Novembre 2022 n. 11 Anno LII MINIMONDO Periodico mensile per i giovani Direzione redazione amministrazione e stampa Biblioteca Italiana per i Ciechi �Regina Margherita� Onlus via G. Ferrari, 5/a 20900 Monza Casella postale 285 c.c.p. 853200 tel. 039/28.32.71 fax 039/83.32.64 e-mail: bic@bibciechi.it web: www.bibliotecaciechi.it Registrazione 25-11-1971 n. 202 Dir. resp. Pietro Piscitelli Comitato di redazione: Pietro Piscitelli Massimiliano Cattani Luigia Ricciardone Copia in omaggio Rivista realizzata anche grazie al contributo annuale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Cultura. Indice L�apocalisse dietro l�angolo Ucraina Express Balla che ti passa 60 anni fa nasceva la musicassetta La festa dei morti in Italia. Dolci e prodotti tipici del 2 novembre Alla scoperta del Qatar, dove il lusso incontra la Storia Stefania Sandrelli: Io non ho mai avuto segreti, tranne uno� L�apocalisse dietro l�angolo (di Nino Gorio, �Focus Storia� n. 192/22) - Sessant�anni fa, nel 1962, Cuba si riemp� di testate nucleari sovietiche. E il mondo fu sull�orlo di una catastrofe - La Terza guerra mondiale non scoppi� mai ma fece un morto: uno solo, a conflitto quasi finito. Il caduto si chiamava Rudolf Anderson, era statunitense, aveva 35 anni. Per le forze armate del suo Paese era un maggiore dell'aeronautica, per gli avversari uno spione. Mor� schiantandosi in una piantagione di cacao, vicino a Banes, un'anonima cittadina nel settore est di Cuba. Negli Stati Uniti Anderson � stato coperto di medaglie postume: anzi, per lui ne hanno inventata una in pi�, l'air force cross. Anche a Cuba il maggiore yanqui (versione spagnola di yankee) � famoso: rottami del suo aereo sono esposti come trofei in tre musei, tra L'Avana e Playa Gir�n. Fuori dall'America, invece, nessuno si ricorda di lui: negli stessi giorni in cui si schiantava, il mondo si attendeva di vedere decine di milioni di morti; quindi l'abbattimento di un pilota era una notizia irrilevante. La serie di eventi che cost� la vita al maggiore Anderson � nota con il nome di �crisi dei missili�. Successe nell'ottobre di sessant'anni fa e si rischi� il conflitto nucleare, perch� quello fu il momento pi� acuto del confronto Usa-Urss. Ufficialmente, tutto dur� solo una settimana, dal 22 al 28 ottobre 1962. Ma dietro le quinte la crisi fu pi� lunga: il suo prologo fu scritto la notte del Capodanno 1959, quando a Cuba presero il potere i barbudos del �Movimento 26 de julio�, capeggiati da Fidel Castro e Che Guevara: un'eterogenea armata di guerriglieri di sinistra che defenestr� e costrinse alla fuga il dittatore Fulgencio Batista. Per Washington fu uno smacco: il perdente era un loro protetto. Eppure, quando la revoluci�n entr� all'Avana, sulle prime Washington non si mostr� ostile: anzi, riconobbe il nuovo governo. Ma la fragile intesa fin� il 17 maggio, quando Castro nazionalizz� le propriet� agrarie sopra i 400 ettari, risarcendo i possidenti in base al reddito (risibile) dichiarato al fisco. Il decreto colpiva molti latifondisti locali, ma anche la United Fruit (in seguito Chiquita Brands), multinazionale agricola yanqui, produttrice della famosa banana col bollino blu. Subito la tensione sal�: prima gli Usa ridussero drasticamente l'acquisto di zucchero cubano, poi l'isola fu scossa da attentati. Infine tutto precipit�: la notte del 17 aprile 1961 alla Bah�a de los Cochinos (Baia dei Porci) sbarc� un'armata di esuli cubani addestrati in Guatemala dalla Cia. L'attacco (respinto) ebbe un effetto boomerang, perch� l'intesa tra Cuba e Urss, che fino ad allora era stata commerciale, divenne anche militare. Fu cos� che il 14 ottobre 1962 un U-2, aereo-spia americano, sorvolando Cuba fotograf� 9 rampe di lancio per missili atomici SS-4 e SS-5 (gittata: 2.200 e 3.500 km) in costruzione tra manghi e bananeti: quella che la gente continuava a chiamare con simpatia Isla Bonita, stava diventando una base missilistica a due passi dal Nord America. Ma di cubano, in quella base, c'era solo la frutta sullo sfondo: le rampe erano sovietiche. Per una settimana la scoperta rest� segreta; poi il presidente John F. Kennedy decise di annunciarla in diretta tv. Motivo: il 19 ottobre gli U-2 avevano rivelato che le prime rampe per SS-4 erano pronte. E che navi russe cariche di missili erano dirette alle Antille. �Buonasera, miei concittadini�, esord� il presidente alle ore 19 del 22 ottobre. �Questo governo, come aveva promesso, ha esercitato la pi� stretta sorveglianza sul potenziamento militare sovietico a Cuba�. E poi via per 18 minuti, elencando le localit� che rischiavano di diventare obiettivi dei missili: Washington, New York, Cape Canaveral, persino Los Angeles. Il finale era una sorta di predichiarazione di guerra: �Una linea di condotta aggressiva, se le si consente di svilupparsi senza controlli n� freni, alla fine porta a un conflitto�. In tv Kennedy non lo disse, ma virtualmente il conflitto era gi� cominciato. Infatti il presidente aveva predisposto un attacco a Cuba: 250-mila soldati, di cui 90-mila marines, erano stati mobilitati e trasferiti tra Florida e paraggi; 180 navi erano state inviate ai Caraibi per impedire ai sovietici l'accesso ai porti cubani; 261 missili a testata nucleare (105 dei quali in Europa) erano pronti a colpire l'Urss. Cuba mobilit� forze molto pi� caserecce: i reparti femminili dell'esercito si schierarono all'Avana, i maschili sulle coste, mentre il Che e Raul Castro, fratello di Fidel, battevano le campagne per arruolare contadini armati di machete. Intanto Lu�s Gomez Wanguemart, editorialista del giornale castrista Granma, lanciava un monito: �Il blocco annunciato non solo � una misura di guerra che nessuno Stato pu� adottare nei confronti di un altro in tempo di pace, ma � anche un rischio che pu� portare a conseguenze tragiche per il mondo�. Forse nemmeno l'autore si rendeva conto di quanto l'allarme di Granma rispecchiasse la realt�. Infatti il giorno 23 Kennedy diram� alle forze armate l'ordine, valido dalle 10 del 24, di �impedire la consegna di armi offensive e di materiali simili all'isola di Cuba�. E la sera stessa giunse la risposta del leader sovietico Nikita Krusciov, che avvertiva: �Se la flotta americana tenter� di fermare le nostre navi, saremo costretti a prendere le misure che riterremo necessarie e adeguate a difesa dei nostri diritti. Abbiamo tutto l'occorrente per farlo�. Cuba era ormai relegata al ruolo di comprimaria: il caso stava diventando una sfida diretta tra le due superpotenze. Il 24 mattina gli U-2 americani avvistarono nell'Atlantico le prime 25 navi con la stella rossa che puntavano su Cuba. E poco dopo un sommergibile sovietico, che incrociava ai Caraibi, inform� Mosca che 19 cacciatorpediniere Usa si preparavano a intercettare il convoglio. Seguirono ore angoscianti, che in seguito ispirarono vari film, tra cui Thirteen days (2000) con Kevin Costner. A Washington nessuno dormiva pi�, perch� riunioni convulse dell'ExComm (l'unit� di crisi) si susseguivano a ritmo infernale, con falchi e colombe impegnati in una quasi rissa. Il leader dei falchi era il generale Maxwell Taylor, capo di stato maggiore, che voleva giocare d'anticipo, invadendo subito Cuba. Le colombe (Robert Kennedy, fratello di John, e Robert McNamara, segretario alla Difesa) prendevano tempo. Al centro dello scontro falchi-colombe vi era il ruolo di basi americane in Turchia (cio� a una distanza dall'Urss minore di quella tra Cuba e Miami) armate di missili Jupiter a testata atomica. La presenza degli Jupiter a pochi chilometri dai confini sovietici era del resto una delle ragioni principali che avevano spinto Kruscev a sfidare gli americani nelle acque cubane. Secondo le colombe, quel deterrente sarebbe bastato a dissuadere Mosca dal portare alle estreme conseguenze la sfida. In quelle ore il presidente Kennedy fu esplicito: �Per ogni missile cubano eventualmente lanciato contro qualsiasi Paese occidentale sar� considerata responsabile l'Urss, su cui cadr� la rappresaglia�. Per i falchi, invece, gli Jupiter erano un vantaggio da sfruttare prima che Mosca sbarcasse testate nucleari a Cuba, riequilibrando le forze. Ma Taylor fin� in minoranza. Fu una fortuna, perch� se l'invasione fosse scattata i marines non avrebbero dovuto affrontare solo i machete: infatti 140 bombe atomiche tattiche erano gi� sull'isola, nascoste agli U-2 e pronte all'uso. Kennedy lo ignorava, ma Vladimir Dubovik, addetto militare dell'ambasciata sovietica in America, lo sapeva bene. E in quelle ore dichiar� duro: �Le nostre navi passeranno�. Invece non passarono. Quando lo scontro sembrava inevitabile, le due avanguardie del convoglio sovietico (la Gagarin e la Komles) si fermarono a circa 2 miglia dal �picchetto� americano. Lo stop era frutto di un frenetico lavoro diplomatico tra Washington, Mosca e New York, dove il segretario Onu U Thant si era fatto in quattro per evitare la guerra. Chiave della svolta erano due lettere che Krusciov aveva inviato a Kennedy, di tono ben diverso da quello infuocato dell'agenzia di stampa sovietica Tass, che nelle stesse ore chiamava gli Usa �pirati�. La prima lettera proponeva un accordo che suonava come una vittoria americana: via i missili in cambio di un impegno a non invadere Cuba e della fine del blocco navale. L'altra conteneva una seconda bozza di accordo, simile alla precedente, ma con una clausola sostanziale in pi�: dopo il ritiro degli SS-4 da Cuba, gli americani avrebbero dovuto rimuovere i loro Jupiter dalla Turchia. Anche se diverse, le due lettere erano un segnale: era ormai scattata l'ora delle trattative. La crisi di Cuba fin� col bilancio di un morto, una gaffe, un accordo finto e uno vero. A fare il morto furono i cubani, che il 27 ottobre abbatterono l'aereo di Anderson. Autore della gaffe fu invece un cacciatorpediniere Usa (il Joseph P. Kennedy Jr.), che and� all'arrembaggio della Marucla, nave �sospetta� perch� partita da Riga (sul Baltico) ma che in realt� era un cargo inglese. Quanto ai due accordi, furono siglati direttamente fra Washington e Mosca, scavalcando Castro. Quello finto, che accoglieva la prima bozza di Krusciov, permise a Kennedy di presentarsi all'opinione pubblica come vincitore. Ma l'accordo vero, firmato alla chetichella, accoglieva la bozza numero due: via gli SS-4 da Cuba, ma via anche i Jupiter dalla Turchia. Cosa che avvenne mesi dopo, a riflettori spenti, col pretesto di una �manutenzione straordinaria�. Ai Caraibi le due flotte si fronteggiarono fino al giorno 28, in uno stallo che parve eterno; poi le navi di Mosca invertirono la rotta. Tutto era finito con un sostanziale pareggio fra le due superpotenze. Cuba, ridotta a far da comparsa in un film girato da altri, sfog� la sua delusione salutando gli SS-4 in partenza con uno slogan impietoso: �Nikita mariquita, lo que se da no se quita� (�Nikita vigliacco, ci� che si d� non si riprende�). Eppure il mariquita, con la trovata bizantina della doppia lettera, aveva salvato il mondo dall�apocalisse. Fidel? In origine non era comunista Fidel Alejandro Castro Ruz, nato nel 1926, fu il leader della rivoluzione cubana contro il regime di Batista, ma in origine non si ispirava a Marx. �Prima del 1959� ha scritto lo storico inglese Hugh Thomas, �Castro non aveva ideologie. Anche se forse desiderava averne una, tutto era eroico ma vago�. Dichiar� nel 1964 Che Guevara: �Sapevo che Fidel non era comunista, ma sapevo che lo sarebbe diventato�. Lo stesso Castro, nel 1962, aveva ammesso: �Ora io credo senza riserve nel marxismo. Ma ci credevo nel gennaio 1959? Lo capivo come oggi? No!�. In altre parole: quando gli Usa rifiutarono i prodotti cubani nel 1961, si fece avanti Mosca, proponendo un cambio merce di zucchero contro petrolio. E Castro si scopr� comunista filo-sovietico. La crisi dei missili... in Puglia L a crisi di Cuba coinvolse anche l'Italia: fra i missili nucleari pronti a colpire il blocco comunista c'erano infatti 30 Jupiter sparsi in 10 basi intorno a Gioia del Colle (Ba). Puntati verso i Paesi balcanici satelliti di Mosca, i missili avevano una potenza totale di 3.500 atomiche di Hiroshima. Un rapporto stilato nel 1961 da Alan James, ispettore del Dipartimento di Stato Usa, segnalava che �alcuni missili sono sulle colline, altri nei campi deserti, uno molto vicino alla ferrovia e visibile dalla strada�. L'importanza delle basi pugliesi � stata rivelata pienamente nel 1999, grazie a uno studio di Giorgio Nebbia (1926-2019), docente all'Universit� di Bari. Quei missili furono tolti solo nel 1963, dopo la rimozione degli SS-4 di Cuba. Ucraina Express (di Giovanna Camardo, �Focus� n. 360/22 - Il treno ospedale, con a bordo anche una terapia intensiva, realizzato da Medici Senza Frontiere. Per portare feriti e malati lontani dalla guerra - La terapia intensiva ha la dotazione che serve nei reparti di questo tipo. �Ci sono 5 letti di terapia intensiva con ossigeno ad alto flusso, monitor per l'osservazione continua, pompe infusionali per somministrare farmaci; 2 letti sono dotati di ventilatori meccanici, nel caso i pazienti debbano essere intubati�, dice Elvina Motard, di Medici Senza Frontiere. Non siamo per� in un normale ospedale, ma in un treno speciale in viaggio attraverso l'Ucraina, realizzato dalla Ong per portare via i pazienti dagli ospedali delle zone dove si combatte. Fa la spola soprattutto tra Leopoli, nell'Ucraina Occidentale, e le citt� al fronte: il treno e i due vagoni letto usati mentre era in costruzione hanno gi� portato oltre 1.300 pazienti. Molti feriti o amputati, altri malati. �Alcuni sono in condizioni critiche e a bordo possono ricevere cure appropriate�, dice Motard. Elvina Motard, ingegnere, ha contribuito all'ideazione e guidato la trasformazione di 8 vagoni forniti dalle ferrovie ucraine in un ospedale su rotaie. �A marzo � iniziata la progettazione, poi siamo andati in Ucraina per fare i lavori col personale delle ferrovie. Il 24 aprile, il primo viaggio�, dice Motard. Quattro carrozze sono state trasformate in �reparti� con tre livelli di assistenza: terapia intensiva, come abbiamo detto, ricovero ospedaliero e medicina di base. �Le due carrozze per il ricovero sono state svuotate per ospitare 8 barelle o letti, oltre alle apparecchiature mediche. Nel reparto cure di base invece abbiamo conservato scompartimenti e cuccette di un vagone letto�, dice Motard. �C'� poi la carrozza �polivalente�: vuota, attrezzabile con barelle o materassi, pu� ospitare familiari dei malati, persone da evacuare, altri pazienti�. Molti i riadattamenti. �Le barelle entrano dalle porte esterne dei vagoni, ma per muoverle all'interno abbiamo eliminato porte e paratie interne. I finestrini sono rivestiti con pellicole che trattengono i frammenti di vetro se un proiettile li colpisce, per evitare schegge�. Ci sono poi i vagoni tecnici. �Per fornire elettricit� alle apparecchiature, in una carrozza abbiamo installato un generatore e il carburante per farlo funzionare, ma anche le batterie e un gruppo di continuit� per dare energia in caso di guasto al generatore. Un altro vagone ospita 7 generatori di ossigeno, ricavato dall'aria, collegati ai letti della terapia intensiva�, conclude Motard. Il viaggio, andata e ritorno, dura fino a 40 ore. �A ogni viaggio si fanno pi� tappe per raccogliere i pazienti. Al ritorno a Leopoli, le ambulanze li portano in ospedale�, dice Enrico Vallaperta, infermiere che ha coordinato le attivit� sanitarie in vari viaggi. �Il treno, dopo poche ore, pu� ripartire�. Balla che ti passa (di Elisa Venco, �Focus� n. 360/22) - La danza stimola la memoria, crea nuove connessioni cerebrali e rende pi� coesi i gruppi. Inoltre, secondo un'ipotesi, ci aiuta a capire chi � pi� compatibile con noi (e quindi degno di fiducia) - Era il ritornello delle feste nei locali: �Permette questo ballo, signorina?�. Gli uomini provavano cos� a fare la conoscenza delle giovani donne che incontravano in quelle occasioni. Ormai da qualche decennio i balli di coppia, e i cosiddetti lenti, non sono pi� di moda, surclassati da altri tipi di musica e di danze. Eppure tuttora la passione per il ballo accomuna tutte le et�, dai bambini piccoli agli anziani che frequentano le balere. Ed � un bene, perch� danzare migliora l'umore, riduce lo stress e previene malattie come il Parkinson e la demenza assai pi� di 11 altre attivit� fisiche e mentali, tra cui ciclismo, golf, nuoto, lettura e tennis. Lo attesta uno studio apparso sul New England Journal of Medicine, i cui autori attribuiscono il potere del ballo al fatto che danzare comporta sia uno sforzo mentale sia un'interazione sociale. E questa doppia stimolazione instaurerebbe nuove connessioni neuronali al posto di quelle che, in caso di decadimento cognitivo, �vanno perse�. Ma il ballo avrebbe un effetto positivo anche sulla memoria in generale. Un team di ricercatori canadesi ha analizzato le prestazioni cognitive di due gruppi di persone, cui erano stati distribuiti fasce colorate, badge e cuffie wireless, attraverso le quali ogni gruppo ascoltava un brano diverso. Ne � emerso che i partecipanti ricordavano il colore delle fasce e i badge di chi ballava al loro stesso ritmo, mentre erano meno precisi sui contrassegni indossati da chi seguiva un altro ritmo. In altre parole, muoverci a tempo ci aiuta a ricordare cose sulle persone con cui balliamo. Certo, possiamo danzare anche da soli. Ma proprio la dimensione sociale, cio� la relazione con gli altri, resta l'elemento cruciale per capire che senso ha avuto questa attivit� nell'evoluzione umana e che senso abbia tuttora. Il ballo, infatti, richiede l'attivazione dei motoneuroni, ossia dei neuroni che controllano i muscoli. Questo vale per qualsiasi movimento, ma nella danza le cellule cerebrali si �accendono� in sintonia con il ritmo. Pi� spesso ci muoviamo a tempo, pi� facile diventa per il nostro corpo farlo senza uno sforzo cosciente. Non solo: per noi umani restare fermi quando ascoltiamo musica � semplicemente impossibile. Studiosi dell'Universit� di Oslo (Norvegia) hanno scoperto che, sentendo un brano, ma anche il battito di un metronomo, involontariamente facciamo oscillare la testa di 7 millimetri ogni secondo e questo succede indipendentemente da et� e sesso. La difficolt� maggiore a restare fermi si � registrata con la musica dance elettronica, e con quella ascoltata tramite cuffie, che isolano dai rumori esterni costruendo come una �bolla� sonora intorno alle persone. L'impatto della musica � stato maggiore anche quando sono state ridotte le distrazioni esterne chiedendo ai soggetti esaminati di chiudere gli occhi: �Involontariamente le persone si muovevano in media di 2 millimetri in pi� al secondo�, hanno riportato i ricercatori. Irresistibile dunque. E la causa sembrerebbe legata al tipo di ritmo. Per lungo tempo si � creduto che solo gli umani, a partire dai 3-5 mesi, possedessero la capacit� di essere stimolati da un battito regolare. Invece si � scoperto che anche alcuni animali, come i leoni marini della California, i macachi rhesus e i pappagalli, sanno �tenere il tempo�. Snowball, un cacatua maschio gi� famoso per muovere la testa al ritmo dei brani dei Backstreet Boys, nel 2019 ha eseguito 14 diversi movimenti di danza con varie parti del corpo al ritmo di Another one bites the dust e Girls just wanna have fun. �Snowball ha sviluppato questo comportamento senza alcun addestramento�, ha spiegato Aniruddh Patel, docente di psicologia all'Universit� Tufts di Boston (Usa), che ha studiato il fenomeno. �Ci� suggerisce che muoversi con la musica non sia un prodotto arbitrario della cultura umana, ma una risposta al ritmo legata alla conformazione del cervello degli esseri viventi, e in particolare ad alcune capacit� cognitive e neuronali�. L'importante � che si tratti di un ritmo regolare. Resta il fatto che, a differenza degli altri animali, gli umani sono gli unici a coordinare i propri movimenti con quelli altrui. Secondo l'antropologa americana Sarah Blaffer Hrdy, si tratta di un'abilit� che abbiamo acquisito nel Pleistocene (tra 1,8 milioni e 10-mila anni fa) quando i neonati erano affidati alle cure di pi� femmine del gruppo e, per farsi allattare, dovevano adeguare i propri movimenti a quelli dell'adulta di turno, come in un primordiale ballo di coppia. Di qui la domanda: a cosa serve ballare? Gli esperti avanzano due ipotesi: la prima � che il ballo non abbia un significato particolare, bens� sia derivato casualmente dallo sviluppo del linguaggio e della locomozione eretta, ovvero dei tratti che ci distinguono di pi� dagli altri animali che �battono il tempo�. La seconda � che invece la danza sia un comportamento adattativo, utile per rafforzare i legami sociali umani in modo da migliorare le probabilit� di sopravvivenza del singolo grazie alla forza del gruppo. Su questa scia l'antropologo Edward Hagen della Washington State University si � spinto a ipotizzare che la danza si sia evoluta come un modo utilizzato dai primi gruppi umani per valutarsi a vicenda, misurando reciprocamente se c'era �chimica� tra loro in vista di eventuali alleanze. In effetti, secondo uno studio del 2006 che ha confrontato il Dna di ballerini e non, � emerso come i primi possedessero due geni associati a una maggiore abilit� comunicativa, utile per cementare i rapporti umani in generale. �Il vantaggio competitivo di una societ� in cui si ballava era la maggiore coesione tra gli individui�, afferma Clive Gamble, professore di archeologia all'Universit� di Southampton (Regno Unito). Questo spiegherebbe come mai alcuni studiosi ritengono che grandi balli di gruppo abbiano avuto luogo gi� 40-mila anni fa. E, pi� di recente, inequivocabili scene di danza sono state rappresentate nelle grotte della Valcamonica in Lombardia e di Addaura in Sicilia, figure che risalgono a quasi 10.000 anni fa. Secondo Steven J. Mithen, archeologo dell'universit� inglese di Reading, la danza sarebbe stata invece un mezzo per mostrare la propria forma fisica e la coordinazione, qualit� che nelle societ� preistoriche erano utili soprattutto per la sopravvivenza. Mentre oggi lo sono per far colpo sulla pista da ballo. Concetto brillantemente sintetizzato dal commediografo irlandese George Bernard Shaw: �Il ballo � l'espressione verticale di un desiderio orizzontale�, ha scritto. Tuttora, in effetti, le discoteche sono luoghi �da acchiappo�. E la scienza ha scoperto che per attrarre l'altro sesso, pi� che dimenarsi a tempo di musica, funzionano movimenti precisi. Gli psicologi della Northumbria University di Newcastle, nel Regno Unito, hanno utilizzato un avatar che ripeteva le movenze di vari ballerini, chiedendo a 57 maschi e 143 femmine quali fossero le movenze pi� sexy. I ricercatori hanno scoperto che le donne sono attratte dagli uomini che muovono la parte superiore del corpo, che usano molto spazio per ballare e che variano i loro movimenti. Hanno anche notato una curiosa preferenza per gli uomini che flettevano e giravano di pi� il ginocchio destro. I ricercatori ritengono che ci� sia dovuto al fatto che l'80% di tutte le persone � destrimana e quindi appoggia il peso prevalentemente sulla gamba destra. E quindi chi, al contrario, �poggia il peso prevalentemente sulla gamba sinistra, muove la destra in modo pi� fantasioso, e quindi pi� attraente�, hanno ipotizzato i ricercatori. Gli uomini preferivano invece le donne che oscillavano maggiormente i fianchi e compivano movimenti asimmetrici delle gambe. I ricercatori ritengono che l'ampia oscillazione dell'anca sia considerata attraente perch� mette in evidenza l'ampiezza del bacino che, se rotondo al punto giusto, � un chiaro segno di fertilit�. Quanto alla musica riempipista, quella che induce anche i pi� timidi a scatenarsi, i ricercatori dell'Universit� di Oslo hanno concluso che i brani irresistibili hanno un ritmo di 120 battiti al minuto, come It's my life di Bon Jovi o Bad Romance di Lady Gaga. �� il tempo in cui la maggior parte delle persone spontaneamente cammina, facendo due passi al secondo�, ha precisato la responsabile dello studio, Agata Zelechowska. �Una spiegazione � che diventiamo sensibili a questo ritmo nel grembo di nostra madre, quando, oltre ad ascoltare il suo battito cardiaco, ci accorgiamo della sua camminata. Una seconda ipotesi � che gli esseri umani siano sensibili a questo ritmo semplicemente perch� camminano molto e sono abituati al ritmo dei propri passi. Non tutti per� sono ottimi ballerini: esiste chi sa muoversi in sincronia con il ritmo di un brano e chi no. Come mai? I ballerini migliori sarebbero le persone pi� empatiche, quelle pi� abili a capire le esigenze e i sentimenti altrui. �Se consideriamo la musica come una sorta di segnale prodotto dagli esseri umani, ha senso che le persone empatiche vi reagiscano con pi� forza�, conviene la studiosa. Tenetene conto quando cercate un partner con cui mettervi... in ballo. 60 anni fa nasceva la musicassetta (HDblog.it) - Un piccolo oggetto che ha avuto, per almeno due generazioni, un grande significato - Wikipedia la definisce un �supporto fonografico a nastro magnetico molto diffuso e popolare fino all'inizio degli anni 2000 per la sua economicit� e la semplicit� d�uso�. Chi di voi ricorda i mix realizzati in casa, gli album �copiati� o la compilation realizzata per la propria ragazza? Philips, da sempre attenta allo sviluppo di nuove tecnologie, invent� nel 1962 la musicassetta, destinata a rivoluzionare la vita di tutti nei successivi decenni, almeno sotto tre aspetti fondamentali: modalit� d�ascolto, prezzi e possibilit� di registrazione per l�utente comune. I primi esemplari furono messi in commercio per� solo nel 1963. Si trattava in pratica di un semplice contenitore in plastica con due bobine che avvolgevano un nastro magnetico prodotto da BASF. La popolarit� vera arriv�, per�, solo nel 1979 grazie a Sony e al suo Walkman. Con il walkman si ha l'epoca d'oro della cassetta, la musica si pu� portare finalmente ovunque, aprendo la strada all'mp3. Ma non fu solo questo a decretarne il successo. Iniziava il fenomeno della duplicazione e pirateria artigianale, si potevano facilmente copiare gli album, ognuno poteva fare le sue compilation personalizzate con cui esprimere amore o amicizia. Chi di voi ricorda la bic con cui si scrivevano i titoli delle canzoni e con la quale si riavvolgeva anche lo stesso nastro? L�idea della musicassetta deriva direttamente da quella del nastro magnetico a bobina aperta, che fin dagli anni �30 costituiva il pi� versatile mezzo di memorizzazione per l�informazione analogica e digitale. La registrazione su nastro magnetico si basa su uno dei pi� importanti risultati della Fisica moderna: la scoperta dei campi elettromagnetici e nello specifico del legame tra i fenomeni elettrici e quelli magnetici. Le novit� dell�invenzione targata Philips furono principalmente la miniaturizzazione del nastro magnetico e il sistema a due bobine a funzione invertibile. I lettori di musicassette si impadronirono del mercato dell�ascolto in automobile, e nel 1979 Sony introdusse il walkman, dispositivo grande meno di un libro tascabile che da quel momento ha rivoluzionato l�intero settore. Da non dimenticare anche l�apporto notevole che l�invenzione diede al nascente mondo dei personal computer, chiunque abbia posseduto un Commodore 64, o uno ZX Spectrum ricorder� i tempi di caricamento dei programmi salvati sulle cassette e anche l� la facilit� con cui si potevano �copiare� i programmi stessi. Oggi le musicassette sembrano un oggetto di antiquariato ma solo qualche anno fa erano lo strumento principale attraverso il quale era possibile ascoltare musica. La nascita della musica digitale ha portato al loro lento declino. Si parte dal compact-disc, peraltro ideato proprio da Philips e Sony, fino ad arrivare poi ai nostri mp3 ed ai servizi come Spotify, Play Music e musica in streaming senza nemmeno aver il bisogno di spazio di archiviazione. Se un tempo c'era la necessit� di avere moltissimi oggetti, ora � praticamente tutto racchiuso nel nostro smartphone: radio, walkman, videocamera, fotocamera, calcolatrice etc.. La festa dei morti in Italia. Dolci e prodotti tipici del 2 novembre (Gamberorosso.it) - Non sar� folcloristica come l�americana Halloween, ma la festa dei morti in Italia � molto sentita. E, come tutte le celebrazioni che si rispettino, viene onorata a tavola con specialit� uniche - La tradizione popolare italiana narra che, durante la notte tra il 1o e il 2 novembre, i defunti tornino a far visita ai parenti, portando con loro dei doni. � per questo motivo che in molte regioni si usava un tempo lasciare dolcetti e acqua in cucina per i parenti in visita dall�aldil�. Niente �dolcetto o scherzetto� ma tanti buoni biscotti e qualche altra specialit�, per onorare i propri cari che non ci sono pi�. Tra i pi� comuni, le fave dei morti, presenti in diverse regioni italiane, chiamate cos� perch� nell�Antica Roma le fave erano considerate un cibo sacro, che veniva servito durante i banchetti funebri. Nessun piatto tipico specifico, ma zuppe e piatti caldi che caratterizzano l�inverno italiano, tra cui una in particolare: quella di ceci e costine, che in Piemonte viene preparata la sera del 1o dicembre. Fave dei morti - Il pi� rappresentativo dei dolci tradizionali, simile in ogni territorio con piccole differenze per quanto riguarda gli aromi. Nel Lazio, per esempio, le fave dei morti si preparano con mandorle, farina, zucchero, burro e uova, mentre in Umbria hanno uno spiccato profumo di limone e sono prive di burro. In Emilia-Romagna esistono diverse ricette: ci sono le fave di Ravenna, quelle di Forl�, di Massalombarda, di Lugo e le fave dolci di montagna. Gli ingredienti di base sono farina, zucchero, mandorle e uova, ma le varianti differiscono in qualche piccolo dettaglio che ne caratterizza il sapore (quelle di Ravenna contengono anche i pinoli, un po� di farina di crusca mescolata alla bianca e sono aromatizzate all�acquavite, mentre le fave di Forl� sono impastate con il burro e l�alchermes). Si mangiano le fave dei morti anche in Friuli-Venezia Giulia, dove sono nate per utilizzare le mandorle troppo mature avanzate da altre preparazioni: in passato, infatti, la zona del Carso produceva per tutta la regione e la raccolta di ottobre permetteva a fornai e pasticceri di sperimentare nuove ricette con le tante eccedenze. Le pi� tipiche sono le fave di Trieste, piccole palline aromatizzate con vaniglia nella versione chiara, essenza di rosa bulgara per le rosate o arricchite con cacao nella variante pi� scura. �nduzzo - Farina, zucchero, mandorle tostate, miele, albume d�uovo, lievito, scorza d�arancia e cannella: sono questi gli ingredienti alla base dello �nduzzo, biscotto tipico delle province di Catania e Messina, che deve il suo nome alle suore vincenziane di Catania che lo hanno inventato; �nduzzo � infatti il vezzeggiativo dialettale di Vincenzo. Si tratta di biscotti comuni a entrambi i territori, ma solo a Catania vengono consumati in occasione del 2 novembre (a Messina vengono invece preparati per la festa della Madonna della Lettera, il 3 giugno). In qualsiasi caso, stiamo parlando di dolcetti semplici e dal gusto rustico, facili da preparare e perfetti da sgranocchiare a fine pasto, meglio ancora se accompagnati da un buon liquore o un passito. Pan dei morti - A Milano il re della tavola � il pan dei morti, dolce della tradizione diffuso anche in Brianza e pensato come goloso saluto di bentornato per i defunti in visita in occasione della festa dei morti. Solitamente viene condiviso da tutti i commensali alla fine del pasto oppure regalato ai pi� piccoli come golosa merenda. Una ricetta semplice e gustosissima, fatta con albumi, biscotti secchi sbriciolati, cacao, frutta secca e candita e spezie dolci. Simile, seppur con le dovute differenze, � la torta paesana tipica della zona di Monza, fatta sempre con biscotti sminuzzati e frutta secca, ma a base di pane raffermo bagnato nel latte o con l�acqua. Grano dei morti - Dolce insolito e originale � quello pugliese a base di grano dolce, una specialit� della provincia di Foggia legata all�antico rituale cristiano che prevedeva di consumare del grano bollito benedetto durante la funzione religiosa del 2 novembre. Una tradizione del passato che permane ancora oggi, segno di buon auspicio e nuova vita: il grano � infatti uno dei simboli della rinascita (non a caso � presente anche nella pastiera pasquale), cos� come il melograno, che un tempo veniva lasciato nelle tombe per assicurare nutrimento e la possibilit� di resurrezione ai defunti. Nel grano dei morti si trovano poi frutta candita, zucchero, frutta secca e vino cotto, pi� altri ingredienti che variano a seconda della tradizione locale e familiare, come il cioccolato o la cannella. Papassini - Fragranti e glassati, i papassini sardi si caratterizzano per l�utilizzo di uva passa (papassa o pabassa in lingua locale), ma gli ingredienti possono variare in base alla zona di produzione. C�� chi all�impasto aggiunge la sapa, chi la cannella o il finocchietto selvatico, oppure il liquore all�anice. Ci possono essere anche variazioni nella glassa, che pu� essere fatta sia con albume d�uovo e zucchero che con acqua, profumata con limone o altri aromi. Ci� che non deve mai mancare sono farina, mandorle, gherigli di noce, uva passa, zucchero, lievito, strutto (nelle versioni pi� moderne sostituito dal burro), uova intere e tuorli, scorza di limone e arancia e un pizzico di sale. Ossa dei morti - Simili alle fave, le ossa dei morti sono dei biscotti diffusi soprattutto al Sud Italia, in particolare in Sicilia; dei frollini friabili e croccanti fatti con pochi e semplici ingredienti, frutto delle antiche tradizioni contadine che � insieme al grande lavoro delle monache nei conventi � hanno dato vita a gran parte della pasticceria secca del territorio. Si caratterizzano per l�utilizzo dei chiodi di garofano, che conferiscono all�impasto un profumo inebriante e intenso, e per la forma peculiare che ricorda, appunto, quella di un osso. Zuppa di ceci e costine - Non solo dolci. Tra il 1o e il 2 novembre si consumano molti piatti caldi, semplici e di origini antiche. Zuppe, soprattutto, che variano di regione in regione. Tra le pi� popolari c�� quella piemontese di ceci e costine di maiale, che nelle Langhe e nel Monferrato viene preparata per la festa di Ognissanti. Un piatto robusto e sincero, confortevole e perfetto per le giornate pi� rigide, una zuppa densa e cremosa che nel Roero si trova nella variante �cisr�, ovvero con la trippa al posto delle costine. Per una versione ancora pi� golosa! Alla scoperta del Qatar, dove il lusso incontra la Storia (Vanitifair.it) - Un breve viaggio alla scoperta del Paese che ospita i Mondiali di calcio del 2022 - Si dice che in questa terra il viaggiatore non sia mai uno straniero, ma �un amico non ancora incontrato�. Della sua apertura al mondo, alle persone e alle altre culture, il Qatar ha deciso di farsi un vanto. Uno slogan che trova riscontro anche nella sua politica di accesso al Paese: ben 80 nazionalit� possono infatti entrare senza Visto (e l�Italia � una di queste). Non solo stop-over sulle rotte per l'Oriente o l�Oceano Indiano: il Qatar, piccola penisola confinante con l�Arabia Saudita e circondata dal Golfo Persico, � una terra che ha radici lontane, un�anima autentica, pronta a stupirvi. Non solo con i suoi eleganti grattacieli progettati da archistar e con i suoi ricchi e sfavillanti centri commerciali, ma anche con i coloratissimi e tradizionali souq, e le dune del deserto baciate dal sole. Una meta sofisticata, dove lusso e modernit� incontrano tradizione, storia e cultura. Una terra animata da uno spirito progressista che accende di continuo un nuovo futuro e regala illuminazione, energia e ispirazione. A partire dalla sua capitale, Doha, che incarna perfettamente questa magica fusione tra passato e presente: il suo avveniristico skyline abbraccia la baia punteggiata di dhow, e il Souq Waqif, il cuore antico della citt�, � un brulicante mercato tradizionale pieno di botteghe dove acquistare indumenti tipici, spezie e artigianato locale. Nel labirinto del souq si trovano anche numerosi ristoranti da �Mille e una notte�, oltre a sorprendenti negozi di falconeria e le scuderie dei famosi cavalli arabi. Tra le attrazioni culturali pi� importanti, lo spettacolare Museo di Arte Islamica, un prezioso scrigno che racchiude 14 secoli di arte proveniente dal Medio Oriente (e non solo). E poi la public art, che impreziosisce qui e l� la citt� e il deserto, con opere a firma di Damien Hirst, Richard Serra e altri artisti illustri. Cultura, lusso e non solo: il Qatar � anche una destinazione perfetta per godersi spiagge bianche e mare cristallino, anche in citt�. Il Paese vanta infatti ben 500 km di costa affacciata sul Golfo, col sole tutto l�anno. Stefania Sandrelli: Io non ho mai avuto segreti, tranne uno� (di Paolo Fiorelli, �Tv Sorrisi e canzoni� n. 40/22) - L�attrice torna con il film Acqua e anice e racconta la sua vita piena di incontri meravigliosi - Sar� per �quel pap� meraviglioso che ho perso troppo presto, che non mi ha mai sgridata una volta, che mi chiamava �la mia donnina� e che era cos� bello�, o anche per �il mio fratellone Sergio che mi portava al cinema e mi ha fatto innamorare dello schermo�, ma sta di fatto che Stefania Sandrelli giura di essersi sempre �fidata e strafidata degli uomini. Pure troppo. Pure quando non se lo meritavano�. - Chi non se lo meritava? �Intanto chi mi ha preso a botte. Ma quelle le ho anche ridate. E poi chi si � approfittato della mia buona fede, perch� io avr� tanti difetti, ma sono sempre in buona fede. Gi� da ragazza avevo tantissimi corteggiatori e per fortuna che mia mamma li teneva d'occhio, li radiografava e poi mi diceva cose tipo: �Quello ti fa soffrire, non te lo prendere neanche come amico!�. Per� dai, alla fine nei miei incontri con gli uomini sono stata fortunata, anche sul lavoro, a cominciare da Pietro Germi che � stato il mio pap� artistico, che mi ha insegnato tanto�. - L'incontro con Gino Paoli fu fortunato? �Certo. La gente pensa che sia un musone ma io con lui ridevo tantissimo. Passavamo i pomeriggi a leggere i fumetti di �Linus�. Lui ha capito e coccolato la mia parte infantile. Che ho ancora oggi. Anzi, � il tratto distintivo del mio carattere�. - Il suo compagno di oggi � Giovanni Soldati: si � parlato di crisi... �Superata. A un certo punto non stavamo pi� bene insieme, poi lui si � ammalato, � stata dura. Ma � il grande amore della mia vita e ora voglio stare al suo fianco�. - Torniamo ai compagni di set. In questi giorni cade il centenario dalla nascita di Vittorio Gassman. Di lui che ricordi ha? �Intanto che mi diceva sempre: �Somigli a mia figlia Vittoria, te l'ho gi� detto?�. E poi che mi invitava alle sue feste e guai ad andare via prima, ma bisognava tirare l'alba, io non ce la facevo, mi si chiudevano gli occhi. Una volta mi ha regalato due pulcini. Che ci dovevo fare con due pulcini in casa? Li ho tenuti finch� non sono diventati due polletti e poi li ho dati via. E suo figlio Alessandro era cos� simpatico con quei dentoni, mi faceva tenerezza, poi abbiamo anche lavorato insieme in �Una grande famiglia� e nel film �La donna della mia vita�. � stato bello perch� Vittorio mi ha sempre trattato come una figlia. Ma anche Ugo Tognazzi�. - Che faceva Tognazzi? �Era molto paterno, sul set di �Il federale� mi ha fatto anche da guardia. Io nelle pause tornavo nella mia roulotte e c'erano questi che venivano a sbirciare dentro, volevano vedermi nuda, capito? E lui li cacciava. Ricordo che come premio gli leggevo il mio diario. Tenevo sempre un diario allora, poi l'ho perso, chiss� dov'�. - Non ha paura che qualcuno lo trovi e sveli i suoi segreti? �E quali segreti? Io racconto sempre tutto. L'unica volta che ho tenuto un segreto � stato sul set del film �Alfredo Alfredo��. - E che segreto era? �Che ero incinta. Ma mi ha costretto Pietro Germi. Aveva appena chiuso il contratto con Dustin Hoffman, che aveva accettato solo a patto che ci fossi io. Modestamente. Quando gliel'ho detto Germi era disperato: �Se lo sa il produttore salta tutto�. Per me aveva scritto due parti, alla fine ne ho fatta una e sul set eravamo solo in tre a sapere che ero incinta: io, Pietro Germi e Dustin Hoffman�. - A proposito, come si � comportato Hoffman? �Eh, gli piacevo, diciamo la verit�. Ma � sempre stato rispettoso e gentilissimo. Una volta mi ha cucinato gli spaghetti nella sua roulotte. � arrivato Nicky Pende, il mio marito di allora, e ha fatto una scenata che non vi dico. Sono volati i piatti. Reciproci�. - Lei � in buona fede ma se c'� da tirare un piatto, lo tira? �Esatto. Con gli uomini ho sempre creato un rapporto di parit�. Nicky era straricco e allora io chiesi la divisione dei beni. Per non sentirmi dipendente�. - Anche Olimpia, la protagonista del suo nuovo film �Acqua e anice�, � una donna di carattere e di successo. Altre somiglianze? �Olimpia � una star, ma del liscio. Anzi, veramente una ex star. Assolda una ragazza come autista, che poi � Silvia D'Amico, e torna in tutti i posti dove l'hanno adorata, con un camioncino scassato. A proposito, il camioncino da solo vale il biglietto... Sono luoghi straordinari ma anche malinconici perch� abbandonati. Dalle parti di Carpi c'� una mastodontica balera-discoteca tutta cadente, dove suonavano le rockstar. L'Emilia � piena di posti cos�. - A lei piace il liscio? E ballare? �Il liscio lo trovo divertente e s�, ballare mi piace. Di pi�: da ragazza sognavo di fare la ballerina. Ma la ballerina classica: volevo diventare la Fracci. Addirittura mi ero organizzata con una ghenga di amici dei bagni �Caboto� e �La salute� a Viareggio (io d'estate ero sempre l�, bastava attraversare la pineta ed ero al mare). Il nostro piano era di trasferirci a Genova per studiare danza classica con Ugo dell�Ara, il primo ballerino della Scala. Li ho rivisti tutti questa estate grazie a mia figlia Amanda: mi ha organizzato una sorpresa. Che ricordi�. - E come and� a finire con la danza classica? �Che mi sono cresciute le tette e addio sogno. Non puoi fare la ballerina classica con tutto quel seno. Comunque avevo gi� pronto il piano B: dattilografa e stenografa. Avevo fatto la terza commerciale a Viareggio. Allora era una cosa importante, ti apriva tante porte, chi lo sapeva che sarebbero arrivati i computer, di quelli non ci ho mai capito niente, anche col telefonino divento pazza. Ne vorrei uno che mi facesse la dichiarazione dei redditi...�. - Un'altra possibile professione andata in fumo. �Mia mamma, che era sempre ottimista, mi disse: �Ci� che avviene conviene�. E forse mi � convenuto davvero, perch� se avessi fatto la ballerina non avrei mai fatto il cinema�. - Aveva ragione mamma. �S�, per� aveva dei dubbi. �O Stefanina, sei proprio sicura che tu vuoi fare l'attrice?�. E io: �S�, mamma�. Cos� mi accompagn� per due mesi in Sicilia sul set di �Divorzio all'italiana�. Avevo 15 anni. L� tra l'altro ha scoperto la pasticceria siciliana. Mia mamma era golosissima: cominci� a farsi mandare dei panetti di pasta di mandorle: li teneva in camera, in cima a un armadio, e li mangiava in segreto. Per anni ho continuato a trovare questi panetti nascosti negli angoli della casa�. - Lei � golosa? �Io no, ma Amanda s�. La golosit� ha saltato una generazione e se l'� beccata lei�. - I piani per il suo futuro? �Hanno scritto che mi voglio ritirare dal cinema ma non � cos�. Ho solo deciso che non far� mai pi� cose dove non ci sia affetto. Ci tengo troppo�.