alle morti di Roberto Calvi e Michele Sindona...) vuol dire che nel 1992 accadde qualcosa di inedito. L'inedito era l'affacciarsi dell'antipolitica, ovvero di un �antisistema partitico� che avrebbe preso sempre pi� spazio. E che si aggiungeva alla fine del mondo bipolare nato dopo il 1945. Mentre il sistema andava in tilt, la mafia organizzava un attacco frontale allo Stato, che aveva nei giudici il bersaglio finale. Gli eventi pi� drammatici: gli attentati mortali a Falcone e Borsellino, in quello stesso 1992. Erano i giudici a rappresentare l'idea di Stato nel momento in cui Tangentopoli si concludeva con un bilancio da capogiro: 4.525 persone arrestate, 25.400 avvisi di garanzia, 1.100 tra parlamentari e politici arrestati o inquisiti. La politica, dopo questo attacco concentrico, ne usc� delegittimata. Tanto pi� che sulla bilancia di quegli anni va messa anche la caduta del Muro di Berlino, nel 1989, e il pi� o meno contemporaneo crollo dell'Urss e dei regimi comunisti. Uno shock anche per l'Italia, che aveva il partito comunista pi� importante di tutto l'Occidente. Le dinamiche, i rapporti, gli equilibri costruiti durante la Guerra fredda, dal 1989 non avevano pi� ragion d'essere, e i partiti che avevano guidato l'Italia per quattro decenni perdevano la contrapposizione ideologica che li aveva sostenuti. Tangentopoli diede la spallata finale, azzerando l'intera classe politica. Da quel momento in avanti sarebbero emersi e si sarebbero affermati cesarismi di vario genere: il protagonismo personale sostenuto da un nuovo linguaggio, una nuova comunicazione. Il resto � attualit�. Che effetto hanno su di noi le giornate lunghe e quelle corte (di Agnese Codignola, �Focus� n. 351/22) - L�organismo ha un suo orologio interno che ne regola il funzionamento. Ecco che cosa succede quando i cambi di orario lo alterano - Alla fine l'ha avuta vinta, almeno nei Paesi del Sud Europa. L'ora legale, che teoricamente potrebbe essere abolita, � ancora attiva, e la abbiamo abbandonata un paio di mesi fa con la promessa di tornare, come del resto � accaduto negli ultimi 54 anni, alla fine di marzo. Entro qualche mese, per�, sar� necessario prendere una posizione definitiva: lo chiede l'Europa, e per questo tutti i Paesi stanno valutando come procedere. L'orientamento, per ora, vede i Paesi del Nord propensi ad abolirla, quelli del Sud a tenerla, in base a valutazioni di tipo economico e alle ore di luce effettivamente presenti alle diverse latitudini. Quanto ai riflessi sulla salute, si tratta di un argomento che rientra solo in parte nelle stime, ed � un errore, perch� le conseguenze dello spostamento di orario sulla salute si traducono, a loro volta, almeno per una parte di cittadini, in costi che raggiungono addirittura l'1% del prodotto interno lordo, secondo uno studio di pochi anni fa. Muovere la lancetta di un'ora sembrerebbe associato, oltrech� a un incremento di ansia, depressione e disturbi del sonno, a un aumento di alcune malattie, come gli infarti e gli ictus, e dei suicidi. Inoltre alcuni studi rilevano un maggior numero di incidenti stradali, e perfino mancati appuntamenti per visite mediche che possono provocare maggiori incidenze di alcune malattie, e cos� via. Oggi si sa molto di ci� che accade al corpo umano in relazione alla luce, ma moltissimo resta da capire. �Gli studi sui ritmi circadiani sono iniziati molti anni fa e hanno portato, nel 2017, a un premio Nobel condiviso tra Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young, artefici di alcune delle pi� importanti scoperte sulla genetica e la biologia molecolare di questi fenomeni�, racconta Roberto Manfredini, ordinario di medicina interna, responsabile dell'Unit� di Clinica Medica dell'Ospedale Sant'Anna di Ferrara, tra i massimi esperti di cronobiologia italiani, e autore del libro Un tempo per ogni cosa. Vivere in sintonia con il proprio orologio biologico (Piemme, 2019). �Da quel momento, il complicatissimo network di geni e reazioni che stabilisce quando, per l'organismo umano, � giorno, e quando � notte, e come comportarsi di conseguenza, � stato ed � oggetto di indagini sempre pi� approfondite, che hanno portato a esiti sorprendenti, perch� ogni essere vivente, anche i pi� primitivi e unicellulari, e quindi non solo l'uomo, ha qualche forma di ritmo circadiano, in armonia con la rotazione terrestre�. Questa presenza dei ritmi tra tutti i viventi, sia pure con manifestazioni diverse, � fondamentale perch�, come chiarisce l'esperto, se esiste un ritmo regolare, esso prevede minimi e massimi che, una volta noti, possono anche essere previsti, anticipati. E se qualcosa � prevedibile, in biologia, � anche possibile intervenire, quando � il caso. �Si pensi, per esempio, a quanto � cambiata l'organizzazione del lavoro negli ultimi decenni. Nell'ambito aeronautico, per esempio, fino a pochi anni fa, i turni degli equipaggi erano regolati in base ai fusi attraversati e alla direzione seguita, per lasciare tempo all'organismo di recuperare. Poi, con l'avvento delle compagnie low cost e della deregulation che ne � seguita, l'attenzione a questi aspetti � andata scemando, con pesanti ripercussioni sulla salute degli equipaggi e gravi rischi per la sicurezza dei passeggeri, perch� un comandante stanco, in caso di emergenza, pu� prendere decisioni sbagliate�, aggiunge Manfredini. Qualcosa di simile accade anche per gli operatori di call center sempre attivi, per gli addetti dei supermercati aperti 24 ore su 24, per quelli alla sicurezza e cos� via, troppo spesso non tutelati. �Lo stesso � avvenuto, per fortuna in senso opposto, con i turni del personale sanitario. Fino a qualche anno fa, infatti, erano in genere molto lunghi e non rispettavano la necessit� di recuperare, mentre oggi sono sempre progettati in modo da permettere a medici e infermieri di risentire il meno possibile delle notti di servizio�, prosegue l'esperto. Il mancato rispetto dei ritmi biologici per motivi di lavoro, in alcuni ambiti, � dunque spesso una scelta dettata da motivi economici e organizzativi, che prescindono dalla salute dei lavoratori che, al contrario, sarebbe facile tutelare. Ci sono infatti calcoli specifici, semplici e ben noti, che chiunque potrebbe applicare: per ogni ora di fuso orario, il corpo umano resta sfasato in media di 1,5 ore se va verso ovest, e di poco meno di un'ora se va verso est (la differenza si deve al fatto che il benessere � assicurato da una giornata non divisa esattamente a met�, ma da una in cui le ore di luce siano pi� prolungate di quelle di buio). Per chi non viaggia, la strategia migliore � quindi quella di recuperare subito dopo la notte in piedi, alternando cicli corti di sonno e non dando cos� al corpo il tempo per adattarsi a una situazione che dovrebbe poi essere nuovamente ribaltata pochissimo tempo dopo. Lo scopo, in generale, dovrebbe sempre essere limitare al massimo gli sfasamenti, anche quello minimo dell'ora legale, perch� le conseguenze per la salute ci sono. �Per esempio sono ben note e ormai codificate le forme di depressione stagionale o Sad (da Seasonal Affettive Disorder), tipiche dei Paesi dove l'inverno comporta lunghi mesi di buio e quelle, pi� lievi, associate ai mesi invernali anche nei Paesi pi� soleggiati come il nostro, le cosiddette winter blues�, chiarisce Manfredini. �La buona notizia � che, proprio perch� � migliorata la conoscenza, ci sono anche molte soluzioni facilmente applicabili, per contrastare gli effetti di questi sfasamenti. Il primo consiglio � quello di esporsi alla luce naturale ogni mattino, magari durante una passeggiata all'aria aperta, per fare anche movimento�. La luce naturale ha tutte le radiazioni dello spettro, a differenza di quelle artificiali, e i suoi benefici sulla salute sono molto superiori di quanto si potrebbe pensare. Poi, verso sera, bisogna invece prevenire le alterazioni. �L'esposizione alla luce blu inibisce la formazione di melatonina, e per questo bisognerebbe evitare di restare davanti ai device almeno per un paio d'ore prima di coricarsi. Tuttavia, se la luce blu viene applicata nel tardo pomeriggio, pu� armonizzare il ritmo. Illuminazioni di questo tipo sono allo studio con ottimi risultati in alcune residenze per anziani malati di demenza, per i quali spesso non esiste pi� distinzione tra giorno e notte�, dice ancora l'esperto. Ma le soluzioni allo studio sono in realt� per tutti, non solo per gli anziani: le abitazioni del futuro, e in piccola parte quelle attuali (le pi� moderne e, per ora, costose), con ogni probabilit� avranno luci molto diverse da quelle a cui siamo abituati. Manfredini, che lavora anche con Stefano Capolongo, ordinario di Hospital Design e Urban Health del Dipartimento ABC (architettura e ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito) del Politecnico di Milano, spiega come sar� la casa di domani: �La domotica e, insieme, i Led, che possono emettere raggi luminosi praticamente di tutto lo spettro con bassi consumi energetici, permetteranno di avere luci che seguono l'andamento di quella naturale e vi si adattano, per consentire a chi risiede nell'ambiente chiuso di rispettare il ritmo circadiano. Questo aiuto sar� sempre pi� decisivo per il benessere, perch�, all'esterno, soprattutto nelle grandi citt�, l'inquinamento luminoso rende il rispetto dei ritmi naturali sempre pi� difficile. Tra l'altro, sarebbe auspicabile che anche l'illuminazione esterna seguisse lo stesso principio, e rispettasse soprattutto il necessario buio delle ore notturne�. In un mondo che non dorme pi�, esistono quindi aiuti che possono riconciliare con un ritmo che dovrebbe essere rispettato, perch� strettamente connesso con la salute. Siamo figli delle stelle, e sarebbe opportuno ricordarlo pi� spesso. La formula perfetta per una serie Tv (di Elisa Venco, �Focus� n. 351/22) - Per il successo di un prodotto televisivo ci sono �ingredienti� ricorrenti ma anche variabili imprevedibili. Ecco alcuni esempi per capire meglio - �Squid Game ha raggiunto 111 milioni di fan, rendendolo il nostro pi� grande lancio di sempre!�. Cos� Netflix ha celebrato via tweet il successo della serie coreana, ottenuto in soli 17 giorni. E dire che, perch� qualcuno accettasse di produrre la storia di 456 squattrinati che rischiano la vita per denaro, lo sceneggiatore Hwang Dong-hyuk ha dovuto attendere ben 12 anni. � la dimostrazione che intuire a priori se una serie tv funzioner� � impossibile. N� un cospicuo dispendio di mezzi n� il ricorso a grandi talenti spiegano perch� una serie trionfi e l'altra fallisca. Infatti, per un successo come quello di Squid Game, un prodotto �economico� (circa 2,4 milioni di dollari a puntata contro i 10 di The Crown e gli 8 di Stranger Things), si contano molti flop di serie extralusso, come Vynil, firmata da Mick Jagger e Martin Scorsese. Azzeccare il prodotto giusto, insomma, � un rebus: un'analisi delle serie in onda dal 2002 al 2012 sulla tv americana ha mostrato che il 70% dei titoli non � andato oltre la prima stagione, e l'11% si � fermato alla seconda. In pi�, perfino quando una formula ha successo, non � sufficiente replicarla: un mese dopo il successo di Stranger Things, Netflix ha distribuito un'altra serie per il pubblico giovane, The Get Down. Ma questo dramma hip-hop, costato 250 milioni di dollari, ha ottenuto ascolti minimi. Non funziona neanche riprendere ci� che � andato bene in passato: al contrario, se un tempo potevano funzionare le serie con episodi autonomi (pensiamo alle puntate di Alfred Hitchcock Presents, tutte introdotte dal regista, o a Colombo), sin dagli anni '80, con Hill street giorno e notte, � prevalso un modello detto multistrand in cui �esiste una continuit� narrativa di episodio in episodio� e �una coralit� della trama�, illustra il semiologo Andrea Bernardelli, autore con Giorgio Grignaffini di Che cos'� una serie televisiva (ed. Carocci). E questo assai prima che lo streaming permettesse di vedere un'intera stagione in un pomeriggio. Un'evoluzione si � registrata anche a livello tematico: se nel 1985 una serie di interviste ai dirigenti delle tv Usa, confluita nello studio Inside Prime Time di Todd Gitlin, dimostrava come a guidare le scelte su cosa produrre fossero �convinzioni soggettive, pregiudizi e il tentativo di evitare aspetti controversi della societ�, spiega Gianluigi Rossini, autore di Le serie tv (ed. Il Mulino), dagli anni '90 ci siamo abituati a serie che accennano a omosessualit� o problemi alimentari, e che mescolano generi diversi, come X-Files, dove si intrecciano science fiction, thriller e poliziesco. E cos� oggi apprezziamo la cosiddetta complex tv: quindi trame sempre pi� complesse, dilemmi etici che non si concludono con la morale finale di puntata, realizzazione a livello cinematografico, generi mescolati e protagonisti che non sono pi� i semplici duri e puri. Al contrario: al centro della narrazione ora troviamo eroi �sporchi� come Dr. House, Walter White, Dexter Morgan, il professore de La Casa di Carta: dei buoni imperfetti, con tratti da �cattivi�. E come contraltare, gli antagonisti a loro volta sono cattivi con squarci di umanit�, come Ben Linus di Lost o il primo Genny Savastano di Gomorra. �Tony Soprano � l'esempio pi� calzante di questa figura�, spiega Bernardelli in Cattivi seriali (ed. Carocci): �Resta sempre un boss mafioso, cio� un villain, ma anche un padre di famiglia che ricorre all'aiuto di una psicoterapeuta�. E sta qui uno dei segreti per affascinarci delle serie di oggi: la rivelazione progressiva della psicologia di un personaggio, spesso tramite episodi del suo passato, ci consente �non di identificarci con lui, ma di provare empatia�, distingue Miranda Pisione, sceneggiatrice e autrice di L'Eroe Tematico, ovvero come scrivere grandi personaggi (Dino Audino editore). La differenza � notevole: infatti, anche se non possiamo immedesimarci in un mafioso o nella perfida Cersei Lannister de Il trono di spade, in quanto umani conosciamo il dolore e la paura e condividiamo emotivamente i loro drammi sia nel percorso di crescita, sia in quello di caduta. Sono percorsi che conosciamo da sempre perch� racchiusi nei grandi miti, le storie archetipiche che segnano il passaggio di un eroe attraverso i vari stadi della vita. Secondo alcune teorie, in tutte le narrazioni che ci conquistano, siano esse serie tv, film o romanzi, in realt� ricorre un numero limitato di strutture di base. �Un mostro pericoloso minaccia una comunit�. Qualcuno decide di ucciderlo e riportare la felicit� collettiva� � la vicenda de Lo squalo, di Beowulf, di Godzilla ed, estendendo il concetto di mostro, di CSI e James Bond. �Un gruppo di estranei sottomette una comunit�: uno di loro, mandato come emissario si innamora di un nemico e inizia a sospettare di chi lo comanda� � Avatar ma anche Pocahontas. La ricerca di una struttura narrativa universale non � nuova. A cominciare dai critici �formalisti� russi del primo '900, molti hanno cercato di capire come funzionano le storie, raggruppandole in un numero variabile di schemi: 36 per il drammaturgo Georges Polti, 20 per lo sceneggiatore Ronald Tobias, 7 per lo scrittore Christopher Booker, tra cui la traiettoria ascendente �dalle stelle alle stalle� o la caduta tragica sul modello di Icaro. Nel 1949 il mitologo Joseph Campbell, che ispir� George Lucas per la saga di Guerre Stellari, sostenne che tutte le storie, dall'antichit� a oggi, sono riconducibili a un'unica struttura narrativa di base: il viaggio dell'eroe. Sarebbe questo l'archetipo, il modello originario di storia che, per lo psicologo Gustav Jung, tutti �conosciamo� dalla nascita. Uno schema articolato dallo scrittore Christopher Vogler in 12 tappe, in cui il protagonista: 1) riceve un appello (che inizialmente rifiuta) a compiere una missione altrove; 2) parte e supera una serie di prove, ricevendo in premio un dono; 3) torna nel suo mondo portando con s� il dono, e/o essendo cambiato nel profondo. Ora pensate all'inizio di Squid Game: Seong Gi-hun, sommerso dai debiti, viene invitato a partecipare a un gioco con un premio enorme in un luogo misterioso. Vi ricorda qualcosa? Se la storia � unica, variano i protagonisti, moltiplicando le possibilit� di sviluppo (e quindi i rischi di flop): ognuno di essi, infatti, al viaggio � mosso da un desiderio peculiare, ma anche ostacolato da una specifica paura, che nel corso delle puntate viene illustrata per arricchirne la personalit�. �Il problema � che l'archetipo dell'eroe � potente, universale, subito riconoscibile dallo spettatore, ma � rigido�, riassume Pisione. �Invece oggi un personaggio risulta interessante e longevo se viene umanizzato, in modo da rendere credibili anche movimenti psicologici opposti al suo atteggiamento tipico�. Ecco allora che Tony Soprano � un �guerriero� del crimine, ma � preda di attacchi di panico. Pi� che vedere come un personaggio ottiene il suo obiettivo, al pubblico interessa scoprire come, per farlo, superi le sue paure. �Ed � questo sforzo che rende gradevole un personaggio che in realt� non lo �: il pubblico ne rivive le emozioni, anche se non perde il suo giudizio critico�. A complicare il lavoro degli sceneggiatori in cerca della �ricetta� perfetta, per�, c'� che l'evoluzione non porta sempre alla stessa conclusione, l'happy end cui siamo abituati. Quando un personaggio affronta le sue paure, pu� diventare, per esempio, un supereroe o un criminale; pu� �redimersi� e fare una lista delle persone a cui ha fatto torto per fare ammenda, come il protagonista di My name is Earl, o diventare l'assassino di The Walking Dead. Ogni eroe � universale, ma prevede variazioni di background, conflitti interiori, livelli psicologici. Sta allo sceneggiatore scegliere, e non sempre l'esito � quello che il pubblico apprezzer�. In pi�, se avere personaggi credibili e profondi � necessario per fare una serie di successo, non � comunque sufficiente. Un telefilm che ricordiamo a distanza di anni, secondo Pisione, deve anche avere una �visione autoriale�. Il suo creatore, cio�, deve subordinare lo svolgimento dell'opera a un dilemma universale, e poi formulare una �domanda tematica�, alla quale il percorso del protagonista, ma anche degli altri personaggi e lo sviluppo della trama, forniscano una chiara risposta, espressione della posizione che l'autore vuole perorare. Nel caso di Breaking Bad, una serie divenuta cult, la domanda universale pu� essere: �� giusto fare il male a fin di bene?�. La risposta del protagonista, un professore di chimica malato di tumore che diventa un narcotrafficante noto come Heisenberg �: �s�, se spacciando posso mantenere la mia famiglia�. Quella di Squid Game invece �: "il denaro vale pi� della vita?�. La bravura di uno sceneggiatore star� allora nell'attribuire al protagonista una risposta (es. s�, se posso curare mia madre diabetica) per poi... �domandarsi se lui ha ragione�, chiarisce Pisione. �Quindi gli eventi della serie dovranno servire a dargli alternativamente ragione e torto, creando un crescendo appassionante per il pubblico, che partecipa al dilemma del personaggio�. Nel caso di Squid Game, a tenere gli spettatori incollati allo schermo � la curiosit� di sapere se Seong Gi-hun vincer� il premio. Ma, senza voler fare spoiler, il finale insinua che, s�, i soldi rendono la vita migliore, ma non pi� degna di essere vissuta. Guarda che pinsa (�In cucina� n. 2/22) - � uno dei fenomeni pi� trendy degli ultimi anni: la pinsa, nella sua ricetta tipica romana, sta conquistando tutta Italia grazie alla combinazione tra croccantezza e morbidezza, nonch� all�alta digeribilit� - La sua storia risale ai tempi antichi, tanto che viene nominata nell'Eneide di Virgilio: appena giunto nei pressi di Roma, infatti, Enea si cib� di una grande focaccia dalla forma allungata che possiamo ritenere a tutti gli effetti una antenata della pinsa. A quell'epoca, considerato che l'impasto veniva realizzato con farine grezze e cotto su pietra, e quindi la sua consistenza era piuttosto tenace, la pinsa veniva mangiata in accompagnamento a intingoli e ad altre portate in umido, utilizzandola quasi come se fosse un �vassoio�. Da allora, naturalmente, la preparazione della pinsa � assai cambiata, soprattutto per quanto riguarda la scelta delle materie prime con cui viene realizzato l'impasto, che ha visto nel corso degli ultimi anni l'introduzione di nuove farine e cereali, dal frumento al kamut, ma anche orzo, farro e miglio. E se come abbiamo visto le origini della pinsa sono latine, anche il nome � derivato da un verbo latino: �pinsere� significa infatti schiacciare, allungare, che � quello che succede all'impasto una volta pronto. Da sfatare subito il pensiero che avvicina il nome e il prodotto alla pi� nota pizza: la pinsa infatti ha delle caratteristiche piuttosto differenti dalla celebre �rivale� e quasi omonima. L'impasto infatti prevede l'uso di un mix di farine che comprende quelle di frumento, soia e riso (ci� consente di evitare l'aggiunta di grassi animali), di una bassa percentuale di lievito e di molta acqua. � quindi una preparazione meno calorica rispetto alla pizza e pi� digeribile poich� i tempi di lievitazione sono considerevolmente pi� lunghi: minimo 24 ore. Il risultato? La pinsa � leggera, croccante e morbida allo stesso tempo (la farina di riso trattiene l'acqua in cottura, garantendo un interno soffice) e molto digeribile. Ecco allora spiegato il successo che sta vivendo la pinsa negli ultimi anni: da ricetta tipicamente romana, oggi le �pinserie� si stanno diffondendo in tutta Italia e la pinsa ha conquistato tanti palati, anche grazie alla sua semplicit� e versatilit�. Un successo che si deve pure a Corrado Di Marco che, dopo aver studiato le antiche ricette e aver ideato dei mix di farine adatte alle esigenze dei nostri giorni, nei primi anni 2000 ha aperto a Roma le prime pinserie. Oggi i suoi locali sono pi� di 5.000 in tutto il mondo, e la pinsa � sempre pi� apprezzata, tanto che esiste un albo dei pinsaioli e un'Associazione Originale pinsa Romana. Ma la pinsa non si gusta solo nei locali: molte aziende infatti stanno scommettendo sul prodotto e hanno avviato linee destinate ai supermercati, dove si possono acquistare ottime pinse pronte da riscaldare nel forno di casa e da arricchire con una grande variet� di ingredienti freschi. Le basi per pinsa si possono trovare anche nel banco frigo o addirittura a scaffale. In ogni caso, la pinsa � un alleato perfetto per preparare in pochi minuti un pranzo o una cena irresistibile, o per servire uno snack sfizioso agli amici, accompagnandolo con un buon aperitivo. Chi invece ha pi� tempo e adora �mettere le mani in pasta�, pu� provare a preparare la pinsa a partire dalle materie prime. � preferibile l'uso del lievito disidratato, ma naturalmente � possibile utilizzare anche un �lievitino� composto da farina, acqua e lievito fresco: il risultato sar� ancora pi� naturale e leggero. � inoltre indispensabile non esagerare con l'acqua nel timore di non idratare sufficientemente l'impasto: se sar� troppo morbido aggiungete un po' di farina, al contrario, se sar� troppo consistente, unite a filo dell'acqua fredda di frigorifero. Treviso: grazia discreta (di Massimiliano Rella, �In cucina� n. 2/22) - Intima, borghese, elegante, una cittadina da scoprire tutta a piedi - La provincia di Treviso pu� vantare colline Unesco nonch� gioielli, ville e monumenti da storia dell�architettura, a partire dalle opere dei grandi, il �vicentino� Andrea Palladio e Antonio Canova, da Possagno del quale nel 2022 si celebrano nel paese natale i 200 anni della scomparsa. In attesa, poi, del centenario di Eleonora Duse, la Divina del Teatro, che dal 1924 riposa ad Asolo, borgo-gioiello amato dagli artisti e �citt� dei 100 orizzonti�, come la chiam� il Carducci. L�approccio con Treviso � come il primo appuntamento: la osservi, la studi, la scruti, giusto il tempo di rompere il ghiaccio e sei subito cotto. Sar� la grazia discreta dei portici del Calmaggiore, l�eleganza da salotto cittadino di piazza dei Signori, la raffinatezza dei palazzi veneziani o la mole del duomo di San Pietro o delle quattro case-torri medievali, le ultime rimaste. O forse � il suono fluido e il sottofondo della �citt� d�acqua�, simboleggiata dai Cagnan, il sistema dei canali che attraversa il centro, un reticolo di acque che confluisce nel fiume Sile in prossimit� dell�ottocentesco ponte Dante, costruito in onore al sommo Poeta che qui soggiorn� durante l�esilio, immortalando Treviso nella Divina Commedia - �ove Sile e Cagnan s'accompagna� (Paradiso, IX Canto) - e che qui cerc� una sponda amica nel �buon Gherardo da Camino� (Purgatorio, XVI Canto). Se Roma ha l'isola Tiberina, Treviso ha un curioso isolotto nel centro storico, lambito dalle acque del Cagnan grande: � l'isola della Pescheria, dove a met� '800 fu traslocato il mercato del pesce. Oggi � un'ordinata �passerella� di banchi di prodotti freschi, tentazione perfetta per un assaggio di crudi e per l'aperitivo. Un rito che qui si intreccia con i due vini simbolo della Marca Trevigiana: l'Asolo Prosecco Superiore e il Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene. Ne troviamo una fornita selezione nella nuova Proseccheria ai Soffioni, originale locale di piazza dei Signori rivolto al mondo del Prosecco, con sala dedicata, foto e pannelli didattici... per i pi� �secchioni�. Tra un baccal� mantecato e un risotto al Radicchio Rosso di Treviso, il richiamo della gola � ancora pi� forte davanti all'originale, autentico, inimitabile tiramis� (Tirames�), il dolce nato a Treviso nel 1972 per mano di Alba Campeol (scomparsa lo scorso novembre). Un delicato dessert tondo - s�, tondo - che andiamo a gustare nel luogo in cui fu creato: il ristorante Le Beccherie. Treviso � attraversata dal Sile, un fiume di risorgiva tra i pi� lunghi d'Europa. Il primo nucleo urbano si form� tra il XV e il X secolo a.C. come villaggio di paleo-veneti, probabilmente arrivati dall'Anatolia, nell'attuale Turchia. Il Trevigiano, area di risorgive, � da sempre ricco di risorse naturali, tanto che nel II secolo a.C. i Romani vi fondarono Tarvisium, il cui nome, secondo l'ipotesi dominante, deriva dal latino ter visus, in riferimento alle tre alture sopra cui sorgono piazza Sant'Andrea, che fu sede della roccaforte romana; piazza dei Signori, che ospitava il foro; e piazza Duomo, un tempo area di terme, teatro e tempio. Se la cittadina, che conta 85-mila abitanti, non ha conservato un'eredit� romana, ha invece preservato il retaggio medievale, epoca in cui si svilupp� sotto i Longobardi. Ottenne poi i privilegi e le libert� comunali dopo l'anno Mille, con l'annessione al Sacro Romano Impero. L'imperatore e re d'Italia Federico Barbarossa e i successivi sovrani assegnarono il potere ad alcune famiglie locali, tra cui i Collalto, i Da Romano e i Da Camino. Il '300 fu invece influenzato dall'arrivo delle dinastie degli Scaligeri, dei da Verona, dei Carraresi e dei da Padova. Risale ad allora lo splendore di piazza dei Signori, su cui affacciano il palazzo dei Trecento (tanti erano i membri del Consiglio Maggiore) e la torre civica. Semidistrutto dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, il palazzo ospita ora il consiglio comunale, mostre ed eventi. In quell'epoca giunse a Treviso anche l'artista Tomaso da Modena, scappato dalla peste, che affresc� alcune chiese; in quella dei domenicani realizz� i ritratti dei membri pi� illustri dell'Ordine, compreso un frate che indossa gli occhiali, rappresentati artisticamente qui per la prima volta. La citt� fu poi sotto Venezia fino al 1797, anno del Trattato di Campoformio con cui Napoleone cedette i territori della Serenissima all'Austria: furono quattro secoli fiorenti, ricchi di commerci e cultura. All'epoca i nobili veneziani costruirono anche nel Trevigiano sontuose ville e adattarono in stile gotico-veneziano i palazzi e le case-torri medievali di Treviso, dotandole di balconcini, finestre e affreschi, segnando il nuovo corso della �citt� dipinta�. Delle case-torri ne rimangono quattro: una svetta sul duomo di San Pietro Apostolo, riadattata a campanile della chiesa; che � poi un indirizzo da non perdere poich� custodisce un'opera di Tiziano, l'Annunciazione Malchiostro (1520 circa) e la cripta romanica con le spoglie di San Liberale, patrono della citt�. Sintesi di varie epoche e stili, ma costruito dal XII secolo in poi, il duomo cattedrale di San Pietro si presenta con interni seicenteschi e un porticato neoclassico dell'800. A pochi passi sorge invece il battistero di San Giovanni, un edificio alterato nel tempo ma riportato all'originale struttura romanica con recenti restauri. Dopo la caduta della Repubblica di Venezia e la fine del dominio austriaco, nel 1866 Treviso e altri territori veneti furono annessi al Regno d'Italia. Nel '900 la vita culturale fu influenzata da un terzetto di intellettuali: lo scultore Arturo Martini, il pittore Gino Rossi, lo scrittore e giornalista Giovanni Comisso. Il lungo filo con la cultura non si � mai spezzato. Asolo � un borgo che incanta gli artisti, un gioiello incastonato intorno a una rocca del XII secolo e protetto da solide mura che il poeta Giosu� Carducci chiam� �citt� dei 100 orizzonti�: un agglomerato di vicoli, portici, chiese, palazzi, giardini. La bellezza regala punti di vista sempre diversi: la piazza Maggiore con la fontana rinascimentale; la cattedrale di Santa Maria Assunta con i dipinti di Lorenzo Lotto e Jacopo da Ponte; il castello che ospita il teatro Duse e la stessa casa Duse, in bianco e rosso, dove Gabriele D'Annunzio scrisse la lapide per la sua Musa. O ancora la casa Longobarda costruita dall'architetto Graziolo, con l'eccentrica facciata di tufo, e il cimitero comunale dove riposano la viaggiatrice e intellettuale inglese Freya Stark e la Divina Eleonora Duse, scomparsa nel 1924. Popolata nel X-IX secolo a.C. dai veneti antichi, Asolo fu Municipium fino al I secolo d.C., periodo di cui rimangono i resti di terme e di un acquedotto sotterraneo nel giardino di villa Freya. Inglobata nel 1388 nella Repubblica della Serenissima, divenne sede del Podest�. Risale ad allora il completamento della cinta muraria che si srotola dalla rocca cingendo il borgo. L'anno magico � il 1489, quando arriv� Caterina Cornaro, regina di Cipro. Figlia di benestanti veneziani, i Corner, e con uno zio che aveva rapporti commerciali stretti con il re di Cipro, Caterina a 14 anni and� in sua sposa per procura in cambio della cancellazione dei debiti che il sovrano cipriota aveva con Venezia. Dopo la morte del Re, avvenuta durante una battuta di caccia, Caterina diventer� reggente al trono di Cipro, Armenia e Gerusalemme. Tornata nella Serenissima, ottenne il titolo di Signora di Asolo. Qui diede vita a una tipica corte rinascimentale, tutta arte e cultura. Commission�, probabilmente, la pala di Lorenzo Lotto per la cattedrale, mentre il cugino Pietro Bembo scrisse invece Gli Asolani, un trattato sull'amore e la bellezza. Il rapporto con la cultura e gli intellettuali � un lungo filo che port� ad Asolo tanti e altri personaggi, tra questi il compositore Gian Francesco Malipiero, il poeta inglese Robert Browning e l'architetto Carlo Scarpa, che qui aveva il suo studio e visse per anni. A soli 6 km, in quel di Maser, vale una visita anche villa Barbaro, concepita nel 1550 dal geniale architetto Andrea Palladio, come villa della tenuta agricola dei fratelli Barbaro, decorata dal pittore Paolo Veronese e dallo scultore Alessandro Vittoria; opera, tra l'altro, pi� importante del Veronese, che vi raffigur� capricci paesaggistici sfruttando anche la luce naturale. Sono parte di villa Barbaro la cantina storica (non visitabile), il tempietto del Palladio e il museo delle Carrozze, con esemplari dal XVIII al XX secolo. Non si pu� parlare di Treviso senza citare il tiramis�, il dessert tra i pi� noti al mondo, e il radicchio rosso di Treviso Igp, un �ortaggio delle risorgive�, le acque di affioramento necessarie in fase di imbianchimento. Pochi lo sanno, ma il radicchio fa parte della famiglia delle cicorie, in origine � una pianta verde e �scapigliata�. Il prodotto tardivo dalle foglie rosse e le coste bianche, croccanti e carnose, che conosciamo � il risultato di una trasformazione �forzosa". Il tardivo, coltivato tra novembre e febbraio, � un ammasso di foglie verdi che rinasce dal letargo invernale con l'imbianchimento. Appena raccolti, i mazzi sono legati e riposti in cassette dentro vasche aperte dove affiora l'acqua di risorgiva, fresca e pulita. Le piante rimangono �a mollo� 15 giorni prima della toilettatura che svela il cuore del Radicchio Rosso, dal 1996 ortaggio Igp. L'altro gioiello del territorio � il vino. Non a caso uno dei simboli di Treviso � la fontana delle Tette, dove tra il '500 e il '700 l'ingresso del nuovo podest� era accompagnato da tre giorni di festa: il vino bianco fuoriusciva da un seno della prosperosa scultura di fanciulla, il rosso dall'altro. I resti della scultura originale si trovano nel loggiato di Palazzo del Trecento, la copia integra nella galleria della strada Romana. Si narra anche che la vite fu introdotta dai monaci benedettini nell'anno Mille e che i vini fossero ben tassati durante la Repubblica della Serenissima perch� particolarmente buoni. Di certo nel Trevigiano si producono oggi i due Prosecco pi� apprezzati e noti di quell'universo che abbraccia Veneto e Friuli Venezia Giulia. Sono il Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene Docg, le cui colline sono Patrimonio Unesco, e l'Asolo Prosecco Superiore Docg, prodotto in una zona pi� ristretta ma con scorci incantevoli, ad esempio a Monfumo. Tante le cantine da visitare, Tenuta Amadio (impegnata con la vendemmia sociale per i disabili); l'azienda biodinamica Dal Bello, che ha filari anche in villa degli Armeni, affacciati sul borgo di Asolo. E ancora, Martignago, a due passi da villa Barbaro di Maser, e la cantina Giusti Wine, che a Nervesa della Battaglia ha salvato dall'oblio l'antica abbazia di Sant'Eustachio, il monastero benedettino dell'anno Mille dove nel '500 Monsignor Della Casa scrisse Il Galateo, il codice sulla buona educazione. Importante polo culturale nel '600, l'abbazia fu guidata a fine XVIII secolo da Vinciguerra VII di Collalto, che la trasform� in un'importante azienda agricola e la salv� dalle soppressioni napoleoniche. Durante la Prima guerra mondiale l'edificio sub� pesanti danneggiamenti. Lasciata all'incuria, � stata recuperata con due restauri, nel 1992 e nel 2017 (a opera di Giusti Wine). L'ultimo assaggio di armonia e bellezza � a Possagno, paese natale di Antonio Canova, il massimo esponente del Neoclassicismo. Gran parte dell'eredit� di artista e scultore � infatti custodita nella Gipsoteca, una raccolta di gessi da non perdere; soprattutto quest'anno in cui ricorre il bicentenario dalla morte. Il Canova fu introdotto dal nonno scalpellino in una bottega di scultori a Venezia, dove poi frequent� la scuola del nudo. Nel 1779 il giovane Antonio cre� il gruppo Il Dedalo e Icaro e guadagn� abbastanza per potersi trasferire a Roma e trascorrervi il resto della vita tra artisti e salotti intellettuali. Torner� a Possagno in cattivo stato di salute nel 1822 e morir� poco dopo a Venezia. Le sue spoglie sono custodite nel Tempio, dove nel 2009 � tornata la sua mano destra, che era stata ceduta all'Accademia di Belle Arti di Venezia, ma a precise condizioni: una delle tre era che l'Accademia non cambiasse di sede, fatto invece avvenuto nel 2000 e che ha comportato il trasferimento della mano del Canova nel Tempio di Possagno, dove riposa l'artista. Il cuore, invece, � ancora a Venezia nella Basilica dei Frari. Il Tempio fu il pi� grande regalo fatto alla citt� natale, finanziato dallo stesso Canova e costruito a partire dal 1819, ma completato nel 1830, otto anni dopo la morte, con i soldi gestiti dal fratellastro Giovanni Battista, nominato suo unico erede. Fu il fratello a recuperare i gessi e le opere dallo studio romano e a creare la Gipsoteca; si trovano invece a Bassano del Grappa alcuni gessi, bozzetti in argilla e ben 2-mila disegni. La Gipsoteca, costruita nel 1830 su progetto dell'architetto Francesco Lazzari, fu ampliata nel secondo dopoguerra con la bellissima ala di Carlo Scarpa, elegante, dai toni chiari, con basamenti, raffinate mensole e giochi di luce naturale. Nel complesso � compresa anche la casa natale del Canova, la pinacoteca, i laboratori didattici e di restauro. Perdetevi dunque davanti ai gessi di tante opere importanti, come il Monumento funebre a Maria Cristina d'Austria; Ercole e Lica; Le Tre Grazie o Paolina Borghese come Venere Vincitrice. E come non citare poi una delle quattro versioni di Amore e Psiche, incarnazione di leggerezza, delicatezza e rapimento amoroso. Chi sono Mahmood e Blanco, vincitori del festival di Sanremo (di Anna Maria Stefanini, Lamiacittanews.it) Dopo essersi aggiudicati l�edizione 2022 del Festival di Sanremo con Brividi, Mahmood e Blanco puntano ora all�Eurovision Song Contest. Il duo ha gi� annunciato che rappresenter� l�Italia alla manifestazione che quest�anno si terr� in Italia, a Torino. Ma chi sono Mahmood e Blanco? Conosciamoli meglio. Mahmood nasce nel quartiere periferico del Gratosoglio (Milano) e inizia a studiare canto fin da piccolo. I suoi genitori si separano e Mahmood cresce con la madre, risentendo molto dell�abbandono del padre, con cui non avr� pi� rapporti. Il nome d�arte Mahmood � in realt� un gioco di parole tra il cognome (Mahmoud) e l�espressione inglese �my mood� (�il mio stato d�animo�), che rappresenta il suo profondo desiderio di portare la sua storia personale e anche il suo stato d�animo all�interno dei pezzi. Dall�et� di 15 anni, per qualche tempo, ha studiato privatamente canto con il maestro Gianluca Valenti, da cui ha ricevuto le basi della tecnica canora e la prima formazione musicale. Dopo aver conseguito la maturit� al liceo linguistico, ha studiato presso il Centro Professione Musica di Milano, dove ha incontrato Andrea Rodini, suo insegnante e primo manager, e Francesco Fugazza, Elia Pastori e Marcello Grilli, membri della sua band e primi produttori. �Abbiamo vinto noi? No, hanno vinto le nostre mamme�, rivelano i due ragazzi. Alcuni dei versi pi� belli della canzone, come �bici di diamanti� che hanno portato sul palco in finale, �li ho scritti in Sardegna�, rivela Mahmood. La mamma � stata una delle prime ad ascoltare il brano, su cui ha cominciato a lavorare a luglio, e a cogliere la bellezza del testo. �Mi ha detto che poteva arrivare a tante persone�, aggiunge accennando il suo accento sardo. E cos� � stato. Mahmood � fiero e orgoglioso delle sue origini sarde. La madre � di Orosei e si chiama Anna Frau, una donna bellissima che ha lasciato l�isola per sposarsi con un egiziano. Anche Blanco ha fatto sentire alla sua mamma la canzone che ha vinto il Festival di Sanremo. �A lei � piaciuta molto, ed � piaciuta anche a mio padre e ne ero fiero. Mi dicevano che era commovente, una bella storia, e mamma si � anche messa a piangere. E cos� io ho detto a Mahmood: �Dai, portiamola al Festival, magari vinciamo��. E cos� � stato. Blanco � lo pseudonimo di Riccardo Fabbriconi, nato a Calvagese della Riviera (Brescia), il 10 febbraio 2003. � salito alla ribalta nel 2021 con i successi La canzone nostra e Mi fai impazzire, arrivati al vertice della Top Singoli italiana. Ha in seguito pubblicato il suo primo album Blu celeste, certificato triplo platino e trainato dai singoli Notti in bianco, Paraocchi e l�omonimo brano. Giro d�Italia 2022, da Budapest a Verona Sembra presto, ma c'� gi� una data da segnare sul calendario. Il 6 maggio partir� il 105o Giro d'Italia: da Budapest a Verona fino al 26 maggio, per 3 settimane di spettacolo e fatica che assegneranno la maglia rosa detenuta da Egan Bernal. Previste 7 tappe per velocisti, 6 di media montagna, 6 di alta montagna (4 con arrivo in salita) e 2 tappe a cronometro (26 km complessivi, mai cos� pochi negli ultimi 60 anni), per un totale di 3410 km da percorrere. Si tratta della 14a partenza dall'estero per la Corsa Rosa, e proprio dalla capitale ungherese prender� il via la tappa che decider� chi sar� il primo ad indossare il simbolo del primato. La maglia rosa sar� infatti assegnata a Visegrad, dopo un insidiosissimo arrivo che dar� possibilit� di successo a tante tipologie diverse di corridori. Si torner� poi al centro di Budapest, dove � prevista una cronometro individuale di 9 km, anche stavolta con un finale in salita. La tre giorni ungherese si concluder� con la prima tappa per velocisti puri, a Balatonfured. Il primo giorno di riposo servir� a tornare in Italia, ma soprattutto a ricaricare le batterie: perch� si va in Sicilia e si riparte col botto. L'arrivo della 4a tappa � sull'Etna, e non � l'unica difficolt� della prima settimana, che alterner� tappe per velocisti (Scalea, Messina) a frazioni molto impegnative come quella di Potenza, fino al tappone di domenica 15 maggio. Doppia scalata al Blockhaus e grande opportunit� di fare distacchi per i corridori. Il Giro d'Italia 2022 sar� caratterizzato da tantissime tappe dalla difficile interpretazione, che aprono ad attacchi da lontano e permettono quindi diverse chiavi di lettura da parte del gruppo. Nella seconda settimana bisogner� fare molta attenzione a tappe come quelle di Jesi e Torino, in cui pu� succedere davvero di tutto. Se si parla di possibili attacchi da lontano, la 15a tappa non pu� che stuzzicare l'appetito degli scalatori pi� combattivi. L'arrivo di Cogne, caratterizzato da una salita lunga e pedalabile, arriva dopo due ascese molto dure come Pila-Les Fleurs e Verrogne. Una soluzione sperimentata molto spesso dalla Corsa Rosa, quella di posizionare le salite pi� dure prima di un arrivo pi� morbido: del resto la coppia Mortirolo-Aprica, e lo spettacolo che regala sempre, insegna. Proprio ad Aprica arriver� la 16a tappa, ma stavolta con un percorso diverso: il Mortirolo c'� anche stavolta, ma il piatto forte della giornata sar� il Santa Cristina, prima della picchiata verso il traguardo. Si tratta della tappa col maggior dislivello: 5440 metri. Sempre parlando di tentativi da lontano, la 17a tappa � pane per i denti di chi ha voglia di spettacolo. Prima il Passo del Vetriolo, poi il Monte Rovere con un ultimo tratto all'11% medio con picchi del 15. Gli scalatori avranno ancora 2 tappe a disposizione, la terzultima, con l'arrivo al Santuario di Castelmonte, e poi la tappa regina del Giro d'Italia: Belluno-Marmolada, con arrivo in cima al Fedaia, salita che pi� volte ha fatto sfracelli nella storia della Corsa Rosa. Prima il Passo San Pellegrino, poi il Pordoi (che sar� anche Cima Coppi, coi suoi 2239 metri) e infine il Fedaia. Il Giro si concluder� con la seconda cronometro, quella di Verona: 17 km con la salita delle Torricelle in mezzo.