Dicembre 2023 n. 12 Anno LIII MINIMONDO Periodico mensile per i giovani Direzione redazione amministrazione e stampa Biblioteca Italiana per i Ciechi �Regina Margherita� Onlus via G. Ferrari, 5/a 20900 Monza Casella postale 285 c.c.p. 853200 tel. 039/28.32.71 fax 039/83.32.64 e-mail: bic@bibciechi.it web: www.bibliotecaciechi.it Registrazione 25-11-1971 n. 202 Dir. resp. Pietro Piscitelli Comitato di redazione: Pietro Piscitelli Massimiliano Cattani Luigia Ricciardone Copia in omaggio Rivista realizzata anche grazie al contributo annuale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Cultura. Indice Chiusura per ferie Olof Palme: omicidio politico? Buon Natale dal fronte Come funziona l�amicizia Quando abbiamo cominciato a dare i numeri Perch� si mangia il cappone a Natale? Natale negli USA: come si festeggia? Chi � Matteo Paolillo, l'attore che interpreta Edoardo in Mare Fuori Chiusura per ferie Informiamo i nostri gentili lettori che la Biblioteca rimarr� chiusa per le festivit� natalizie e di fine anno nei giorni dal 27 al 29 dicembre 2023 e riaprir� il giorno 2 gennaio 2024. Con l�occasione auguriamo a tutti buone Feste. Olof Palme: omicidio politico? (di Marco Ventura, �Focus Storia� n. 201/23) - Dietro l'assassinio nel 1986 del premier svedese, icona della sinistra mondiale, la pista politica sembra la pi� ovvia. Forse pero... - Un uomo e una donna, marito e moglie, indugiano dopo essere usciti dal cinema nel gelo di fine febbraio a Stoccolma. Sono stati al Grand, hanno visto I fratelli Mozart (di Suzanne Osten) insieme al figlio e alla fidanzata, si sono appena dati la buonanotte. Si incamminano verso la fermata della metropolitana per tornare a casa. Attraversano la strada, si fermano davanti alla vetrina di un negozio di colori. Pochi secondi, e proseguono. � a quel punto che alle spalle dell'uomo si materializza l'ombra che li seguiva; ha una pistola in mano, una Smith & Wesson 357 Magnum, la punta alla schiena dell'uomo e a bruciapelo, a non pi� di dieci centimetri, fa fuoco. Un attimo e la canna � rivolta contro la donna. L'ombra spara ancora. Erano le 23:21 e 30 secondi del 28 febbraio 1986. A terra, in una pozza di sangue, agonizzava il premier svedese Olof Palme. La moglie, accanto, quasi non si rese conto di essere stata ferita pure lei, di striscio. Urlava e invocava aiuto. Non si stacc� dal marito fino alle 6 del mattino, quando l'uomo venne dichiarato morto. Sveav�gen � la strada che Palme percorreva abitualmente per raggiungere la sede del Partito socialdemocratico. Ma a quell'ora pochi erano i passanti, inconsapevoli di essere inciampati nella Storia. Controverso, carismatico, Palme era famoso per le posizioni contro la guerra in Vietnam, per il dialogo con l'Urss in piena Guerra fredda e in rapporti con la Cuba di Castro. Era un'icona della sinistra mondiale, anche grazie al supporto alla lotta all'apartheid in Sudafrica e alla strategia fiscale in patria, il welfare �dalla culla alla tomba�. L'ombra, che si dilegu�, rest� invece un killer senza volto. Un condannato in primo grado, a un certo punto reo confesso, venne assolto. Resta un sospettato, non perseguibile perch� nel frattempo si � suicidato (nel 2000). L�assassinio di Palme � un mistero, a cui Netflix ha dedicato una serie in cinque puntate, The Unlikely Murderer (�L'improbabile assassino�), basata sull'omonimo libro di Thomas Pettersson, in sintonia con quanto dichiar� il procuratore Krister Petersson nell'ultima conferenza stampa di giugno 2020. �Il primo sospettato � Stig Engstr�m, ma essendo morto non posso incriminarlo. Perci� ho deciso di interrompere le indagini. Dopo 34 anni, � difficile immaginare di ottenere nuovi elementi. Abbiamo fatto il possibile. Molte circostanze indicano Engstr�m. Se fosse vivo, non sarebbe in grado di darci spiegazioni soddisfacenti delle sue azioni. Avremmo avuto prove bastanti per arrestarlo�. L'inchiesta fu pi� corposa di quelle dell'omicidio Kennedy e di Lockerbie messe insieme: 10.225 soggetti interrogati, 87.318 documenti su singole persone, un archivio di 250 metri quadrati, un costo di 41 milioni di dollari (pi� 5 promessi per una soffiata sull'assassino). La Svezia ha prorogato la legge sulla prescrizione dell'omicidio oltre i 25 anni, apposta per Palme. Le indagini riguardarono 90 mila persone, 40 mila con nome e cognome. Schedati oltre 4 mila veicoli. Arrivarono, puntuali, anche 134 confessioni, di cui 29 davanti alla polizia. Il giallista Stieg Larsson (autore della trilogia Millennium), meno di un mese dopo l'agguato scrisse a Searchlight, periodico britannico. �Quest'omicidio � sconvolgente per come la storia si avvita di continuo su s� stessa, cambia bruscamente direzione e origina nuove sconcertanti scoperte, per poi mutare ancora�. Possibile che un capo di governo venga ucciso, si chiedeva Larsson, senza che si avesse una minima idea del colpevole? Si era ritrovato lui stesso in lacrime, per lo shock. �La posizione della vittima, l'incidenza politica, l'assassino senza volto, le congetture, le piste che non portano a nulla, le dicerie, i pazzoidi, quelli che �io l'ho sempre saputo�, le telefonate e le soffiate anonime, gli arresti, la sensazione che si ha quando si crede che i conti stiamo per quadrare e invece si approda solo al nulla�. E poi la confusione investigativa e le testimonianze contraddittorie. A uccidere fu un singolo o un gruppo? Si tratt� del gesto di uno squilibrato o di un complotto? �Il proiettile � penetrato al centro della schiena, tranciando la spina dorsale, devastando i polmoni, lacerando la trachea e l'esofago, e ha lasciato un foro di uscita abbastanza ampio da contenere un cappello�. Al mattino, Palme aveva sconfitto a tennis un amico. Poi la scorta lo aveva accompagnato a Rosenbad, il palazzo del governo. Qui aveva incontrato l'ambasciatore iracheno sui retroscena del traffico d'armi verso Teheran e l'India (lo racconter� nel 2005 Jan Bondeson nel libro Sangue sulla neve). Commesse favorite dall'amicizia di Olof con Rajiv Gandhi. A insaputa del premier, i trafficanti avevano oliato la burocrazia indiana. A pranzo si present� �furioso e sconvolto�. Fece un'intervista, ma rifiut� una fotografia davanti alla finestra. �Meglio di no. Non sai mai cosa ti aspetta l� fuori�. Rientrando a casa alle 18:30, Lisbeth gli disse dei programmi per la serata. Olof intanto aveva licenziato la scorta. La decisione di andare al cinema fu presa alle 8 di sera, nessuno poteva conoscerla. Le perquisizioni in casa Palme e dal figlio non evidenziarono cimici. Larsson sugger� la pista dell'estrema destra e tra gli indiziati il trentatreenne Victor Gunnarson sembrava un perfetto sospettato: odiava il premier, lo seguiva nei comizi e quella sera si trovava nei dintorni. Aveva un berretto grigio e un giaccone (i testimoni descrissero un uomo alto un metro e ottanta, col giaccone sotto le ginocchia, un cappello con paraorecchie e un borsello). E sapeva maneggiare le armi. Ma l'ipotesi sfum� e Victor fin�, anni dopo, ammazzato in un triangolo d'amore. Altra pista di Larsson era il Sudafrica: �l'Apartheid non pu� essere riformato, va abolito�, affermava Palme, mentre i finanziamenti all'African National Congress di Mandela arrivavano dalla Svezia tramite la Svizzera. Nel 1996, un ex colonnello della polizia sudafricana, Eugene de Kock, identific� nel killer un agente segreto, Craig Williamson. Una missione in Sudafrica per� non diede risultati. La polizia commise errori su errori. Impieg� ore prima di transennare il luogo dell'assassinio. Non attiv� piani per la caccia al killer. Diffuse l'identikit di una testimone che non aveva visto il vero assassino. A vuoto andarono anche le ricerche sulle pistole compatibili. L�arma del delitto non venne mai trovata. Emersero una pista cilena, una che rimandava alla Cia attraverso la P2 di Licio Gelli, un'altra a un tale identificato come GH, che non solo possedeva una Smith & Wesson 357 Magnum, ma aveva perso il porto d'armi dopo aver sparato nel televisore (a Palme). Immancabile, la pista della cospirazione di destra interna alla stessa polizia, poi quella del Pkk curdo di Ocalan che nell'aprile 2001 accus� dell'omicidio il ramo dissidente creato dall'ex moglie. Vi fu pure un arresto: Christer Pettersson, un ubriacone che si aggirava nel centro, riconosciuto da Lisbeth in un confronto che fu determinante sia per la condanna in primo grado, sia per l'assoluzione in secondo. Lisbeth seppe dalla polizia che Christer - il quale vistosamente sbandava nel riconoscimento - beveva. Infine, Stig Engstr�m, grafico della compagnia di assicurazioni Skandia a un passo dal Grand. Si fece intervistare, disse di avere aiutato due ragazze a tenere in vita Olof. Era un testimone, ma non venne interrogato. Non subito, almeno. Ai media diede versioni via via diverse, anche da quelle di altri testimoni. E ment� su quando e quante volte quella sera era uscito dalla Skandia. Avrebbe potuto vedere la famiglia Palme entrare al cinema. E tornare al termine del film. Se non per i tribunali, almeno per i libri di Storia questa sembra la soluzione pi� verosimile per un omicidio ancora irrisolto. Buon Natale dal fronte (di Arturo Morati, �Focus Storia� n. 195/23) - Come passarono il Natale in Russia nel 1941 e nel 1942 i soldati italiani? Come facevano gli auguri a mogli, genitori, amici, magari da un�isba, a corto di carta e inchiostro? Le loro lettere raccontano - Lontani. Di pi�: lontanissimi. Nella sconfinata pianura russa, fra neve e fango, i soldati italiani mandati al fronte per seguire i folli propositi di Hitler si apprestavano a vivere il Natale forse pi� triste della loro vita. Pensavano a casa, scrivevano a casa. Mogli, genitori, sorelle nel dicembre 1941 e 1942 ricevettero dai loro cari lettere e cartoline di auguri per un Natale che non avrebbero passato insieme. Per troppi, l'ultimo. Arturo Morati � un collezionista di corrispondenza militare che al tema �natalizio� ha dedicato buona parte della sua raccolta, pubblicandola nel libro La tragedia dei soldati italiani in Russia dal quale abbiamo tratto le lettere e le cartoline in queste pagine. Alpini, fanti, artiglieri, bersaglieri raccontano alle famiglie i piccoli fatti della vita quotidiana, il freddo e la noia, l'esaltazione per una vittoria, minimizzando (complice la censura) gli aspetti pi� dolorosi. Molti di questi soldati non tornarono mai a casa. - Tagliamento 63� Camicie Nere Plotone Legionale dirette a Imola. Spedite da Zona Operazioni (Don) il 3, 11 e 21 dicembre 1941. Il Legionario scrive: �Mia Cara Concetta, ieri ho ricevuto la tua 49� lettera, ma per� spero di riceverle presto anche le altre. Qua dal 1� Dicembre nevica sempre lentamente e la neve per ora non � molto alta ma se dura sempre cos� finir� per diventare molta. Il freddo per il momento non � molto, ma la popolazione dice che il freddo viene il prossimo mese ove il barometro segner� anche pi� di 0 gradi sotto zero, con ci� ci faremo coraggio per sopportarlo meglio possibile. Io ora sono passato capo telegrafista e faccio servizio al centralino telefonico del Comando Legione, ove sto bene. Ora siamo in un paese abbandonato dai russi, ma che per� vi hanno lasciato dei loro partigiani armati i quali hanno lo scopo di fare atti terroristici, cio� uccidere soldati nostri, i quali si trovassero isolati in strade secondarie oppure di notte. Ma per� con la nostra presenza nel paese tali atti terroristici non se ne sono pi� fatti, perch� col nostro arrivo la popolazione stessa ci informa della presenza di qualche forestiero del paese, perci� si procede subito all'interrogatorio. Nel paese ora fa servizio una guardia, denominata Milizia Ucraina, formata dagli uomini del paese stesso. Fa servizio giorno e notte, e armati di fucili automatici vanno a scovare qualunque spia o terrorista russo nascosto in qualche parte del paese; perfino i ragazzi ci vengono a insegnare dove si trovano i russi, perci� il paese viene pulito da ogni residuo russo. Nella tua lettera apprendo che la domenica la passi molto noiosamente e ci� mi dispiace molto; vorrei esserti vicino per allietarti col mio amore le giornate noiose che al mio ritorno scompariranno per sempre. [...] Ogni momento quando ho un poco di tempo non faccio altro che inviarti mie notizie, perch� ho sempre paura che tu stia in pensiero per me, mentre io sto bene e godo di ottima salute, ed in quanto ai piedi, per il momento vado molto bene, ma per� vari militi sono gi� rimasti congelati. Nel finire essendo sulla via del Natale e capodanno ti prego di inviare a tutti i miei auguri inviando per te un caldo bacio ed uno stretto abbraccio�. Tuo per sempre Lino �Mia cara Concetta, oggi ho ricevuto la tua 48� lettera [...] Mi trovo oltre Stalino un centinaio di chilometri circa, in una citt� piena di miniere; il nemico tenta con ogni sforzo di arrestare la nostra avanzata, ma sar� una fermata di pochi giorni perch� come affermano i prigionieri fatti giorni or sono, essi vogliono arrendersi, ma non possono perch� sono continuamente sorvegliati dai loro commissari i quali se imparano che vogliono arrendersi li fucilano subito, ma per� nella notte molti fuggono e raggiungono le nostre linee, descrivendo poi le loro postazioni ed il loro armamento. Ora il freddo si � fatto molto e come gi� ti ho detto altre volte, fino ad ora � stato fino a 34 gradi sotto zero ma per� � stato il massimo per ora. Sento pure che sarebbe stato tuo desiderio passare il Natale assieme dato che da quando ci siamo fidanzati nemmeno un Natale felice abbiamo fatto assieme. Questo ho pensato molte volte anch'io, e purtroppo il destino per il momento ci � contrario ai nostri sentimenti perci� non vi � altra soluzione che rassegnarci colla speranza che un giorno, questi natali passati cos� male ci saranno compensati in una piena e grande felicit� per tutto il nostro avvenire. [...] Io ti far� compagnia con il mio pensiero ed il mio ricordo che non ti lascer� mai un istante [...]�. Tuo per sempre Lino (Fronte del Donez 18/12/42) �Mia cara Concetta, ti scrivo dopo il grande movimento avvenuto questa sera, perch� il nemico alle 19,30 ci ha attaccati con grandi forze, ed ha approfittato della fitta nebbia per sorprenderci; ma invece ha trovato le posizioni nostre molto dure perch� non � stato capace di spostare nemmeno una camicia nera nostra. Al primo allarme dato dalle nostre vedette tutti eravamo pronti, per vedere almeno la loro ombra tra la fitta nebbia; appena si present� fu ricevuto con un fuoco micidiale delle nostre armi automatiche, dai nostri mortai da 81 e dai mortai da 95, dai cannoncini di accompagnamento e da quelli anticarro, poi subito dopo sono entrate in azione le nostre grosse artiglierie le quali sparavano molto bene ed i loro proiettili passavano a una decina alla volta sibilando nell'aria andando poi a scoppiare nel campo nemico [...]. Dopo il secondo attacco il nemico si � ritirato lasciando sul terreno parecchi morti mentre sulla neve si vedevano al mattino una infinita di chiazze di sangue [...]. L'attacco nemico � terminato alle 20,30 e durante tutta la notte non si � fatto pi� sentire. [...] Mentre ti scrivo penso al Natale che si avvicina [...]. La speranza che la guerra finisca presto � grande perci� il ritorno dopo la fine della guerra dovrebbe essere molto breve. [...] � venuto un fango grandissimo e perfino i cavalli fanno fatica a girare, perci� puoi farti una idea di ci� che pu� essere qua il fango, ma si spera che ghiacci cos� almeno si pu� girare [...]�. - Franchigia Posta Militare 83R Comando Divisione Pasubio diretta a Mantova il 29 dicembre 1941. Il Caporalmaggiore scrive: �Carissimi, ho ricevuto con piacere il vostro bel pacco contenente oltre la sciarpa, il latte condensato, la cioccolata, il pacco di fichi, saponette, i liquori ecc.. Sia il cognac che il liquore Strega vanno benissimo qui. Prima di uscire, bevo sempre un bicchierino dell'uno o dell'altro cos� il freddo se ne va. [...] Qui oggi nevica, ma c'� il vento che la sposta da una parte e dall'altra [...]�. - Biglietto Postale per le Forze Armate Posta Militare Autoreparto Pesante, 24 novembre 1941, da Dniejpropetrovsk. Diretta a Pietraperzia (Enna) L�Autiere scrive: �Mia Amata Sposa, ti scrivo per farti sapere l'attimo stesso della mia perfetta salute e cos� spero di sentire di te e il nostro caro Pinuccio e cos� tutti in famiglia nostra e anche di mio Pap�. Borina mia, da tanto tempo che noi tutti non si riceve posta ma spero che voi tutti mamme e spose riceveste le nostre notizie. Borina, non puoi credere di come sto sempre arrabbiato che non ricevo posta, ma la colpa non � di nessuno, � della lontananza, ma speriamo che il Dio ci mandi subito alle nostre case a tranquillizzare tante povere anime. Borina mia, per come si aveva previsto che il Natale si faceva a casa, io non ce lo vedo, sembra che passer� tanto tempo per noi tornare a casa. Ma un lieto giorno verr� la fine se il buon Dio ci salva da ogni cosa. Borina non ti impressionare tanto se ti dico questo perch� da un momento all'altro pu� arrivare l'ordine di mandarci in licenza ma io in ogni modo Natale son sicuro che lo far� in Russia, quello che vuole Dio per� basti che si torni vittoriosi. Borina mia, fra giorni ti far� un vaglia di lire 400 circa. Per� con la parola che tu la festa del Santo Natale la devi passare quieta e non pensare tanto a me, mangia e bevi e stai contenta che io qui sono equipaggiato bene [...]. Ti prego di farmi un pacco raccomandato e mi mandi fogli e buste per scrivere, 5 pacchetti di sigarette Tre Stelle e 5 di Africa [...]. Ti invio cari e affettuosi baci e sono per sempre il tuo umile sposo. Scrivi presto�. - 5� Reggimento Alpini Batt. Morbegno Compagnia Comando diretta a Genova Bolzaneto. Spedita da zona di operazioni (Don) 12 dicembre 1942. L'Alpino scrive: �Carissime sorelle, oggi � Natale, grande dolce parola, che quaggi� risuona come un'eco. Perch� essendo tanto lontano da Voi care e dalla nostra Patria, e quello che sento e provo con tutta la mia solitudine mi fa addirittura venire una lacrima agli occhi, perch� pi� che mai in questo giorno abbiamo sentito la lontananza della casa e di voi care. Questa mattina ho ascoltato la S. Messa celebrata dal nostro cappellano e nell'intimit� del mio pensiero Natale l'ho passato con voi. Ora scrivetemi e ditemi un po' dove l'avete passato il Natale. Spero che adesso vi lasceranno tranquilli gli inglesi [...]�. Fratello Renato - Posta Militare 88 VIII. Batt. T.R.T. 102� Compagnia Marconisti C.S.I.R. 28 dicembre 1942 diretta a Parma. Il Caporale marconista scrive: �Carissimi, [...] purtroppo un gran bel Natale non l'ho passato ma tanti altri a me vicino, l'hanno passato peggio. Il freddo quel giorno � stato tremendo ma ugualmente siamo andati tutti ad ascoltare la Messa al campo all'aperto al mattino. Tornati da messa (siamo in cinque compagni in una casa di russi) abbiamo fatto il bagno che ne avevamo molto bisogno. A mezzogiorno il rancio normale senza nulla di eccezionale. Alle 6 ero gi� a letto. Questo � stato il mio Natale. Credo che meno allegro di cos� non poteva passare. Beh! Ora che � andato non c'� da dimenticarlo ed amen. Se almeno si cominciasse meglio l'anno nuovo!! Infine ho avuto la lettera dall'Italina e avendola avuta proprio il giorno di Natale, � stata l'unica bella sorpresa che ho avuto. Infatti nella fotografia ritagliata dal giornale che mi ha mandato vi sono proprio io e dei miei compagni. Ce la fece un giornalista-fotografo alla fine di agosto quand'eravamo colle Camicie Nere della Tagliamento vicino al Don nei giorni che si svolse una grande battaglia. Non pensavamo mai pi� che potesse venire pubblicata. [...] La mia salute � sempre discreta nonostante il freddo [...] Non sono in pericolo perch� mi trovo un po' distante dal fronte. Si mangia normalmente e siamo nelle case per cui a dormire e a lavarsi siamo al caldo [...]�. - Franchigia Posta Militare 40 5� Compagnia XX� Battaglione 3� Bersaglieri Divisione Celere diretta a Corsico il 30 novembre 1942. Il Sottotenente scrive: �Caro Carlo, ecco che mi faccio nuovamente vivo dopo un silenzio abbastanza lungo [...] Ora il tempo libero � maggiore perch� da 5 giorni mi trovo in linea e qua non si parla di nessun servizio che non sia guardia o pattuglia e dato che sono in un bunker avanzato con il mio plotone la pattuglia non la faccio; le notti sono lunghe e bisogna vegliare per cui abbiamo tutto il tempo necessario per scrivere. Siamo su una riva del Don intanati in buche come le volpi e guardiamo le postazioni russe che ci stanno in faccia nell'altra riva. Ogni tanto qualche loro pattuglia viene a disturbarci, ma vista la nostra accoglienza preferisce tornarsene indietro senza stare troppo a darci noia. Di giorno dormiamo, ripariamo i danni subiti nella notte e ci riforniamo alla linea principale che dista 112 Km. [...] Il freddo comincia a farsi sentire e il fiume sta gelando. [...] Approfitto della presente per fare a te e ai tuoi famigliari gli auguri per le prossime feste perch� non so se in seguito mi sar� possibile�. Sergio Come funziona l�amicizia (di Raffaella Procenzano, �Focus� n. 357/22) - Gli amici non sono tutti uguali. Il rapporto con loro dipende dalla personalit�, dal sesso e dal tempo che si passa insieme - Sono le persone a cui non avreste problemi a chiedere un favore e alle quali dareste una mano senza pensarci due volte. Coloro con cui vi piacerebbe passare il tempo e di conseguenza siete disposti a trovare le occasioni per farlo. E di solito si tratta degli individui di cui conoscete la storia (il passato, la famiglia), e sapete tutto delle persone a loro pi� vicine. Cos� lo psicologo evoluzionista inglese Robin Dumbar, il pi� importante studioso in questo campo, definisce gli amici. Eppure, bench� l'amicizia sia un sentimento dai contorni ben delineati (stringi stringi si tratta di una relazione affettiva), esistono molti tipi di amici. Dipende da quanto � stretto il rapporto, dalla personalit� dei due protagonisti, dal loro status sociale, dal sesso (femmine e maschi danno vita ad amicizie dai contorni differenti) e dal tempo che si riesce a trascorrere insieme. Secondo Barry Welhman, psicologo dell'Universit� di Toronto, le reti sociali danno diversi tipi di vantaggi che spesso non possono essere forniti da una persona sola ed � per questa ragione che abbiamo diversi tipi di amici: per ottenere sostegno emotivo, aiuti finanziari, assistenza sanitaria, prestiti di oggetti utili, aiuto per le faccende domestiche, custodia dei bambini ecc.. Agli amici intimi innanzitutto chiediamo sostegno psicologico ed eventualmente aiuti finanziari, mentre dagli amici un po' meno stretti ci aspettiamo simpatia e allegria (si tratta di quelle persone con cui usciamo spesso a cena o andiamo a teatro). Poi ci sono i conoscenti a cui ci sentiamo pi� vicini, che frequentiamo in occasioni che richiedono la presenza di molte persone, come i festeggiamenti per un compleanno. Lo provano le ricerche: gli psicologi inglesi Jens Binder e Sam Roberts hanno chiesto a oltre 300 persone di pensare ad alcuni dei loro amici e valutarli all'interno di una lista di venti cose che avrebbero potuto fare con loro. Le voci erano relative a 4 aree: ridere insieme, sostegno materiale, condivisione di riflessioni intime, passare del tempo insieme. Il risultato fu che gli amici pi� intimi erano coloro che soddisfacevano le esigenze pi� personali, mentre gli altri riempivano soprattutto il bisogno di socializzazione. Secondo le ricerche di Catharine Molho, psicologa all'Universit� di Amsterdam, le reti pi� ampie di amicizie appartengono alle persone estroverse, con profili psicologici in cui � molto alta la disponibilit� all'esperienza e la capacit� di esprimere le emozioni. E quelle che hanno un vasto gruppo di simpatia, quindi una cerchia di amicizie ancora pi� ampia, sono anche particolarmente oneste e umili. Alla fine, per�, � tutta una questione chimica: gli ormoni dell'amicizia sono l'ossitocina e le endorfine, che influiscono direttamente sullo stile di attaccamento (ovvero quanto si � espansivi o riservati nelle relazioni) e sulla capacit� di essere empatici verso gli altri. Chi ha un numero di recettori per le endorfine alto ha anche un alto numero di amici. Lo ha provato la psicologa inglese Katerina Johnson sottoponendo un campione di studenti a un esperimento: ha chiesto loro di assumere la posizione della �sedia romana� che consiste nell'appoggiarsi al muro con la schiena e abbassarsi come se si stesse seduti su una sedia, fino a mettere le cosce parallele al pavimento. � una posizione molto dolorosa e la maggior parte delle persone non riesce a mantenerla per pi� di un minuto; ma la ricercatrice ha scoperto che chi era pi� resistente in questo esercizio aveva anche pi� amici ed � noto che la tolleranza al dolore dipende anche dal numero di recettori per le endorfine presenti nel cervello. Ma non � solo una faccenda di numeri: chi ha reti sociali molto grandi tende ad avere relazioni emotivamente meno strette di chi ha (relativamente) pochi amici. Naturalmente non c'� una strategia che sia migliore dell'altra: gli introversi cercano forse pi� sostegno emotivo (la spalla su cui piangere) e quindi si concentrano su poche persone, mentre gli estroversi dalle loro vaste relazioni ricavano soprattutto informazioni sull'ambiente che li circonda. E molto dipende anche dallo status sociale: in uno studio condotto alla Columbia University di New York osservando le dinamiche interne in alcune associazioni studentesche, � emerso che nelle interazioni sociali gli individui meno popolari prestavano attenzione a tutti gli altri studenti, mentre gli individui definiti come �popolari� davano attenzioni soltanto ad altri individui importanti ovvero ai leader della comunit�. La qualit� dell'amicizia offerta � inoltre molto diversa tra uomini e donne: l'amica del cuore di una donna � una persona con cui confidarsi, mentre quello di un uomo � pi� che altro un compagno con cui fare qualcosa (giocare a pallone, bere una birra...). Lo prova il fatto che un uomo single ha 4 volte pi� probabilit� di avere un amico intimo rispetto agli uomini sposati, mentre per le donne la differenza � quasi inesistente. Inoltre, nei due sessi le relazioni si fondano su basi diverse: in un'analisi di Anna Machin, psicologa dell'Universit� di Oxford (Regno Unito), � emerso che le coppie di amiche si somigliano tra loro soprattutto per livello di istruzione, tipo di senso dell'umorismo, affidabilit� e felicit� mentre le coppie di amici maschi erano simili per potenziale finanziario, socievolezza, affidabilit� e tipo di connessioni sociali. Inoltre, le ragazze di solito scelgono l'intimit� delle relazioni �a due�, mentre i ragazzi si trovano pi� a loro agio nei gruppi. Il sociologo inglese T�m�s Dav�d-Barrett ha esaminato 20.000 immagini utilizzate come fotoprofilo su Facebook e ha scoperto che se nelle foto erano presenti due persone di et� simile, si trattava di solito del profilo di una donna, se c'era un gruppo di persone (una squadra sportiva per esempio) si trattava quasi sempre di uomini. E la tendenza a stare in gruppi o in coppia di maschi e femmine � probabilmente innata. Le bambine di 4-5 anni, ha dimostrato l'evoluzionista dell'Universit� di Harvard (Usa) Joyce Benenson, preferiscono guardare burattini che interagiscono in coppia, mentre i maschi pupazzi che sono in gruppo. E un'altra ricercatrice, Emma Powell della Newman University (Regno Unito), ha provato che, tra i 7 e i 10 anni, i maschi giocano molto pi� di frequente in gruppi grandi di coetanei, le femmine in quelli poco numerosi. Ma il fattore pi� importante nel differenziare tra loro le amicizie � probabilmente un altro: dagli studi sulle scimmie e sugli umani, emerge che la qualit� di un'amicizia dipende direttamente dal tempo investito. In genere, alle pochissime persone che ci stanno molto vicine dedichiamo il 40 per cento del tempo sociale a nostra disposizione, e a quelle solo un po' pi� distanti (una decina di solito) diamo un altro 20%, e un 20% ci resta per i conoscenti mentre tutte le altre interazioni (acquisti, scambi strettamente di lavoro) va il tempo restante. Gli psicologi hanno calcolato che nel corso di un mese dedichiamo otto ore e mezza abbondanti a ciascuno degli amici pi� intimi, divise in genere in 6 o 7 occasioni; e un po' pi� di due ore agli altri amici importanti (in pratica una serata al mese). Lo psicologo sociale dell'Universit� del Kansas Jeffrey Hall � sceso ancora pi� nel dettaglio: ha osservato gli studenti che stavano facendo amicizia nel campus universitario e ha scoperto, con osservazioni dirette e interviste, che occorrono circa 45 ore trascorse insieme per passare da semplice conoscenza ad amicizia. All'inizio per� si tratta di �amicizia temporanea�, che si interrompe facilmente non frequentandosi pi�. Per trasformarsi da amico temporaneo ad amico importante servono altre 50 ore passate insieme nell'arco di tre mesi. E per diventare amici davvero intimi ne occorrono almeno altre cento. Equivalenti a un paio d'ore al giorno quasi tutti i giorni per lungo tempo (le valutazioni si erano svolte nell'arco di tre mesi). Non si pu� dire che un'amicizia profonda non sia impegnativa... Naturalmente, come ha dimostrato Matthias Mehl dell'Universit� dell'Arizona, non � solo il tempo passato insieme a essere importante, ma come lo si passa. Osservando gruppi di adulti ha trovato che � il tempo impiegato in conversazioni significative con un'altra persona a essere correlato con la soddisfazione di vita, non il tempo trascorso in chiacchiere superficiali. Parlantina sciolta, dunque, ma di qualit�. Quando abbiamo cominciato a dare i numeri (di Aldo Carioli, �Focus� n. 350/21) - Gi� i Babilonesi conoscevano il teorema di Pitagora, ma lo usavano per scopi pratici. Furono i Greci a sviluppare la matematica astratta e le dimostrazioni - Si chiama Plimpton 322 ed � una tavoletta d'argilla scoperta dagli archeologi oltre un secolo fa nel deserto dell'Iraq. � incisa con caratteri cuneiformi, � antica di almeno 3.600 anni e dimostra che gli scribi delle prime civilt� mesopotamiche applicavano il teorema di Pitagora oltre un millennio prima che Pitagora venisse al mondo. Tuttavia, quella che pu� sembrare una �prima pietra� della matematica � in realt� solo la tappa di un lungo viaggio. Le origini della scienza dei numeri sono infatti molto pi� remote. La capacit� di cogliere quella che i neuroscienziati chiamano �numerosit�, ossia una quantit� approssimativa pi� o meno precisa, � innata ed � una facolt� che abbiamo in comune con scimmie, ratti, uccelli e perfino api. Fin qui la natura. Ma quando e come � avvenuto il passaggio ai numeri veri, ai calcoli e al linguaggio della matematica? �Esistono societ� umane nelle cui lingue sono presenti solo i concetti di �uno�, �due� e �molti��, spiega l'astronomo e divulgatore John Barrow (scomparso lo scorso anno) nel suo libro Perch� il mondo � matematico? (Laterza). �E in molte lingue europee gli aggettivi per indicare �primo� e �secondo� non derivano dalle parole �uno� e �due�, mentre �terzo�, �quarto�, e cos� via, sono chiaramente legati a �tre�, �quattro� e agli altri numeri�. Furono dunque questi concetti astratti (uno, due, molti, pochi) i primi a svilupparsi, sotto la spinta di necessit� pratiche. Quali fossero queste necessit� e come contassero i nostri antenati lo svelano reperti archeologici precedenti perfino alle tavolette cuneiformi. �Il metodo di conteggio basato sugli intagli � sicuramente uno dei pi� antichi�, racconta il matematico Bruno D'Amore nel saggio La matematica e la sua storia (Dedalo), scritto con Silvia Sbaraglia. Il pi� antico esempio noto si trova su un osso di babbuino rinvenuto nello Swaziland, in Africa: ha 37 mila anni e qualcuno vi ha inciso 29 tacche. Secondo Barrow si tratta di un'arma sulla quale il cacciatore teneva il conto degli animali uccisi; per altri era un oggetto legato al ciclo lunare, che � appunto di 29 giorni. Un manico d'osso inciso e con una punta di quarzo, trovato a Ishango presso il Lago Edoardo, sempre in Africa, � anche pi� sorprendente: le sue tacche sono raggruppate in modo da formare una sequenza di numeri primi. Ma non sappiamo a che cosa servisse, n� se gli uomini che lo incisero, a cavallo tra Paleolitico e Neolitico, conoscessero davvero i numeri primi. Accanto alla numerazione per intaglio, c'era quella �di pollicino�, affidata a sassolini o oggetti analoghi. Tra le rovine dell'antica citt� di Nuzi (Iraq) � stato trovato un contenitore di argilla sul quale � inciso un elenco di 48 capi di bestiame: 21 pecore, 6 agnelli femmina, 8 montoni, 6 capre e cos� via. Dentro c'erano altrettante palline d'argilla. Semplice il principio, praticato ancora oggi in alcune societ� tradizionali: il pastore che lo ha usato 3 mila anni fa aggiungeva una pallina per ogni animale, tenendo cos� il conto delle sue bestie. I sistemi di calcolo dei nostri antenati all'inizio furono probabilmente �a base 2� (come quelli usati ancora oggi dagli aborigeni australiani, che possiedono solo le parole �uno� e �due� per i numeri) oppure a base 5. Le 55 tacche incise oltre 30 mila anni fa su un osso di lupo ritrovato in Moravia (Repubblica Ceca) sono, spiega D'Amore, �uno dei pi� antichi documenti aritmetici in cui � presente il principio della base di calcolo, dato che le tacche sono raggruppate in gruppi di cinque, come le dita di una mano�. L'uso delle mani (ma anche di falangi, spalle, testa, piedi e cos� via) come calcolatrici era comune in Mesopotamia, in India, in Cina, tra gli Egizi, i Greci e i Romani. E questa tecnica ha continuato a tenere banco per tutto il Medioevo, nonostante la diffusione dell'abaco e il successo del Liber abaci (�Il libro del calcolo�) con il quale il matematico e mercante pisano Leonardo Fibonacci nel Duecento diffuse in Europa i numeri arabi. Dall'altra parte dell'oceano Atlantico, intanto, Maya e Aztechi sviluppavano un sistema a base 20, grazie al quale misero a punto calendari precisi e sofisticati sistemi di misurazione del tempo. Sumeri e Babilonesi usavano invece una numerazione a base 60 (sessagesimale). Forse derivava da un sistema di pesi e misure comune nell'area, di certo fu favorita da una svolta culturale: la nascita della civilt� urbana in Mesopotamia (ma anche, negli stessi secoli, in Cina e nella Valle dell'Indo), l'accumulo di cereali nei magazzini e una rete dei commerci sempre pi� estesa richiedevano maggiori capacit� di calcolo. Fu per questo che i Sumeri inventarono appunto l'abaco (noto anche in Estremo Oriente) e, tra 5.300 e 4.500 anni fa, i simboli dei numeri, usati per compilare elenchi di merci, liste di rifornimenti per gli eserciti, contratti di compravendita. �Risale ai Sumeri anche il primo sistema posizionale, perfezionato in seguito dagli Indiani�, spiega D'Amore. �Al valore di ogni simbolo andava aggiunto quello del simbolo immediatamente successivo, addizionandoli�. In pratica, lo stesso modo di formare i numeri che usiamo noi, che per� lo abbiamo adottato nel Medioevo dagli Arabi: una rivoluzione, perch� permette di scrivere qualsiasi numero usando pochi segni (nel nostro caso 10, compreso lo zero). Il sistema sessagesimale ci ha lasciato due eredit� importanti: il calcolo del tempo (un minuto di 60 secondi, un'ora di 60 minuti) e quello delle coordinate per la navigazione (ogni grado d'arco si divide in 60 minuti e 60 secondi). L'altra �casa dei numeri� del Vicino Oriente era l'Egitto dei faraoni. Gran parte di quello che sappiamo della matematica egizia viene dai poco pi� di due metri di lunghezza del Papiro Rhind: un'ottantina di problemi e varie tabelle di operazioni, con relative soluzioni, destinati a scribi o sacerdoti di 4 mila anni fa. Gli Egizi usavano un sistema a base 10, ma non posizionale; non conoscevano lo zero e facevano di conto per scopi astrologico-religiosi, per costruire templi e tombe e per misurare terreni agricoli. Nemmeno loro svilupparono un sistema matematico che andasse oltre le necessit� pratiche. Per questo, ci volevano i filosofi greci. Se i Sumero-Babilonesi sapevano produrre terne pitagoriche, non vuol dire che conoscessero il significato del teorema che quei numeri nascondevano. Furono i semileggendari matematici greci Talete (VII-VI secolo a.C.) e Pitagora (VI-V secolo a.C.), riprendendo la tradizione mesopotamica e quella egizia, a fornire i primi tasselli del pensiero matematico astratto. E sar� poi Euclide (IV-III secolo a.C.) a mettere insieme il puzzle nei suoi Elementi, un testo fondamentale per millenni, dove si trova anche la dimostrazione del teorema di Pitagora che oggi si studia a scuola. Geometria e aritmetica nacquero veramente soltanto allora. In un fazzoletto di terra e mare tra l'Asia Minore (Turchia) e l'Attica, nel giro di tre secoli presero forma il pensiero deduttivo, gli assiomi della geometria, il concetto di infinito, i numeri irrazionali e l'idea che tutto in natura si pu� misurare. Verso il 300 a.C. la matematica era la cosa pi� vicina alla scienza che il mondo avesse mai visto. Il sapere greco fece da ponte tra gli antichi e i moderni. Passando per� dall'India, grazie alle conquiste di Alessandro Magno, che aveva spinto fin l� la cultura ellenistica. �Un'efficace base di calcolo, la notazione posizionale e l'uso dello zero garantiscono un sistema di numerazione di successo�, spiega Barrow. �E nella storia antica, questi tre elementi si ritrovarono insieme solo in India�. I sapienti hindu, partendo dalle conoscenze ellenistiche, perfezionarono il sistema decimale posizionale, che giunger� in Europa nel Duecento attraverso gli Arabi e grazie, ancora una volta, a Fibonacci. Ci fu qualche resistenza: la Chiesa tent� inizialmente di vietare l'uso dei numeri �pagani� e del demoniaco zero. Ma presto in Occidente si torn� a osservare il mondo con gli occhi della matematica, come gi� avevano fatto Talete, Pitagora, Euclide e gli alessandrini. Le conseguenze furono epocali: la teoria musicale scopr� i rapporti matematici tra i suoni, individuati gi� da Pitagora; l'economia medievale svolt� grazie alle cifre arabe, che aprirono la strada alla partita doppia e alle banche; la riscoperta degli antichi trattati ellenistici dal '400 port� i geografi a misurare il Pianeta, i navigatori a raggiungere nuove terre, gli astronomi a comprendere i moti celesti. Finalmente, la scienza riusc� a darsi un metodo con Galileo Galilei (1564-1642): un uomo per il quale il �grandissimo libro� dell'universo e della natura � scritto �in lingua matematica�, cio� con i numeri. Perch� si mangia il cappone a Natale? (di Denis Venturi, Innaturale.com) - Si tratta spesso di una portata immancabile per il pranzo o la vigilia - La storia del perch� si mangia il cappone a Natale affonda nel nostro pi� antico passato. Da sempre visto come una prelibatezza il cappone � da secoli un piatto che accompagna le festivit� e le ricorrenze. Nutriente, sostanzioso e, se ben cucinato, anche delizioso, il cappone � ormai un piatto della tradizione in diverse regioni d�Italia. Il cappone � un gallo castrato che viene allevato dai 3 ai 5 mesi. La tradizione di castrare i galli risale fino all�epoca antica ed � rimasta pressoch� intatta nei secoli fin dai tempi dell�antica Roma. Spesso usata come tecnica per poter mantenere pi� galli nello stesso pollaio, ha anche il vantaggio di rendere le carni del gallo pi� tenere e saporite. La tradizione di mangiare il cappone a Natale si perde nel Medioevo. In questo periodo l�accesso alla carne era prerogativa di pochi e il cappone era quindi considerato un piatto pregiato. Tale era il suo valore che spesso il cappone era utilizzato anche come mezzo di pagamento per nobili, medici, avvocati o persone di chiesa, come anche ricordato nei Promessi Sposi. Proprio in virt� del suo pregio, veniva considerato l�alimento perfetto da consumare in uno dei pasti pi� importanti dell�anno. Ma non esiste una sola versione del cappone a Natale: a seconda di dove ci si trova nello Stivale le ricette possono variare notevolmente. Al Nord e in particolare nella Pianura Padana il cappone � generalmente servito intero lessato, bollito o ripieno accompagnato da salse della tradizione locale. Pi� si percorre la penisola verso sud, pi� acquista importanza anche il brodo. Il brodo di cappone � tradizionalmente considerato utile per curare i malanni e per le sue propriet� afrodisiache. In centro Italia, tortellini, agnolotti o altre paste ripiene vengono preparate in brodo di cappone mentre in Abruzzo e Campania il brodo spesso si accompagna a altri tipi di carne. Natale negli USA: come si festeggia? (Tuttoamerica.it) - Gli ingredienti del Natale negli Stati Uniti sono molti: da Babbo Natale allo shopping sfrenato, dai pranzi luculliani alla Kwanzaa, il periodo di Natale viene vissuto intensamente da tutti gli statunitensi e in ciascuno dei 50 Stati - Nei giorni prima del Natale, gli americani sono impegnati nella corsa ai regali: a partire dal Black Friday, la stagione della caccia al regalo migliore per amici e parenti � aperta, ma come sempre in molti si riducono all�ultimo ed il risultato � che i negozi sono affollatissimi fino alla fine del 24 dicembre, in un crescendo di frenesia commerciale che si arresta solo il 25 dicembre. Natale, infatti, in tutti gli Stati, � una public holiday, cio� una giornata di chiusura per banche ed esercizi commerciali. Gli americani, quindi, si riappropriano del carattere pi� intimo della festa: se da una parte riunioni in famiglia e un prelibato pranzo natalizio uniscono tutti gli americani, dall�altra� famiglia che vai, tradizione che trovi. A causa della composizione multietnica della popolazione, ciascun nucleo familiare segue riti e usanze differenti, onorando il proprio credo e le proprie origini. Molti cristiani vanno a Messa per onorare la nascita di Ges� e le Chiese organizzano dei presepi viventi, raccolte di beneficienza per i meno abbienti e non � raro vedere in giro per strada dei gruppi di bambini che intonano i canti di Natale. Gli afroamericani, invece, vivono in sordina il Natale, festeggiando alla grande invece i giorni che vanno dal 26 dicembre al 1o gennaio (Kwanzaa) in cui orgogliosamente rivendicano le loro radici culturali. A tavola, il vero pranzo di Natale americano vede il predominio indiscusso del tacchino ripieno, ormai adottato anche dagli immigrati che lo propongono accanto alle loro pietanze locali. Il tacchino (in alternativa, il manzo o l�oca) viene frequentemente farcito con castagne e accompagnato da un abbondante contorno di pur� e fagiolini; immancabile la salsa di mirtilli! I dolci tipici sono il Christmas pudding e il mince pie, mentre la bevanda tradizionale � l�eggnog (i cui ingredienti principali sono latte, uova, noce moscata e altre spezie. In alcune versioni si pu� aggiungere un distillato a scelta, solitamente rum, brandy o whisky, per rendere la bevanda alcolica). Le famiglie italoamericane includono nel menu anche le lasagne o gli ziti. Gli americani abbondano nel preparare la Mince Pie, una tortina di pasta frolla con ripieno di marmellata di frutta e frutta secca, un dolce talmente buono che anche Babbo Natale, secondo la tradizione, lo adora. E, cos�, la sera prima di Natale, i bambini preparano un pranzo per Santa Claus, per ristorarlo delle sue fatiche notturne. Partendo da casa sua (le location pi� probabili sarebbero a Torrington, nel Connecticut, e a Wilmington, New York) il Babbo percorre gli USA in lungo e in largo, portando doni e dolcetti talvolta su una renna, altre volte su barche o surf. Non stupitevi, quindi, se vedrete aggirarsi Babbi Natale sulle spiagge Usa: il Natale da cartolina a cui siamo abituati (quello del caminetto acceso e della neve che scende) convive con quello per noi pi� strambo (quello da vivere all�aperto e con temperature primaverili) delle zone pi� calde (come in Florida, ad esempio), dove non � improbabile festeggiare Natale in spiaggia. Accanto alle palme, quindi, possiamo vedere luminarie (gli americani ne vanno matti e ne avrete una prova a McAdenville, nel North Carolina, che per Natale si veste letteralmente a festa), agrifogli, vischi e alberi di Natale riccamente addobbati (i pi� famosi negli States sono quello a Rockefeller Plaza, a New York, e quello acceso dal Presidente degli States a Washington DC, di fronte a Capitol Hill). Infine, se avrete la fortuna di trascorrere un Natale in America, non stupitevi di vedere i bambini intonare non appena ne avranno l�occasione una dolce melodia natalizia in coro: i canti e le carole di Natale sono molto amati e questi soavi canti sapranno farvi rimanere davvero a bocca aperta; prima di rimanere senza parole, non dimenticate di augurare loro� Merry Christmas! Chi � Matteo Paolillo, l'attore che interpreta Edoardo in Mare Fuori (di Roberta Cecchi, Cosmopolitan.com) - Tutto quello che c'� da sapere sulla star della famosa fiction Rai, ambientata in un carcere minorile - Nato il 6 ottobre 1995 a Salerno, Matteo dimostra fin da bambino una particolare attrazione verso il mondo dello spettacolo, al quale si avvicina a 13 anni quando si iscrive al Teatro delle Arti di Gaetano Stella dove studia recitazione e canto, affinando poi le sue doti presso il conservatorio teatrale La Scaletta di Gianni Diotajuti riuscendo anche a diplomarsi in ragioneria. La passione per la musica nell�attore oggi 27enne nasce a scuola durante l�adolescenza, quando Paolillo scopre e si avvicina alla musica rap. Il debutto in tv per Paolillo arriva nel 2016 con la serie Rai �Don Matteo�, poi seguita dalle fiction �Vivi e lascia vivere�, �Solo� e �Suburra: La Serie�. Nonostante questi programmi abbiano avuto tutti un grande successo per Matteo Paolillo la popolarit� arriva �solo� con �Mare Fuori�, la cui canzone che si sente nella sigla � cantata proprio dall�interprete di Edoardo Conte. Oltre che come attore Matteo � conosciuto anche come cantante con il nome d�arte di Icaro. �� quello che vedo intorno alla mia generazione e che da subito ho portato nei miei pezzi: Icaro � la metafora di quanto siamo stati educati all�arrivismo. Abbiamo questa ambizione che sembra piuttosto una sindrome del supereroe, come se dovessimo sempre arrivare al sole. Non possiamo essere mediocri, ci hanno insegnato a dover superare gli altri, a dover eccellere. Ma questa frenesia finisce per bruciarci le ali�, ha detto Paolillo parlando del significato del soprannome che utilizza nel mondo della musica. Dopo aver fondato la band Suba Crew (con all�attivo un album intitolato �Matrioska� uscito nel 2017), l�attore 28enne � conosciuto nel mondo della musica soprattutto per la canzone di �Mare Fuori� ��o Mar For� (da lui stesso scritta e cantata, anche sul palco di Sanremo 2023) cos� come per altri brani contenuti nella colonna sonora della fiction quali �Origami all�alba� e �Sangue nero� (che per� nella serie viene eseguita da Cardiotrap). Per quanto riguarda la vita privata invece Matteo Paolillo � fidanzato con Alessia Fendi, una make-up 28enne di origini campane con la quale l�attore si sta frequentando da qualche tempo. La relazione tra i due sarebbe gi� molto seria e questo nonostante sul profilo Instagram di Matteo Paolillo non ci sia alcuna traccia della compagna, che l'attore ha preferito tenere lontana dalle luci del gossip.