Aprile 2024 n. 4 Anno LIV MINIMONDO Periodico mensile per i giovani Direzione redazione amministrazione e stampa Biblioteca Italiana per i Ciechi �Regina Margherita� Onlus via G. Ferrari, 5/a 20900 Monza Casella postale 285 c.c.p. 853200 tel. 039/28.32.71 fax 039/83.32.64 e-mail: bic@bibciechi.it web: www.bibliotecaciechi.it Registrazione 25-11 1971 n. 202 Dir. resp. Pietro Piscitelli Comitato di redazione: Pietro Piscitelli Massimiliano Cattani Luigia Ricciardone Copia in omaggio Rivista realizzata anche grazie al contributo annuale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Cultura. Indice Concorso �Serafino Ferraris� Prima Edizione Disponibilit� in Braille di un�importante pubblicazione Le leggi dell�oppressione La transizione psicologica Il padre degli Hobbit Mozartkugeln: quando musica e gusto si incontrano Genova: sulle strade dei cantautori Concorso �Serafino Ferraris� Prima Edizione La Casa Editrice �Virginio Cremona Editore� SRLS con sede in Milano Via Valsesia 66 - Tel. 351/777.2632 Codice fiscale e Partita IVA 11131870963, indice un Concorso per una Borsa di studio in ricordo del Professor Serafino Ferraris, collaboratore emerito dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. La selezione � riservata a Studenti non vedenti o ipovedenti (ai sensi della legge 138/2001) che si siano diplomati tra il 1� gennaio e il 31 dicembre 2023 e che, alla predetta data del 31 dicembre, non abbiano superato i ventidue anni di et�. Inoltre, il suddetto concorso � riservato agli studenti delle regioni Piemonte, Lombardia, Liguria. Il termine ultimo per la presentazione delle domande di partecipazione � fissato al 31 maggio 2024. Di seguito il Bando del concorso: Bando di concorso per l�assegnazione della Borsa di Studio �In ricordo di Serafino Ferraris�. Art. 1. Natura del Concorso - La Casa Editrice �Virginio Cremona Editore� promuove una Borsa di studio destinata a uno Studente cieco o ipovedente che, alla data del 31 dicembre 2023, abbia conseguito titoli di studi di secondo livello. La Borsa � assegnata per merito, mediante Concorso. Art. 2. Requisiti di ammissione e causa di esclusione - Alla corrente edizione del Concorso, possono partecipare tutti gli studenti non vedenti o ipovedenti che alla data del 31 dicembre 2023 non abbiano superato i ventidue anni di et� e che, tra il 1� gennaio e il 31 dicembre 2023, abbiano il seguente titolo: �Diploma di Istruzione Secondaria Superiore�. Art. 3. Causa di esclusione - Sono esclusi gli studenti che hanno beneficiato di altre Borse di studio, sovrapponibili per forma e contenuto a quella prevista dal presente Bando. Art. 4. Borsa di studio - Viene promossa l'assegnazione di una Borsa di studio del valore di 1.000,00 (mille) Euro al netto della ritenuta d'acconto prevista per legge, che sar� assegnata allo studente che abbia conseguito �Diploma di Istruzione Secondaria Superiore�. Art. 5. Presentazione della domanda di partecipazione - La domanda di partecipazione deve essere redatta in carta semplice, firmata e fatta pervenire, mediante Raccomandata postale, o Posta elettronica, entro il giorno 31 maggio 2024 al seguente indirizzo: Casa Editrice �Virginio Cremona Editore� Via Valsesia 66 - 20152 Milano (MI) edizionicremona@pec.it N.B.: per le Raccomandate far� fede il timbro postale. Nella domanda di partecipazione i Candidati devono dichiarare, sotto la propria personale responsabilit� (D.P.R. 28.12.2000, n. 445, art. 46): Nome e Cognome; Luogo e data di nascita; Indirizzo di residenza, recapito telefonico e/o indirizzo mail, specificando l'indirizzo al quale desiderano ricevere le comunicazioni relative al presente Concorso; Titolo di studio, anno di conseguimento e Istituzione rilasciante; Voto di diploma. Alla domanda devono essere allegati i seguenti documenti: Certificazione, in carta semplice, originale o in copia autenticata del Certificato di Diploma di Scuola Superiore; Certificazione, in carta semplice, originale o in copia autenticata dell'Invalidit� riconosciuta. La firma in calce alla domanda, da apporre in forma autografa, non � soggetta ad autenticazione, ma alla domanda dovranno essere allegati: Fotocopia della Carta d'identit�; Fotocopia del Codice fiscale. Le domande incomplete o pervenute oltre il termine saranno escluse, a giudizio insindacabile della Commissione esaminatrice. Art. 6. Commissione esaminatrice - La Commissione esaminatrice � costituita dal Presidente Responsabile della Casa Editrice, e da altre quattro persone da lui stesso nominate. Art. 7. Proclamazione del vincitore - Sulla base delle risultanze espresse dalla Commissione esaminatrice, la Direzione della Casa Editrice, nella persona del Presidente, proclama vincitore della Borsa di studio il concorrente collocato al primo posto nella graduatoria di merito. Gli esiti del Concorso sono resi pubblici dal sito della stessa Casa Editrice, dai canali informativi dell�Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e sono comunicati personalmente al singolo concorrente, all�indirizzo di posta ordinaria o elettronica indicato nella domanda. Art. 8. Responsabilit� - La partecipazione al Concorso implica l�accettazione senza riserve del presente regolamento. Spetta esclusivamente alla Direzione della Casa Editrice �Virginio Cremona Editore� il giudizio finale sui casi controversi e su quanto non espressamente previsto. Art. 9. Trattamento dei dati personali - Tutte le informazioni raccolte nell�ambito del presente Concorso saranno tutelate ai sensi del Regolamento (UE) 2016/679 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali che verranno utilizzati solo al fine della partecipazione al concorso di cui al presente bando. Disponibilit� in Braille di un�importante pubblicazione Informiamo i nostri gentili lettori che la nostra Biblioteca ha realizzato l�edizione Braille della Convenzione sui diritti delle persone con disabilit�. Chi fosse interessato ad acquistarla, pu� farne richiesta scritta. Il costo � di 10 Euro cui andranno aggiunte le spese di spedizione, nel caso si desideri l�invio tramite Corriere. Le leggi dell�oppressione (di Maria Leonarda Leone, �Focus Storia� n. 209/24) - Controllate, limitate e punite, le donne per secoli sono state vessate da norme che negavano loro diritti umani fondamentali - �La legge � uguale per tutti�, recita la ben nota formula che campeggia in ogni aula di giustizia. Ma come pu� esserlo davvero, se per secoli il sesso forte � stato l'unico a dettare le regole, costruendo fin dall'antichit� una gabbia di norme per limitare la libert� femminile? Trattata alla stregua di un oggetto, relegata fra le mura domestiche e sottomessa alla volont� del maschio di casa sulla base di una presunta inferiorit� fisica e d'animo, la donna ha patito per secoli le conseguenze della sua unica colpa: essere diversa dall'uomo. �L'origine di quelle che oggi definiamo discriminazioni del genere femminile si perde nella notte dei tempi ed � riconducibile a una visione androcentrica e patriarcale comune a diverse culture ed epoche storiche fino ai giorni nostri�, osserva Fausto Pagnotta, docente di Storia delle donne nel pensiero politico e Sociologia delle discriminazioni di genere all'Universit� di Parma. �Pur nella loro diversit�, a seconda del periodo storico e dei contesti, tutte queste discriminazioni avevano un minimo comun denominatore: l'egemonia del potere maschile sul genere femminile, che trovava spesso la sua legittimazione sociale sul piano normativo�. La donna �� propriet� del marito e la figlia nubile � propriet� del padre�, metteva in chiaro gi� nel XVIII secolo a.C. il Codice di Hammurabi, re di Babilonia, una delle pi� antiche raccolte note di leggi scritte. Una situazione rimasta immutata per secoli: �I nostri antenati vollero che le donne a causa della loro debolezza di giudizio fossero soggette alla potest� di tutori�, affermava l'oratore latino Cicerone nel 63 a.C., facendo riferimento alla Legge delle XII tavole, un corpus di norme compilato nel 451-450 a.C. da una commissione di dieci nobili uomini romani. Questa smania di controllo si traduceva, in pratica, in innumerevoli forme di abusi e limitazioni. �Nell'Urbe, il cosiddetto ius corrigendi era una vera e propria potest� correzionale ed educativa, esercitata dal pater familias nei confronti della moglie e dei figli anche con l'uso della forza�, spiega Pagnotta. �Ben attestato in epoca tardoantica, nel Medioevo e in piena et� moderna, in Italia il Codice penale lo riconobbe al marito fino al 1956, quando la Corte di Cassazione lo elimin�. Ma nell'Urbe le disparit� cominciavano fin dalla culla: nell'VIII secolo a.C., il mitico fondatore della citt�, Romolo, si sarebbe preoccupato di punire per legge i padri che uccidevano o abbandonavano i figli maschi, ma non quelli che facevano lo stesso alle figlie femmine. �Le discriminazioni di genere in diverse civilt� antiche assolvevano alla precisa funzione di contribuire a organizzare gerarchicamente la societ� e a definire l'identit� maschile e femminile e i loro specifici ruoli. Nella maggior parte dei casi, la prima conseguenza era l'esclusione delle donne dalla partecipazione attiva alla vita politica e alla gestione del potere amministrativo e di governo, a eccezione di poche figure di spicco come le regine. Basti pensare all'antico Egitto�. Perle rare, dal momento che nella Legge salica (il codice fatto redigere dal re dei Franchi Clodoveo I all'inizio del VI secolo) il titolo 59.5, che stabiliva l'impossibilit� per le donne di ereditare terre, venne usato in Europa dal XIV secolo fino all'et� moderna per impedire la successione femminile al trono. L'idea era che la �natura femminile� fosse un impedimento all'esercizio della sovranit� e al buon governo: un po' come, nell'antica Roma, l'�instabilit� e frivolezza d'animo� delle matrone faceva s� che non potessero �n� essere giudici n� esercitare una magistratura n� svolgere la professione di avvocato dell'accusa o della difesa n� diventare amministratori�, come scriveva il giurista Ulpiano nel II secolo. Ora starete pensando: �erano altri tempi�. Allora lasciamo per un attimo l'antichit� e facciamo un salto in avanti, nell'Italia di fine Ottocento. Il 9 agosto 1883 la piemontese Lidia Poet fu la prima donna a entrare nell'Ordine degli avvocati, nonostante i pregiudizi dei colleghi. Ma aspettate a cantar vittoria: tempo tre mesi, fu costretta a uscirne. La Corte di appello di Torino dichiar� infatti illegittima la sua iscrizione, ritenendo �evidente esser stato sempre nel concetto del legislatore che l'avvocheria fosse un ufficio esercibile soltanto da maschi e nel quale non dovevano punto immischiarsi le femmine�. Le ragioni? Una serie di imbarazzanti argomentazioni misogine sui �limiti che al sesso pi� gentile si conviene di osservare� e persino sugli �abbigliamenti strani e bizzarri� che sarebbero potuti inopportunamente comparire da sotto la toga e il tocco. Ed ecco un'altra inconcepibile pretesa femminile da estirpare: la libert�, per una donna, di mostrarsi al mondo come pi� le aggrada. �In diverse citt�, le antiche greche erano sorvegliate dai �gineconomi�, magistrati che avevano il compito di controllare i comportamenti muliebri, il loro modo di vestire e di usare ornamenti e cosmetici durante le uscite pubbliche�, afferma Pagnotta. Qualcosa di molto simile l'avevano fatta anche i Romani con la Lex Oppia, promulgata nel 215 a.C. per frenare l'esibizione femminile della ricchezza. Le matrone, che per definizione dovevano essere virtuose e morigerate, non potevano indossare gioielli per �pi� di mezza oncia d'oro�, vestirsi con colori sgargianti e girare in carrozza. Non avevano invece di questi problemi le nobili greche di epoca classica. Nella raffinata Atene di Pericle, culla di arte, cultura, filosofia e discriminazione di genere, le donne erano per lo pi� costrette a rimanere chiuse in un'ala della casa, il gineceo, non godevano di alcun diritto e, a differenza delle donne romane, non possedevano beni e neppure la facolt� di fare testamento. Persino la loro testimonianza in tribunale aveva scarso valore, in virt� di una fantomatica �natura impressionabile� e �naturale mutevolezza� (leggi: inaffidabilit�). E anche se studi recenti hanno dimostrato che era loro riconosciuta una certa autorit� religiosa e un ruolo nei rituali civici, resta il fatto che, salvo pochissime eccezioni, non erano neppure ammesse, n� in gara n� sugli spalti, ai pi� famosi, sacri e importanti giochi dell'antichit�: le Olimpiadi. Una opinabile tradizione peraltro difesa con ardore ancora nel 1896 dal misogino barone francese Pierre de Coubertin, fondatore delle Olimpiadi moderne. Non stupisce, a questo punto, che poco pi� di un secolo prima, nel 1789, le rivoluzionarie in prima linea nella battaglia per la �libert�, uguaglianza e fratellanza� dei francesi non potessero votare n� essere elette, dal momento che la legge le escludeva dalla vita politica, dalle assemblee e dalla maggior parte dei diritti riconosciuti agli uomini. E infatti quando Olympe de Gouges, autrice della prima Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, afferm� che �la donna nasce libera� e che, avendo �il diritto di salire al patibolo� per le sue opinioni ha anche quello di �salire alla tribuna�, fu presa in parola e venne ghigliottinata (1793) per �aver dimenticato le virt� che convengono al suo sesso� ed �essersi immischiata nelle cose della Repubblica�. Eppure c'� qualcosa delle donne che le virili toghe hanno sempre temuto pi� della loro libert� di parlare, pensare e mostrarsi: la loro sessualit�, tanto necessaria quanto da tenere a freno. Il problema principale per il maschio antico e medioevale (ma molto spesso anche per quello moderno) era avere la garanzia di una prole legittima: per questo, in mancanza del test del Dna, i legislatori fecero dell'adulterio un gravissimo reato femminile. Dalla Babilonia del re Hammurabi all'antica Grecia, dall'Urbe al Medioevo e oltre, una scappatella poteva costare cara, se a essere tradito era l'uomo di casa. Molte pagavano con la morte quello che per i loro mariti era un indiscusso diritto. �Se scopri tua moglie in adulterio, senza giudizio impunemente la ucciderai; se tu hai commesso indecenze o adulterio, essa non osi toccarti nemmeno con un dito: non ne ha il diritto�, sentenziava all'inizio del II secolo a.C. l'oratore latino Catone. L'alternativa era rispedire l'adultera al padre: giudicata da un tribunale domestico, nel migliore dei casi veniva esclusa dalle cerimonie pubbliche, non poteva risposarsi n� indossare gioielli e rischiava di essere venduta come schiava, nel peggiore era condannata a morire di fame o strangolata nei sotterranei di casa, nascosta, anche nella morte, agli sguardi pubblici. Ma bastava anche meno a una donna per fare una brutta fine: la moglie di Egnazio Metennio, che si era concessa un bicchiere di vino, venne uccisa a bastonate dal marito che, secondo lo storico latino Varrone, �si era limitato a esercitare un diritto concessogli da una legge attribuita al primo re di Roma: �se la moglie ha commesso adulterio o se ha bevuto vino, in ambedue i casi Romolo concede al marito di punirla con la morte��. Senza il consenso del consorte, una romana d'epoca repubblicana non poteva neppure abortire, pena la pubblica persecuzione. Nonostante ci�, tra il I secolo a. C. e il I secolo d.C., le matrone riuscirono a ritagliarsi spazi di libert� personale e sociale. Ci pens� il pio imperatore Augusto a correre ai ripari: per recuperare i perduti valori della famiglia, fece approvare nel 18 a.C. la Lex Iulia de adulteriis coercendis, facendo del tradimento un crimine pubblico. Banditi i processi di famiglia, qualunque cittadino poteva denunciare e perseguire una donna di fronte a un tribunale, accusandola di adulterio e condannandola al confino. La legge per� non ebbe successo: gli uomini la considerarono un'intrusione dello Stato negli affari di famiglia e le matrone se ne presero gioco, registrandosi in massa negli elenchi delle prostitute (le uniche, insieme alle concubine, ad avere l'immunit�). Perci�, in seguito, gli imperatori inasprirono le pene e torn� la condanna a morte: un giro di vite su cui il cristianesimo e la sua morale ebbero un certo peso nei secoli successivi, rafforzando l'idea della sottomissione �naturale� della moglie al marito e della necessit� della sua obbedienza assoluta. Il tempo ha migliorato le cose con esasperante lentezza e senza portare vera equit�: appena 55 anni fa, l'articolo 559 del nostro Codice penale prevedeva un anno di prigione per la moglie adultera e il suo amante, mentre il marito fedifrago era punito soltanto se conviveva con l'amichetta. �L'emancipazione delle donne da certe forme stereotipate e discriminatorie � un lungo percorso ancora in atto, tutt'altro che definito e mai scontato. Sappiamo bene come le loro conquiste ottenute sia in termini di diritti acquisiti sia di libert� possano essere sempre, in ogni momento e in ogni luogo, attaccate, messe in discussione e soppresse�, conclude Pagnotta. Diceva Oscar Wilde: �Date alle donne occasioni adeguate ed esse potranno fare tutto�. Ma il problema � che questo gli uomini lo sanno. Le tappe dei diritti delle donne in Italia Diritto di voto, accesso all'istruzione, libert� dall'ingerenza maschile: la strada verso la parit� dei diritti � stata, ed � ancora, molto lunga per le donne in Italia. Ecco le principali conquiste. 1874: Le donne sono ammesse a licei, ginnasi e universit�. 1882: Viene consentito alle donne di lavorare negli uffici pubblici, telegrafici e postali e di aprire le prime attivit� commerciali. 1919: La legge abroga l'autorizzazione maritale, che impediva alle mogli di disporre dei propri guadagni e dei propri beni personali e di iniziare un'attivit� commerciale senza il consenso del consorte. 1945: In ritardo rispetto ad altri Paesi, con il decreto legislativo del 1� febbraio le maggiorenni italiane conquistano il diritto al voto. 1946: Il decreto n. 74 del 10 marzo prevede anche per le donne la possibilit� di essere elette. 1948: La Costituzione sancisce la parit� giuridica, stabilendo l'uguaglianza dei cittadini senza distinzione di sesso, la parit� dei coniugi rispetto ai figli e tra uomo e donna sul lavoro. 1956: La legge n. 741 stabilisce la parit� di remunerazione tra gli uomini e le donne. 1963: Con la legge n. 66, le donne vengono ammesse a tutti i pubblici uffici e nella magistratura (ma non in Polizia, Guardia di Finanza e Forze armate). 1970: La legge n. 898 sul divorzio, confermata dal referendum del 12 maggio 1974, consente alle donne di lasciare il coniuge. 1975: La riforma del diritto di famiglia riconosce alla donna una condizione di piena parit� con l'uomo all'interno della famiglia e davanti alla legge. 1978: La legge n. 194, confermata dal referendum del 5 agosto 1981, cancella il reato di aborto e legalizza, regolamentandola, l'interruzione volontaria di gravidanza. 1981: La legge n. 442 del 5 agosto cancella quanto previsto nel 1930 dal �Codice Rocco� sul matrimonio riparatore e sul delitto d'onore, cio� l'estinzione della pena per la violenza sessuale seguita da nozze e la pena ridotta per chi, �in stato d'ira�, uccideva moglie, figlia o sorella per �illegittima relazione carnale�. 2013: Sulla scia della legge sullo stalking (2009), viene varata la legge n. 119 contro il femminicidio e la violenza sulle donne. Lo stupro Un affronto alla famiglia o all'onore del padre; inesistente come reato nel matrimonio; voluto da chi l'ha subito se non ha urlato abbastanza forte o non si � vestita nel modo giusto. Lo stupro ha mille definizioni per chi lo giudica, ma sempre una sola vittima innocente, spesso dimenticata o colpevolizzata. E non solo in tempi moderni. In epoca romana, la violenza sessuale non era reato se compiuto dai vincitori sulle donne dei vinti o se seguito da un matrimonio. E ai tempi dell'imperatore cristiano Costantino I, la legge prevedeva che se la donna fosse stata rapita e stuprata, veniva comunque punita come complice �perch� avrebbe potuto salvare se stessa gridando aiuto�. Tra il Cinquecento e il Seicento, la vittima di stupro era considerata colpevole se rimaneva incinta: quello, infatti, secondo gli uomini era il segno che aveva provato piacere. In Italia, dove fino al 1950 le minorenni violentate finivano in riformatorio, solo alla fine degli anni Novanta la violenza sessuale � stata finalmente riconosciuta nel Codice penale come delitto �contro la persona� e non �contro la morale�. La transizione psicologica (di Elisabetta Intini, �Focus� n. 377/24) - L�ultimo �caldo� Natale preoccupa. Ma il cambiamento climatico genera ansie soprattutto nei giovani. Ecco come uscirne - L�argomento � nuovo ma gi� fa molto discutere: l'emergenza ambientale pu� influenzare la salute mentale, secondo quanto segnalato dagli scienziati dell'Ipcc (l'organizzazione delle Nazioni Unite incaricata della sorveglianza del clima) nel loro sesto rapporto di valutazione sui cambiamenti climatici. In effetti, il clima primaverile che un paio di mesi fa ci ha consentito di passeggiare piacevolmente accanto agli alberi di Natale allestiti nelle nostre citt� ci ha lasciati tutti un po' inquieti. Ma, avvertono gli esperti, si stanno diffondendo anche veri e propri disturbi da �ansia ambientale�. Come pu� succedere? �In molti modi, anche se la maggiore incidenza di problemi (quali disturbo da stress post-traumatico, depressione e ansia) arriva in seguito a eventi meteo estremi ma �brevi� come tempeste, inondazioni e incendi�, spiega Susan Clayton, professoressa di psicologia e studi ambientali presso il College di Wooster, Ohio, una delle massime esperte al mondo di ansia da cambiamenti climatici. �C'� per� anche un aumento di stress legato alla semplice consapevolezza dei cambiamenti climatici�. Un fenomeno che, in tutto il mondo, riguarda soprattutto i giovani: come nel caso della ragazza che l'estate scorsa, al Giffoni Film Festival, ha dichiarato piangendo di fronte al ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin di soffrire di ecoansia. Gi� nel 2021, un'indagine tra 10.000 ragazzi di 16-25 anni condotta in 10 Paesi aveva evidenziato che la maggior parte di essi avvertiva forti preoccupazioni per la crisi climatica e riferiva di provare ansia, tristezza, rabbia, impotenza, vulnerabilit� e senso di colpa per questa situazione. In pi� del 45% dei casi si trattava di sensazioni cos� marcate da influire sulla vita di tutti i giorni, e molto spesso emergeva la frustrazione per l'inadeguatezza di governi e istituzioni nel far fronte al problema. �Nello specifico, l'eco-ansia � una costellazione di emozioni negative legate alla consapevolezza del cambiamento climatico�, precisa Clayton. Il termine � talmente attuale da essere appena stato inserito tra le nuove parole dell'edizione 2024 dello Zingarelli, il vocabolario della lingua italiana della casa editrice Zanichelli: �eco-ansia o ecoansia [comp. di eco- e ansia; 2015] s.f. ansia derivante dal timore delle possibili conseguenze di disastri ambientali legati all'emergenza climatica�. Come si manifesta? �Sintomi clinicamente rilevanti potrebbero includere difficolt� del sonno, interferenza con la capacit� di lavorare o socializzare, incapacit� di smettere di pensare ai cambiamenti climatici�, risponde l'esperta. Colpisce soprattutto i giovani perch� si trovano ad affrontare compiti come pianificare il proprio futuro, trovare un impiego stabile, costruire una rete di relazioni sociali. �A dire il vero i giovani non sono gli unici a sperimentarla�, precisa Clayton. �Tuttavia diversi studi hanno riscontrato che provano livelli di ansia climatica pi� alti. Il motivo principale � che saranno colpiti pi� fortemente dal cambiamento climatico, mentre gli anziani tendono a sentire che non saranno vivi quando gli impatti pi� gravi di questi mutamenti cominceranno a manifestarsi�. Se non diventa invalidante, l'ansia climatica non � di per s� patologica: per molti versi � anzi una risposta sana, realistica e perfettamente comprensibile al modo in cui viene affrontata la crisi climatica. �Dovremmo essere cauti nel valutare le risposte legate a disagi come l'eco-ansia come disturbi individuali. Quando agiamo in questo modo, finisce che il problema troppo facilmente riguarda il singolo individuo, che viene spesso aiutato ad adattarsi alla realt� attraverso la terapia e persino con farmaci�, afferma Matthew Adams, psicologo dell'Universit� di Brighton (UK) e membro della Climate Psychology Alliance, una comunit� di terapeuti, artisti e ricercatori che cura il lato psicologico ed emotivo della crisi climatica. �Il rischio, inquadrando il problema in questo modo, � di cadere collettivamente in una forma di negazione del problema�. L'eco-ansia � dunque un male da cittadini consapevoli e non si pu� cancellare. Ma si pu� evitare che divenga debilitante e prenda il sopravvento su tutto il resto. Come? �Incanalare questo disagio nell'azione per il clima pu� aiutare a farvi fronte in modo costruttivo, e allo stesso tempo pu� servire ad affrontare il cambiamento climatico�, continua Clayton. Si agisce per sentirsi bene e intanto si fa del bene. �Per la maggior parte delle persone, un primo passo potrebbe essere informarsi meglio (in modo da avere dati precisi sul problema), oltre a connettersi con altre persone interessate al tema e trovare un modo di agire comune, per sentire che si sta affrontando attivamente la cosa. Chi invece si sente davvero sopraffatto dovrebbe provare a sviluppare capacit� di regolazione emotiva come prendere le distanze dalla necessit� di seguire le notizie, impegnarsi in tecniche di riduzione dello stress come la respirazione consapevole e fare esercizio fisico�. Quello che inizia come un piccolo passo per uscire dalle sabbie mobili personali, insomma, pu� trasformarsi in una forma di �contagio positivo� che incoraggia anche altri ad agire. �L'importante � fare tutto quello che si pu� e poi parlarne con tutti quelli con cui si riesce�, aggiunge Susan Joy Hassol, comunicatrice scientifica, analista e autrice che dirige Climate Communication, un progetto no profit per diffondere una maggiore comprensione scientifica della crisi climatica. E per farlo bisogna usare il linguaggio giusto. �Parlare di come i cambiamenti climatici ci stanno influenzando qui e ora � pi� efficace di astratte proiezioni sul futuro. Si sente anche parlare molto di ci� a cui dobbiamo rinunciare per salvare il clima. Ma invece di raccontare una storia di sacrificio e privazione, possiamo raccontare una storia di opportunit� e miglioramento nelle nostre vite, nella nostra salute e nel nostro benessere: una storia di esseri umani che prosperano in un'era post-combustibile fossile�. Quella dell'esempio positivo sembra in effetti essere la molla pi� potente che ci spinge ad agire per il clima. In un'analisi di 430 precedenti studi pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences, Magnus Bergquist, psicologo dell'Universit� di Goteb�rg in Svezia, e Matthew H. Goldberg, direttore della ricerca sperimentale presso lo Yale Program on Climate Change Communication (Usa), hanno stabilito che gli interventi basati sugli incentivi economici e sul confronto sociale stimolano comportamenti eco-friendly molto pi� di tante spiegazioni su cosa � buono o giusto da fare. Anche se le campagne di informazione sono necessarie, snocciolare i fatti non sembra influenzare granch� i comportamenti: �Il solo fatto di sapere che cosa � giusto o salutare o ecofriendly, non � sufficiente per alterare il modo di agire�, spiega Bergquist (del resto, quante volte rinunceremmo a una birra con gli amici solo perch� sappiamo che non � il massimo per la salute?). La pressione sociale funziona meglio, forse perch� sentiamo il bisogno di conformarci alla norma. Ed � efficace anche nella sua forma �passiva�: vedere i vicini di casa che installano pannelli solari e confrontare i consumi nel consuntivo delle spese, pu� spingerci a emulare i comportamenti positivi. Ovviamente alcuni comportamenti sono pi� facili da cambiare rispetto ad altri: �� pi� difficile convincere qualcuno ad andare in bicicletta o a prendere l'autobus invece di guidare una macchina, rispetto a indurlo a spegnere le luci quando esce dalla stanza�, chiarisce Matthew Goldberg, coautore dello studio. Che si tratti di strategie di persuasione gentile (�nudging�) o di psicoterapia, l'obiettivo per tutti � contrastare quella sensazione di immobilismo data dall'idea che contro la crisi climatica non ci sia sforzo che tenga, che siamo comunque spacciati. Gli esperti la chiamano l'Apocalypse fatigue, la tentazione di disconnettersi dal problema e dalle scelte virtuose perch� �tanto, nulla sembra fare la differenza�. �Spesso evitiamo di pensare alle cose che pi� di tutte richiederebbero la nostra attenzione perch� il pensiero di esse � associato a emozioni negative�, fa notare Susan Clayton. �Se le persone non sanno cosa fare per risolvere il problema e mitigare il cambiamento climatico, cercheranno di gestire le proprie emozioni evitando il problema, cercando semplicemente di non pensarci�. Il nostro modo di riferirci all'emergenza clima dovrebbe quindi far passare il messaggio che non ci rassegniamo: �Meglio evitare di usare espressioni come �disastri naturali� quando quelli che vediamo ora sono invece disastri non naturali, o come �nuova normalit� quando sarebbe pi� preciso chiamarla �nuova anormalit��, conclude Hassol. E anche parlare semplicemente di cambiamenti climatici non � pi� sufficiente: �Ci� che stiamo sperimentando ora � un vero sconvolgimento climatico causato dall'uomo. Allora meglio usare termini come �stranezza globale�, che in alcuni contesti funzionano�. L'importante � che non passi, neanche a livello linguistico, il messaggio che ormai tutto � perduto. Perch� � proprio questo a causare molti problemi psicologici. E poi non � vero: possiamo fare ancora molto. La solastalgia Di fronte al loro habitat stravolto dalla crisi climatica - i ghiacci troppo sottili per sostenere le motoslitte, gli inverni sempre pi� brevi, un Sole che sembra splendere pi� intensamente e che scotta la pelle - le popolazioni Inuit dell'Artico raccontano un senso di smarrimento talmente strano e inusuale che per definirlo � servita una nuova parola, solastalgia (�nostalgia del conforto�, da solacium, conforto, e algia, dolore). A coniare il termine � stato, nel 2005, il filosofo e docente di sostenibilit� Glenn Albrecht, dell'Universit� di Newcastle in Australia: la solastalgia � una sorta di nostalgia di casa che assale chi nella sua casa continua a risiedere, pur stentando a riconoscerla, perch� il luogo in cui � cresciuto appare irrimediabilmente alterato dalle conseguenze dei cambiamenti climatici. Il padre degli Hobbit (di Irene Merli, �Focus Storia� n. 207/24) - La vita di J.R.R. Tolkien, filologo e scrittore, creatore di mondi e divenuto, suo malgrado, autore di culto - Duecentocinquanta milioni di copie vendute. Cinquanta traduzioni, anche in lingue minori come l'esperanto, il bretone, il galiziano. Terzo libro pi� letto al mondo, dopo la Bibbia e il Corano. Il pi� grande libro del secolo in un sondaggio condotto in Gran Bretagna nel 1997. Il detentore di questa mirabolante serie di record � Il Signore degli Anelli di John Ronald Reuel Tolkien, scrittore inglese morto nel 1973. Chi era dunque l'uomo capace di costruire un tale mito? La sua vicenda familiare non fu delle pi� facili e incise su vita e opere. J.R.R. Tolkien nacque il 3 gennaio 1892 a Bloemfontein, in Sudafrica, da due coloni inglesi, Arthur Tolkien e Mabel Suffield. Ma il soggiorno sudafricano non dur� a lungo per il futuro scrittore. Poco dopo il suo terzo compleanno la madre torn� in patria con lui e il fratellino Hilary, mentre il marito, direttore della filiale di Bloemfontein della Bank of Africa, per questioni di lavoro rimand� la partenza a un'altra occasione. Ma il destino aveva deciso diversamente. Tolkien senior si ammal� di febbre reumatica e nel 1896 ebbe una grave emorragia cerebrale, prima che la moglie riuscisse a raggiungerlo. Il piccolo Ronald non lo rivide pi� vivo: il padre fu seppellito a 5 mila miglia dalla nativa Birmingham. In pi�, ora che capofamiglia era Mabel e i soldi scarseggiavano, i Tolkien si trasferirono in una casetta di mattoni nel villaggio di Sarehole. L�, nel Worcestershire, fu il contatto con la vita rurale inglese a piantare i semi della futura Contea nell'immaginazione infantile di Ronald, facendogli anche scoprire un profondo amore per gli alberi e la natura. Nel frattempo la madre, impossibilitata a sostenere le spese scolastiche, si occupava personalmente dell'istruzione dei figli e nel maggiore vide fin dall'inizio un'inclinazione per le lingue: quando gli insegnava latino, lui si incantava dei suoni e delle forme delle parole, come del loro significato. Stava nascendo il futuro filologo. Mentre in Ronald sbocciava l'amore per le lingue, in Mabel cominci� quello per il cattolicesimo: nel giugno dell'anno 1900 ricevette il battesimo. Non l'avesse mai fatto! La decisione provoc� l'ira delle famiglie Tolkien e Suffield, che tagliarono i rapporti con lei e con i figli, sia quelli affettivi che economici. Nulla per� riusc� a scalfire la fede della donna. A 8 anni Ronald era un bambino convertito e da l� in avanti, per tutta la vita, rimase risolutamente cattolico. Non solo. Nella sua biografia (curata da Humphrey Carpenter) Tolkien dice che �quei quattro anni mi sembrarono assai pi� lunghi e furono senz'altro i pi� formativi della mia vita�. I due ragazzi furono sradicati dalla casetta di Sarehole e finirono nell'industrializzata Birmingham: Ronald era cresciuto e frequentava la scuola che era stata di suo padre, nel centro della citt�. Ma le condizioni economiche della famiglia peggioravano e nel 1902 ci fu un altro trasloco in una specie di tugurio vicino al Birmingham Oratory, dove Mabel aveva trovato sostegno e fiducia nel parroco, padre Francis Xavier Morgan. E bene aveva fatto, perch� il 14 novembre 1904, a soli 34 anni, l'amatissima madre di Ronald mor�, stroncata da lunghe insonnie e diabete. Nel suo testamento aveva nominato padre Francis tutore dei figli, che in pratica si trasferirono da lui. Ronald porter� sempre con s� l'immagine della madre, che considerava una martire della fede, mentre gli insegnava il latino tenendolo sulle ginocchia. Facciamo qualche passo avanti. Padre Francis si trasform� in un genitore putativo per i ragazzi Tolkien e trov� loro casa nella pensione di una sua amica. Ma anche qui arriv� una svolta inaspettata del destino. Perch� un'altra pensionante era Edith Bratt, minuta e snella fanciulla dai grandi occhi grigi, orfana di madre e figlia illegittima: Edith avrebbe cambiato la vita di Ronald. Nel 1909 i due si innamorarono. �Ma in quel periodo Tolkien doveva studiare molto per assicurarsi una borsa di studio a Oxford e l'amore lo distraeva troppo�, spiega Oronzo Cilli, curatore della mostra Roman Tolkien. Uomo, professore, autore, studioso dello scrittore e membro della Tolkien Society. �Appena padre Francis scopr� l'idillio, impose a Ronald di non vedere Edith per tre anni, fino alla sua maggiore et�, e neppure di scriverle. Doveva solo concentrarsi sugli studi�. Edith fu spedita a Chetelham, lontana dall'amato. Si pu� immaginare la sofferenza di un diciottenne romantico e innamoratissimo... D'altra parte Ronald doveva troppo al suo tutore e non l'avrebbe mai deluso. E in fondo prese quel lungo periodo di separazione come una prova da superare, come se fosse in una leggenda medievale. Si butt� sui libri, vinse la borsa di studio all'Exeter College di Oxford, inizi� a interessarsi alle lingue medievali, all'inglese antico, al gallese e ai poemi anglosassoni. E cominci� a inventare, fin nei minimi dettagli, una lingua tutta sua: l'elfico. Allo scoccare della mezzanotte del suo 21� compleanno, per�, Ronald si precipit� a scrivere alla fanciulla che voleva sposare. Edith, nel frattempo, non avendo pi� sue notizie, si era fidanzata con un altro. Nel giro di una giornata Ronald la riconquist� e torn� a Oxford �in un'esplosione di felicit�. Le nozze, di rito cattolico, si celebrarono il 22 marzo 1916, quando il mondo era gi� piombato nella Prima guerra mondiale e Ronald era arruolato nei Fucilieri del Lancashire. I suoi amici di Oxford erano gi� partiti volontari, come quasi tutti i giovani. E la luna di miele nel Somerset fu turbata dalla notizia che il battaglione di Tolkien era diretto sulla Somme. Detto, fatto: nel maggio lo sposo novello, sottotenente, attraversava la Manica diretto sul fronte occidentale. La battaglia della Somme, in Piccardia, fu una carneficina: che dur� dall'11 luglio al 16 novembre 1916. Il prezzo in vite umane? 500 mila tedeschi, 341 mila francesi e 410 mila inglesi, tra cui due dei pi� cari amici di Tolkien, Robert Gibson e Geoffrey Bache Smith. Ronald pass� sei mesi in trincea, annientato dall'orrore della vita nel fango, tra mucchi di cadaveri. �Ma si estrani� cominciando a creare il suo mondo mitico�, continua Oronzo Cilli, �quello a cui lavor� da allora per sempre�. �Il personaggio di Sam Gamgee�, scrisse Tolkien anni dopo, �� in verit� il riflesso del soldato inglese, dei soldati semplici e degli attendenti che ho conosciuto nella guerra del 1914, riconoscendoli cos� tanto superiori a me�. Una provvidenziale febbre da trincea lo riport� a Oxford: era salvo, ma con indelebili ricordi delle atrocit� viste, che trasporter� in alcune battaglie tra i suoi personaggi fantastici. Per fortuna i due ex ragazzi volevano una famiglia numerosa e molto unita. Nacquero quindi John nel 1917, Michael nel 1920, Christopher (futuro curatore delle sue opere) nel 1924 e Priscilla nel 1929. Nel frattempo Ronald aveva lavorato a Oxford per due anni alla redazione dell'Oxford English Dictionary (quello del film Il professore e il pazzo), poi divent� lettore di inglese all'Universit� di Leeds e finalmente nel 1925 torn� a Oxford come docente di lingua anglosassone: l� rimase a insegnare fino al 1959. A Oxford entr� in un circolo letterario di cui faceva parte anche Clive Staples Lewis, autore delle Cronache di Narnia: si erano battezzati Inklings e si vedevano una mattina al pub Eagle and Child e una sera nel grande salotto di Lewis al Magdalen College, leggendosi l'un l'altro ci� che stavano scrivendo. Fu in questo contesto intellettuale e familiare che nel 1930 circa Tolkien inizi� a scrivere Lo Hobbit, primo capitolo di una grandiosa epopea del Bene contro il Male, ma che aveva come protagonisti non cavalieri o eroi, bens� personaggi del tutto originali: gente piccola, dalle strane orecchie e dai grandi piedi, persone miti, semplici, gentili, capaci di sacrificio, incapaci di violenza. Il debutto letterario avvenne per suo personale divertimento - si consider� sempre in primo luogo uno studioso e un subcreatore, dato che il vero Creatore per lui era Dio - e per intrattenere i figli, ai quali scriveva da anni lettere fingendosi Babbo Natale. Lesse il suo manoscritto all'amico Lewis, che lo spinse a pubblicarlo. Cos� nel 1937, presso Allen & Unwin, che rimase sempre il suo editore, usc� Lo Hobbit. Il buon successo e il costante supporto di Lewis lo spinsero a continuare la saga della Compagnia dell'Anello e nel 1955, dopo un lavoro durato 14 anni, usc� Il Signore degli Anelli. �Il successo planetario esplose per� soltanto nel 1965, quando negli Stati Uniti fu pubblicata un'edizione economica del Signore degli Anelli, non autorizzata da Tolkien, che dal 1959 era in pensione�, spiega Oronzo Cilli. Il libro pirata invase gli States: il movimento hippy e i giovani in rivolta interpretarono il libro in chiave simbolica, come metafora della lotta contro la guerra in Vietnam e per i diritti civili. Da l� part� la marcia trionfale negli altri Paesi. Con un successo tale da lasciare attonito il tranquillo professore, fino ad allora noto soprattutto tra Oxford e Cambridge. Negli anni il culto attorno ai suoi libri divenne tale che fin� per dover tenere segreto il suo indirizzo. Proprio lui, che in un'intervista alla Bbc aveva dichiarato di ritenere importanti �casa, fuoco, pipa, letto�, come suggerivano i suoi libri. Tolkien, in effetti, si sentiva un hobbit un po' pi� alto: amava giardini, alberi, panciotti e buon cibo. Detestava le citt� inquinate e nelle descrizioni del Regno di Mordor ne ritroviamo ampie tracce. Fin� persino per vendere l'automobile! Tolkien era un conservatore, certo, ma contrario all'imperialismo - si dichiarava inglese e non britannico - e detestava ogni demagogo di destra o sinistra, da Lenin a Mussolini, da Sauron a Saruman. Quando un editore tedesco che nel 1938 voleva tradurre Lo Hobbit gli chiese se fosse ariano, Tolkien rispose: �Io non sono di discendenza ariana, cio� indoiraniana. Ma se devo capire che state chiedendo se sono di origine ebraica, posso solo rispondere con rammarico che non mi sembra che io abbia antenati in quel popolo cos� dotato�. E disse nein alla traduzione tedesca. Ma le polemiche non erano finite. L'estrema destra, specie in Italia, ha adottato come libro identitario Il Signore degli Anelli. Dagli Anni '70 ai '90 furono organizzati festival giovanili chiamati Campi Hobbit, dove dominava la fascinazione verso l'atmosfera e i valori della mitologia norrena. Quest'ultima � tra le fonti di Tolkien, autore per� di un'opera che per scelta non ha una valenza politica. Tuttavia, avendo un forte apparato simbolico, i suoi libri possono essere strumentalizzati. Nel 1968 i Tolkien, infastiditi dalla fama eccessiva (il professore era sommerso di lettere, regali e telefonate dei fan) si rifugiarono a Bornemouth, una localit� sulla Manica. L� Edith mor� nel 1971, lasciando il marito letteralmente tramortito. Il 2 settembre 1973 se ne and� anche lui, mentre era in visita da amici. Tolkien oggi � ormai un classico, non soltanto il padre del fantasy. E come tale appartiene a tutti. La mostra Tolkien. Uomo, professore, autore ripercorre la vita, il lavoro accademico e la straordinaria produzione letteraria dello scrittore dello Hobbit, del Signore degli Anelli e del Silmarillion. Per la prima volta in un'unica esposizione Tolkien � al centro di tutto e al pubblico vengono rivelati i suoi tanti volti: il padre e l'amico, l'accademico autore di pubblicazioni ancora oggi fondamentali nello studio della letteratura in antico e medio inglese, l'inventore della Terra di Mezzo. E l'amante dell'Italia, della nostra lingua, membro della Oxford Dante Society dal 1945 al 1955 (possedeva e leggeva una copia della Divina Commedia che era in italiano). L'immersione nel suo mondo avviene con un articolato percorso espositivo: 1.300 tra manoscritti autografi, lettere, fotografie, disegni, bozzetti, mappe, cimeli e 100 opere d'arte ispirate alle visioni letterarie di un autore unico e poliedrico. I visitatori potranno ammirare 70 edizioni dei suoi libri da tutto il mondo, di cui 52 di propriet� della famiglia Tolkien, uno storico filmato della Bbc del 1964, una proiezione animata delle mappe e suggestive installazioni, bozzetti, la copertina della prima edizione italiana realizzata dall'illustratore Piero Crida con le sue varianti, cimeli e costumi. Nella sezione sulla produzione che la Terra di Mezzo e i suoi abitanti hanno ispirato si trovano infine fumetti, serie animate, brani musicali (ben tre dei Led Zeppelin), giochi. E la settima arte: dal film di animazione di Ralph Bakshi (1978) alla trilogia Il Signore degli Anelli di Peter Jackson. Dove? Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea. Roma. Mozartkugeln: quando musica e gusto si incontrano (Vacanzeinaustria.com) - Una golosa e dolce specialit� viennese che, con il suo particolarissimo sapore, ci parla della citt� non meno di altri monumenti della sua arte e della sua cultura - In tedesco, si sa, le parole si compongono semplicemente unendole tra loro, quindi come chiamare quei magnifici dolci di cioccolato ripieni di marzapane a forma di palla? Le palle (Kugel) di Mozart, ovviamente, vale a dire �Mozartkugeln�! Tutti le conoscono in Austria e guai a chi mette in dubbio la loro bont�, un vero austriaco si offenderebbe e non a torto, perch� cioccolato, marzapane e pistacchio� beh, si sposano davvero bene, provare per credere. Trovarle � facile, sono dappertutto, riconoscerle ancora di pi�, sono sempre ricoperte con carta stagnola colorata con l�effige di Mozart bene in evidenza. Ogni produttore ha i suoi colori ed il suo stile e ne esistono anche variazioni di sapore, ma l�originale � sempre e solo uno: le Mozartkugeln di marzapane ricoperte di cioccolato. Fino a questo punto nulla di veramente speciale. Allora, la curiosit� qual �? Certamente il fatto che Mozart non le assaggi� mai, dato che visse tra il 1756 ed il 1791. Qualcosa di simile alle Mozartkugeln fu prodotto a Salisburgo solo dopo la met� del 1800. Dopo l�inaugurazione in citt� del primo monumento dedicato all�immenso musicista, nel 1842, il nome di Mozart cominci� ad essere diffuso anche accostato a dolci e pietanze tipici dei men� austriaci. Era esattamente il 1890 quando il mastro pasticciere Paul Furst, preso da estro creativo e commemorativo, invent� una pralina di cioccolato dalla forma circolare e con il cuore ripieno di marzapane e pistacchio alla quale volle dare il nome di �palla di Mozart, Mozartkugel�. Come si � evoluta la storia di questo dolce � facile da intuire: se sono cos� famose e conosciute una ragione c'�, e se non le avete mai assaggiate dovrete farlo assolutamente! Questa � senz'altro un�ottima ragione per visitare l�Austria, la patria di un famosissimo e celebrato cioccolatino, e del musicista a cui � dedicato! Genova: sulle strade dei cantautori (Initalia.virgilio.it) - Genova � splendida, ancora di pi� se la viviamo con gli occhi dei suoi grandi cantautori: ecco un magico tour per tuffarsi in quelle emozioni - Fabrizio De Andr�, Gino Paoli, Bruno Lauzi, Luigi Tenco: questi sono solo alcuni dei grandi artisti che Genova ha visto nascere e crescere e che hanno ricambiato il loro amore per la citt� ligure con bellissime strofe delle loro canzoni pi� fortunate. Dai loro primi passi nel mondo della musica al successo al Festival di Sanremo, tutti loro hanno conosciuto (e ci hanno rivelato) il lato pi� bello e quello pi� umile di una Genova fino a quel momento inedita. Ed � sulle loro tracce, rivivendo le tappe pi� importanti della loro vita, che oggi vogliamo andare alla riscoperta di una citt� dai mille volti, dimenticando per una volta le sue tappe pi� famose (come l�acquario di Genova o i suoi palazzi storici) e addentrandoci tra caruggi e portici quasi dimenticati. Tappa 1 � Il centro storico: Perch� non dare il via a questo tour partendo proprio da uno degli omaggi pi� celebri della canzone italiana? Stiamo parlando di �Via del Campo�, bellissima canzone di Fabrizio De Andr� che rispecchia la realt� di una piccola stradina del centro storico di Genova. La lastricata via del Campo, che si snoda lungo il quartiere di Pr� e che incrocia alcuni dei pi� suggestivi caruggi della citt�, � il nostro punto di partenza. Tra vetrine e palazzi antichi che vi si affacciano, la strada (dove � stata collocata una targa dedicata proprio a De Andr�) raccoglie alcune splendide testimonianze di un tempo che non c�� pi�. Qui sorgeva uno storico negozio di dischi gestito da un grande amico di De Andr�, dove lui era solito trascorrere i suoi pomeriggi. Quel locale oggi non esiste pi�, ma il Comune di Genova lo ha acquistato per celebrare la memoria di uno dei suoi pi� grandi artisti. Nel 2012 ha cos� aperto i battenti il museo multimediale Via del Campo 29 rosso, conosciuto anche come la �casa dei cantautori genovesi�. � una vera e propria full immersion tra le splendide opere di De Andr� e dei suoi compagni della scuola genovese, una tappa che vi regaler� emozioni uniche. Percorrendo i portici di via di Sottoripa, sarete travolti da un vortice di profumi che vi inebrier�. Sono quelli delle friggitorie e dei negozietti storici che Fabrizio De Andr� ha a lungo cantato ed � questa l�occasione giusta per assaporare alcune specialit� tipiche della citt�. Ne � un esempio la tradizionale �cimma�, cui il cantautore ha dedicato un brano in dialetto. Al termine della via, vi troverete a Piazza Cavour. Qui l�odore � quello del mare, vista la vicinanza con il porto. Fino a pochi anni fa, la piazza ospitava il principale mercato del pesce della citt�. Le voci che aprono �Cr�uza de m� arrivano proprio da questo luogo. Prima di lasciare il centro storico, non resta che un�ultima tappa: passeggiando tra i vicoli del porto vecchio, arriverete sino al Belvedere dei Dogi. Da qui, lo sguardo si spinge sino alla celebre Lanterna, il simbolo pi� famoso di Genova. Lo stesso che ritroviamo sulla copertina di uno dei celebri album di Bruno Lauzi, che sulla sua citt� d�adozione ha cantato vere e proprie serenate. Tappa 2 � I quartieri di Genova: Lasciandovi alle spalle il centro storico di Genova, vi immergerete tra le viuzze del quartiere residenziale di Foce, dove tutto ha avuto inizio. Qui ha vissuto Luigi Tenco, in uno dei suoi numerosi trasferimenti genovesi cui � stato coinvolto da bambino assieme a sua madre e ai suoi fratelli. In via Rimassa, la sua famiglia aveva aperto la bottiglieria Enos, una rivendita di vini che purtroppo oggi non c�� pi�. Allo stesso modo � scomparso il Roby Bar, che sorgeva all�angolo tra via Cecchi e via Casaregis (e dove oggi troviamo un nuovo bar, decisamente pi� moderno). All�epoca, questo locale fungeva da punto di raccolta dei giovani del quartiere. Tra questi vi erano Fabrizio De Andr�, Bruno Lauzi, Luigi Tenco e Gino Paoli: quest�ultimo ne ha scritto persino in una canzone, la splendida �Quattro amici al bar�. A poca distanza, arrivando nel quartiere Albaro, potrete vivere le strade che hanno accolto un giovanissimo De Andr�. � in via Trieste 8 che � cresciuto (ma � nato in via De Nicolay 12, a Pegli), prima di trasferirsi nell�incantevole Villa Saluzzo Bombrini. La storica dimora sita in via Trento, che ha aperto i battenti al pubblico solo in alcune occasioni speciali, ha visto nascere le prime canzoni del grande cantautore. Infine, non vi resta che dirigervi verso Boccadasse, uno degli scorci pi� suggestivi di Genova. Il piccolo rione dalle casette colorate si affaccia sul mare, su rocce lambite dall�acqua impetuosa. � in salita Santa Chiara che ha vissuto a lungo Gino Paoli. Affacciandosi sui tetti del quartiere, l�artista ha trovato l�ispirazione per scrivere la sua bellissima canzone �La gatta�. In via Aurora � invece stata recentemente inaugurata una targa dedicata a Luigi Tenco, perch� qui lui e gli altri cantautori genovesi erano soliti ritrovarsi. Se avete ancora un po� di tempo e un mezzo di trasporto per spostarvi di qualche chilometro, l�ultima tappa di questo tour non pu� che essere il celebre quartiere di Sant�Ilario. Impossibile non averlo mai sentito nominare: � il luogo in cui si svolge la vicenda di �Bocca di Rosa� e e la sua celebre stazione � stata cantata da milioni di italiani. Oggi la fermata ferroviaria non � pi� in funzione, sostituita dalla vicina stazione di Nervi, ma � ancora possibile ammirare l�edificio che ospita attualmente una casa privata. Il cantante Max Manfredi vi ha deposto di fronte una sua splendida composizione, un acrostico che ricorda proprio �Bocca di Rosa�.