Novembre 2023 n. 11 Anno LIII MINIMONDO Periodico mensile per i giovani Direzione redazione amministrazione e stampa Biblioteca Italiana per i Ciechi �Regina Margherita� Onlus via G. Ferrari, 5/a 20900 Monza Casella postale 285 c.c.p. 853200 tel. 039/28.32.71 fax 039/83.32.64 e-mail: bic@bibciechi.it web: www.bibliotecaciechi.it Registrazione 25-11-1971 n. 202 Dir. resp. Pietro Piscitelli Comitato di redazione: Pietro Piscitelli Massimiliano Cattani Luigia Ricciardone Copia in omaggio Rivista realizzata anche grazie al contributo annuale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Cultura. Indice Martin Luther King: I have a dream A cosa serve fantasticare Balla che ti passa Salvo d�Acquisto, �esempio luminoso d�altruismo� English breakfast: l�altra colazione Alla scoperta di Bressanone e dintorni 5 cose che non sai sui Pinguini Tattici Nucleari Martin Luther King: I have a dream (di Simone Cosimelli, �Focus Storia� n. 203/23) - Sono passati 60 anni dal giorno in cui pronunci� il suo celebre discorso. Parlava di un sogno di uguaglianza e libert� per gli afroamericani, ma non solo - �Quando si alz�, un grande boato si alz� dalla folla. Quando inizi� a parlare, cal� il silenzio�. Cos� scrisse l'inviato del New York Times, Edwin Wentworth Kenworthy, detto Ned, per raccontare l'inizio del pi� celebre discorso del reverendo Martin Luther King Jr.: �I have a dream�, �Io ho un sogno�. Un discorso tenuto il 28 agosto 1963 nella cornice del Lincoln Memorial di Washington DC, la capitale degli Stati Uniti, davanti a 200-mila partecipanti. King Jr. divenne allora il simbolo della lotta per i diritti civili negli Stati Uniti e un'icona della storia antirazzista del Novecento. Cosa accadde quel giorno? E perch� fu cos� importante? Nato nel 1929 ad Atlanta, in Georgia, Martin Luther King Jr. era un reverendo battista e un uomo impegnato. Divenne noto a livello nazionale, nel 1955, per essersi distinto in una particolare forma di protesta: il boicottaggio dei bus di Montgomery, in Alabama, a seguito della disobbedienza e dell'arresto di Rosa Parks, la donna afroamericana che si era rifiutata di cedere il suo posto su un autobus a una persona bianca. L'azione collettiva dur� pi� di un anno e, quando la Corte Suprema dichiar� incostituzionale la segregazione razziale sui mezzi pubblici, si concluse con una vittoria per i manifestanti. Da l� emerse con forza il movimento per i diritti civili in favore della comunit� afroamericana, animato da vari gruppi, e King Jr. ne divenne subito una figura di riferimento. Negli Anni '50 fond� una nuova e dinamica associazione che doveva coordinare il movimento: il Congresso dei leader cristiani degli Stati del Sud (Southern Christian Leadership Conference). King Jr. guid� sit-in pacifici e manifestazioni di massa per porre fine alla discriminazione razziale nei luogi pubblici (ristoranti, negozi, scuole), si distinse per le doti oratorie e le abilit� organizzative, ma dovette subire ritorsioni, offese, minacce, denunce, finendo anche in carcere. Non fu semplice scontrarsi con un potere cos� regressivo e monolitico, spesso fondato sul razzismo e sostenuto da milioni di americani e americane convinti dell'inevitabilit� della disuguaglianza razziale e, in particolare, dell'inferiorit� degli afromericani di fronte ai bianchi, considerati unici detentori della piena cittadinanza. A tutto ci� King rispose con un messaggio politico di pace e uguaglianza, credendo fermamente che la Storia si stesse muovendo sulle ali della libert� e che l'ora del cambiamento, dopo anni di soprusi e vessazioni, fosse finalmente scoccata. Il 28 agosto 1963 fu dunque una tappa essenziale di un percorso lungo e articolato per chiedere la fine della segregazione razziale e della subordinazione economica degli afroamericani, e quindi l'inizio di una nuova convivenza tra bianchi e neri. La Marcia su Washington per il lavoro e la libert� (�March on Washington for Jobs and Freedom�), fu organizzata da diverse associazioni sindacali, attir� l'attenzione della stampa e raccolse persone da tutti gli Stati Uniti, che raggiunsero la capitale con ogni mezzo possibile. La battaglia ingaggiata contro l'odio, la disuguaglianza sistemica e l'inerzia conservatrice fu quindi affrontata in una dimensione collettiva, attraverso il principio della nonviolenza e con una partecipazione democratica. Fu un giorno di orgoglio e di protesta, in cui presero la parola molte voci autorevoli in grado di rappresentare segmenti diversi della frastagliata societ� americana e delle sue componenti pi� discriminate. Quando fu il suo turno, King Jr. mise tutto se stesso per farsi ascoltare ed essere incisivo. Cominci� seguendo la traccia di un testo preparato precedentemente, almeno nei primi passaggi, ma poi non esit� a uscire dagli schemi con grande maestria. Utilizz� un ricco repertorio retorico con rimandi biblici e riferimenti storici, trasmise la sincerit� e l'urgenza di cui erano intrise le sue argomentazioni e riusc� a toccare nel profondo cittadini e cittadine che sentivano di vivere una fase di trapasso e di inevitabile evoluzione, nel segno di una maggiore eguaglianza e di una migliore giustizia sociale. Tutti allora parvero condividere il sogno evocato da King Jr. (�I have a dream�): vivere in un Paese finalmente libero dalla segregazione razziale. Arnaldo Testi, gi� docente di storia degli Stati Uniti presso l'Universit� di Pisa e autore di saggi come Il secolo degli Stati Uniti e I fastidi della storia. Quale America raccontano i monumenti (entrambi editi da Il Mulino), spiega: �Il discorso di Martin Luther King Jr. fu l'ultimo e il pi� ispirato ma non il pi� emblematico del significato di quella lunga giornata. Veniva dopo altri discorsi di denuncia e di rivendicazione, e anche il suo, con il testo che aveva preparato, parlava di eguaglianza e giustizia economica, tema che gli era familiare, e che sarebbe diventato centrale negli ultimi tempi della sua vita. Ma King Jr. abbandon� il testo scritto, e prese il volo con la celebrazione delle durezze e delle speranze del Civil Rights Movement e con la visione di un futuro di integrazione razziale. Infiamm� i presenti�. King Jr. dimostr� di padroneggiare al meglio le doti necessarie per esercitare in modo convincente la sua leadership: passione, carisma, lungimiranza. E ottenne un grande successo anche perch�, cos� come tutta la marcia su Washington, le sue parole vennero trasmesse in diretta dalla rete televisiva Cbs e poi, grazie ai nuovi satelliti Telstar, al mondo intero, o almeno a quello transatlantico. Cos�, nel dibattito pubblico il discorso I have a dream ottenne una visibilit� assoluta. Da un lato fu usato per rinsaldare l'unit� del movimento per i diritti civili, non sempre compatto e ben organizzato. Dall'altro - in un tempo in cui il radicalismo politico si andava diffondendo tra gli afroamericani - giornalisti, opinionisti e politici progressisti bianchi elogiarono l'approccio conciliante e dialogante di King Jr., facendone un interlocutore privilegiato. Il 28 agosto 1963 fu uno dei momenti pi� alti della carriera di attivista del reverendo nato ad Atlanta. La profondit� dei temi sollevati e l'eco suscitata in tutto il Paese, anche grazie alla copertura dei mezzi di comunicazione, ebbero un ruolo di spinta e propulsione per la questione dei diritti civili, alimentando la determinazione di milioni di persone. Si giunse cos�, con la firma del presidente democratico Lyndon B. Johnson (succeduto a John F. Kennedy, assassinato in quello stesso 1963) all'approvazione nel 1964 del Civil Rights Act, che proibiva la discriminazione razziale sul lavoro, nell'istruzione, nella ricerca di un alloggio e in altri ambiti. In quel 1964 King Jr. fu insignito del Nobel per la pace. E nel 1965, finalmente, fu approvato il Voting Rights Act, che garantiva il diritto di voto agli afroamericani. La lotta per una piena emancipazione, per�, non era ancora vinta. Le tensioni continuarono e la polarizzazione si accentu�. L'America si rivel� profondamente divisa e l'odio razzista colp� lo stesso King Jr., assassinato con un colpo di fucile in un motel di Memphis, nel 1968. Di lui rimase un ricordo indelebile: non solo per le qualit� morali, ma anche per i metodi utilizzati nel confronto politico. Continua Testi: �King Jr. era un sognatore dalla vista e dall'immaginazione lunga, ma anche un sognatore militante di cose concrete. Evocava obiettivi storici, cambiare le condizioni civili, politiche ed economiche dell'America nera, quindi cambiare l'America. Ma era anche un dirigente pragmatico che chiudeva accordi, faceva compromessi, apprezzava le conquiste parziali: non che bastino, ma sono qualcosa che prima non c'era. Era infine un militante che usava mezzi militanti per ottenere le mete vicine e avvicinarsi alla meta lontana: l'azione in prima linea, non violenta ma provocatrice di violenza altrui, guardando il potere negli occhi, mettendo in gioco il suo corpo, rischiando la vita�. Per questo, ancora oggi, il potente I have a dream scandito dal reverendo King smuove le coscienze a latitudini e in generazioni diversissime. A cosa serve fantasticare (di Margherita Zannoni, �Focus� n. 363/23) - Immaginare scenari irreali, o anche solo prefigurare il nostro futuro, � essenziale per trovare soluzioni. E per sapere chi siamo - Ci sono �film� di cui siamo registi, sceneggiatori, spettatori e spesso protagonisti. E passiamo fino a met� della nostra vita a guardarli. Ci fanno evadere, fluttuare tra passato, presente e futuro, anche prefigurare l'impossibile. Sono i sogni a occhi aperti, che proiettiamo nella nostra mente quando la lasciamo libera di vagare. A volte si impongono come ospiti indesiderati, assorbendo la nostra attenzione quando dovremmo concentrarci su altro. Ma se non esistessero, non potremmo cullarci tra i ricordi, fare programmi, escogitare soluzioni, neppure avere il senso della nostra identit�. Per studiare in tempo reale cosa passa per la mente della gente, due ricercatori dell'Universit� di Harvard si sono serviti di un'app che invia ripetute notifiche sullo smartphone in momenti casuali della giornata, invitando a riferire cosa si stia pensando, quale attivit� si stia svolgendo e come ci si senta in quel preciso istante. Cos� hanno scoperto che si trascorre gran parte del tempo con la testa tra le nuvole: in uno dei loro studi, l'app � stata installata da 2.250 persone la cui mente stava vagando dal 30 al 47% delle volte in cui sono state interrogate. Di pi� su argomenti piacevoli (42,5% delle volte) che spiacevoli (26,5%) o neutri (31%). �I sogni a occhi aperti hanno la stessa probabilit� di presentarsi in forma di immagini o di discorso interiore, mentre altre modalit� come quella uditiva, tattile o gustativa sono molto meno consuete�, afferma David Stawarczyk, psicologo della Washington University a St. Louis. In genere, se hanno un forte impatto visivo coinvolgono meno il discorso interiore. Inoltre, pi� spesso hanno una prospettiva visiva in prima persona (il 64% delle volte, come risulta da uno studio dell'Universit� del Colorado a Boulder) e sono incentrati su di s�, pur coinvolgendo di frequente altre persone. �Vagando con la mente � pi� probabile che il focus dei pensieri sia diretto a prepararsi per eventi futuri piuttosto che a ricordare il passato�, scrive Stawarczyk. Dai suoi studi risulta che i sogni a occhi aperti spesso hanno funzioni rilevanti per gli obiettivi personali come la pianificazione (35%), il processo decisionale (8%) e la valutazione degli eventi (10%), meno altre finalit� come l'autointrattenimento (7%). E che ben il 79% delle fantasie orientate al futuro riguarda eventi previsti per il giorno stesso o i sette giorni successivi. Quindi, ci distacchiamo dalla realt� quotidiana per ritrovarci a fantasticare su altre attivit� quotidiane. Scenari improbabili o fantasiosi assorbono in misura minore: ci si tuffa in realt� illusorie per puro gioco mentale (per es. rappresentarsi creature aliene) o appagare desideri con l'immaginazione (come vincere alla lotteria, ottenere grandi successi o conquistare potenziali partner). Insomma, i nostri �film� mentali sono in gran parte concreti. Del resto, a chi non � capitato di distrarsi durante una conversazione o al lavoro, magari nel mezzo di una riunione, ritrovandosi a pensare a tutt'altro? Ad alcuni succede continuamente, pur avendo senso di responsabilit� e motivazione sufficienti per restare concentrati. Eppure, senza volerlo (si stima che solo il 10% dei sogni a occhi aperti sia intenzionale), immancabilmente spiccano il volo verso propri viaggi mentali. Non c'� motivo di preoccuparsi, anzi: �Le persone con un cervello efficiente potrebbero avere troppa capacit� cerebrale per impedire alle loro menti di vagare�, ha affermato Eric Schumacher, psicologo della Georgia Tech. � arrivato a questa conclusione riscontrando punteggi pi� alti in prove di capacit� intellettive e creative in chi riferisce sogni a occhi aperti pi� frequenti e osservando il suo cervello con la risonanza magnetica funzionale. Quindi, si tratterebbe di un eccesso di lavoro mentale che straborda come un fiume in piena dall'attivit� che si sta svolgendo. I compiti semplici, che non richiedono molto sforzo mentale, sono l'innesco ideale per i sogni a occhi aperti. Infatti, si vaga con la mente soprattutto quando ce lo si pu� permettere: si pu� contare su una memoria di lavoro sufficiente (� il magazzino a capacit� limitata in cui tratteniamo le informazioni che servono per l'attivit� in corso) a non perdere il filo di ci� che si sta facendo. Intanto si ottimizza il tempo, sfruttando i benefici del vagabondare mentale. Come valutare ci� che accadr�. �Potremmo esserci evoluti per considerare prospettive alternative. Testiamo le nostre azioni in anticipo prevedendo mentalmente il loro risultato ed evitando costosi errori�, ha scritto Muireann Irish, neuropsicologa dell'Universit� di Sydney. In pi�, coi sogni a occhi aperti ci concediamo una �pausa� che rinfresca la mente e permette di tornare sul compito con rinnovate capacit� di attenzione. Oltre che sollevarci dal tedio: �La capacit� di impegnarsi in un filo di pensiero alternativo potrebbe essersi evoluta anche per superare la noia e il disinteresse e, quindi, non farci abbandonare un compito necessario�, spiegano Benjamin W. Mooneyham e Jonathan W. Schooler dell'Universit� della California a Santa Barbara. Infatti, se la mente vaga, il tempo sembra passare pi� in fretta. Non a caso, possiamo arrivare a farlo ben il 70% del tempo trascorso alla guida, in percorsi abituali. Si � visto alla George Mason University impegnando per un periodo dei volontari in due monotone simulazioni di guida al giorno, della durata di 20 minuti, per riprodurre ci� che accade nel tragitto quotidiano da e per il lavoro. Peccato che non sempre si riesca a risintonizzarsi su un'attivit� senza lasciarsi sfuggire passaggi importanti. Cos� succede di perdere punti chiave della trama di un film o di un discorso (�Non mi stai ascoltando!�), oppure di non capire che cosa si sta leggendo. Schooler e il suo team di ricerca hanno fatto leggere a volontari un racconto di Arthur Conan Doyle, costatando che vagare con la mente interferiva con la capacit� di identificare correttamente il cattivo della storia. Quando la mente va alla deriva si pu� arrivare a non ricordare cosa accadeva prima (�Perch� sono entrato in questa stanza?�), soprattutto se viaggia lontano nel tempo e nello spazio: da uno studio dell'Universit� della North Carolina � emerso che l'effetto � pi� forte se ci si immerge in ricordi remoti o di episodi avvenuti in luoghi distanti. Quindi, � pi� difficile tornare al presente dopo aver pensato a una vacanza all'estero che a una gita fuori porta. I costi, poi, possono essere notevoli se la mente �parte� quando serve molta concentrazione: vari studi dimostrano che pu� compromettere le prestazioni, per esempio in test attitudinali e di intelligenza. La questione in realt� � pi� sfumata, perch� non sempre distrarsi �distrae� davvero. Molti pensatori scientifici, tra cui Newton, Poincar� ed Einstein, hanno avuto ispirazioni in momenti in cui non erano concentrati sulle loro teorie ma intenti ad altro. � accaduto per caso? Forse no. Una spiegazione viene da uno studio di Schooler e colleghi in cui i volontari dovevano trovare quanti pi� possibili usi alternativi di oggetti comuni, come un mattone. Se ci si vuole cimentare in questo compito, c'� qualcosa di cui tener conto: molto probabile che vengano pi� idee se, dopo averci pensato per un po' (2 min nello studio), ci si prende una pausa (12 min). Ma molto dipende da quello che si fa in questo lasso di tempo: i partecipanti dello studio che si sono dedicati a un compito mentalmente poco impegnativo (che incoraggia quindi a vagare con la mente) hanno trovato pi� soluzioni creative di chi ne ha svolto uno pi� pesante o non ha fatto nulla. �Ipotizziamo che il vagabondaggio mentale svolga un ruolo nel trovare nuove soluzioni a problemi gi� incontrati�, sostiene Schooler. Ma per essere creativi non basta far viaggiare la mente: occorre intercettare potenziali idee brillanti che si mescolano ad altre nel flusso dei pensieri. Quindi, essere consapevoli di ci� che si sta pensando (�Ho avuto una buona idea!�). Per questo, la creativit� coinvolge pi� reti cerebrali, non solo quella che si attiva con i sogni a occhi aperti. Insomma, dare il meglio � una questione di equilibrio tra mente a briglie sciolte e ripresa del controllo. E i perenni distratti andrebbero apprezzati: stare spesso tra le nuvole pu� denotare un cervello prolifico, non per forza disinteresse o indolenza. Si pensi ai ragazzini con una mente troppo vivace per restare a lungo sui libri o in ascolto dell'insegnante, il cui rendimento pu� essere scarso (a volte perfino perch� sono troppo avanti per le loro classi). O allo stereotipo dello scienziato svampito, sempre assorto nei suoi pensieri. Comunque sia, chi viene ripreso perch� sogna a occhi aperti potrebbe rispondere che il suo cervello � impegnato a programmare, prevedere, trovare soluzioni o, pi� semplicemente, a ricaricarsi. Balla che ti passa (di Elisa Venco, �Focus� n. 360/22) - La danza stimola la memoria, crea nuove connessioni cerebrali e rende pi� coesi i gruppi. Inoltre, secondo un�ipotesi, ci aiuta a capire chi � pi� compatibile con noi (e quindi degno di fiducia) - Era il ritornello delle feste nei locali: �Permette questo ballo, signorina?�. Gli uomini provavano cos� a fare la conoscenza delle giovani donne che incontravano in quelle occasioni. Ormai da qualche decennio i balli di coppia, e i cosiddetti lenti, non sono pi� di moda, surclassati da altri tipi di musica e di danze. Eppure tuttora la passione per il ballo accomuna tutte le et�, dai bambini piccoli agli anziani che frequentano le balere. Ed � un bene, perch� danzare migliora l'umore, riduce lo stress e previene malattie come il Parkinson e la demenza assai pi� di altre attivit� fisiche e mentali, tra cui ciclismo, golf, nuoto, lettura e tennis. Lo attesta uno studio apparso sul New England Journal of Medicine, i cui autori attribuiscono il potere del ballo al fatto che danzare comporta sia uno sforzo mentale sia un'interazione sociale. E questa doppia stimolazione instaurerebbe nuove connessioni neuronali al posto di quelle che, in caso di decadimento cognitivo, �vanno perse�. Ma il ballo avrebbe un effetto positivo anche sulla memoria in generale. Un team di ricercatori canadesi ha analizzato le prestazioni cognitive di due gruppi di persone, cui erano stati distribuiti fasce colorate, badge e cuffie wireless, attraverso le quali ogni gruppo ascoltava un brano diverso. Ne � emerso che i partecipanti ricordavano il colore delle fasce e i badge di chi ballava al loro stesso ritmo, mentre erano meno precisi sui contrassegni indossati da chi seguiva un altro ritmo. In altre parole, muoverci a tempo ci aiuta a ricordare cose sulle persone con cui balliamo. Certo, possiamo danzare anche da soli. Ma proprio la dimensione sociale, cio� la relazione con gli altri, resta l'elemento cruciale per capire che senso ha avuto questa attivit� nell'evoluzione umana e che senso abbia tuttora. Il ballo, infatti, richiede l'attivazione dei motoneuroni, ossia dei neuroni che controllano i muscoli. Questo vale per qualsiasi movimento, ma nella danza le cellule cerebrali si �accendono� in sintonia con il ritmo. Pi� spesso ci muoviamo a tempo, pi� facile diventa per il nostro corpo farlo senza uno sforzo cosciente. Non solo: per noi umani restare fermi quando ascoltiamo musica � semplicemente impossibile. Studiosi dell'Universit� di Oslo (Norvegia) hanno scoperto che, sentendo un brano, ma anche il battito di un metronomo, involontariamente facciamo oscillare la testa di 7 millimetri ogni secondo e questo succede indipendentemente da et� e sesso. La difficolt� maggiore a restare fermi si � registrata con la musica dance elettronica, e con quella ascoltata tramite cuffie, che isolano dai rumori esterni costruendo come una �bolla� sonora intorno alle persone. L'impatto della musica � stato maggiore anche quando sono state ridotte le distrazioni esterne chiedendo ai soggetti esaminati di chiudere gli occhi: �Involontariamente le persone si muovevano in media di 2 millimetri in pi� al secondo�, hanno riportato i ricercatori. Irresistibile dunque. E la causa sembrerebbe legata al tipo di ritmo. Per lungo tempo si � creduto che solo gli umani, a partire dai 3-5 mesi, possedessero la capacit� di essere stimolati da un battito regolare. Invece si � scoperto che anche alcuni animali, come i leoni marini della California, i macachi rhesus e i pappagalli, sanno �tenere il tempo�. Snowball, un cacatua maschio gi� famoso per muovere la testa al ritmo dei brani dei Backstreet Boys, nel 2019 ha eseguito 14 diversi movimenti di danza con varie parti del corpo al ritmo di Another one bites the dust e Girls just wanna have fun. �Snowball ha sviluppato questo comportamento senza alcun addestramento�, ha spiegato Aniruddh Patel, docente di psicologia all'Universit� Tufts di Boston (Usa), che ha studiato il fenomeno. �Ci� suggerisce che muoversi con la musica non sia un prodotto arbitrario della cultura umana, ma una risposta al ritmo legata alla conformazione del cervello degli esseri viventi, e in particolare ad alcune capacit� cognitive e neuronali�. L'importante � che si tratti di un ritmo regolare. Resta il fatto che, a differenza degli altri animali, gli umani sono gli unici a coordinare i propri movimenti con quelli altrui. Secondo l'antropologa americana Sarah Blaffer Hrdy, si tratta di un'abilit� che abbiamo acquisito nel Pleistocene (tra 1,8 milioni e 10 mila anni fa) quando i neonati erano affidati alle cure di pi� femmine del gruppo e, per farsi allattare, dovevano adeguare i propri movimenti a quelli dell'adulta di turno, come in un primordiale ballo di coppia. Di qui la domanda: a cosa serve ballare? Gli esperti avanzano due ipotesi: la prima � che il ballo non abbia un significato particolare, bens� sia derivato casualmente dallo sviluppo del linguaggio e della locomozione eretta, ovvero dei tratti che ci distinguono di pi� dagli altri animali che �battono il tempo�. La seconda � che invece la danza sia un comportamento adattativo, utile per rafforzare i legami sociali umani in modo da migliorare le probabilit� di sopravvivenza del singolo grazie alla forza del gruppo. Su questa scia l'antropologo Edward Hagen della Washington State University si � spinto a ipotizzare che la danza si sia evoluta come un modo utilizzato dai primi gruppi umani per valutarsi a vicenda, misurando reciprocamente se c'era �chimica� tra loro in vista di eventuali alleanze. In effetti, secondo uno studio del 2006 che ha confrontato il Dna di ballerini e non, � emerso come i primi possedessero due geni associati a una maggiore abilit� comunicativa, utile per cementare i rapporti umani in generale. �Il vantaggio competitivo di una societ� in cui si ballava era la maggiore coesione tra gli individui�, afferma Clive Gamble, professore di archeologia all'Universit� di Southampton (Regno Unito). Questo spiegherebbe come mai alcuni studiosi ritengono che grandi balli di gruppo abbiano avuto luogo gi� 40-mila anni fa. E, pi� di recente, inequivocabili scene di danza sono state rappresentate nelle grotte della Valcamonica in Lombardia e di Addaura in Sicilia, figure che risalgono a quasi 10.000 anni fa. Secondo Steven J. Mithen, archeologo dell'universit� inglese di Reading, la danza sarebbe stata invece un mezzo per mostrare la propria forma fisica e la coordinazione, qualit� che nelle societ� preistoriche erano utili soprattutto per la sopravvivenza. Mentre oggi lo sono per far colpo sulla pista da ballo. Concetto brillantemente sintetizzato dal commediografo irlandese George Bernard Shaw: �Il ballo � l'espressione verticale di un desiderio orizzontale�, ha scritto. Tuttora, in effetti, le discoteche sono luoghi �da acchiappo�. E la scienza ha scoperto che per attrarre l'altro sesso, pi� che dimenarsi a tempo di musica, funzionano movimenti precisi. Gli psicologi della Northumbria University di Newcastle, nel Regno Unito, hanno utilizzato un avatar che ripeteva le movenze di vari ballerini, chiedendo a 57 maschi e 143 femmine quali fossero le movenze pi� sexy. I ricercatori hanno scoperto che le donne sono attratte dagli uomini che muovono la parte superiore del corpo, che usano molto spazio per ballare e che variano i loro movimenti. Hanno anche notato una curiosa preferenza per gli uomini che flettevano e giravano di pi� il ginocchio destro. I ricercatori ritengono che ci� sia dovuto al fatto che l'80% di tutte le persone � destrimana e quindi appoggia il peso prevalentemente sulla gamba destra. E quindi chi, al contrario, �poggia il peso prevalentemente sulla gamba sinistra, muove la destra in modo pi� fantasioso, e quindi pi� attraente�, hanno ipotizzato i ricercatori. Gli uomini preferivano invece le donne che oscillavano maggiormente i fianchi e compivano movimenti asimmetrici delle gambe. I ricercatori ritengono che l'ampia oscillazione dell'anca sia considerata attraente perch� mette in evidenza l'ampiezza del bacino che, se rotondo al punto giusto, � un chiaro segno di fertilit�. Quanto alla musica riempipista, quella che induce anche i pi� timidi a scatenarsi, i ricercatori dell'Universit� di Oslo hanno concluso che i brani irresistibili hanno un ritmo di 120 battiti al minuto, come It's my life di Bon Jovi o Bad Romance di Lady Gaga. �� il tempo in cui la maggior parte delle persone spontaneamente cammina, facendo due passi al secondo�, ha precisato la responsabile dello studio, Agata Zelechowska. �Una spiegazione � che diventiamo sensibili a questo ritmo nel grembo di nostra madre, quando, oltre ad ascoltare il suo battito cardiaco, ci accorgiamo della sua camminata. Una seconda ipotesi � che gli esseri umani siano sensibili a questo ritmo semplicemente perch� camminano molto e sono abituati al ritmo dei propri passi. Non tutti per� sono ottimi ballerini: esiste chi sa muoversi in sincronia con il ritmo di un brano e chi no. Come mai? I ballerini migliori sarebbero le persone pi� empatiche, quelle pi� abili a capire le esigenze e i sentimenti altrui. �Se consideriamo la musica come una sorta di segnale prodotto dagli esseri umani, ha senso che le persone empatiche vi reagiscano con pi� forza�, conviene la studiosa. Tenetene conto quando cercate un partner con cui mettervi... in ballo. Salvo d�Acquisto, �esempio luminoso d�altruismo� (Ilpost.it) - Si dichiar� colpevole di un fatto che non aveva commesso per salvare altre 22 persone, e il 23 settembre 1943 venne fucilato dai nazisti - Il 23 settembre del 1943 mor� Salvo D�Acquisto. Era un carabiniere che sarebbe diventato simbolo della Resistenza italiana all�occupazione nazista nel periodo seguito all�armistizio dell�8 settembre di ottant�anni fa. A 23 anni si sacrific� per salvare altre 22 persone innocenti ma accusate di aver fatto esplodere alcune bombe che uccisero e ferirono tre ufficiali tedeschi: D�Acquisto ment� dichiarandosi colpevole e venne fucilato, permettendo ai civili di salvarsi. Fu considerato un �esempio luminoso d�altruismo�, e per questo premiato con la medaglia d�oro al valor militare, il massimo riconoscimento possibile nelle forze armate. D�Acquisto nacque nel 1920 a Napoli, primo di cinque figli in una famiglia povera, in cui il padre faceva l�operaio. Lui ebbe la possibilit� di diplomarsi al liceo ginnasio (pi� o meno corrispondente all�attuale liceo classico), ma poi dovette abbandonare gli studi per dedicarsi al lavoro. Come per moltissimi altri giovani dell�epoca, la vita di D�Acquisto fu scandita dagli eventi della Seconda guerra mondiale. Nel 1939 fu chiamato per il servizio di leva militare, ma prima di prendere servizio si arruol� come volontario nei Carabinieri. Inizialmente fu assegnato a una stazione di Roma, ma nell�ottobre del 1940 � quattro mesi dopo l�entrata in guerra dell�Italia, al fianco della Germania � si arruol� come volontario e venne mandato a Tripoli, in Libia, con l�incarico di sorvegliare i campi di aviazione. Contrasse la malaria, fu spostato in vari ospedali del paese, da Bengasi a Derna, e a causa della lunga convalescenza torn� in Italia, dove fu ammesso alla scuola per sottufficiali dei Carabinieri per poi venire nominato vicebrigadiere. Fu assegnato alla stazione di Torrimpietra, una piccola localit� che oggi � una frazione di Fiumicino, a una ventina di chilometri da Roma. Era il 1943: l�8 settembre l�armistizio di Cassibile, firmato tra l�Italia e gli Alleati angloamericani, divise il paese in due. Gran parte del Sud fu liberata, mentre nel Nord i fascisti costituirono la Repubblica Sociale Italiana. Roma rimase occupata dai tedeschi fino al giugno del 1944. Arrivarono anche nelle zone vicine alla caserma di D�Acquisto e una formazione di paracadutisti si posizion� in alcune vecchie strutture della Guardia di Finanza, a Torre di Palidoro, una ventina di chilometri a ovest di Roma, sulla costa tirrenica. Era una situazione incerta e caotica, in cui l�esercito italiano era per lo pi� allo sbaraglio e non sapeva come comportarsi di fronte all�occupazione delle forze tedesche, data la frammentazione generale del territorio nazionale. Il 22 settembre del 1943 a Palidoro i paracadutisti tedeschi stavano ispezionando sommariamente alcune casse trovate nella struttura che avevano occupato: non sapevano che dentro ci fossero bombe a mano che esplosero, ferendo due militari e uccidendone un terzo. I tedeschi incolparono i cittadini locali pur sapendo che non c�entravano niente, dissero che se entro l�alba del giorno successivo non si fosse fatto avanti un colpevole ci sarebbe stata una rappresaglia. In quel periodo D�Acquisto faceva le veci del maresciallo della sua caserma, che era stato temporaneamente convocato a Roma. Fu quindi chiamato a indagare sull�esplosione, ma cap� che era stato un incidente. I tedeschi per� non accettarono la spiegazione di D�Acquisto e nella mattinata del 23 settembre arrestarono 22 persone, a cui furono date vanghe e picconi per scavare fosse in cui poi sarebbero stati sepolti. Tutti continuarono a dire di essere innocenti. D�Acquisto allora si dichiar� colpevole dell�esplosione. I 22 ostaggi furono rilasciati, mentre D�Acquisto fu fucilato e abbandonato vicino alle fosse appena scavate. Il suo corpo venne trovato dopo giorni da alcuni abitanti che lo presero e lo seppellirono nel cimitero di Palidoro. Anche per questo motivo, la storia di D�Acquisto non divenne subito nota. Come ha spiegato in una puntata del programma di Rai Storia Passato e Presente la storica Isabella Insolvibile, i fatti si svolsero in una localit� periferica e in un momento in cui le comunicazioni con Roma e con le autorit� centrali erano scarse. Oggi la storia di D�Acquisto � abbastanza nota, tuttavia non sono mai state pubblicate ricerche storiche approfondite su di lui: �C�� un problema di fonti, che sono molto scarse, e il fatto che la storia [di D�Acquisto] � molto breve�, ha spiegato Insolvibile. Durante la trasmissione sono state mostrate anche le interviste a due uomini che facevano parte dei 22 arrestati per le bombe a mano. Uno di questi ha raccontato che poco prima di morire D�Acquisto disse agli ostaggi: �Io il mio dovere l�ho fatto�. Il secondo uomo intervistato fu anche tra quelli che recuperarono la salma dopo la fucilazione. Fecero preparare una bara e trasportarono il corpo fino al cimitero. Il 25 febbraio del 1945 alla memoria di D�Acquisto fu conferita la medaglia d�oro al valor militare per aver scritto �una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo� nella storia dei Carabinieri. Oggi la sua tomba si trova nella basilica di Santa Chiara di Napoli, la citt� in cui � nato. Nel 1983 venne anche avviato il processo di beatificazione per D�Acquisto, che per� non fu mai completato. Il carabiniere � comunque riconosciuto come �Servo di Dio�, un titolo che la Chiesa cattolica assegna ai fedeli per i quali � stata avviata una causa di canonizzazione. Negli anni la storia di D�Acquisto � stata raccontata da molti libri, film, programmi televisivi e progetti di ricerca, tra cui il portale Biografie Resistenti curato dall�Istituto per la storia dell�Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo VI (Isacem). Ci sono anche molte scuole, vie e piazze in tutta Italia che portano il suo nome. English breakfast: l�altra colazione (Lastrolabio.it) - Caratteristiche e storia della tipica colazione inglese - Iconica e tradizionale, la colazione inglese � un pasto ricco composto da uova, bacon, toast e tante altre specialit� della cucina inglese. E sebbene nel Regno Unito ci sia chi preferisce fare quotidianamente colazione con porridge o muffin salati, l�english breakfast (detta anche fry-up) resta presente nel men� di famiglie e ristoranti. Oggi per� la colazione tradizionale inglese viene consumata principalmente la domenica e nei giorni di festa, quando la colazione rappresenta un pasto a tutti gli effetti e l�assunzione di un�elevata quantit� di calorie la mattina � utile anche in vista della cena abbondante. S�, perch� la tradizione britannica prevede per la domenica sera la roast dinner, la cena tipica a base di roastbeef, patate al forno e Yorkshire pudding. La storia dell�english breakfast risale al Medioevo, in particolare la sua nascita si fa risalire alla Gran Bretagna contadina del 1300, quando l�apporto energetico era fondamentale per ragioni pratiche. I contadini avevano infatti bisogno di assumere calorie sufficienti a sostenere il lavoro nei campi. Ecco quindi che alimenti come salsiccia, toast e uova diventano il pasto ideale da consumare di prima mattina. Soprattutto se si considera che all�epoca i pasti principali della giornata erano due e non tre. Alla colazione, infatti, seguiva la cena che solitamente era a base di formaggio o altri derivati del latte. � facile capire perch� la composizione della colazione tradizionale inglese sia tanto diversa da quella a cui siamo abituati oggi. Dovendo affrontare un�intera giornata di lavoro, era essenziale assumere alimenti con un�adeguata concentrazione di calorie, ma anche di sale e carboidrati. Per via del gusto sapido, inizialmente la colazione non era accompagnata da t� o caff�, come accade oggi in Inghilterra, bens� da un boccale di birra. La sostituzione della bevanda alcolica con il t� risalirebbe al 1600 circa. Tuttavia, la tradizione dell�english breakfast � legata non solo allo stile di vita dell�epoca, ma anche alle cerimonie. La colazione all�inglese � detta anche wedding breakfast perch� nel Medioevo in Inghilterra era tradizione che i matrimoni si celebrassero entro le 12:00. Ragione per cui, tra le coppie che convolavano a nozze, si diffuse l�abitudine di consumare insieme il primo pasto del giorno. La colazione diventa in altre parole il primo pasto che i due condividono come marito e moglie. L�english breakfast � composta da diversi alimenti, di cui i principali sono uova e bacon. Le uova possono essere strapazzate (con un po� di panna, sale e pepe) oppure cucinate all�occhio di bue. Il bacon non va confuso con la pancetta, alimento presente nella cucina italiana e talvolta erroneamente sostituito nelle preparazioni internazionali. S�, perch� il bacon � un salame di suino, realizzato utilizzando principalmente la carne e il grasso della pancia dell�animale o con le parti della lonza e della pancetta. In ogni caso, nella colazione tradizionale inglese pu� essere cotto alla griglia oppure fritto in padella. Tipicamente viene servito su una fetta di pane tostato e imburrato. La moderna colazione inglese comprende anche delle salsicce e una componente vitaminica, che si traduce in una porzione di verdure cotte. Solitamente si tratta di pomodori o funghi, ma chi cerca una colazione tradizionale al 100% dovrebbe aggiungere una porzione di fagioli in salsa di pomodoro. A questi si sommano ulteriori componenti dell�english breakfast, che possiamo considerare non essenziali seppur inclusi nella versione completa della colazione tradizionale. Tra questi c�� il black pudding, che corrisponde all�italiano sanguinaccio, ovvero un insaccato realizzato partendo da diverse parti del maiale (tra cui interiora, grasso e sangue) e arricchito di erbe aromatiche. Nell�impasto � presente anche una percentuale di farina di avena (o farina d�orzo). Riassumendo, possiamo dire che l�english breakfast, nella sua versione pi� completa, si compone di: - Bacon; - uova strapazzate o all�occhio di bue; - salsiccia; - black pudding; - pomodori grigliati o funghi; - fagioli in salsa di pomodoro; - pane tostato e imburrato. Tutto ci� va accompagnato con una tazza di t� nero, che volendo pu� essere allungato con una buona dose di latte. A volte le famiglie britanniche arricchiscono la colazione tradizionale con alimenti che ormai sono entrati nell�immaginario inglese come cibi da consumare la mattina, ma che in realt� non fanno parte della fry-up. I pi� comuni sono il porridge e l�english muffin, che per� non rientrano nella tradizione che possiamo far risalire al Medioevo. Come spesso accade con le preparazioni culinarie tipiche di un territorio, l�english breakfast � stata rapidamente esportata al di fuori dei confini inglesi, dando vita ad una ricca schiera di variazioni sul tema. Con il risultato che oggi ne esistono diverse declinazioni, ciascuna con caratteristiche diverse perch� influenzata dalla tradizione culinaria del Paese di riferimento. Viaggiando per la Gran Bretagna possiamo quindi gustare la Irish Breakfast, la Scottish Breakfast, eccetera. Ogni versione della colazione tradizionale ha un legame con i prodotti tipici di quella nazione. Bisogna infatti ricordare che, sebbene il Regno Unito viva una condizione di forte solidit�, al suo interno esistono realt� anche molto diverse tra loro, che si distinguono sia per le caratteristiche del territorio sia per usi e costumi: tradizioni fortemente radicate in Scozia sono assenti in Irlanda, e viceversa. Tutto ci� si riflette anche nelle varianti della colazione britannica per eccellenza. - Irish breakfast: la colazione irlandese differisce dall�english breakfast per la presenza del soda bread, un pane lievitato con il bicarbonato invece che con il comune lievito. Una variante assolutamente gustosa, che sazia per una giornata intera. - Ulster fry: � la versione dell�english breakfast che si pu� gustare nell�Irlanda del Nord e si compone esattamente come la Irish Breakfast. Dalle uova al black pudding, ci sono tutti gli alimenti della tipica colazione inglese, accompagnata dal soda bread. L�unica differenza � che questo particolare pasto non viene relegato alla mattina: pu� essere consumato in ogni momento della giornata. - Welsh breakfast: in Galles la colazione tipica assume una declinazione estremamente particolare, che rievoca il legame del popolo gallese con il mare. La principale differenza tra la colazione gallese e l�english breakfast � infatti la presenza del laverbread, un alimento ottenuto dalla frittura di un impasto di alghe bollite e fiocchi d�avena. - Scottish breakfast: la declinazione scozzese della colazione tradizionale � quella che differisce maggiormente dalla versione inglese. Agli alimenti fondamentali si aggiungono le potato scones: patate bollite cotte in padella con burro e sale. A distinguere la scottish breakfast � anche la presenza di oatcakes e haggis. Le prime sono focacce d�avena croccanti, i secondi sono insaccati prodotti con interiora di pecora e grasso di rognone, misti a farina d�avena e spezie. Alla scoperta di Bressanone e dintorni (myscratchmap.it) - Cosa vedere a Bressanone o, per meglio dire in tedesco visto che siamo in Alto Adige, Brixen? La citt� altoatesina ha un centro storico piuttosto raccolto, perfetto per essere esplorato a piedi - Il punto di partenza del nostro itinerario � Porta Croce, uno dei varchi d�accesso al centro storico. Da Porta Croce in pochi passi ci ritroviamo di fronte al Palazzo Vescovile di Bressanone: l�Hofburg � stata la residenza dei vescovi dal XIII secolo fino al 1973, quando la sede vescovile fu trasferita a Bolzano e il vescovado venne trasformato in Museo Diocesano. Anche se non siete interessati a visitare il Museo � che per onore di cronaca ospita il Tesoro del Duomo, gli appartamenti imperiali e vescovili, nonch� una collezione permanente di presepi � vale la pena soffermarsi ad ammirare le facciate barocche e il cortile interno con le bellissime logge in stile rinascimentale. Spostandosi verso il Duomo ci si imbatte in una colonna di marmo sormontata dall�Agnello Pasquale, simbolo di Bressanone. � la Colonna Millenaria, chiamata cos� perch� fu inaugurata nel 1909 per festeggiare i primi mille anni della citt�. Si arriva cos� in Piazza Duomo, il cuore di Bressanone. Qui la scena � dominata ovviamente dall�imponente Duomo di Santa Maria Assunta e San Cassiano con i suoi caratteristici campanili gemelli. Risalente al X secolo, il Duomo and� completamente distrutto da un incendio due secoli dopo: ricostruito in stile romanico sub� ancora dei danni a causa sempre di un altro incendio e la struttura attuale si deve alla successiva rivisitazione in stile barocco, avvenuta intorno alla met� del XVIII secolo. Molto pi� recente � invece la copertura del tetto, con oltre 85.000 tegole smaltate che risplendono sotto il sole, cos� come l�aggiunta sulla facciata dei tre papi che hanno intrecciato la loro storia con quella di Bressanone: Damaso II, Pio VI e l�attuale Papa Emerito Benedetto XVI. Suggestivo anche l�interno del Duomo riccamente decorato con affreschi e stucchi, oltre che impreziosito da ben tre organi: se avrete la fortuna di sentirli suonare, ne rimarrete incantati. Ma il Duomo di Bressanone � famoso soprattutto per il bellissimo Chiostro, decorato con un ciclo di affreschi tra i pi� importanti di tutta l�area alpina. La funzione di questi affreschi non era, come spesso accadeva all�epoca, solo decorativa: erano infatti l�unico modo con cui le persone che non sapevano leggere potevano conoscere e capire le Sacre Scritture. Quando sarete qui non dimenticatevi poi di cercare� un elefante! Sulla terza arcata � infatti raffigurata una specie di incrocio tra un elefante e un cavallo, ma non si tratta di un errore pittorico. Gli artisti a cui venne chiesto di affrescare una scena della Battaglia di Eleazar, in cui i siriani attaccarono Israele utilizzando appunto degli elefanti, non avevano infatti idea di come fosse fatto un elefante. Decisero cos� di prendere a modello l�animale pi� grande che conoscevano, il cavallo, a cui aggiunsero qualche tratto dell�elefante con un po� di fantasia e il risultato � quella strana creatura che vediamo ancora oggi. Praticamente attaccata al Duomo sorge la Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo, una delle chiese pi� antiche di Bressanone. Il suo campanile, la Torre Bianca, � chiamato cos� per via del colore, ma pare che in origine il suo nome fosse l�esatto opposto, prima che il tetto venisse ridipinto. In ogni caso la Torre Bianca � indubbiamente uno dei simboli di Bressanone: dai suoi 72 metri di altezza domina infatti la citt� ed era utilizzata non solo come campanile, ma anche come vedetta con le campane che venivano suonate in caso di allarme. La Torre Bianca � visitabile e si pu� salire i circa 200 gradini che conducono al complesso meccanismo a carillon con le sue 43 campane. Se state cercando qualcosa di curioso da visitare a Bressanone, il Museo della Farmacia � quello che fa per voi. Il Museo, al primo piano di una farmacia storica tutt�ora in attivit�, � piccolino e si visita velocemente. Ospita una particolarissima collezione di oggetti che raccontano gli oltre 400 anni di storia della farmacia: dagli antichi strumenti per la preparazione dei farmaci a strani manufatti come la testa di un armadillo, gusci di tartaruga e perfino una mummia egizia! Dal Museo della Farmacia si raggiunge uno degli scorci pi� romantici di Bressanone: il Ponte Aquila sul fiume Isarco. Da qui si diramano delle belle passeggiate lungo entrambi i lati del fiume: se avete tempo potete pensare di arrivare fino al Ponte Widman, dove l�Isarco incontra l�altro fiume cittadino, il Rienza. Camminando per il centro storico di Bressanone rimarrete incantati dai palazzi color pastello e dai vicoli acciottolati con i caratteristici portici che offrono riparo in caso di brutto tempo. Segnatevi in particolare Via dei Portici Maggiori e Minori e Via Sant�Albuino. Qui � d�obbligo una sosta golosa in uno dei tanti caff� o forni per assaggiare i tipici prodotti altoatesini: noi ovviamente non abbiamo saputo resistere allo strudel! C�� un�altra cosa nei dintorni di Bressanone che non potete proprio perdervi se passate da qui: l�Abbazia di Novacella. Situata a tre chilometri a nord della citt�, pu� essere raggiunta anche a piedi con una bella passeggiata tra i vigneti. Si tratta di un complesso abbaziale tra i pi� importanti di tutto l�arco alpino: fondata nel 1142 secondo la regola di Sant�Agostino, l�Abbazia � stata fin dalle sue origini luogo di ricovero per i pellegrini che dal Nord Europa erano diretti verso Roma e la Terrasanta, dopo il duro attraversamento dei valichi montani. Attualmente, oltre ad ospitare la congregazione canonica, l�Abbazia svolge un importante ruolo culturale come centro convegni. All�ingresso si viene accolti dalla rotonda di Castello dell�Angelo, o Cappella di San Michele, destinata ad ospitare i pellegrini e ispirata sia al Santo Sepolcro di Gerusalemme che all�omonimo monumento romano. Passando attraverso il porticato si raggiunge il cortile interno con al centro quello che viene chiamato il Pozzo delle Meraviglie: se lo osservate da vicino vedrete raffigurate nelle lunette le sette meraviglie del mondo antico e, come ottava, la stessa Abbazia. Da qui si accede sia alla Basilica che al Museo con la Biblioteca. La Basilica di Santa Maria Assunta, originariamente in stile romanico a tre navate, venne completamente barocchizzata nel corso del 1700: il risultato � un theatrum sacrum inondato di luce e dominato da stucchi colori pastello. Una piccola curiosit�: all�interno della Basilica si possono contare ben 365 statue di angeli� uno per ogni giorno dell�anno. Tra le pi� belle dell�area tirolo-bavarese, la Biblioteca dell�Abbazia di Novacella contiene pi� di 200.000 volumi. A lasciare senza fiato � indubbiamente la maestosit� della grande sala, decorata con eleganti stuccature dorate. La Biblioteca � poi impreziosita dagli scaffali in legno superbamente intagliati e dai grandi portali che si aprono sullo splendido pavimento marmoreo. Qui sono custoditi manoscritti pregiati, molti dei quali miniati, tra cui il pi� piccolo manoscritto al mondo contenente il Padre Nostro in sette lingue diverse e un codice miniato di circa quaranta chili sui canti gregoriani: un omaggio al motto agostiniano del �chi canta, prega due volte�. La viticoltura rappresenta una delle ricchezze della Valle Isarco: la stessa Abbazia � circondata da splendidi vigneti in cui � possibile passeggiare liberamente. La cantina dell�Abbazia � annoverata tra le pi� antiche al mondo ancora attive ed � possibile partecipare a delle visite guidate con degustazione e assaggiare cos� sia la Linea Classica, con dei vini giovani e fruttati, sia la pi� strutturata Linea Praepositus. Noi siamo arrivati all�Abbazia di Novacella intorno all�ora di pranzo e cos�, prima di iniziare la visita, abbiamo approfittato della cantina per degustare un tagliere di salumi e formaggi tipici altoatesini accompagnati da un calice di M�ller Thurgau e uno di Santa Maddalena. Consiglio: se riuscite scegliete i posti sotto il pergolato, l�atmosfera di pace che si respira qui � qualcosa di speciale! 5 cose che non sai sui Pinguini Tattici Nucleari (di Giulia Brunetti, Cromosomimedia.com) - Chi sono i Pinguini Tattici Nucleari ormai lo sappiamo, ma siamo sicuri di conoscerli davvero? - Ripercorrendo un po� la loro storia, abbiamo ormai appurato che si tratta di una band bergamasca nata nel 2010 e conta all�interno ben sei componenti: Riccardo Zanotti (voce), Nicola Buttafuoco (chitarra), Elio Biffi (tastiere e fisarmonica), Lorenzo Pasini (chitarra), Simone Pagani (basso) e Matteo Locati (batteria). Come pi� volte raccontato dalla stessa band, il loro nome nasce un po� per caso una sera in un pub. Tactical Nuclear Penguin � infatti il nome della birra scozzese di alta gradazione dal quale deriva proprio Pinguini Tattici Nucleari. Originariamente per� seduti a quel tavolo non c�erano i componenti che conosciamo oggi. Altre curiosit�? 1) I Pinguini Tattici Nucleari esordiscono suonando numerose cover metal di canzoni di chiesa ma questo non � in alcun modo legato alla loro spiritualit� o fede. I ragazzi sono stati per anni frequentatori dell�oratorio riconosciuto per� come puro luogo di aggregazione. 2) Riccardo Zanotti ha rivelato durante un�intervista che una grande fonte di ispirazione per la band � Italo Calvino. �Lo abbiamo letto tutti nella band [�] la sua idea di leggerezza, molto lontana dal disimpegno, come sguardo in volo sul mondo, ci piace molto�. 3) I testi dei Pinguini Tattici Nucleari sono sempre pieni di riferimenti a serie tv, fumetti, eroi. Questo loro aspetto un po� nerd non solo li rende riconoscibili ma li accompagna da anni. Pinguini Tattici Nucleari e Fumetti � un progetto editoriale di cui forse non si � parlato abbastanza. In questo fumetto i cantanti della band vengono trasformati in veri e propri pinguini e vengono catapultati nelle loro stesse canzoni. 4) Con il singolo Dentista Croazia uscito ad agosto dello scorso anno i Pinguini Tattici Nucleari hanno ricordato i loro primi momenti da band. Dentista Croazia, infatti, � il riferimento al furgoncino del loro primissimo tour. Un van, due scopi: musica e denti perfetti. 5) La comunicazione � importante nella vita oltre che nella musica. Riccardo Zanotti lo sa bene. Recentemente � stato coinvolto come docente di laboratorio in �Gestione del rapporto con gli artisti� presso il Master in Comunicazione Musicale all�Universit� Cattolica del Sacro Cuore. Alla cattedra insieme al frontman della band, anche il manager Gianrico Cuppari e Nina Selvini, tra l�altro responsabile della comunicazione della band. Insomma, i Pinguini Tattici Nucleari sono artisti a tutto tondo, completi e versatili. I loro brani sono allegri, spensierati ma anche riflessivi e precisi.