Novembre 2023 n. 11 Anno VIII Parliamo di... Periodico mensile di approfondimento culturale Direzione redazione amministrazione e stampa Biblioteca Italiana per i Ciechi �Regina Margherita� Onlus via G. Ferrari, 5/a 20900 Monza Casella postale 285 c.c.p. 853200 tel. 039/28.32.71 fax 039/83.32.64 e-mail: bic@bibciechi.it web: www.bibliotecaciechi.it Registraz. n. 19 del 14-10-2015 Dir. resp. Pietro Piscitelli Comitato di redazione: Pietro Piscitelli Massimiliano Cattani Luigia Ricciardone Copia in omaggio Rivista realizzata anche grazie al contributo annuale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Cultura. Indice La resa e il caos La vera storia di �Roma citt� aperta� Perch� per gli uomini � pi� difficile avere amici intimi? Danza delle api e origine entomologica del miele La resa e il caos (di Giuliana Rotondi, �Focus Storia� n. 203/23) - L�8 settembre 1943 fece dell'Italia un Paese allo sbando. Con l'illusione della pace e la realt� delle rappresaglie, della fame e delle bombe. - Beppe Fenoglio in Primavera di bellezza (1959) descrisse l'8 settembre visto con gli occhi di un soldato: �E poi nemmeno l'ordine hanno saputo darci. Di ordini ne � arrivato un fottio, ma uno diverso dall'altro, o contrario. Resistere ai tedeschi - non sparare sui tedeschi - non lasciarsi disarmare dai tedeschi - uccidere i tedeschi - autodisarmarsi - non cedere le armi�. Poche righe che fanno rivivere i momenti drammatici in cui il nostro Paese, stremato da una guerra fallimentare, fu consegnato in mani straniere, americane al Sud, tedesche al Nord. Erano i giorni convulsi in cui Roma venne abbandonata dai vertici istituzionali italiani, il capo del governo Pietro Badoglio e il re Vittorio Emanuele III, proprio mentre si imponeva all'Italia una resa senza condizioni. �L'armistizio, firmato a Cassibile il 3 settembre e reso pubblico 5 giorni dopo, era inevitabile�, spiega Elena Aga Rossi, docente di Storia contemporanea all'Universit� dell'Aquila e autrice di Una nazione allo sbando (Il Mulino). �La situazione militare era disastrosa. Dopo lo sbarco in Sicilia, il governo italiano perse tempo prezioso nel vano tentativo di evitare una resa senza condizioni, gestita male dal governo Badoglio, che non allert� nemmeno i vertici militari per paura di scatenare ritorsioni tedesche. Non solo. Gli italiani confidavano, dopo l'armistizio, in uno sbarco alleato con grande dispiego di forze (come quello siciliano) che avrebbe costretto i tedeschi a lasciare Roma�. Per lo sbarco a Salerno (il 9 settembre) gli angloamericani si limitarono a usare le forze gi� presenti in Sicilia e in Africa in attesa di nuove truppe dallo sbarco, gi� previsto, in Normandia (ma che avverr� solo nel giugno del 1944). �Per questo gli italiani provarono a prendere tempo, chiedendo all'ultimo momento di spostare l'annuncio dell'armistizio siglato a Cassibile� riprende la storica. �Ma Eisenhower rifiut�: la resa doveva essere resa pubblica in contemporanea allo sbarco di Salerno, per cogliere di sorpresa i tedeschi, contando anche sull'appoggio promesso dagli italiani. Cos� diede l'annuncio da Radio Algeri alle 18:30 dell'8 settembre, costringendo Badoglio a mantenere gli impegni e a confermare poco pi� di un'ora dopo la resa�. �Il governo italiano, riconosciuta l'impossibilit� di continuare l'impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e pi� gravi sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate angloamericane�. Cos� recitava l'ambiguo proclama letto ai microfoni dell'Eiar (antesignana della Rai) alle 19.45. E proseguiva: �La richiesta � stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilit� contro le forze angloamericane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse per� reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza�. Che fare? Non sparare pi� agli americani? Iniziare a colpire i tedeschi? Il proclama era (volutamente) poco chiaro: ordinando alle forze armate italiane di reagire solo se attaccate, sottintendeva la speranza - dimostratasi illusoria - che gli americani ci avrebbero tolto le castagne dal fuoco. Nessuna misura era stata prevista per difendere la capitale, e l'esercito, lasciato senza ordini, in molti casi si dissolse. Nello stesso tempo, la reazione tedesca non si fece attendere. �Il comando supremo delle forze armate del Reich diede via al Piano Achse, gi� pronto da tempo�, spiega la storica. �La notte stessa dell'8 le forze tedesche presero possesso di aeroporti, stazioni ferroviarie e caserme, cogliendo di sorpresa le forze italiane. Furono subito emanate le direttive da applicare per il disarmo dei militari italiani. Dovevano essere suddivisi in tre gruppi: chi accettava di continuare a combattere dalla parte dei tedeschi poteva conservare le armi ed essere trattato come loro; chi non lo faceva era mandato nei campi di internamento in Germania come prigioniero di guerra, mentre chi opponeva resistenza o si schierava con le forze partigiane veniva fucilato se era un ufficiale o altrimenti impiegato nei campi di lavoro sul posto o nell'Europa occupata. I tentativi di reagire da parte di reparti e singoli furono repressi nel sangue�. Lo scontro diretto fra due eserciti sul territorio italiano ebbe conseguenze drammatiche per la popolazione. �L'Italia era gi� abituata al razionamento alimentare introdotto durante la guerra e il mercato nero era una realt� economicamente corposa anche prima dell'8 settembre 1943�, dice Elisa Signori, docente di Storia contemporanea all'Universit� di Pavia. �I bombardamenti alleati al Nord, e quelli tedeschi al Sud dopo lo sbarco in Sicilia, avevano disarticolato gran parte della rete dei trasporti e l'approvvigionamento dei mercati era compromesso. Ma dopo l'armistizio la situazione s'inaspr� enormemente, perch� gli occupanti nazisti divennero soggetto attivo ed esigente per requisizioni di ogni genere e bloccarono la distribuzione di carburante (tutto di provenienza tedesca) al Sud�. C'erano tessere annonarie per quasi tutto, dal sapone al cibo all'abbigliamento. �Nel novembre del '43, per esempio, entr� in vigore la tessera per il tabacco che dava diritto a tre sigarette o a un sigaro al giorno, ma non era detto che i negozi fossero riforniti. E, infatti, gli italiani impararono a confezionarsi da s� le sigarette, riciclando il tabacco recuperato dai mozziconi o utilizzando i surrogati pi� fantasiosi�. Accelerarono gli sfollamenti dalle citt� alle campagne, meno colpite dai bombardamenti e dove era pi� semplice sfamarsi. Un risvolto positivo ci fu: un forte spirito di collaborazione si diffuse tra la popolazione, in alcuni casi solidale con i partigiani, che in quei mesi iniziavano la guerra di liberazione. �Molte famiglie, inoltre, ospitarono soldati americani o italiani isolati, dando loro abiti borghesi, perch� le forze tedesche non li riconoscessero�, aggiunge Aga Rossi. �Spesso cercavano di farli scappare dai treni che portavano i prigionieri italiani in Germania. Accadeva durante le soste nelle citt�. In tutto, pi� di un milione di soldati furono disarmati in Italia e nei Balcani; di questi, quasi 200-mila riuscirono a fuggire, 180-mila scelsero di collaborare con i tedeschi, mentre i prigionieri condotti nei campi di internamento furono circa 650-mila�. �Quello tra italiani e americani fu un rapporto complesso e a molte facce�, precisa Elisa Signori. �Se per la popolazione civile si tratt� di un incontro positivo, circonfuso dal fascino della vittoria militare e della prosperit� economica, mediato da legami personali e affettivi con gli americani di origine italiana, il dialogo tra i comandi angloamericani e le autorit� monarchiche fu venato di diffidenze. E ancor pi� quello tra i rappresentanti dei partiti antifascisti, gli emissari della Resistenza e gli Alleati. I primi speravano di avere dagli americani sostegno politico e supporto logistico nella guerra partigiana, ma i secondi coltivavano visioni strategiche pi� ampie, che rendevano il teatro italiano secondario nello scacchiere bellico e mal comprendevano le pressioni dell'antifascismo di cui temevano potenziali derive rivoluzionarie�. Dopo l'armistizio, gli ebrei italiani residenti sul territorio occupato dai tedeschi videro precipitare la situazione. �A nord della linea del fronte gli ebrei furono esposti alle razzie e alle uccisioni, agli arresti e alle deportazioni per mano tedesca�, spiega Signori. �Furono spogliati della loro identit� di italiani e anzi divennero nemici a tutti gli effetti. Da parte fascista furono oggetto di una politica capillare di arresti, sequestro dei beni, lavoro coatto, internamento e consegna in mano tedesca. Le leggi razziali fasciste del 1938, restate in vigore nonostante le pressioni dei partiti antifascisti durante i �45 giorni� del governo Badoglio (25 luglio-8 settembre) furono abrogate soltanto nel gennaio del 1944. Solo entro i confini di quello che fu chiamato Regno del Sud, ossia nella zona controllata dagli angloamericani, le condizioni migliorarono: furono liberati tutti gli ebrei italiani e stranieri rinchiusi nei campi di internamento, come quello di Ferramonti di Tarsia, in Calabria�. Per gli italiani non era pi� tempo di stare a guardare. Rimanere super partes era un lusso che non ci si poteva permettere. Molti scelsero la Resistenza. Era l'inizio della guerra civile. L'irriverente Badoglieide �Badoglio ha fatto l'imbroglio�: era una delle espressioni pi� tenere che circolavano tra i delusi dall'armistizio. Il maresciallo d'Italia, gi� generale nella Prima guerra mondiale e corresponsabile della disfatta di Caporetto (1917), fu un militare e un politico controverso. Muovendosi con destrezza nei palazzi del potere fascista prima e in quelli della Corona poi, con la caduta di Mussolini fu scelto come capo del governo. Negli ultimi due anni di guerra circolava una canzone, scritta da due partigiani su un motivetto popolare toscano, la Badoglieide: �O Badoglio, o Pietro Badoglio/ ingrassato dal fascio littorio/ col tuo degno compare Vittorio/ ci hai gi� rotto abbastanza i coglion./ Ti ricordi quand'eri fascista/ e facevi il saluto romano/ ed al duce stringevi la mano?/ Sei davvero un gran bel porcaccion./ Ti ricordi l'impresa d'Etiopia/ e il ducato di Addis Abeba?/ Meritavi di prender l'ameba/ ed invece facevi i milion�. I tormenti della Regia marina Dopo l'8 settembre la Regia marina, ancorata nei porti da circa un anno per scarsit� di carburante, dovette consegnarsi nelle mani degli Alleati a Malta, secondo quanto previsto dalle clausole dell'armistizio. Ma l'ordine di cedere le navi agli angloamericani fu accettato con difficolt�. Molti comandanti presero in considerazione l'ipotesi drammatica dell'autoaffondamento, considerato da molti pi� conforme alle leggi dell'onore militare. Per alcuni comandanti che preferirono l'autoaffondamento alla consegna agli ex nemici, ve ne furono altri che invece si recarono a Malta pur di non finire in mano tedesca. Cosa che invece accadde alla corazzata Roma, bombardata al largo dell'Asinara, in Sardegna. �Gli storici italiani divergono sul numero delle navi arrivate nei porti sotto controllo alleato entro il 21 settembre�, spiega la storica Elena Aga Rossi. �C'� chi parla di 79 e chi di 173, su un totale di 319. Questo perch� � ancora controverso il numero delle navi rimaste sotto controllo tedesco o che si autoaffondarono. Di certo si sa che si salv� meno della met� della flotta�. Dallo sbarco in Sicilia alla Repubblica di Sal� 10 luglio - Ha inizio l'Operazione Husky, lo sbarco alleato che partendo dalla Sicilia d� il via alla campagna d'Italia angloamericana. 19 luglio - Roma per la prima volta viene bombardata da aerei americani. 25 luglio - Mussolini � costretto a dimettersi dopo il voto del Gran consiglio del fascismo. Badoglio diventa capo del governo. Lo stesso giorno il re fa arrestare Mussolini dopo averlo invitato a Villa Savoia per un colloquio. 15 agosto - Gli angloamericani intensificano i bombardamenti su Milano, Torino, Genova e Roma per fiaccare anche psicologicamente l'Italia di Badoglio e costringerla a firmare la resa. 19 agosto - A Lisbona il generale Giuseppe Castellano incontra i rappresentanti di Eisenhower per porre le basi dell'armistizio, con la resa incondizionata. 3 settembre - I generali Castellano e Bedell Smith firmano a Cassibile (Siracusa) l'armistizio. 8 settembre - Alle 19.45 Badoglio annuncia alla radio l'armistizio; quella stessa notte il re e il governo fuggono verso Brindisi. 9 settembre - Mentre gli Alleati sbarcano a Salerno, a Roma nasce il Comitato di liberazione nazionale (Cln), coordinamento degli oppositori al fascismo e all'occupazione tedesca. 12 settembre - Mussolini, prigioniero sul Gran Sasso, � liberato da un commando di paracadutisti tedeschi e portato in Germania. 18 settembre - Da Monaco di Baviera, Mussolini pronuncia alla radio il suo primo discorso pubblico dopo l'arresto del 25 luglio. 23 settembre � Mussolini annuncia la nascita della Repubblica sociale italiana e rientra in Italia, stabilendosi a Sal� (Bs). La vera storia di �Roma citt� aperta� (di Ilaria Romeo, Collettiva.it) - La vicenda raccontata nel film di Roberto Rossellini si ispira a un fatto realmente accaduto. - Roma, marzo 1944, la citt� allo stremo comincia a reagire. Il comando germanico risponde con feroci rastrellamenti alle incursioni dei partigiani gappisti. Incursioni che culmineranno di l� a poco nell'attentato di via Rasella e nella conseguente rappresaglia tedesca delle Fosse Ardeatine. Girolamo, marito di Teresa Gullace, viene arrestato e condotto alla caserma dell�81� Fanteria, in viale Giulio Cesare a Prati. Teresa gli corre incontro per abbracciarlo, parlargli, consegnargli qualcosa. � una donna, � incinta, non pu� immaginare la reazione scomposta del soldato tedesco che impugna la pistola e spara. La sua tragedia diverr� immortale grazie ad Anna Magnani che la far� vivere, per sempre, nel capolavoro di Roberto Rossellini �Roma citt� aperta�, presentato il primo ottobre del 1945 al cinema Capranica. �Abbiamo pensato che pap� non avesse da mangiare� racconter� anni dopo a �Patria Indipendente�, periodico dell�Anpi il figlio Umberto �cos� la mattina del 3 marzo mamma mi ha detto: andiamo a cercare pap� e vediamo se possiamo portargli qualcosa. Ha preparato due sfilatini con le patate lesse, non c�era altro, e una boccetta di vino rosso. Insieme a mamma usciamo io e mia sorella Caterina, la pi� piccola: mamma era incinta di sette mesi. Prima di andare a viale Giulio Cesare, siamo passati dalle monache per lasciare mia sorella all�asilo. (�) Arrivati a viale Giulio Cesare vediamo che c�era un mare di gente. I rastrellati stavano all�ultimo piano e si affacciavano. Sulla via passava avanti e indietro una motocicletta con due SS, uno guidava e quello di dietro agitava in aria il mitra. Prima lo puntava contro l�assembramento delle donne per non farle scendere dal marciapiede, e poi lo alzava e sparava contro le finestre per far rientrare i rastrellati. (�) Erano tutte donne che avevano l� chi il marito, chi il padre, chi il fratello. (�) Sembra che mamma avesse tentato di attraversare la strada per fare avere a pap� i panini e i tedeschi le hanno sparato. Non so se � stato un colpo di pistola o una raffica di mitra. I fascisti stavano davanti al portone. Mio padre l�ha vista cadere a terra, per� ha pensato che fosse uno svenimento, perch� era incinta di sette mesi. Poi per� quando ha visto la chiazza di sangue ha fatto il matto, urlava, spingeva, e cos� l�hanno lasciato andare. Mamma nel frattempo l�avevano gi� portata all�obitorio del Santo Spirito, ma io non lo sapevo, l� c�erano solo le mimose�. Quelle stesse mimose che poco tempo dopo diventeranno il simbolo della giornata internazionale della donna. �Era il primo 8 marzo che si celebrava nell�Italia ormai libera� racconter� Marisa Rodano �e la scelta della mimosa come fiore della Giornata Internazionale della donna venne da s�. (�) Rammento che passammo in rassegna diverse possibilit�: scartato il garofano, gi� legato al Primo maggio, esclusi gli anemoni perch� troppo costosi, la mimosa sembrava convincente, perch�, almeno nei dintorni di Roma, fioriva abbondante e poteva esser raccolta senza costi sulle piante che crescevano selvatiche. Fu cos� - � questo il fotogramma che rivedo - che disegnai un approssimativo rametto di mimosa con l�apposito punteruolo che incideva la cera, sul clich�, con il quale sarebbe stata ciclostilata la circolare per i comitati provinciali�. �� nella Resistenza� diceva la stessa Rodano alla Camera dei deputati in occasione del 70o anniversario della Liberazione �che le donne italiane, quelle di cui Mussolini aveva detto �nello stato fascista la donna non deve contare�; alle quali tutti i governi avevano rifiutato il diritto di votare, la possibilit� di partecipare alle decisioni da cui dipendeva il loro destino e quello dei loro cari, entrano impetuosamente nella storia e la prendono nelle loro mani. Nel momento in cui tutto � perduto e distrutto - indipendenza, libert�, pace - e la vita, la stessa sussistenza fisica sono in pericolo, ecco le donne uscire dalle loro case, spezzare vincoli secolari, e prendere il loro posto nella battaglia, perch� combattere era necessario, era l�unica cosa giusta che si poteva fare�. Anche a costo della vita. Anche per onorare chi - incinta di sette mesi - la vita l�ha persa solo per abbracciare il marito ingiustamente incarcerato. Se comprendere � impossibile, conoscere � necessario. Perch� ci� che � successo non deve accadere mai pi�, perch� la Resistenza continua... Perch� per gli uomini � pi� difficile avere amici intimi? (Ilpost.it) - Lo suggeriscono studi che hanno alimentato un dibattito sull�influenza dei modelli culturali tradizionali e degli stereotipi di genere. - Una serie di articoli pubblicati negli ultimi due anni negli Stati Uniti e nel Regno Unito, partendo dai dati molto citati di alcuni sondaggi sull�evoluzione delle relazioni sociali durante e dopo la pandemia, si � concentrata su una significativa riduzione delle amicizie tra gli uomini. I dati hanno confermato tendenze all�isolamento che precedono la pandemia e che hanno subito un�accelerazione negli ultimi anni man mano che i livelli di solitudine sono aumentati in tutto il mondo, interessando maggiormente la popolazione maschile e i paesi con pi� inclinazione all�individualismo. In molte riflessioni suggerite dall�analisi dei dati la crisi delle amicizie maschili, associata in parte all�aumento delle ore di lavoro e alla maggiore propensione a cambiare lavoro e quindi ambiente, � descritta soprattutto come un effetto indiretto dell�influenza degli stereotipi sulla maschilit� nella societ� contemporanea. Secondo queste interpretazioni la conformit� alle norme tradizionali di genere disincentiva la condivisione delle proprie vulnerabilit� tra gli uomini e determina una riduzione � in alcuni casi una compromissione � delle espressioni di emotivit� necessarie a sviluppare intime relazioni interpersonali. Il dibattito pi� recente sulla crisi delle amicizie maschili si � sviluppato in particolare nel 2021, dopo la pubblicazione dei dati di un sondaggio del centro studi American Enterprise Institute sulla popolazione statunitense. Secondo il sondaggio la percentuale di uomini che dichiarano di non avere amici intimi � salita dal 3 al 15 per cento negli ultimi trent�anni. E quella degli uomini che dichiarano di avere almeno sei amici � scesa dal 55 al 27 per cento. Tendenze simili sono state registrate anche nella popolazione femminile, ma in misura molto minore. A dare rilevanza al dibattito sul piano sanitario sono le molte ricerche che descrivono da tempo le amicizie strette come un importante fattore per la salute e hanno mostrato una correlazione tra la riduzione delle relazioni sociali e l�aumento del rischio di disturbi come la depressione, l�ansia, le malattie cardiache e l�ictus. Le correlazioni sono in qualche caso cos� forti che gli autori e le autrici di quelle ricerche assimilano la mancanza di relazioni sociali a fattori di rischio per la salute noti e comprovati come il fumo di sigaretta. Alcuni studiosi hanno inoltre analizzato il rapporto tra la mancanza di relazioni sociali e l�esposizione alla violenza, e altri hanno associato l�isolamento all�aumento della violenza sociale. La ricercatrice statunitense Niobe Way, che insegna psicologia dello sviluppo alla New York University, ha osservato e studiato a lungo il fenomeno della perdita di amicizie maschili intime nella tarda adolescenza, nonostante il desiderio dei ragazzi di mantenerle. Inserito da Way in una collettiva e pi� ampia �crisi della connessione�, il progressivo isolamento tardoadolescenziale sarebbe � insieme a una parallela e crescente aderenza agli stereotipi di genere � uno dei fattori alla base della tendenza di molti adulti a diventare diffidenti ed �emotivamente analfabeti�. L�ipotesi sostenuta da Way � che i ragazzi attraversino una crisi della connessione perch� vivono in una cultura che assegna un genere � maschile o femminile � a bisogni, competenze e capacit� umane fondamentali, tra cui l�empatia e l�affetto, incoraggiando o scoraggiando a seconda dei casi attivit� e rapporti. Consapevolmente o inconsapevolmente, secondo Way, tendiamo a insegnare ai ragazzi a mostrarsi invulnerabili e a considerare la severit� e l�impassibilit� qualit� maschili fondamentali, e invece debolezze la sensibilit� e la capacit� di avere legami emotivi. �Se osservi i ragazzini sono piuttosto aperti e affettuosi tra loro, e poi succede qualcosa�, ha detto al �New York Times� lo psicologo statunitense Fred Rabinowitz, presidente del dipartimento di psicologia della University of Redlands, in California. In un libro in cui descrive le difficolt� degli psicoterapeuti a superare le barriere che impediscono a molti uomini di cercare aiuto, Rabinowitz sostiene che quelle barriere siano rafforzate dai messaggi sociali e dalla tendenza tra gli uomini adulti a considerare l�apertura e la vulnerabilit� emotiva un tab�. All�inizio degli anni Novanta lo psicologo statunitense Ronald F� Levant, ex direttore dell�American Psychological Association, la pi� grande associazione di psicologi negli Stati Uniti, osserv� in diversi ragazzi � e non nelle ragazze � una specifica forma di alessitimia, una condizione che riduce la consapevolezza delle proprie emozioni e la capacit� di descriverle e comunicarle. La defin� �alessitimia normativa maschile�, dopo averla riscontrata in ragazzi e uomini che erano cresciuti seguendo una rigida aderenza alle tradizionali norme maschili di genere, che enfatizzano la tenacia, la fermezza e la competizione, e scoraggiano l�espressione delle emozioni. In uno studio pubblicato nel 2012 da Levant e dalla ricercatrice statunitense Emily Karakis, della University of Akron in Ohio, l�alessitimia normativa maschile � stata associata a una minore soddisfazione nelle relazioni, a una minore qualit� delle comunicazioni e a una maggiore paura dell�intimit�. �Penso che gli uomini abbiano un profondo desiderio di intimit� con i loro amici�, ha detto al �New York Times� lo psicoterapeuta statunitense Nick Fager, co-fondatore di Expansive Therapy, un gruppo di psicoterapia statunitense principalmente rivolto alle persone della comunit� LGBT+. Secondo i dati del sondaggio statunitense del 2021 dell�American Enterprise Institute, gli uomini hanno meno probabilit� delle donne di condividere i propri sentimenti personali. Solo il 21 per cento di loro, contro il 41 per cento delle donne, ha detto di aver ricevuto sostegno emotivo da un amico o un�amica nella settimana prima del sondaggio. E il 30 per cento, contro il 48 per cento delle donne, ha detto di aver condiviso sentimenti personali con un amico o un�amica. Il 25 per cento degli uomini, contro il 49 per cento delle donne, ha detto a un amico o un�amica �ti voglio bene� almeno una volta. Secondo l�antropologo e psicologo evoluzionista inglese Robin Dunbar, autore di diverse ricerche sull�amicizia, tradotto anche in italiano e noto per la �teoria di Dunbar� (una discussa stima della quantit� massima di relazioni gestibili da una persona), la difficolt� a stabilire relazioni intime da parte degli uomini riflette anche una differenza tipica tra uomini e donne nelle amicizie. Quelle tra le donne tendono a essere pi� personalizzate e diadiche, cio� di coppia, e a considerare la persona per quello che � pi� che per il gruppo di cui fa parte. Al contrario, ha detto Dunbar al �Guardian�, nelle amicizie tra gli uomini �conta pi� cosa sei rispetto a chi sei�. Relazioni di questo tipo sono spesso costruite intorno ad attivit� di gruppo che non richiedono condivisioni a livello emotivo, e in cui una persona pu� essere anche sostituita (quello dei giocatori di calcetto, per esempio). Esprimere ogni tanto in modo diretto i propri sentimenti verso gli amici, secondo Rabinowitz, � invece uno dei modi pi� semplici per esercitarsi a essere pi� aperti con gli altri uomini a un livello emotivo. E nel caso in cui questo comportamento provochi disagio sarebbe utile acquisire consapevolezza di quel disagio e chiedersi da dove provenga. Un altro modo � provare a unirsi a gruppi di supporto e prendere parte a terapie di gruppo, in cui � pi� semplice incontrare uomini ugualmente disposti a stabilire relazioni emotive con altri uomini. Sapere che altri uomini condividono problemi nella sfera dell�emotivit�, indipendentemente da quanto forti e sicuri di s� appaiano dall�esterno, pu� inoltre essere utile a ridurre i sentimenti di vergogna. Secondo la statunitense Bren� Brown, ricercatrice della University of Texas e autrice di diversi libri e ricerche sulla vergogna, la vulnerabilit� e la leadership nei rapporti umani, la vergogna � la principale ragione che mantiene gli uomini isolati e incapaci di ricevere e fornire sostegno emotivo. Mentre le donne provano vergogna quando non riescono a soddisfare aspettative irrealistiche e spesso contraddittorie, spieg� Brown in una conversazione con l��Atlantic�, gli uomini provano vergogna quando mostrano segni di debolezza. Poich� i messaggi sociali a loro indirizzati indicano qualsiasi debolezza come qualcosa di cui vergognarsi, gli uomini tendono a evitare di avere conversazioni sulla propria vulnerabilit�, da loro spesso percepita come una debolezza, e che nelle ricerche di Brown � invece considerata proprio un antidoto alla vergogna e una forma di coraggio. Ammettere di provare paura e dolore, chiedere aiuto agli altri, trasgredire norme culturali di genere che impongono agli uomini di tacere sulla propria vulnerabilit�, per Brown, � ci� che permetterebbe loro di creare pi� facilmente legami umani profondi. E partecipare a incontri con gruppi di sostegno maschili pu� essere di aiuto, purch� la partecipazione sia motivata da quella intenzione e non soltanto dal desiderio di fare nuovi amici. Connor Beaton, fondatore del gruppo ManTalks, ha raccontato al �New York Times� di aver fondato il gruppo dopo aver scoperto che imparare a essere vulnerabile aveva migliorato le sue amicizie. Diversi anni fa parl� dei suoi problemi di abuso di sostanze con un amico che conosceva da anni e con cui aveva viaggiato molto, il quale lo sorprese a sua volta dicendogli di aver avuto pensieri sul suicidio. �Mi colp� molto il fatto che allo stesso tempo sapessi tutto di quell�uomo, fino al tipo di scotch che gli piaceva bere, e non avessi idea che fosse cos� tanto in difficolt�, ha detto Beaton. Il rapporto tra i modelli di maschilit� tradizionali e i pensieri suicidari � da tempo uno dei temi trattati nei Men�s Studies, un ambito di studi interdisciplinari sulle influenze sociali, storiche e culturali esercitate sul genere maschile nella societ� contemporanea. In alcune ricerche l�idealizzazione della maschilit� tradizionale e l�incapacit� di molti uomini di realizzare quell�ideale sono considerate un fattore di rischio, perch� espongono gli uomini al rischio di rabbia, frustrazione e depressione collegate a esperienze di insuccesso e che possono tradursi in un�aspettativa di vita ridotta. In uno studio condotto su 2.431 uomini di 18 e 19 anni, pubblicato nel 2015 dallo psichiatra della Fordham University di New York Daniel Coleman, quelli che condividevano l�idea che gli uomini debbano provvedere al sostentamento della famiglia, essere invulnerabili o autosufficienti avevano maggiori probabilit� di sviluppare pensieri relativi al suicidio e di mostrare segni di depressione. Come detto al �Guardian� dallo psicoterapeuta inglese Adrian Wilson-Smith il declino delle amicizie tra gli uomini � in parte riconducibile anche alla tendenza riscontrata in molti adulti eterosessuali ad aspettarsi che siano le partner a occuparsi delle relazioni sociali per entrambe le parti della coppia. Questa aspettativa � a sua volta alla base di una progressiva riduzione dell�investimento emotivo in possibili nuove relazioni di amicizia. La condivisione intima delle proprie difficolt� pu� servire anche nelle amicizie maschili pi� solide e durature, per approfondirle e migliorarle, secondo la psicologa statunitense Marisa G. Franco, docente alla University of Maryland e autrice di un libro sulle difficolt� nel creare e mantenere amicizie in una societ� che privilegia spesso le relazioni d�amore a scapito delle altre. A differenza di altre et� in cui la condivisione di spazi comuni e la ridotta influenza delle norme culturali rende pi� spontanea e casuale la creazione di legami intimi, fare amicizia in et� adulta richiede un investimento emotivo che non tutte le persone sono disposte a fornire, scrive anche Franco. Secondo una teoria nota in psicologia come �teoria della regolamentazione del rischio� decidiamo quanto investire in una relazione in base alla probabilit� stimata di essere rifiutati. Un ampio studio longitudinale del 2009, che misur� le variazioni del campione nell�arco di cinque anni, mostr� una correlazione tra una maggiore partecipazione sociale e la convinzione che fare amicizie in et� adulta richieda un impegno attivo. Basandosi sulle conclusioni di questo studio e di altri, Franco suggerisce che le persone siano solitamente apprezzate dagli estranei pi� di quanto pensino. Nelle ricerche pi� recenti in questo ambito il divario tra quanto una persona crede di piacere a un�altra e l�effettiva opinione di quell�altra persona � definito liking gap (�divario di gradimento�). E gli studi mostrano come le persone tendano a sottostimare quanto piacciono agli altri e quanto gli altri apprezzino la loro compagnia. Uno dei consigli condivisi da Franco e da altri psicologi per aumentare le probabilit� di fare amicizia � partecipare ad attivit� che prevedano incontri regolari nel tempo anzich� occasionali. Anche nel caso delle relazioni maschili questo tipo di incontri permette di sfruttare il cosiddetto �effetto di mera esposizione�, un fenomeno psicologico noto per cui tendiamo ad apprezzare di pi� le cose e le persone quanto pi� diventano a noi familiari. Danza delle api e origine entomologica del miele (di Stefano Colonna, �Prometeo� n. 162/23) - Insetti straordinari. Per le modalit� di apprendimento e comunicazione, per la produzione (di miele, cera, propoli), per l'impollinazione del 35% delle culture alimentari mondiali. Ma sono minacciate da inquinamenti e CO2. - Le api costruiscono le complicate strutture dei favi un passo dopo l'altro. Fatti di cera, i favi da miele sono tra le strutture in natura meglio costruite dal punto di vista ingegneristico; pesano meno di un foglio di carta quando sono vuoti, ma molti chili quando sono pieni di api, miele e nettare. L'immagine convenzionale mostra le celle esagonali, ma attraverso raggi X ad alta energia � stato possibile creare immagini in 3D. Rahul Franklin e collaboratori hanno scannerizzato un favo crescente ogni due ore e mostrato che la costruzione procede dall'alto verso il basso. Opportunamente, le api rinforzano le fondamenta con pi� cera, via via che il favo cresce. In primo luogo, comunque, prima creano una struttura verticale corrugata. Le sue protuberanze e depressioni formano la sequenza di esagoni in cui le api depongono il grosso della cera. Poi strizzano la cera come l'impasto di una pizza per costruire le mura delle celle del favo. Sono importanti insetti sociali nella produzione agricola, poich� non solo impollinano le corolle, ma creano anche prodotti, come miele, pappa reale, propoli, polline e cera.(J. Zhou e al, Journal of Agricultural and Food Chemistry 2022, 70, 1358). Le api da miele (Apis mellifera ligustica) sono i pi� importanti impollinatori naturali ed economici al mondo e, come vedremo, impollinano il 35% delle colture alimentari mondiali. Offrono dei benefici economici che sono essenziali per la diversit� delle specie e che non possono essere ignorati. All'interno delle loro colonie vi sono caste morfologiche (regina e lavoratrici) e temporali. (X. Li e al, Journal of Agricultural and Food Chemistry 2022, 70, 6097). Le caste temporali sono cinque: pulitrici dell'alveare, balie, forgiatrici, costruttrici dell'alveare e trasformatrici dell'alimento. Molti esperimenti che le riguardano sono basati sul loro comportamento e sulla tossicologia che le riguarda: molti comportamenti delle api da miele sono regolati dal sistema endocrino. Il ruolo degli ormoni L'ormone juvenile (JH) gioca un ruolo essenziale in queste regolazioni. Ciascuna casta ha una distinta base fisiologica associata a titoli unici JH, che istruiscono ad esempio un'operaia per le mansioni specializzate che deve compiere. Gli ormoni JH giocano un ruolo cruciale nella metamorfosi, differenziazione delle caste e migrazione degli insetti. Sono stati confermati sette diversi JH negli insetti, e i diversi omologhi mostrano diverse azioni e attivit�. � noto che i JH hanno una serie di composti stereoisomerici e che vi sono grandi differenze nelle bioattivit� dei diversi stereoisomeri. Le api mellifere hanno solo JHIII e lo stereoisomero R � quello che ha una pi� alta attivit� biologica nel regolare la loro attivit�. Gli insetti sociali hanno bisogno di un sistema di comunicazione molto raffinato, specialmente quando migliaia di individui sono organizzati in modo gerarchico nei loro alveari. Gli insetti individuali possono invece comunicare attraverso i segnali chimici, le danze, le vibrazioni toraciche e il contatto diretto, tutte attivit� che aiutano a riconoscere le loro compagne di alveare. Esse hanno una forma particolare di comunicazione che consente loro di segnalare alle compagne dell'alveare una fonte di cibo attraverso dei simboli. Le loro coordinate sono codificate attraverso una danza intricata e sofisticata chiamata waggle dance sul favo verticale, usando la gravit� e il tempo come riferimento (L. Chittka e al, Science 2023, 379, 985). I movimenti sono seguiti da principianti nel buio dell'alveare, successivamente questi decodificano l'informazione vettoriale e seguono le istruzioni della danza una volta usciti. Come molti altri comportamenti di insetti sociali, si pensava che questo sistema di comunicazione fosse innato. Tuttavia Dong e collaboratori hanno rivelato che le api da miele forniscono precise informazioni spaziali solo se esse hanno avuto la possibilit� di seguire le danze sperimentando modelli di ruolo - in altri termini, il sistema di comunicazione deve essere appreso in parte in modo sociale (S. Dong e al, Science 2023, 379, 1015). Dopo aver scoperto una ricca fonte di cibo, le api da miele foraggiatrici possono informare le compagne dell'alveare attraverso una danza a forma di otto (composta da danza waggle centrale, seguita da semicircoli alternati a sinistra e a destra) sui favi di cera all'interno dell'alveare, con gli allievi che toccano l'addome dei danzatori con le antenne. La durata della danza informa le api neofite sulla distanza della fonte di cibo. Essa viene ripetuta pi� volte. L'apprendimento sociale precoce � essenziale per le api da miele. Dong e collaboratori hanno creato colonie composte esclusivamente da api novizie; senza guida di tutori, queste incominciano a fare le danze waggle una settimana o due dopo essere emerse dalla pupa. Ma le indicazioni del luogo da parte di queste api inesperte sono pi� imprecise: variano da una danza all'altra e indicano distanze maggiori di quelle reali. Quando per� acquistano esperienza nei venti giorni successivi, i loro codici di posizione raggiungono gradualmente livelli normali. Tuttavia le indicazioni della distanza rimangono per tutta la vita sovradimensionate in maniera anomala, indicando che dopo una finestra di tempo critica, non sono pi� possibili correzioni attraverso l'apprendimento sociale. Le api di controllo, che sono state esposte alle danze da api foraggiatrici esperte prima di iniziare a fornire i loro segnali, non presentano nessuno di questi inconvenienti. Lo studio di Dong e altri aggiunge un'ulteriore evidenza al fatto che i comportamenti complessi sono di rado completamente innati. Per esempio, bench� la regolarit� e l'ottimizzazione della costruzione dell'alveare delle api fosse vista da Darwin come il �pi� meraviglioso di tutti gli istinti noti�, � venuto fuori che le modalit� con cui le api operaie costruiscono l'alveare sono influenzate dalle strutture degli alveari sperimentate quando erano giovani (G. von Oelsen, Adipologie 1979, 10, 175). � perci� plausibile che alcune delle pi� avanzate innovazioni comportamentali (includendo elementi del linguaggio della danza) possano essere emersi almeno in parte da innovazioni individuali, diventando istintuali successivamente nel tempo evolutivo. L'Apis mellifera ligustica (A. mellifera) e l'Apis cerana (A. cerana) sono le maggiori specie di api in Cina e anche le maggiori produttrici nel mondo. La A. mellifera presenta la pi� alta produttivit�. A sua volta l'A. cerana � stata domesticata nell'apicoltura cinese per la sua superiorit� nel raccogliere sporadiche fonti di nettare, specialmente da medicine erbacee, per il suo lungo tempo di raccolta e per la sua resistenza alle malattie come il baco delle api. In Cina � classificata come una specie appena al di sotto dell'A. mellifera e il suo miele � considerato superiore per l'alto valore nutritivo. � prodotto dal nettare del fiore e dalle secrezioni delle piante, che sono raccolte dalle api, trasformate e maturate negli alveari con il rigurgito dei loro enzimi salivari. Il miele � un prodotto miracoloso che arriva all'uomo da decine di migliaia di anni ed � il frutto della coevoluzione tra piante e api mellifere. � un dolcificante naturale che si origina dal nettare dei fiori, raccolto dalle api e successivamente maturato nell'alveare. I mutamenti del paesaggio-habitat naturale e la disponibilit� ambientale e temporale delle risorse floreali possono influenzare le colonie ed � noto da tempo che la carenza di cibo, in particolare di polline, contribuisce al loro impoverimento (vedi oltre). Le risorse floreali del paesaggio che circonda gli alveari determinano quindi la composizione del polline e del nettare, che costituiscono la base della dieta delle api e del miele successivamente prodotto. I suoi maggiori componenti sono i carboidrati, che ne costituiscono circa l'80%; glucosio e fruttosio sono presenti in un rapporto di circa 0,5-2%, mentre il resto � dato da saccarosio, maltosio, turanosio e altri venti componenti (W. Cao e al, Journal of Agricultural and Food Chem�stry 2022, 7010194). Data la loro alta quantit�, fruttosio e glucosio favoriscono l'aumento di peso e la resistenza insulinica. Sono presenti anche vari fitochimici come composti fenolici e aminoacidi come la prolina, che hanno propriet� biologiche come antiossidanti e antinfiammatori. Il miele da A. cerana contiene pi� enzimi e presenta maggiore valore nutrizionale e salutare, il che � dovuto alle sue secrezioni endogene e alle diverse fonti floreali. Questo lo rende dalle 3 alle 19 volte pi� costoso di quello della A. mellifera. Molti studi sperimentali e clinici hanno documentato l'effetto ipoglicemizzante del miele in forme animali di diabete e in pazienti diabetici. Recentemente, in uno studio condotto su 18281 pazienti � stato dimostrato che il suo consumo � inversamente associato col prediabete. In Cina il miele � largamente utilizzato non solo per il suo gusto unico, ma anche per le qualit� salutari; si ritiene che possa proteggere contro l'insorgenza della sindrome metabolica grazie alla sua attivit� antiobesit�, antidiabetica, ipolipedimica e ipotensiva. Vi sono inoltre numerose evidenze secondo cui il suo utilizzo pu� contribuire alla prevenzione della steatosi epatica non alcolica. Dal polline al miele Le api sono insetti sociali e mostrano una complessa organizzazione coloniale basata sulla divisione del lavoro tra le api operaie dell'alveare, in particolare per l'acquisizione e l'immagazzinamento del cibo: costruiscono un favo sopra le celle dell'alveare per immagazzinare miele e polline. Il miele maturo (Mature Honey, MH) � coperto con cera bianca per la conservazione a lungo termine. Il surplus di polline, il nettare e la melassa sono conservati nelle celle del favo di cera costruite dalle api operaie. Servono alle api mellifere per superare i periodi �morti�, quando non � possibile il foraggiamento. I carboidrati che vengono riportati all'alveare dalle api bottinatrici (specializzate nella raccolta di polline, nettare o acqua), sono ceduti alle api immagazzinatrici, che li distribuiscono fra le compagne affamate o li trasformano per produrre il miele. Le api immagazzinatrici normalmente aggiungono anche le sostanze come enzimi secreti dalle ghiandole ipofaringee, per convertire il saccarosio in glucosio e fruttosio. In quasi tutti i tipi di miele predomina il fruttosio e l'insieme di fruttosio e glucosio costituisce l'85-90% dei carboidrati presenti. Vi sono anche tracce di polisaccaridi e di sostanze volatili responsabili dell'aroma caratteristico. Gli acidi prodotti dallo stomaco di queste api abbassano il pH del miele immaturo e allo stesso tempo eliminano l'acqua, per aumentare la concentrazione dello zucchero. Questo processo � guidato sia dal comportamento attivo delle api sia dall'evaporazione passiva del contenuto delle celle e dipende dalle specifiche condizioni dell'alveare. Utilizzando in modo mirabile la loro lingua, le api operarie concentrano, con i movimenti della loro bocca, le gocce del nettare rigurgitato e questo porta ad un aumento della concentrazione dello zucchero dal 10 al 25%, in poche ore. Le dinamiche della maturazione del miele sono influenzate da vari parametri, come la dimensione della colonia, i movimenti e l'umidit� dell'aria all'interno dell'alveare, le condizioni climatiche prevalenti e l'origine botanica che determina i rapporti di zuccheri e acqua contenuti nel nettare. La durata della maturazione varia da 1 a 11 giorni. Quando il miele � maturo, le api lo coprono con un coperchio di cera per proteggerlo, per impedirne una fermentazione indesiderata e il deterioramento. Con la crescita della domanda mondiale di miele vi � stato un aumento delle adulterazioni ed esso � il terzo target pi� frequente delle frodi come riportato dall'US Pharmacopeia's Food Fraud Database (J.C. More e al, J. Food Sci 2012, 77, R118-R126). Per evitare frodi dovute all'introduzione del miele meno costoso � necessario sviluppare un metodo per identificare e verificare le origini entomologiche del miele stesso. Questo viene realizzato attraverso metodi biologici che coinvolgono le analisi delle proteine e del DNA. In alternativa si pu� ricorrere a un approccio metabolico con cromatografia liquida-spettrometria di massa quantificando tre markers. Come anticipato, le api sono gli impollinatori naturali pi� importanti ed economici, perch� impollinano il 35% delle coltivazioni mondiali. Nei soli Stati Uniti l'impollinazione delle colture da parte dell'Apis Mellifera vale annualmente 20 miliardi di dollari (V.A. Ricigliano e al, The Journal of Agricultural and Food Chemistry 2022, 70, 9790). Purtroppo gli apicultori stanno sperimentando ogni anno perdite nelle loro colonie di api - che tuttavia oggi sono il doppio di quelle storiche - rendendo incerta l'impollinazione e dunque la sicurezza del cibo. Queste perdite sono attribuite a molti fattori, come parassiti e patogeni. Molte evidenze indicano che la causa principale � la malnutrizione. Il nettare fornisce l'energia sotto forma di carboidrati, mentre il polline � a sua volta la fonte principale di proteine, lipidi e micronutrienti. In condizioni ideali, per soddisfare le necessit� nutrizionali delle api occorrono fonti molteplici: c'� bisogno di una certa variet� di fiori, poich� la composizione del polline varia a secondo delle specie di piante. Sfortunatamente l'agricoltura intensiva � associata a una riduzione della biodiversit� dei fiori. Le risposte delle piante ai cambiamenti climatici alterano a loro volta le risorse floreali disponibili e questo rende problematica la nutrizione e la salute delle api. Per risolvere questi problemi nelle colonie di api allevate gli apicultori ricorrono a sostituti del polline. Sono state usate diverse formulazioni come sostituti del polline naturale; queste spesso incorporano ingredienti ricchi in proteine, come soia, glutine di mais, caseina e uova, come fonte di aminoacidi essenziali. Tuttavia, altri fattori nutrizionali potrebbero migliorare la dieta artificiale, introducendo ad esempio i fitochimici. Le microalghe sono ingredienti nutritivi usati per l'allevamento del bestiame e anche delle api. Microalghe del genus Chlorella e Arthrospira (comunente chiamata spirulina) sono una fonte eccellente di proteine, acidi grassi, sterili e sostanze bioattive con potenziale nutraceutico. Queste microalghe possono essere digerite dalle api da miele e riproducono le caratteristiche di crescita delle diete alimentate con polline naturale. Oltre alle proteine, il polline contiene una variet� di lipidi necessari, acidi grassi essenziali e composti bioattivi come vitamine e acidi fenolici. Il nettare floreale arricchito in sodio aumenta le velocit� di visita degli insetti impollinatori. Gli allevatori sanno da tempo che il bestiame e le pecore sono attratte dal sodio offerto sotto forma di �leccate di sale�. Non a caso molte piante aumentano la qualit� o quantit� di gratificazione nel polline o nel nettare per incoraggiare le visite degli impollinatori (C.N. Sanders e al, Biology Letters 2022, 19, 1). Diversi studi hanno esplorato come le concentrazioni di zuccheri e aminoacidi nel nettare possono attrarre gli impollinatori e favorire l'impollinazione, ma pochi hanno esplorato quali altri costituenti macro e micro possano influenzare il numero e la moltelicit� degli impollinatori. Gli erbivori in diversi ecosistemi si nutrono di piante con alto contenuto di sodio nelle loro foglie. Nathan Sanders e collaboratori hanno applicato nettare artificiale arricchito con sodio a cinque specie di piante comuni nelle vallate del New England. E hanno verificato che quelli con il nettare arricchito hanno avuto quasi il doppio di visite da parte di diverse specie di impollinatori. I visitatori pi� comuni sono state le api, compresa l'Apis mellifera e i calabroni. Le piante utilizzate erano di cinque diverse specie, ma hanno dato gli stessi risultati. Al momento non � possibile stabilire se gli impollinatori cercano il cloruro di sodio come tale o in combinazione con l'acido gamma-amminobutirrico (GABA), che gioca un ruolo importante nella neurotrasmissione. Questi risultati suggeriscono che il sodio pu� attirare gli insetti impollinatori alle piante. Ci si aspetta che cambiamenti climatici alterino il ciclo dell'acqua e la disponibilit� del sodio nelle piante; questo potrebbe avere effetti negativi sulle popolazioni delle piante e sugli insetti che visitano i loro fiori. Influenze antropogeniche nel foraggiamento delle api Le api, come detto, sono insetti specializzati, che si nutrono quasi esclusivamente di nettare e polline dai fiori e in questo modo contribuiscono in modo sostanziale all'impollinazione delle piante selvatiche e delle colture (D. Goulson e al, Science 2022, 375, 970). Si sono adattate per individuare ed estrarre le risorse floreali, incluso un impressionante apprendimento, con abilit� di navigazione e di comunicazione. Tuttavia, gli adattamenti per il foraggiamento possono essere influenzati da fattori antropogenici. In particolare, la diffusione dell'agricoltura industriale ha profondamente alterato il paesaggio in larghe porzioni della Terra, riducendo spesso la disponibilit� e la diversit� delle risorse floreali. Le coltivazioni pi� importanti (cereali come grano, riso e mais che comprendono il 79% dell'area coltivata) sono impollinate dal vento e perci� forniscono risorse minime per gli impollinatori. D'altra parte, alcune coltivazioni come la canola, i girasoli, e molti frutti e vegetali richiedono impollinazione e per questo offrono risorse floreali alle api, in particolare alle api da miele. Un rischio per esse � rappresentato dall'esposizione ai prodotti chimici utilizzati in agricoltura. Campioni di miele analizzati hanno evidenziato che normalmente contengono dieci o pi� pesticidi in combinazioni complesse. Gli effetti di questi prodotti chimici includono problemi di navigazione per le api, aumentando la frequenza con cui esse si perdono durante il foraggiamento. I neonicorticoidi danneggiano anche l'apprendimento dell'associazione tra profumi e ricompensa floreale, una abilit� vitale per identificare i fiori pi� rimunerativi. Anche certi erbicidi come il glifosato hanno un impatto negativo sul comportamento del foraggiamento, sulla memoria e sull'apprendimento in varie specie di api. Questo effetto � ancora pi� pronunciato per le api solitarie. A causa della frammentazione degli abitati, le api devono volare pi� lontano per trovare il cibo ed evitare aree con grande traffico, inquinate da scarichi, che oltretutto degradano gli odori floreali. Un aumento nella concentrazione di CO2 pu� ridurre il contenuto di proteine nel polline, mentre eventi climatici estremi come ondate di calore, fuochi e siccit� alterano la capacit� dei fiori di produrre risorse floreali. Iniziative per ridurre o eliminare l'uso di pesticidi nelle aree urbane aumentano il valore di queste ultime per il foraggiamento delle api. Vi sono infine evidenze che suggeriscono come le colonie di api e calabroni vivano (paradossalmente) meglio nelle aree urbane rispetto alla campagna, in parte anche a causa della maggiore diversit� e disponibilit� di risorse floreali durante l'anno.