Giugno 2022 n. 6 Anno LII MINIMONDO Periodico mensile per i giovani Direzione redazione amministrazione e stampa Biblioteca Italiana per i Ciechi �Regina Margherita� Onlus via G. Ferrari, 5/a 20900 Monza Casella postale 285 c.c.p. 853200 tel. 039/28.32.71 fax 039/83.32.64 e-mail: bic@bibciechi.it web: www.bibliotecaciechi.it Registrazione 25-11-1971 n. 202 Dir. resp. Pietro Piscitelli Comitato di redazione: Pietro Piscitelli Massimiliano Cattani Luigia Ricciardone Copia in omaggio Rivista realizzata anche grazie al contributo annuale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Cultura. Indice La carta d�identit� della NATO Di che pigrizia sei? Suvereto: borgo incantato Ezio Greggio: sono cos� felice di poter aiutare i profughi La carta d�identit� della NATO (di Matteo Liberti, �Focus Storia� n. 187/22) La North Atlantic Treaty Organization, ovvero Nato. Oppure, in francese, Organization du Trait� de l'Atlantique Nord, ossia OTAN. Queste sigle e i rispettivi acronimi indicano l�alleanza che lega il destino dell'Europa a quello degli Usa. Ma quando e perch� � nata questa organizzazione? E come mai, con la crisi russo-ucraina, � tornata al centro dell'attenzione e delle polemiche? Ecco alcuni elementi di cui tenere conto per saperne di pi�. 1. Nascita � Il 4 aprile 1949: � questo il giorno in cui, a Washington (Stati Uniti), fu firmato il �Patto Atlantico�, trattato difensivo istitutivo della Nato. A sottoscriverlo, i rappresentanti di 12 Paesi: Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti. Il contesto era quello della Guerra fredda, dominato da due grandi blocchi contrapposti: quello orientale formato dall'Unione Sovietica e dai suoi Stati satelliti, e quello occidentale, capeggiato dagli Usa e di cui facevano parte i Paesi che siglarono l'accordo. Scelsero poi come stemma, dal 1953, una rosa dei venti con quattro linee, una per ogni punto cardinale, simboleggianti ideali rotte verso la pace (il tutto su sfondo blu, allusione all'oceano Atlantico, emblema dell'unione tra America ed Europa). 2. Cause d�intervento militare � La necessit� d�intervento militare � definita dall�articolo 5 del trattato, riguardante eventuali attacchi ai Paesi membri da parti terze. Nello specifico, si stabilisce che: �Le parti convengono che un attacco armato contro una o pi� di esse in Europa o nell�America settentrionale sar� considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e [�] ciascuna di esse, nell�esercizio del diritto di legittima difesa [�], assister� la parte o le parti cos� attaccate intraprendendo immediatamente [�] l�azione che giudicher� necessaria, ivi compreso l�uso della forza armata�. A offrire ulteriori specifiche � l�articolo 6, che identifica come �attacco� anche azioni compiute a danno di navi e aeromobili dei Paesi membri in aree a loro afferenti. 3. Scopi - �Lo scopo della Nato � tenere dentro gli americani, fuori i russi e sotto i tedeschi�, disse il segretario generale Hastings Lionel Ismay (britannico), in carica dal 1954 al 1957. Al termine della Seconda guerra mondiale, gli Usa volevano assicurarsi una presenza militare nello scacchiere europeo, in chiave anti-russa, controllando la Germania responsabile del conflitto (e dal 1949 divisa in Germania Ovest ed Est). Fu stabilito che, per assicurare la pace e scongiurare un conflitto nucleare, gli Stati membri avrebbero cooperato politicamente, economicamente e militarmente, ospitando sul loro territorio le basi. All'accordo, il blocco sovietico rispose col Patto di Varsavia (1955), con scopi analoghi, ma contrapposti. 4. Sede, struttura e Stati membri - La sede centrale della Nato si trova a Bruxelles e il suo organo principale � il Consiglio atlantico (North Atlantic Council), nel quale ogni Stato � ugualmente rappresentato, presieduto da un segretario generale. A questo organo si affianca il Comitato militare, di cui fanno parte generali provenienti dai diversi Paesi, e altri organi operativi secondari. La Nato conta 30 Stati membri. Ai 12 fondatori si sono infatti aggiunti, nel corso degli anni: Grecia e Turchia (1952), Germania Ovest (1955, dal 1990 la Germania riunificata), Spagna (1982), Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria (1999), Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia (2004), Albania e Croazia (2009), Montenegro (2017), Macedonia del Nord (2020). 5. Come farne parte (e come uscirne) - A stabilire le modalit� di adesione alla Nato � l'articolo 10: �I membri possono invitare previo consenso unanime qualsiasi altro Stato europeo in condizione di soddisfare i principi di questo trattato e di contribuire alla sicurezza dell'area nord-atlantica [�]. Qualsiasi Stato invitato pu� diventare un membro [�] depositando il proprio atto di adesione�. In altre parole, nella Nato si entra solo su invito (laddove si tratti di un Paese europeo) e comunque con l'approvazione di tutti i membri. L'articolo 13 garantisce invece che, presentando un'apposita notifica presso il governo degli Stati Uniti d'America, �una parte pu� cessare di esserne membro� (ovvero uscirne), ma finora nessuno ha preso iniziative in tal senso. 6. Perch� fa paura a Putin - Le tensioni tra Russia e Nato non sono una novit�: gi� negli anni Novanta il governo russo rivendic� un accordo verbale (mai ufficializzato) in base a cui, acconsentendo alla riunificazione della Germania (1990), l'Urss (e di conseguenza la Federazione russa, sua �erede�) avrebbe avuto la certezza che nessun Paese dell'Europa Orientale prossimo al suo territorio sarebbe stato invitato a farne parte. Cos� non � stato, e Putin ha colto la palla al balzo usando come argomento di propaganda le voci di una possibile adesione al Patto Atlantico da parte dell'Ucraina, confinante e un tempo sovietica. 7. Lati �oscuri� - Dopo la dissoluzione dell'Urss (1991), molti hanno cominciato a considerare la Nato superata. Questa opinione ha trovato nuovo vigore nel terzo millennio, con l'emergere di inediti assetti geopolitici, in un mondo globalizzato. Gi� in precedenza, per�, l'organizzazione aveva dato adito a polemiche per alcuni suoi �lati oscuri�, legati al fatto che nel pieno della Guerra fredda, in collaborazione con la Cia, si mosse spesso sul terreno della clandestinit�, per frenare e boicottare in vario modo la diffusione delle istanze comuniste in Europa. In Italia, per esempio, fu attiva l'organizzazione segreta paramilitare Gladio, sospettata di connivenze con gruppi eversivi e operante nell'ambito di una pi� ampia strategia (detta Staybehind) che prevedeva una rete clandestina di agenti e depositi di armi, controllata dalla Nato e pronta a entrare in azione. Di che pigrizia sei? (di Raffaella Procenzano, �Focus� n. 352/22) - Non � un disturbo n� un disordine della personalit�. Consideriamo per� l'indolenza una mancanza di volont� e ne diamo un giudizio negativo. In realt� si tratta di un meccanismo di difesa psicologica, inventato dall'evoluzione - Sar� l'argomento, sar� anche che in questi mesi di lavoro da casa a causa della pandemia inevitabilmente ho preso l'abitudine di frequentare il divano pi� del solito, ma a consegnare questo articolo ho impiegato un bel po'. Insomma, forse mi sono lasciata suggestionare, soprattutto dagli esperti che sostengono che in realt� la pigrizia non esista e che anzi �prendersi il proprio tempo� sia un'abitudine salutare. Da un certo punto di vista hanno ragione loro: non esistono manuali di psicologia che contemplino la voce �pigrizia�. Non si tratta di un disturbo, insomma. E a quanto pare nemmeno di un ben preciso tratto della personalit� come il narcisismo o, all'opposto, la generosit�. Quindi cos'� la pigrizia? Si tratta di rimandare nel fare qualcosa? O di fare le cose troppo lentamente? O di non farle affatto? In generale, la pigrizia � definita come �la riluttanza a svolgere un'attivit� o a fare uno sforzo nonostante si abbia la capacit� di agire o di sforzarsi�: che � come dire �ci sono i mezzi ma non la volont�. In altri termini, un individuo � pigro se la sua motivazione a risparmiarsi lo sforzo vince sulla spinta opposta a fare la cosa giusta o prevista. Una reazione assolutamente normale, secondo i biologi: gran parte degli animali in fondo trascorre la maggior parte del tempo a non fare nulla in particolare. E anche noi ci siamo evoluti per spendere meno energia possibile e concentrarci sulle ricompense immediate. Di conseguenza, qualsiasi comportamento che non � immediatamente gratificante � percepito dal nostro cervello come inutile. Per questo � cos� difficile metterlo in pratica. I nostri meccanismi psicologici per la gratificazione istantanea sono molto pi� antichi e quindi molto pi� forti di quelli che mettiamo in atto quando � utile ritardare la gratificazione (studiare per non essere bocciati a fine anno, andare in palestra per apparire in forma la prossima estate ecc�). Alzi la mano quindi chi non si � mai fatto tentare da un po' di riposo anche quando in realt� avrebbe avuto tanto lavoro (o studio) da sbrigare. Secondo un'indagine Doxa del 2018 l'aspirazione pi� importante dell'85% degli italiani � evitare lo stress. E nel mondo, dice un sondaggio WIN international del 2020, le persone sane che non fanno nessun tipo di esercizio fisico sono circa un terzo. La pigrizia dunque � innanzitutto un problema di volont�. Alcuni scienziati hanno trovato la causa nel cervello, nel neurotrasmettitore dopamina, che influenza la motivazione ad agire. Chi esita o manca di volont� avrebbe uno squilibrio nei valori di dopamina in alcuni circuiti cerebrali. Un gruppo di ricercatori della Vanderbilt University (Stati Uniti) ha infatti scoperto che la quantit� di questa sostanza chimica in tre regioni del cervello determina se una persona � intraprendente o procrastinatrice. La dopamina fa cose diverse in diverse aree del cervello. Quindi, mentre alti livelli in alcune regioni sono associati a un'elevata etica del lavoro, un picco nell'insula anteriore indica esattamente l'opposto: una persona pi� propensa a prendersela comoda, perfino se ci� significa guadagni minori. I ricercatori hanno scansionato il cervello di 25 giovani adulti volontari e li hanno sottoposti a un test per vedere quanto fossero disposti a lavorare per una ricompensa in denaro. Hanno cos� scoperto che le persone pi� laboriose avevano un'alta quantit� di dopamina in due aree del cervello (striato sinistro e corteccia prefrontale ventromediale) note per svolgere un ruolo importante nella ricompensa e nella motivazione ma bassi livelli di dopamina nell'insula anteriore, una regione legata alla percezione del rischio. Gli scienziati hanno concluso quindi che mentre alcune persone si concentrano maggiormente sulla grande ricompensa che potrebbero ottenere e minimizzano le possibili perdite (di energia e tempo), altre sono pi� caute nel correre un rischio e spendere energia extra per una ricompensa improbabile, ma pi� grande. E finiscono per apparire pi� pigre. A volte quindi si tratta solo di errate valutazioni e perfino di inganni cognitivi. Per esempio, cominciamo tardi un lavoro perch� pi� un futuro � lontano pi� immaginiamo di avere tempo libero. Tra l'altro, come ha osservato la psicologa israeliana Shiri Nussbaum, in questo campo non impariamo mai dagli errori: continuiamo a essere ottimisti sul tempo a disposizione. Le ricerche dimostrano che se si offre a un gruppo di persone la scelta su quale compito svolgere per primo tra uno noioso ma semplice e uno complesso ma interessante, le persone decidono di rimandare il compito pi� complicato, senza porsi il problema del tempo necessario a svolgerlo. Per pigrizia? No: ipotizzano di avere sufficiente tempo. Molti credono davvero che, magari tra un mese, avranno pi� tempo per andare in palestra, o per svolgere quel lavoro ecc�. E rimandano. �Non � un caso se molte aziende offrono coupon molto scontati per fare cose anche piacevolissime come andare a cena: sanno gi� che una percentuale di persone non trover� il tempo per farlo, e non certo per pigrizia visto che non si tratta di impegni stressanti�, sostiene Suzanne Shu, scienziata della Cornell University (Usa). Shu ha anche dimostrato, in uno studio condotto a Chicago, che la gran parte delle persone che si trasferivano altrove per lavoro nei giorni precedenti alla partenza cercavano di fare qualche visita del centro citt�, perch� non l'avevano mai visto. Finch� vivevano l� pensavano di avere molto tempo per farlo. In effetti, sottostimare l'impegno necessario al completamento di un lavoro � un fenomeno ben noto agli scienziati che studiano la percezione del tempo: quando pensiamo a che cosa accadr� nelle prossime settimane abbiamo pochi particolari che ci aiutano a stimarne la durata. Soprattutto se ci riguarda personalmente. Se invece riguarda qualcun altro � molto pi� facile: una ricerca condotta ormai vent�anni fa ha dimostrato che gli studenti di solito sono pi� bravi a stimare in quale mese riusciranno a laurearsi i compagni che conoscono bene, rispetto a quando prenderanno loro stessi la laurea. La scarsa motivazione non � dunque l'unico fattore responsabile dei comportamenti �da pigri�. Ma rimane il pi� importante. Le cause di questa mancanza possono essere parecchie, per esempio una perdita del senso di autoefficacia (non sono capace di fare nulla!), che � la convinzione che se applicassimo la mente (e il corpo) a fare qualcosa otterremmo un buon risultato. Inoltre, esistono persone che per convincersi di essere in grado di poter fare qualcosa hanno bisogno che ci siano altri (familiari o amici) a credere in loro e se cos� non �, non trovano abbastanza motivazione interna. Insomma, l'uomo, come tutti gli altri animali, per agire ha bisogno che l'azione porti a una gratificazione. E molti compiti �a rischio pigrizia� non offrono una ricompensa, perlomeno non una gratificazione immediata (studiare latino, come mettere a posto qualche pratica in ufficio pu� essere davvero noioso!). �Il nodo di tutto � il fatto che senza autostima non si pu� sviluppare l'autodisciplina, che � ci� che ci aiuta ad arrivare a un obiettivo; non si ottiene perci� il successo che fa a sua volta aumentare l'autostima. Si crea cio� un circolo vizioso in cui non resta che essere pigri�, fa notare lo psichiatra britannico Neel Burton, che studia in particolare l'atarassia, ovvero l'indifferenza a tutto. C'� poi un altro fattore da tenere presente, la paura del fallimento, che � il timore di non avere abbastanza forza emotiva per superare una sconfitta: � tipica delle persone perfezioniste. E sono quelle che tendono di pi� a procrastinare e quindi ad apparire pigre. Non tanto perch� pensano di non essere capaci di svolgere quel compito, ma perch� sanno che esiste la possibilit� del fallimento e basta questo a bloccarle. �Non � che ho fallito, si dicono, � che non ci ho mai provato�, evidenzia Burton. Forse, per�, dovremmo pensarla in modo completamente diverso. Come Robert Heinlein, ingegnere aeronautico, ufficiale di marina e autore di fantascienza, che diceva: �Il progresso non � fatto dai mattinieri. � fatto da uomini pigri che cercano di trovare modi pi� semplici per fare qualcosa�. La pigrizia, insomma, pu� essere considerata l'altra faccia della medaglia della produttivit�. Qualche volta, pi� che un segno di inefficienza, � il risultato di un lavoro intelligente che libera tempo per il meritato ozio. La pensava cos� anche Frank Gilbreth, un ingegnere statunitense che ha innovato alcuni processi industriali, che affermava: �Sceglier� sempre una persona pigra per fare un lavoro difficile perch� una persona pigra trover� un modo semplice per farlo�. Tra l'altro, autorevoli economisti come Ludwig von Mises hanno fatto notare che in fondo si lavora per poter essere pigri, e perfino molte persone che si danno da fare tutta la vita sperano di poter conquistare cos� un posto in Paradiso (un luogo che, non a caso, la cultura popolare descrive come �star seduti su una nuvoletta� a non far nulla, perfettamente beati). Del resto, molte ricerche mostrano i benefici dei sonnellini diurni e delle pause regolari, dall'abbassamento della pressione sanguigna allo svuotamento della mente. La pigrizia potrebbe quindi essere il meccanismo con cui il nostro corpo ci dice: risparmia energia, che ne hai bisogno. �In realt�, siamo condizionati da un sistema di credenze, che io chiamo �la bugia della pigrizia�. Questo sistema dice che il duro lavoro � moralmente superiore al relax e che le persone improduttive hanno un valore intrinseco inferiore rispetto alle persone produttive�, afferma lo psicologo sociale Devon Price, docente alla Loyola University di Chicago e autore del saggio Laziness does not exist. �Se vediamo qualcuno che non sta facendo abbastanza in base al nostro standard lo bolliamo come pigro. Dovremmo invece smetterla di chiederci continuamente �devo fare qualcosa?�. Sarebbe molto pi� salutare cominciare a domandarci: �Ho bisogno di una pausa?��. Suvereto: borgo incantato (di Massimiliano Rella, �In cucina� n. 3/22) - Rocche imponenti e vicoli medievali, dolci paesaggi e itinerari nella natura e nel borgo, a dimostrazione che l�Italia minore � tutta da scoprire e da assaporare - Suvereto � un borgo incantato della Val di Cornia, in provincia di Livorno. Un ordinato paese medievale cinto da mura cinquecentesche, tutto vicoli, piazzette, archi, scale, chiostri, affastellato ai piedi della rocca Aldobrandesca. Borgo tra i �Pi� Belli d'Italia�, dai suoi soli 90 metri sul livello del mare domina una vasta campagna smossa da poggi e dolci rilievi, tappezzata di boschi, di macchia, di vigne, di ulivi secolari, immersa tra colline metallifere che tanta fortuna portarono alla vicina Piombino. Un tempo terra di grano, ferro e sughero (il �suvero�, da cui il nome) oggi rende omaggio al vino e ai prodotti pi� genuini - l'olio, i formaggi, il miele - della buona tavola toscana, che da Suvereto attinge anche al mare della pittoresca Costa degli Etruschi. Il golfo di Baratti e l'antica Populonia, l'unica citt� dell'antica Etruria con vista balneare, si trovano a pochi chilometri di strada. L'isola d'Elba domina invece la linea d'orizzonte di quest'immensa e dolce campagna, ultimo lembo di Maremma, che ammiriamo dall'alto della rocca Aldobrandesca, ai piedi di una torre del XII secolo, oppure dal Belvedere - un nome una promessa - dove sul finire del '500 nacquero un castello e un abitato rurale per ripopolare un territorio a rischio d'abbandono. Il borgo poggia sulle pendici della valle del fiume Cornia, un corso torrentizio di 50 km che sorge sul Monte Aia dei Diavoli, vicino a Sasso Pisano, e scende accarezzando le colline metallifere in un viaggio incerto verso il Tirreno, dove sfocia in due rami - a Tor del Sale e a La Sdriscia, in quel di Piombino - ma a volte, in tarda primavera, per la carenza di pioggia, ferma le sue acque alle porte di Suvereto, un paese che conquista e che intrattiene. Come? Gli amanti del vino con visite e degustazioni nel circuito delle cantine di Suvereto Wine. I pi� sportivi con una pedalata tra colline e poggi (anche con le guide del Tutun Club - Centro Bike Costa degli Etruschi) e con il trekking nel Parco naturale di Montioni, vasta area boscosa che comprende i sei parchi della Val di Cornia. I pi� golosi, invece, sedendosi alla tavola di succulente cucine di paese - ad esempio Dal Cacini o al ristorante I' Ciocio - mentre i pi� curiosi percorrendo un itinerario sulle tracce di una bellezza che spunta dietro l'angolo: il chiostro-convento di San Francesco, il palazzo Comunale, la chiesa di San Giusto Vescovo, quella di San Michele Arcangelo, la fonte degli Angeli. E sempre pi� su, in cima al colle, verso la rocca Aldobrandesca, dove tutto finisce e tutto comincia. Tra arte e storia - Era il XII secolo quando fu costruita la torre sul colle che sovrasta Suvereto, dove i conti Aldobrandeschi, signori del nascente castello, svilupparono il complesso della rocca. Sembra per� che prima del Mille esistesse un castrum a ridosso di una chiesetta intitolata a San Giusto. Risalgono invece al 1201 le concessioni �comunali� economiche e politiche da parte del conte palatino Ildebrandino VIII degli Aldobrandeschi, in un'epoca in cui l'abitato cominciava a estendersi sulla pendice sud della sommit�. Durante il XIII secolo si form� quindi un vero e proprio borgo; nacquero il palazzo Comunale e il convento di San Francesco. Nel 1237, con l'adesione alla Lega Ghibellina, il Comune entr� nella sfera d'influenza della Repubblica di Pisa, che volle la fortificazione del castello. In seguito, oltre alla cinta muraria, vennero ampliati o costruiti altri edifici, tra questi la chiesa di San Giusto e il chiostro di San Francesco. Nel 1399, per�, quando il signore di Pisa Gherardo Appiani vendette la sua citt� ai Visconti di Milano e si ritir� a Piombino, gettando le basi di un nuovo Stato indipendente, di cui Suvereto segu� a lungo le sorti. Tra il Quattrocento e il primo Cinquecento videro la luce edifici religiosi, come le chiese di Madonna sopra la Porta, di San Leonardo e di San Rocco, e arrivarono nel borgo artisti del calibro di Andrea Guardi, cui si deve una pregiata edicola marmorea con la Madonna con Bambino posta sopra la cinquecentesca fonte degli Angeli. Nel XVI secolo furono realizzate anche nuove ferriere sul Cornia e si form� una sorta di area preindustriale in localit� Forni. Ma per fronteggiare un diffuso fenomeno di spopolamento e degrado ambientale - che interessava l'intera Maremma - nel 1573 fu fondato il castello di Belvedere su una collina a nord di Suvereto, per richiamare braccianti, pastori e altra mano d'opera e ripopolare cos� il territorio. Senza grandi stravolgimenti, arriviamo all'Ottocento: il periodo napoleonico mise fine al Principato di Piombino, governato dagli Appiani e in seguito dai Boncompagni-Ludovisi. Il clima antifeudale e anticlericale era nell'aria, la Rivoluzione Francese aveva scardinato il vecchio sistema e in seguito alla �rivolta delle coccarde� Piombino fu occupata. Divenuta dominio napoleonico dopo la battaglia di Marengo (1800, seconda Campagna d'Italia) nel 1805 fu inglobata nel nuovo Principato di Lucca e Piombino, che Napoleone assegn� alla sorella Elisa, detta La Baciocca, sposa del principe Felice Baciocchi. I due avviarono un periodo di fiorente rinascita per l'agricoltura. Furono riorganizzate le campagne, realizzate nuove piantagioni, privatizzati i terreni pubblici, demaniali e religiosi e fu creato, in localit� Montioni, un moderno vigneto all'uso di Bordeaux. Poi dal 1815 fino all'Unit� d'Italia, Suvereto fece parte del Granducato di Toscana. Suvereto tra vino e sapori - Se qui oggi troviamo importanti cantine come Casadei, Gualdo del Re, La Bulichella, Petra, Tua Rita e pi� recentemente Antinori, � pur vero che la riscoperta enologica del territorio � abbastanza recente, nonostante le intuizioni che ebbero gli agronomi di corte gi� due secoli fa. Era il 1808 quando Elisa Bonaparte fece piantare dai suoi esperti dei vitigni internazionali importati dalla Francia in una vigna di localit� Montioni, variet� poi �naturalizzate� a Suvereto. Insomma, il cabernet sauvignon, uva a bacca rossa che ha portato fortuna alla Costa degli Etruschi, � presente da inizio '800, arrivata attraverso il Principato di Piombino. Ma questa narrazione � abbastanza giovane, nonostante la rinascita enologica del territorio sia partita alla fine degli anni '80 e quella enoturistica da meno tempo. Solo da un paio d'anni, infatti, � stata costituita l'associazione Suvereto Wine che aggrega gran parte delle 27 cantine locali con l'obiettivo di promuovere l'enoturismo. L'alternativa al giro tra le aziende � una pi� facile degustazione all'Enoteca Le Carceri, un locale ricavato nelle antiche prigioni medievali dove possiamo assaggiare tutti i vini di Suvereto, pi� una selezione di etichette nazionali divise per regioni, in accompagnamento a piatti freddi di territorio, prosciutti, formaggi, composte, acciughe dell'Elba, tartare e carpacci di fesa. Per qualche acquisto goloso o d'artigianato locale segnatevi poi questi tre nomi. Primo: l'agriturismo Poggio Diavolino per oli extravergini, pane nero a base di farine di variet� antiche, salumi e insaccati e - curiosit� - uova azzurre, verdi, rosse, covate da galline esotiche, francesi, turche, cinesi e addirittura precolombiane nell'allevamento di pollame di Poggio Diavolino. Il secondo indirizzo � quello del caseificio Deiola, produttore artigianale di pecorino semi-stagionato o fresco, ricotta, primo sale e di formaggi affinati in vinacce, cenere, erba medica e foglie di castagno. Pi� una linea di aromatizzati: al peperoncino, al pistacchio, al pepe, al mirto, al pepe e zafferano. Tutto con latte del proprio allevamento. Infine, terzo nome: Quel Pellaio di Diego, il locale di un ex grafico pubblicitario che oggi realizza artigianalmente scarpe, stivali e sandali su misura, di cuoio e pelle di vitello, mucca, struzzo e pitone. Scarpe classiche, storiche, �maremmane� e per l'estate. Cosa vedere - Il dilemma, se avete poco tempo, sarebbe cosa non vedere... Limitiamoci dunque ai monumenti principali. Sulla sommit� del colle c'� la rocca Aldobrandesca, il cui primo nucleo murato � costituito dalla torre del XII secolo, voluta dalla famiglia comitale degli Aldobrandeschi. L'abitato, poi fortificato durante il dominio della Repubblica di Pisa, nel XIX secolo fu trasformato in abitazione civile, ma cadde in seguito in abbandono. Negli anni '80 venne riacquisito dal Comune, che provvide al restauro e al rilancio turistico. Scendendo nel borgo un'altra tappa da non perdere � il palazzo Comunale del XIII secolo, tra i migliori esempi di architettura civile medievale. � sormontato da un'antica torre, oggi dell'Orologio, un tempo della Campana, che doveva richiamare l'attenzione per l'assemblea degli Anziani. Dalla loggia dei giudici venivano invece emesse e pubblicate le sentenze e le decisioni riguardanti la comunit�. E veniamo ai principali edifici religiosi di Suvereto. Tra questi la chiesa parrocchiale di San Giusto, vescovo di Volterra: si ipotizza che fu costruita su precedenti strutture paleocristiane, completata per� nel 1189 con pianta a croce latina e unica navata. Custodisce in un vano alla base del campanile un fonte battesimale ottagonale del XII secolo. Intitolata alla Santa Croce, la chiesa del Crocifisso (XVI secolo) custodisce, invece, un crocifisso intagliato del 1420, attribuito a Domenico dei Cori e fino a qualche anno fa portato in processione per la ricorrenza del patrono. Infine, la chiesa di San Michele Arcangelo (XIX secolo) � sede del Museo di Arte Sacra e custodisce opere del patrimonio parrocchiale e artistico locale, tra cui pregiate statue lignee del XV secolo attribuite a Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta. Troviamo anche la quattrocentesca formella marmorea con La Madonna della Fonte degli Angeli di Andrea Guardi, un tempo collocata sul timpano dell'omonima fonte. Ultima tappa al chiostro di San Francesco e ai resti del convento, del XII secolo, situati nel borgo sulla cima di uno dei due colli su cui si estende il castello di Suvereto. Fondato nel 1286, il cenobio non sopravvisse alle soppressioni napoleoniche e fu smembrato da Elisa Bonaparte, principessa di Lucca e Piombino. Oggi ospita abitazioni private. Il chiostro conserva, invece, la sua integrit� a pianta quadrata, con cinque arcate su ogni sponda. Della chiesa di San Francesco restano alcuni elementi della facciata. Ezio Greggio: sono cos� felice di poter aiutare i profughi (di Paolo Fiorelli, �Tv sorrisi e canzoni� n. 14/22) - � l�autore di un grande gesto di solidariet� verso le vittime della guerra. E ci spiega come imitarlo - Un pullman che arriva davanti alla sede Mediaset di Cologno Monzese. Nel parcheggio, Ezio Greggio che aspetta. Non � la scena di un set, ma di una grande opera di solidariet�. Su quel pullman ci sono 51 persone in fuga dalla guerra in Ucraina, che il popolare showman ha aiutato a trovare assistenza e rifugio. Nella speranza che un giorno possano tornare nelle loro case, in una Ucraina in pace. - Ezio, lei era l� quando sono arrivati i profughi. Cosa ha visto e cosa ha provato? �Per me � stata una gioia e un'emozione difficile da descrivere. C'erano 51 donne e bambini sfiniti dal viaggio di 20 ore, ma contenti di essere in salvo. Era fortissimo il contrasto tra i due sentimenti: da una parte, la gratitudine e anche lo stupore per aver trovato tante persone che li aiutano; dall'altra, la disperazione per aver perso tutto. Ricordo in particolare una ragazza in lacrime, con la nostra traduttrice che la abbracciava e cercava di consolarla, ha raccontato che suo fratello di 18 anni era rimasto in Ucraina per combattere... Per i bambini avevamo preparato dolcetti, regali e uova di Pasqua. � stato bello riuscire a strappar loro un sorriso. Uno si teneva stretto in braccio il suo cagnolino. Il tempo di riposarsi un po', salutarsi, e poi sono tutti partiti per la destinazione finale: molti saranno accolti da amici e parenti che gi� vivono in Italia. E noi stiamo gi� organizzando altri pullman. All'andata porteranno medicinali, al ritorno i profughi�. - Come � nata questa iniziativa? �Dall'esempio di un amico, Francesco Nespega, che avevo incontrato a Mediaset. Lui conosceva una persona che ha gi� lavorato per la Protezione civile e adesso fa il volontario nel campo profughi di Przemysl, al confine tra la Polonia e l'Ucraina. Quando ha saputo che cercavano un modo per raggiungere un posto sicuro, � andato a soccorrere quelle persone con la sua compagna e un minivan da nove posti. Allora ho coinvolto la mia associazione e, insieme con la Comunit� di Sant'Egidio, abbiamo organizzato il nostro viaggio. E lancio un appello: se ci sono associazioni o gruppi di amici che vogliono imitarci, ben vengano. L'importante � contattare le associazioni presenti sul posto, come la Croce rossa italiana o la Comunit� di Sant'Egidio. E organizzare l'accoglienza in anticipo: quando queste persone arrivano qui devono gi� sapere dove saranno ospitate�. - E ora che succeder�? �La speranza � che la guerra finisca in fretta e i rifugiati possano tornare nelle loro case. Per chi la ritrover� ancora intera. Perch� i racconti delle distruzioni sono terrificanti. Mi hanno ricordato quelli di mio padre Nereo, che durante la Seconda guerra mondiale � stato prigioniero per due anni e mezzo nei campi di concentramento in Germania e Polonia. Il valore della solidariet� l'ho imparato da lui, che mi raccontava delle persone che l'hanno aiutato a tornare in Italia�. - Come and�? �Dopo la liberazione dai campi, ognuno si arrangiava come poteva. Mio padre cominci� un lungo viaggio a piedi verso Cossato, il paesino in provincia di Biella dove poi sono nato anch'io, per raggiungere sua madre. Aveva poco pi� di 20 anni. Per sei mesi attravers� un'Europa devastata e molte persone gli offrirono ospitalit� e da mangiare. Una addirittura gli regal� un cavallo, con cui fece parecchia strada, prima di venderlo in cambio di un biglietto del treno... � tutto raccontato in un libro che pap� ha pubblicato, lo teniamo per noi, per la famiglia�. - Ora invece � lei che aiuta chi fugge dalla distruzione. �Tutti dovremmo darci da fare. Nei comuni, nelle prefetture si pu� chiedere come aiutare. E anche mandare aiuti e offerte. L'importante � rivolgersi sempre ad associazioni serie. I volontari con cui siamo in contatto ci dicono che i vestiti non servono pi�, c'� invece un gran bisogno di medicinali: ci hanno dato una lista che non finiva pi�...�. - Lei per� la solidariet� la pratica gi� da anni, con la sua �Associazione Ezio Greggio�. �S�, sosteniamo la cura dei neonati prematuri: servono incubatrici per aiutare questi bambini che spesso pesano solo un chilo. Ne ho visti tanti dentro alle apparecchiature donate e ora alcuni di loro mi fermano per strada, o vengono a salutarmi a �Striscia�. Mi raccontano in che ospedale sono stati salvati, mi abbracciano e lo ammetto: mi commuovo sempre. In 25 anni di attivit� abbiamo fatto donazioni a oltre 70 ospedali italiani e ora aiutiamo anche ospedali di altre parti del mondo. Per esempio abbiamo fatto arrivare nove quintali di medicinali in Libano, dopo la tremenda esplosione che due anni fa ha completamente devastato il porto di Beirut. Chi vuole associarsi e offre una donazione pu� trovare tutte le informazioni sul sito eziogreggio.me, alla voce �Solidariet�. - E ora cosa pensa di questa guerra? Che cosa si aspetta? �Guardi, � una follia. Ho amici ucraini che sono disperati, ma conosco anche tante perone in Russia, e sono contrarie alla guerra. Ovviamente non possono dirlo apertamente perch� l� c�� una dittatura, non si pu� manifestare come da noi. Chi lo fa rischia grosso. Ma credo che la maggioranza dei russi sia contraria. Questa � la guerra di Putin e questo signore va fermato con le sanzioni e la diplomazia. L�Europa deve mostrarsi forte e coraggiosa come le vittime che resistono all�invasione�. - Tutto questo � arrivato come un fulmine a ciel sereno mentre stava preparando il Festival della commedia di Monte-Carlo. Ma si pu� ancora sorridere in un clima del genere? �A maggior ragione! L�umorismo � il contrario della violenza, la cultura dell�ironia � il contrario di quella della forza bruta. Si dice: �The show must go on� e io aggiungo: �Life must go on�. Non dobbiamo rinunciare a vivere, a sorridere e a essere ottimisti. Ho ricevuto anche il sostegno del principe Alberto, anche lui sta aiutando le vittime della guerra. Siamo riusciti a fare il Festival anche nei giorni del Covid, quando la sala sembrava pi� una clinica che un cinema. E ci riusciremo anche adesso�.