Luglio 2024 n. 7 Anno LIV MINIMONDO Periodico mensile per i giovani Direzione redazione amministrazione e stampa Biblioteca Italiana per i Ciechi �Regina Margherita� Onlus via G. Ferrari, 5/a 20900 Monza Casella postale 285 c.c.p. 853200 tel. 039/28.32.71 fax 039/83.32.64 e-mail: bic@bibciechi.it web: www.bibliotecaciechi.it Registrazione 25-11-1971 n. 202 Dir. resp. Pietro Piscitelli Comitato di redazione: Pietro Piscitelli Massimiliano Cattani Luigia Ricciardone Copia in omaggio Rivista realizzata anche grazie al contributo annuale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Cultura. Indice Comunicato: chiusura per ferie 80 anni fa lo sbarco in Normandia cambi� la Seconda guerra mondiale Febbre da influencer L�ultima fatica di Massimo Troisi Tutti al mare Sardine, un mare di bont� Alla scoperta di Lignano Sabbiadoro Il futuro della musica Comunicato: chiusura per ferie Informiamo i nostri gentili lettori che la Biblioteca rimarr� chiusa per le ferie estive dal giorno 12 al giorno 16 agosto 2024 e riaprir� luned� 19. Preghiamo coloro che si servono, per il recapito dei volumi Braille, del Corriere Espresso Bartolini di non restituire le opere durante tale periodo, al fine di evitare che alla Biblioteca vengano addebitati i costi di giacenza. Con l'occasione, formuliamo a tutti i nostri pi� sinceri auguri di buone vacanze. 80 anni fa lo sbarco in Normandia cambi� la Seconda guerra mondiale (Ilpost.it) - Una delle pi� complesse operazioni militari di sempre permise agli alleati di aprire un secondo fronte contro la Germania nazista, accelerandone molto la caduta - Lo sbarco in Normandia � uno dei momenti pi� ricordati e conosciuti della Seconda guerra mondiale: il 6 giugno del 1944, esattamente 80 anni fa, gli eserciti alleati degli Stati Uniti, del Regno Unito e del Canada sbarcarono in Normandia, nel nord della Francia occupata dalla Germania nazista, in quello che � passato alla storia come il �D-Day�. Fu una delle pi� grandi operazioni militari mai tentate e un punto di svolta della Seconda guerra mondiale. Dopo una giornata di durissimi combattimenti, che cost� 12 mila tra morti e feriti, gli alleati riuscirono a conquistare e difendere alcune posizioni sulle spiagge e dare inizio alla campagna che si sarebbe poi conclusa con la resa della Germania nazista, undici mesi dopo. Lo sbarco diede il via a una nuova fase della guerra in Europa occidentale, dove dopo la resa della Francia alla Germania nel 1940 non c�erano stati pi� scontri di rilievo. Permise infatti agli alleati, quei paesi ostili alla Germania nazista guidati dagli Stati Uniti, dal Regno Unito e dall�Unione Sovietica, di aprire un secondo fronte nelle operazioni militari contro la Germania, che in quel momento impiegava gran parte delle proprie truppe in Europa orientale, contro l�Unione Sovietica. I tedeschi furono costretti a distogliere una grossa parte delle proprie truppe dal fronte orientale, dove da tre anni erano in corso alcuni dei combattimenti pi� intensi e sanguinosi della guerra. Un tentativo di sbarco delle forze alleate, con obiettivi comunque molto pi� limitati, c�era gi� stato nel 1942 a Dieppe, sempre in Normandia, ma fu un fallimento disastroso. Nel 1943 invece c�erano stati maggiori successi in Italia, che nel settembre di quell�anno si era arresa agli alleati dopo il loro sbarco in Sicilia, finendo di fatto divisa fra una zona controllata dai nazifascisti e una dagli angloamericani. Quello italiano rimase per� un fronte secondario per gli alleati, anche perch� la conformazione geografica italiana limitava la possibilit� di disporre su larga scala grandi schieramenti di carri armati e mezzi corazzati, quelli che caratterizzarono le maggiori battaglie della Seconda guerra mondiale: la Francia vi si prestava molto meglio, oltre a essere pi� vicina alle basi alleate in Gran Bretagna. Ma prima di schierare milioni di uomini in Nord Europa era necessario aprire loro la strada, sfondando quello che i tedeschi avevano battezzato il �Vallo atlantico�, una serie di fortificazioni che coprivano le coste dalla Francia alla Norvegia. Gli alleati dovevano creare un�apertura in questa linea difensiva, per permettere l�avvio di una pi� ampia campagna che puntava all�occupazione della Germania e alla sconfitta definitiva del regime nazista, gi� in difficolt� sul fronte dell�Europa orientale. Lo sbarco delle truppe britanniche, statunitensi e canadesi fu un�operazione estremamente complessa, e comport� un numero altissimo di morti e feriti sia fra gli alleati che fra i tedeschi. La Normandia non era in realt� il luogo ideale per uno sbarco dalla Gran Bretagna, e in parte fu scelta proprio per quello. I nazisti in effetti si aspettavano un attacco vicino a Calais, il punto in cui la costa inglese e quella francese sono pi� vicine, e il canale della Manica � largo appena 33,1 chilometri: l� avevano concentrato il grosso delle loro forze. Gli alleati decisero quindi di sbarcare in Normandia, che non era comunque molto lontana dalle coste dell�Inghilterra, e offriva ampie spiagge sabbiose facili da assaltare, ma si assicurarono che i tedeschi continuassero a credere che la loro intenzione fosse sbarcare proprio a Calais. Per questo scopo venne messa in piedi l�operazione �Fortitude�, una gigantesca operazione di depistaggio che comprendeva l�allestimento di un finto esercito fatto di carri armati gonfiabili per ingannare la ricognizione area, informazioni false fornite da spie tedesche che avevano tradito o che erano state catturate, un traffico radio e di ordini fasullo e molti altri piccoli dettagli. L�operazione ebbe cos� successo che per settimane dopo lo sbarco in Normandia i tedeschi continuarono a tenere immobilizzate decine di migliaia di uomini a Calais. Il vero sbarco era invece chiamato operazione �Neptune�, ed era inserito nel pi� ampio piano per la conquista di una testa di ponte sul continente chiamato operazione �Overlord�. Il 6 giugno del 1944, il giorno dello sbarco, � ricordato anche come il �D-Day�. Si tratta di un�espressione che in realt� non vuol dire nulla: � usata dagli eserciti in cui si parla inglese fin dalla Prima guerra mondiale per identificare il giorno di inizio delle operazioni. L�espressione serviva a identificare un giorno non ancora deciso, una cosa tipo �l�attacco avverr� nel giorno X�: in effetti inizialmente il D-Day doveva essere il 5 giugno, ma poi lo sbarco era stato rimandato al 6 giugno. In genere si accompagnava all�espressione H-hour (che aveva lo stesso scopo). La �D� probabilmente stava semplicemente per �Day�, cos� come la H di �H-hour� stava semplicemente per �Hour�: fra Diciannovesimo e Ventesimo secolo in inglese era comune raddoppiare l�iniziale di una parola per attribuirle importanza, e si potrebbe quindi rendere in italiano anche come �il giorno con la G maiuscola�, cio� il giorno pi� importante. Un altro nome con cui � conosciuto il 6 giugno del 1944 � �Il giorno pi� lungo�. � un�espressione resa nota da un film statunitense degli anni Sessanta, che riprende il titolo di un saggio dello storico Cornelius Ryan. A sua volta il libro riprende una citazione del celebre generale tedesco Erwin Rommel, assegnato alla supervisione delle difese del Vallo Atlantico nel 1944: il 22 aprile disse a un suo assistente che �le prime 24 ore dell�invasione saranno decisive� per gli alleati, cos� come per i tedeschi, quello sar� il giorno pi� lungo�. Le operazioni di sbarco furono in effetti caratterizzate da grosse difficolt� e scontri estremamente violenti. Nel primo giorno 150 mila soldati attraversarono il canale della Manica, trasportati o appoggiati da quasi 7 mila navi e 11 mila aerei. In poche ore gli alleati subirono 12 mila perdite tra morti e feriti e i tedeschi altre cinquemila. Per quanto sia senza dubbio una delle pi� massicce operazioni militari di sempre, ci fu uno sbarco che per numero di uomini scesi a terra nel primo giorno fu ancora pi� grande: lo sbarco in Sicilia, avvenuto un anno prima, nel luglio del 1943, quando sbarcarono in un solo giorno 180 mila soldati. Lo sbarco in Normandia, per�, fu un�operazione molto pi� complessa, che impegn� molte pi� navi e pi� aerei. Port� anche a una serie di combattimenti molto pi� violenti. Alla fine lo sbarco in Normandia fu una grande vittoria per gli alleati, anche se non raggiunsero tutti i loro obiettivi. I soldati americani, inglesi e canadesi riuscirono a caro prezzo a conquistare una testa di ponte, ma dovettero combattere per altri due mesi prima che l�esercito tedesco cedesse e cominciasse una ritirata che sarebbe finita soltanto sui confini della Germania. La battaglia di Normandia che inizi� con lo sbarco del 6 giugno port� il 25 agosto del 1944 alla conquista di Parigi: fu una delle pi� cruente tra quelle combattute sul fronte occidentale. Alla fine sarebbe costata agli alleati pi� di 220 mila perdite tra morti, feriti e prigionieri. Oggi quando si pensa allo sbarco in Normandia molti se lo immaginano come lo si vede nel film �Salvate il soldato Ryan�, del 1998, celebre anche per la rappresentazione estremamente cruda degli scontri. Nella sequenza pi� nota del film viene mostrato l�assalto alla spiaggia definita in codice dagli alleati Omaha, l�episodio pi� sanguinoso di tutto il 6 giugno. Per quanto spettacolare ed emozionante, in alcune parti la scena non � del tutto realistica. La maggior parte delle fortificazioni tedesche si trovavano a circa cinquecento metri dal punto in cui sbarcarono i soldati alleati (e non a poche decine di metri, come si vede in alcune scene del film). Sia per la distanza che per il fumo causato dai bombardamenti, era difficile che i soldati tedeschi potessero sparare con precisione contro le imbarcazioni nel momento stesso in cui gli americani scendevano dalle navi. Omaha, inoltre, fu un caso particolare: in quasi tutte le altre spiagge (gli statunitensi sbarcarono anche su quella chiamata Utah, i britannici a Gold e Sword, i canadesi a Juno) alcuni speciali carri armati anfibi raggiunsero la costa per primi e distrussero le postazioni tedesche pi� vicine prima dello sbarco della fanteria. Febbre da influencer (di Elisa Venco, �Focus� n. 379/24) - Si pensa che renda popolari e per di pi� ricchi, ma fare tendenza sui social non � semplice neanche per i pi� famosi (Ferragni insegna). Ecco le poche leggi e le tante insidie del settore - Macch� calciatori o MasterChef, ora il sogno di molti italiani � fare l'influencer: secondo un'indagine di Adecco del 2023 questa professione � la pi� attraente di tutte, con un +505% rispetto a 10 anni fa. Il nostro Paese detiene addirittura il record europeo di talenti social rispetto alla popolazione: almeno 350 mila italiani provano, o hanno provato, a mantenersi postando contenuti online (fonte: BVA Doxa). Non tutti per� riescono a raccogliere un numero di follower cos� cospicuo come i 12 youtuber (tra cui Fabio Rovazzi), che di recente il presidente Sergio Mattarella ha ricevuto al Quirinale, affidando loro il compito di sensibilizzare sui valori costituzionali quei 28 milioni di italiani (cio� il 76% della popolazione tra 15 e 65 anni), che secondo una ricerca di Pulse Advertising seguono almeno un influencer. Anzi, la verit� � che non basta mettersi davanti a uno smartphone per diventare famosi o guadagnare grandi cifre. Al contrario, �secondo una ricerca tedesca, il 98% degli introiti degli youtuber � appannaggio del 2% di essi�, precisa Matteo Pogliani, Ceo dell'agenzia di influencer Marketing 40 Degrees. Insomma, a racimolare cifre a 6 zeri sono solo poche star del Web mentre, sotto di loro, a spartirsi il mercato italiano restante da 323 milioni l'anno c'� una gerarchia di medi-piccoli creators, determinata dalle interazioni con altri utenti. Avere seguito conta, ma non � tutto: �Alle aziende che inseriscono la pubblicit� nei contenuti postati dagli influencer interessa di pi� la loro performance, cio� le visualizzazioni ottenute o l'engagement (le condivisioni o i commenti) rispetto al numero di follower�, aggiunge Pogliani. Con qualche centinaio di migliaia di seguaci e un buon tasso di engagement si pu� fare qualche sponsorizzazione da 500 euro (per le tariffe medie 2023, calcolate dalla societ� DeRev). Da l� a mantenersi, per�, ce ne corre. Anche perch� la concorrenza � spietata e globale, con un numero di utenti che toccher� i 6 miliardi nel 2027. Hai voglia a farti notare. �Per di pi� i cicli di notoriet� si fanno sempre pi� rapidi: se un tempo la �stagione� di un personaggio di successo durava 2 o 3 anni, oggi la media � 6 mesi�, spiega Alan Tonetti, founder di Stardust Spa, societ� che gestisce Stardust House, la prima accademia di influencer in Italia. Un altro pregiudizio infondato su questo mestiere � che basti affidarsi a un'agenzia per diventare influencer. In realt� avviene esattamente il contrario: prima occorre postare contenuti e farsi un seguito e poi - in alcuni casi - si viene notati da un'agenzia, che si occupa eventualmente della parte commerciale o fornisce alcune competenze specifiche. Ma il grosso del lavoro lo si fa da soli, in base a quello che � il primo comandamento dell'aspirante influencer. Primo principio: �La quantit� � la qualit�, dichiara Andrea Girolami, Senior Content Development Manager del gruppo Mediaset e autore della newsletter Scrollinginfinito.it. In altre parole, � fondamentale produrre tanti contenuti, a costo di confezionarli cos� cos�. �Uno dei criteri premiati dagli algoritmi di quasi tutti i social � quanto pubblichi�, concorda Pogliani. �E se pochi nomi emergenti, come alcuni partecipanti al Grande Fratello, possono permettersi qualcuno che crei un format apposta per loro, gli altri devono costantemente trovare nuove idee e realizzare video accattivanti�. Seconda regola: i social sono uguali, ma sono anche diversi. Ovvero: i formati possono essere simili (i video sono prevalenti), ma i pubblici sono eterogenei. �Per esempio, pensiamo che TikTok sia una cosa da ragazzini, mentre il pubblico pi� vasto � quello dei Millennials (nati tra l'inizio degli anni Ottanta e primi anni Duemila)�, precisa Pogliani. Su Facebook l'et� media � ancora pi� alta. In pi�, ogni social ha un formato specifico: i video lunghi funzionano solo su YouTube, mentre quelli brevi vanno sia su TikTok sia su Instagram. Terzo principio: ricordati i sottotitoli. Anche se molti vedono i video senza sonoro (perch� magari si trovano in contesti pubblici, come i mezzi di trasporto o il bar), alcuni contenuti non si capiscono senza audio. E cos�, al TikToker italiano Khabi Lame, divenuto una celebrit� senza parlare (fa reaction, cio� espressioni del viso, come risposta a fatti o frasi), si contrappone una star come MrBeast, 200 milioni di iscritti su YouTube, che per far comprendere i suoi video in inglese ha da poco aperto un canale con sottotitoli in spagnolo. Quarto comandamento: �O fai quello che fanno tutti gli altri, ma meglio, o fai qualcosa di totalmente diverso�, argomenta Girolami. Dato che i trend durano sempre meno, copiare gli altri � un rischio: meglio contemporaneamente investire sperimentando altre idee o puntando su altre piattaforme. Anche perch� entrare per primi in un filone � cruciale: basti pensare a quanti campavano di balletti su Musical.ly ma poi sono scomparsi all'istante quando il canale � diventato TikTok. Regola n. 5: ti giochi tutto nei primi 3 secondi, quelli in cui il pubblico decide se guardare il tuo contenuto o scrollare oltre. �Un caso virtuoso � quello dei danzatori degli @urbantheory, le cui coreografie provocano subito l'effetto wow�, indica Pogliani. Mentre su YouTube, dove i video sono pi� lunghi, la descrizione del contenuto � fondamentale. La regola vale per� finch� chi ti guarda non ti conosce: quando diventi un volto familiare, il tasso di fedelt� oltrepassa i primi secondi. Sesto comandamento: il contenuto deve circolare il pi� possibile. Vuol dire che non bisogna fissarsi su un formato: una stessa situazione pu� diventare video lungo, foto, meme, reel. Settimo comandamento: se non sei il primo sui social, sei il primo dei perdenti. E qui torniamo ai guadagni: lo scalino tra le entrate di chi ha 10 milioni di follower e quelle di chi ne ha 1 � una distanza astronomica. Vero � che, riuscendo a fare tante sponsorizzazioni �medie�, si campa comunque bene. Ma il problema � la permanenza nel tempo: tra i talenti della Stardust House solo 7-8 continueranno a lavorare sui social tra 2 anni, prevede Tonetti. Gli altri per campare dovranno fare altro. E qui casca a fagiolo l'ottava regola: collabora, collabora, collabora. Lavorare con altri influencer di �taglia� simile aiuta entrambi a farsi conoscere dal rispettivo pubblico, acquisendo nuovi followers. In pi� c'� un altro vantaggio: �produci di pi� perch� in due si lavora la met� per fare un video�, aggiunge Girolami. Nona norma: il Web non � un Paese per vecchi. L'et� di un aspirante creator conta, perch� corrisponde alla curva di tempo speso sui social. Come spiega Tonetti: �Se sei un 15enne stai online 8 ore al giorno, hai tante interazioni con i coetanei e guadagni notoriet� molto pi� rapidamente di un 40enne, con lavoro e figli, che sui social ci sta poco�. Inoltre, per conquistare i coetanei, il primo pu� postare cose adatte alla sua et�; il secondo ha bisogno di contenuti di qualit�, che richiedono tanto tempo. Decimo comandamento: segui le regole ma non troppo. Affermarsi online richiede metodo, ma non esclude la fortuna. �Magari, la volta che ti dimentichi il tuo solito modo di procedere e ti butti in un contenuto imperfetto � quella in cui svolti�, ipotizza Pogliani. Dopo il decalogo, un'avvertenza finale: il successo pu� finire da un momento all'altro, perch� nessuna strategia � infallibile. Lo attesta il caso di Chiara Ferragni, verso la quale l'engagement dei followers, ritenuto il �termometro� della sua popolarit�, � passato dal 5,8% di gennaio 2023 allo 0,18% di marzo 2024. Il fatto � che Ferragni, finora ritenuta un'esperta di comunicazione online, �ha sbagliato tutto, a cominciare dal video di scuse pubblicato su Instagram fino all'intervista da Fabio Fazio, dove non ha aggiunto niente a quello che gi� aveva raccontato�, dichiara Riccardo Pirrone, presidente dell'Associazione italiana Social Media, manager e direttore dell'agenzia Wonty Media. A suo giudizio, Ferragni doveva dirsi fiduciosa nella magistratura e andare avanti. �In fondo lei era seguita perch� era un'ispirazione, un modello: aveva la vita perfetta, la famiglia perfetta, con la casa perfetta, non perch� era una brava persona�. Dopo il Pandorogate, per�, Ferragni non ha realizzato che, con le sue scuse maldestre, ha fatto sentire traditi i fan che le credevano a priori e per i quali ormai non ha senso guardare gli stessi contenuti di prima. �E il rischio di non fare distinzione tra privato e lavoro per avere visibilit� � che, quando cala il seguito, crolla tutto insieme: professione e vita reale�. In questo senso il caso Ferragni � diventato la dimostrazione della volubilit� dei social. Non a caso, i content creator pi� avveduti, come le sorelle Kardashian, mentre sono sulla cresta dell'onda investono in brand di cosmetica, in linee di lingerie, in ristoranti per i quali i social sono un veicolo promozionale, non il core business (anche Ferragni ha una linea di abbigliamento). La consapevolezza che basta poco per demolire una carriera porta a costruire su basi pi� solide di un social. L�ultima fatica di Massimo Troisi (Ilpost.it) - Fu �Il postino�, le cui riprese terminarono poche ore prima della sua morte, trent'anni fa, dopo enormi sforzi e sacrifici in condizioni di salute precarie - Massimo Troisi mor� trent�anni fa, nella notte tra venerd� 3 e sabato 4 giugno 1994: aveva 41 anni, e da almeno una decina era considerato uno dei migliori attori italiani in circolazione, apprezzato per il suo umorismo surreale, a cavallo tra l�autocommiserazione e la grande lucidit�, e per la sua capacit� di presiedere tutti i processi alla base della realizzazione di un film, dalla regia alla sceneggiatura. Poche ore prima di morire aveva concluso le riprese di �Il postino�, un film a cui teneva tantissimo e che fu caratterizzato da una produzione piuttosto travagliata, dovuta anche a una complicazione di alcuni problemi cardiaci di cui soffriva fin da bambino. Nonostante le gravi condizioni di salute, Troisi dedic� molto tempo ed energie alla realizzazione del film, che impegn� gran parte dei suoi ultimi mesi di vita. Partecip� a quasi tutte le fasi di produzione: oltre a interpretare il protagonista, il postino Mario Ruoppolo, e ad aiutare il regista Michael Radford nella gestione degli attori e nella scelta delle inquadrature, scrisse la sceneggiatura insieme a Anna Pavignano, Furio e Giacomo Scarpelli e lo stesso Radford. Troisi era diventato famoso agli inizi degli anni Ottanta, facendosi notare per la sua versatilit� e per la capacit� di unire due stili di recitazione apparentemente distanti, uno pi� comico e scanzonato, l�altro pi� sentimentale e riflessivo. In quel periodo recit� in film di enorme successo, come �Ricomincio da tre�, �Scusate il ritardo� (di cui fu anche regista) e soprattutto �Non ci resta che piangere�, frutto di una memorabile collaborazione con Roberto Benigni. Anche se la sua comicit� era molto legata alle sue origini, Troisi era napoletano anche in un modo personale e opposto ai clich� della napoletanit�, che cercava spesso di prendere in giro e criticare con personaggi timidi, impacciati, sensibili. Questa tendenza divenne ancora pi� manifesta a partire dalla seconda met� degli anni Ottanta, quando i personaggi di Troisi divennero sempre pi� articolati e indipendenti dal lato comico, con caratterizzazioni pi� serie e malinconiche. �Il postino� � considerato il film pi� rappresentativo di questa seconda fase della sua carriera, e viene spesso paragonato a una specie di testamento artistico di Troisi, che pur di completarlo decise di posticipare un�operazione di trapianto al cuore. Il film � liberamente ispirato a un romanzo che Troisi aveva amato moltissimo, �Il postino di Neruda� dello scrittore cileno Antonio Sk�rmeta. Un paio d�anni prima ne aveva ricevuto in regalo una copia da Nathalie Caldonazzo, la sua compagna del tempo: dopo averlo letto ne era rimasto cos� entusiasta da acquistarne i diritti per un futuro adattamento cinematografico. Decise di affidarne la regia al regista britannico Michael Radford, che una decina d�anni prima gli aveva offerto un ruolo per il suo film d�esordio, �Another Time, Another Place � Una storia d�amore� (1983). Troisi rifiut� la proposta, ma dopo essere rimasto piacevolmente stupito dai successivi lavori di Radford (�Orwell 1984� e �Misfatto bianco�) gli telefon� per scusarsi e gli promise che in futuro avrebbero lavorato a un film insieme: l�occasione fu proprio �Il postino�. Il libro di Sk�rmeta racconta la storia di Mario Jim�nez, un pescatore che viene nominato postino dello sperduto villaggio di Isla Negra, in Cile, con l�incarico di recapitare la posta all�unica persona che riceve corrispondenza in quel luogo: il poeta Pablo Neruda, con cui stringe un profondo legame di amicizia. Per ambientare il film in Italia, Troisi decise di apportare alcune modifiche: Isla Negra venne sostituita da un�isola del Sud Italia in cui Neruda (Philippe Noiret) aveva ricevuto asilo politico dopo essere stato costretto a lasciare il Cile a causa delle sue idee comuniste, mentre Jim�nez fu sostituito da Mario Ruoppolo (Troisi). Per ultimare la sceneggiatura, nell�estate del 1993 Radford, Troisi e Scarpelli (Furio) si trasferirono per un periodo negli Stati Uniti, a Los Angeles. Troisi ne approfitt� per andare a Houston, in Texas, e farsi visitare nello stesso ospedale in cui 18 anni prima aveva subito un�operazione alla valvola mitrale, quella che mette in comunicazione atrio e ventricolo sinistri del cuore. Gli esami evidenziarono un deterioramento delle valvole in titanio che gli erano state impiantate nel 1976, e Troisi fu sottoposto a un intervento cardiochirurgico d�urgenza: in sala operatoria ebbe un infarto, e fu costretto a rimanere in ospedale per quasi due mesi. I medici gli consigliarono di ricorrere a un trapianto di cuore, ma Troisi decise di posticipare l�intervento per concludere �Il postino�, la cui produzione era ormai in fase avanzata. Le riprese iniziarono il 14 marzo del 1994, e durarono 12 settimane. Si svolsero in tre luoghi diversi: gli studi di Cinecitt� a Roma, Salina (l�isola in cui si trova la casa in cui Neruda abita nel film) e Procida. Il periodo delle riprese fu molto faticoso per Troisi, che a causa della stanchezza e dei continui problemi cardiaci riusciva a rimanere sul set soltanto pochi minuti alla volta. �Era molto malato, aveva la condizione fisica di una persona di 83 anni: poteva girare al massimo un�ora al giorno, rimanendo seduto per tutto il tempo�, ha raccontato Radford parlando di tutte le difficolt� che incontr� in quelle 12 settimane. Per girare le scene pi� faticose, quelle in bici, fu assunta una controfigura: Gerardo Ferrara, un professore di educazione fisica di Sapri, in provincia di Salerno, che fu scelto per via della sua straordinaria somiglianza con Troisi. Fu reclutato velocemente, dopo essere stato contattato dalla compagna di uno degli operatori di regia. In un�intervista data al �Corriere della Sera�, Ferrara ha raccontato che negli ultimi giorni delle riprese Troisi �era molto affaticato: un pomeriggio chiese di fermarsi perch� non ce la faceva ad andare avanti. E ci fermammo tutti, per rispetto nei suoi confronti�. Il 3 giugno, subito dopo la fine delle riprese, Troisi and� a riposare a casa di sua sorella, nella frazione romana dell�Infernetto. Mor� durante il sonno per una crisi cardiaca. �Il postino� usc� al cinema il 22 settembre, e fu accolto subito in maniera entusiasta dalla critica, in particolare quella statunitense, che rimase molto colpita anche dalle circostanze della morte di Troisi. La giornalista del �New York Times� Janet Maslin scrisse che il film rappresentava un �tributo eloquente ma anche straziante al talento di Troisi�, e che �il disagio comico che [Troisi] ha portato in questa interpretazione ha chiaramente una componente di vero dolore�. Il film fu candidato a cinque premi Oscar e ne vinse uno, quello per la colonna sonora, assegnato al compositore argentino Luis Bacalov. Troisi ottenne una candidatura postuma come miglior attore, riconoscimento che infine fu assegnato a Nicolas Cage per �Via da Las Vegas�. Tutti al mare (di Irene Merli, �Focus Storia� n. 202/23) - La storia del costume da bagno � stata una battaglia a colpi di centimetri, dall'800 agli Anni '60. Quanta fatica per potersi scoprire... - Sicilia, Villa del Casale di Piazza Armerina. In un mosaico romano del IV secolo d.C., dieci fanciulle giocano a palla, lanciano il disco, sollevano pesi. E indossano quelli che ai nostri occhi sembrano inconfondibilmente bikini. Peccato che non fossero bagnanti ma giovani atlete, vestite con l'abbigliamento sportivo dei tempi: il subligaculum, una sorta di slip, e lo strophium, una specie di top. Per il bikini, quello vero, bisogner� aspettare fino alla met� del Novecento. Ma procediamo con ordine. Per tutta l'antichit� romana la pratica di immergersi in mare fu poco diffusa: le abluzioni si facevano alle terme e senza particolari abbigliamenti. E chi si tuffava in mare, lo faceva nudo. Nel Medioevo l'acqua divenne addirittura una minaccia: era considerata un possibile veicolo di malattie, in un tempo funestato dalle grandi epidemie di peste. O, pi� banalmente, poteva causare fatali raffreddamenti: le case non erano certo riscaldate come oggi. Nel Rinascimento e nel Seicento, stesso discorso: poveri, borghesi e nobili temevano che l'acqua procurasse non soltanto malattie, ma persino aborti. Senza contare che la villeggiatura, per chi poteva permettersela, si faceva in campagna, non certo al mare. E la pelle abbronzata era disprezzata, perch� l'avevano contadini, fattori e operai. A fine '700 si diffuse l'idea che i bagni di sole contrastassero il rachitismo nei bambini, curassero le malattie respiratorie e quelle dell'umore. Fu allora che benestanti, nobili e teste coronate iniziarono a frequentare localit� di mare, per scopi terapeutici. Ma per le donne, guai a mostrare un centimetro di pelle! Un esempio illustre? Nell'agosto del 1812 Ortensia de Beauharnais, regina d'Olanda, entr� in mare a Deauville (in Francia), sfidando le onde con una lunga tunica, pantalone ton sur ton, imprescindibile corsetto, scarpe e calze. La contessa Carolina di Berry, figlia di Francesco I delle Due Sicilie e moglie di Carlo Ferdinando d'Artois, nel 1824, da brava gran dama francese lanci� un'altra moda: entrare in acqua con un abito di panno, calze di lana, scarpe di vernice e addirittura guanti, cappello e ombrellino. Insomma, nobile o borghese, una donna doveva limitarsi a passeggiare lungo le spiagge con abiti pi� leggeri. �Se voleva entrare in acqua doveva indossare camicia a maniche lunghe, busto steccato, pantaloni alla zuava, calze, scarpette e una cuffia o un cappellino in testa�, spiega Liuba Popova, docente di Storia della moda e del costume di Naba, Nuova accademia di belle arti. �Pochissimi, poi, sapevano nuotare, all'epoca�. Per fortuna, senn� con tutti quei vestiti addosso, bagnati per di pi�, le dame avrebbero rischiato di affogare non appena arrivate in acque pi� profonde. Non solo: le spiagge erano separate tra uomini e donne, tanto che spesso si trovavano intraprendenti signori che spiavano con il cannocchiale... le vestitissime vicine. E se volgiamo lo sguardo alla Gran Bretagna dell'et� vittoriana, ci� che accadeva sulle spiagge appare quasi inimmaginabile. A met� Ottocento le ferrovie erano state costruite per trasportare merci tra Londra e i porti. I londinesi le usarono anche per scoprire il mare, prendendo il treno e arrivando sulle coste, dove per� non c'era ancora nulla di attrezzato. E in un Paese a dir poco puritano, come poteva una donna fare il bagno in mare? Grazie alle bathing machines, cabine su ruote trainate in acqua da cavalli. Le signore vi entravano vestite, si cambiavano mettendo degli abiti pi� consoni per il bagno, un addetto faceva partire il cavallo che entrava in acqua fin dove riusciva. La cabina si apriva lontano da occhi indiscreti e la dama entrava in acqua. Regina Vittoria compresa. La sua bathing machine si pu� vedere ancora oggi sull'Isola di Wight, dove la famiglia reale britannica aveva allora la sua residenza estiva, Osborne House. Ovviamente, dentro quel trabiccolo di legno la regina non si cambiava da sola: a pensarci c'era una gentildonna, la bathing woman. Ma qualcosa stava per cambiare. Nel 1908 una forte spallata arriv� dallo sport. Annette Kellermann, nuotatrice australiana naturalizzata americana, fu la prima a indossare una sorta di costume intero attillato, che le scopriva braccia e cosce, per migliorare i suoi risultati sportivi e muoversi nell'acqua con pi� libert�. Risultato? �Quando si present� cos� su una spiaggia di Boston venne arrestata per indecenza, anche se il suo monopezzo a vederlo oggi sembra una sorta di muta�, spiega Anna Turcato, docente di Storia della moda allo Ied, Istituto europeo di design, di Milano. In effetti Annette Kellermann fece scuola. La sua disavventura, molto pubblicizzata, lanci� la mania del costume �intero�, e rese accessibile lo sport del nuoto anche per le donne. �Negli Anni '10 e '20 la cr�me dell'aristocrazia e dell'alta borghesia europea cominci� a frequentare Deauville e Biarritz�, continua Liuba Popova. �Cos�, i sarti alla moda crearono i primi costumi da bagno�. Un pezzo unico simile a un pigiama corto, a righe marinare, per gli uomini. E per le signore lunghi boxer e camiciole a maniche altrettanto lunghe. Tra loro c'era anche Coco Chanel, che amava moltissimo il mare e l'abbronzatura. Fu lei la prima fan della tintarella: di colpo le spiagge francesi si riempirono di ragazze con i capelli tagliati alla maschietta, sigaretta in bocca, pantaloncini sopra il ginocchio, magliette scollate sulla schiena, pelle abbronzata. E ovviamente ci fu subito chi grid� allo scandalo: dove si sarebbe andati a finire con giovani donne che si comportavano cos�? Eppure indossavano �costumi� di lana, che pesavano mezzo chilo a secco e pi� di tre all'uscita dall'acqua. Il motivo? La lana, quando si bagna non diventa trasparente. Questione di pudore. Ma il vero scandalo doveva ancora scoppiare. �Gi� nel 1929 la diva americana Louise Brooks, nel film Diario di una donna perduta, compariva in molte scene indossando costumi interi o canotte e coulotte�, racconta Anna Turcato. A fare il primo, vero botto fu per� un sarto parigino tre anni dopo. Jacques Heim nel 1932 disegn� un costume da bagno a due pezzi, seppure con lo slip che copriva ancora l'ombelico. Lo battezz� Atome, un riferimento alla particella pi� piccola della materia. Finalmente il costume di lana andava in soffitta! Le star di Hollywood resero popolare la novit� negli anni Quaranta, trovandola sexy al punto giusto. Il secondo botto, davvero rivoluzionario, arriv� con Louis R�ard, che gestiva il negozio di lingerie di sua madre a Parigi. Vedendo le donne sulle spiagge arrotolare i costumi da bagno per abbronzarsi anche la pancia, R�ard ebbe l'idea di disegnare un modello che scoprisse l'ombelico. E tolse stoffa fino a creare un costume composto da quattro triangoli di tessuto grandi 30 pollici l'uno, uniti da laccetti. Il 5 luglio 1946, il temerario sarto present� la creazione a un concorso organizzato alla piscina Molitor di Parigi. �Il suo costume era cos� audace che accett� di indossarlo per la sfilata solo una spogliarellista, Micheline Bernardini�, precisa Liuba Popova. E dato che gli americani 4 giorni prima avevano fatto esplodere una bomba atomica sperimentale nell'atollo di Bikini, il Nostro decise di battezzare il suo incredibile due pezzi, pietra miliare nella storia del costume femminile, �bikini, la prima bomba anatomica�. La reazione fu in effetti esplosiva. In Italia, in Spagna e in Belgio il bikini fu severamente vietato. Sulle spiagge si aggiravano poliziotti e vigili urbani pronti a misurare centimetri di pelle esposta con il metro e a multare le �dissolute�. Al contrario, negli Stati Uniti, Ava Gardner e Marilyn Monroe si facevano fotografare in due pezzi, nei film come nella vita privata. Per fortuna in America non erano pi� i tempi di Annette Kellermann e la polizia non andava pi� a caccia di costumi. Cos�, lo scandaloso bikini divent� popolare senza troppe resistenze morali. In Europa, a farlo decollare una volta per sempre fu una splendida ragazza francese di 19 anni, dal corpo statuario e i lunghi capelli biondi. Nel 1953 l'ancora poco nota Brigitte Bardot accompagn� il marito Roger Vadim al Festival del cinema di Cannes. E realizz� un reportage fotografico sulla spiaggia dell'Hotel Carlton indossando un bikini a fiori che fece letteralmente epoca. Sulla Croisette e non solo. Nel 1956, fu sul grande schermo che Brigitte Bardot esib� bikini neri, bianchi, a quadretti, nel film che diede inizio alla sua leggenda, Et Dieu crea la femme (titolo italiano: Piace a troppi). A quel punto, una resistenza plurisecolare fu vinta in pochi mesi: le foto di B.B. a Saint-Tropez sedussero gli uomini e convinsero le donne a comprarsi il famigerato due pezzi, che finalmente si poteva acquistare senza rischiare multe. Poche bracciate pi� avanti, nel primo film della saga di James Bond, Agente 007 - Licenza di uccidere (1962), Ursula Andress emergeva dalle acque delle Barbados con un indimenticabile bikini bianco, dotato di pugnale. Due grandi dive per una rivoluzione nella storia del costume da bagno femminile e nella societ� occidentale. E pure una testa coronata. Se il due pezzi � diventato popolare cos� rapidamente, infatti, lo dobbiamo anche alla anti convenzionale principessa Margaret d'Inghilterra, immortalata dai reporter di mezzo mondo mentre sbarcava a Porto Cervo dal faraonico yacht dell'Aga Khan, nel 1967, indossando un bikini. Da allora ogni donna ne acquista almeno un paio ogni estate. Sardine, un mare di bont� (cc-cash.it) - Ottime se consumate fresche, non perdono nessuna delle loro qualit� quando vengono conservate in scatola - La sarda, o sardina, � la denominazione corrente della Sardina pilchardus, uno dei pesci pi� prelibati e nutrienti dei nostri mari. Il riferimento alla Sardegna non � casuale. Le sardine infatti sono, ma soprattutto erano, particolarmente abbondanti nei mari intorno alla nostra bellissima isola come sapevano bene i greci a partire da Aristotele, che parla espressamente del commercio praticato dai sardi di �un tipo di pesce salato�. Ottime se consumate fresche, non perdono nessuna delle loro qualit� quando vengono conservate in scatola. Sempre a portata di mano, possono essere l�idea vincente per spuntini divertenti, originali sotto qualsiasi forma. Qualit� che sembrano molto apprezzate dagli italiani, se � vero che le sardine sono acquistate regolarmente in tutte le stagioni. Almeno tre milioni di famiglie le comprano in scatola e le consumano in diverse modalit�. Come seconda portata accompagnate da un contorno per il 60%, intere senza l�aggiunta di nulla (56%), come ingrediente per la preparazione di altri piatti (39%). Il loro sapore e la loro versatilit� le rendono utilizzabili infatti in moltissime ricette. Ma per renderle ancora pi� appetibili e gradite a un pubblico pi� giovane e dinamico, converr� presentarle con fantasia, sfruttando il loro sapore intenso ma non prevaricante, in grado di accompagnare ed esaltare una vasta gamma di altri ingredienti e i migliori cocktail. A partire da un semplice piattino con tre o quattro sarde diliscate e ben sgocciolate del loro olio di conserva, raccogliamo da chef e addetti ai lavori consigli decisamente gustosi. Riportiamo quelli che ci sono sembrati i migliori. Sulle sarde, una spolveratina di Pimenton de la Vera e l�aggiunta, nel piatto, di olive taggiasche e tenero sedano bianco a tocchetti, precedentemente condito con olio e sale e a piacere poche gocce di lime o limone (il Pimenton de la Vera � una paprica affumicata non piccante tipica dell�Estremadura, Spagna). Oppure si possono accompagnare con una purea allo zafferano e pomodorini secchi sott�olio o opportunamente rinvenuti dopo una sbollentata in acqua e aceto (per una versione semplicissima della purea, passare le patate al minipimer con olio evo e sale e aggiungere lo zafferano in polvere). Altra idea gustosa: frullando insieme alcune sardine e un po� di formaggio spalmabile (robiola, caprino ecc.), con l�aggiunta di succo di limone e altri aromi a piacere (per esempio aglio e maggiorana) si ottiene un pat� di sicuro effetto da spalmare sui crostini e facilmente modificabile di volta in volta usando ingredienti diversi. Alla scoperta di Lignano Sabbiadoro (di Rodolfo de Carvalho, Friuli.vimado.it) - Spiagge, sport, divertimenti, e molto altro - Chiamato da Ernest Hemingway �la Florida italiana�, il territorio di Lignano � posto nella provincia di Udine, tra la laguna di Marano e il fiume Tagliamento, ed � principalmente noto come la spiaggia pi� frequentata del Friuli Venezia Giulia. La cittadina � composta da tre localit�: Lignano Sabbiadoro ricca di locali e negozi, Lignano Pineta ornata da giardini, e la rilassante Lignano Riviera immersa nella vegetazione. Bellissime spiagge, sport, movimentata vita notturna, parchi tematici e molto altro attendono chi vorr� trascorrere le proprie vacanze a Lignano, in un mix perfetto tra relax e divertimento. Siete curiosi di saperne di pi�? Proseguite nella lettura di questo articolo per scoprire la storia e le principali attrazioni turistiche di questa fantastica meta balneare del mare Adriatico! La penisola su cui sorge Lignano era abitata sin dall�epoca dei romani, che qui vi avevano stabilito un presidio militare per il controllo della laguna; situazione che si conferm� pressoch� invariata durante il Medioevo. Nel 1420 l�area entr� a far parte del dominio della Repubblica di Venezia, che la concesse in feudo a delle famiglie nobiliari. Tra queste, la famiglia Vendramin fu l�unica a legare il suo nome al territorio di Lignano facendovi costruire, nella seconda met� del Cinquecento, la chiesetta di san Zaccaria. Tra il Cinquecento e il Seicento la penisola di Lignano compare a pi� riprese nei minuziosi disegni dei Savi alle Acque, la magistratura veneziana a cui era affidata la vigilanza idrografica del territorio della Serenissima. Tuttavia l�area rimane estranea ai grandi fatti storici fino all�Ottocento, quando dapprima l�esercito di Napoleone costru� sulla punta di Lignano un avamposto e poi, con le guerre d�indipendenza, la penisola divent� un punto di riferimento strategico per le navi da guerra austriache che sorvegliavano il mare Adriatico. Nel 1860 l�area entr� a far parte del Regno d�Italia, ma bisogna aspettare i primissimi anni del secolo successivo per assistere alla nascita della Lignano moderna. Nel 1904 apr� il primo stabilimento balneare, subito seguito dall�inaugurazione del primo albergo. La Prima Guerra Mondiale blocc� temporaneamente lo sviluppo economico in chiave turistica della zona, ma gi� nel 1919 iniziarono importanti lavori di bonifica con la costruzione di canali, argini e nuove strade, che si conclusero nel 1938. Nel frattempo, ormai, la localit� era gi� diventata �Lignano dalla sabbia d�oro� e stava diventando sempre pi� importante. Nel 1953 l�architetto Marcello d�Olivo progett� Lignano Pineta a forma di spirale (soprannominata la �chiocciola di Pineta�), con al centro negozi e servizi e tutt�attorno una fiorente vegetazione: il progetto, ardito e innovativo, per la prima volta attir� l�attenzione del mondo su questa localit�. Dal raggiungimento dell�autonomia da Latisana nel 1959, Lignano ha vissuto una continua crescita urbanistica e la nascita di strutture e realt� di grande rilevanza quali la nuova Terrazza a mare di Aldo Bernardinis, il Parco Zoo di Punta Verde, il Parco Hemingway e il Parco Unicef. Oggi Lignano, che dal 2003 pu� fregiarsi del titolo di �citt�, � tra i pi� affermati luoghi turistici d�Italia (detiene il record di presenze, ad oggi imbattuto dalle altre localit� di mare italiane, di 7,5 milioni di turisti), vantando un complesso di infrastrutture nautiche da diporto tra le pi� sviluppate d�Europa e, soprattutto, una spiaggia di sabbia finissima punteggiata da strutture ricreative e ricettive adatte a ogni esigenza. Da alcuni anni Lignano fa inoltre parte del comprensorio turistico lagunare della Bassa Friulana con i comuni di Grado e Aquileia, concorrendo a incentivare lo sviluppo e l�economia dell�area. Il clima di Lignano � caratterizzato da estati calde e umide ed inverni moderatamente freddi, con temperature che, durante l�anno, variano in genere tra i 2�C e i 28�C. Il periodo ideale per una rilassante vacanza a Lignano � quello estivo, tra fine giugno e fine agosto. Per rimanere sempre aggiornati sulle condizioni climatiche potete consultare Meteo OSMER � Osservatorio Meteorologico Regionale, il sito dell�agenzia ARPA del Friuli Venezia Giulia. Come si � detto, l�attrattiva principale di Lignano � costituita dal suo mare e dalle bellissime spiagge attrezzate con ogni comfort. Il mare � poco profondo e facilmente accessibile, ideale per una vacanza serena in riva al mare per tutta la famiglia. La pulizia e l�attenzione al rispetto delle acque sono garantite: da ben 29 anni Lignano � insignita del riconoscimento europeo Bandiera Blu per la tutela dell�ambiente, detenendo insieme a Grado e Moneglia il record storico di bandiere blu assegnate e rinnovate di anno in anno. Tutte e tre le localit� che compongono il comune di Lignano hanno un tratto di spiaggia, ben 8 chilometri complessivi di finissima sabbia color oro che costituiscono il vanto e la chiave del successo di Lignano con i visitatori italiani e stranieri. Sono inoltre presenti anche otto darsene con 5000 posti barca. Brulicante di vita sia di giorno che la sera, la spiaggia di Lignano Sabbiadoro offre pi� di 35 bagni attrezzati, alcuni tratti di spiaggia libera e spiagge dog friendly, dedicate a chi desidera portare il proprio amico a quattro zampe sempre con s�. Essa � inoltre interamente coperta da una rete Wi-Fi gratuita per navigare in internet comodamente da sotto l�ombrellone. Non mancano, inoltre, parchi giochi e spazi per le attivit� dei bambini, con animazione e servizio di baby sitting per far vivere anche ai pi� piccoli un�esperienza mai noiosa e stimolante. Vero e proprio simbolo della spiaggia � la stupenda terrazza a mare, una piattaforma sul mare progettata dall�architetto Aldo Bernardinis e costruita nel 1972 per sostituire l�originale in legno dell�architetto Provino Valle, demolita nel 1969. Se siete delle persone dinamiche e sotto l�ombrellone proprio non riuscite a starci pi� di qualche minuto, a Lignano troverete pane per i vostri denti. Numerose sono infatti le attivit� ricreative e sportive che potete fare tra la spiaggia e il mare, grazie ai numerosi centri sportivi presenti nella cittadina. Potrete quindi, ad esempio, provare discipline acquatiche quali la vela, il windsurf, il SUP, il kayak e per i pi� spericolati il kitesurf e il parasail (ossia il paracadute ascensionale trainato da una barca a motore). Sulla spiaggia potrete partecipare alle escursioni in bici Fat Bike (ossia le biciclette da spiaggia per pedalare su sabbia e acqua), giocare a beach volley e unirvi alle attivit� degli animatori tra risvegli muscolari, balli di gruppo e step. N� mancano le possibilit� per chi preferisce invece gli sport a terra, comprendenti percorsi dedicati al nordic walking, centri ippici che permettono lunghe passeggiate a cavallo a contatto con la natura e sulla spiaggia, campi da tennis e calcetto, escursioni in bicicletta lungo itinerari che portano a scoprire gli scorci pi� suggestivi sulla laguna e il golf club a diciotto buche, aperto tutto l�anno, che offre un suggestivo percorso affacciato sul mare. Da menzionare, infine, la presenza dei grandi classici: tandem e risci� a noleggio costituiranno un piacevole intrattenimento per tutta la famiglia. Lignano � una citt� dinamica, attenta ai visitatori e che continuamente apporta migliorie alla quantit� e qualit� dei servizi che offre per essere davvero una meta turistica per tutti. Oltre alle spiagge, sono presenti infatti numerose altre occasioni di intrattenimento pensate per soddisfare tutte le fasce di et�, dai bambini ai giovani e adulti. Nel territorio comunale sono presenti ben cinque parchi tematici per l�intrattenimento di grandi e piccini: l�Acquasplash, tra i primi parchi acquatici d�Italia con piscine e scivoli adrenalinici, Gulliverlandia, il fantastico parco delle meraviglie, il parco Avventura Unicef dedicato a tutti i bambini del mondo, il luna park Strabilia e il bellissimo Parco Zoo Punta Verde, con esemplari di animali appartenenti a centinaia di specie diverse. Al divertimento dei pi� piccoli sono espressamente dedicati, infine, i Gommosi e il Parco Junior. La sera e la notte, per�, sono dei giovani, e proprio a loro Lignano offre il suo volto pi� sfavillante: concerti, eventi, discoteche, pub alla moda attendono i numerosi visitatori per festeggiare tutta la notte a ballare, o per gustarsi un ottimo cocktail ascoltando musica in riva al mare. Lignano � la localit� perfetta per un bel soggiorno balneare che soddisfi tutti, dai bambini ai ragazzi e (perch� no?) ai cani che sempre pi� spesso ci accompagnano anche in queste occasioni. E se piove, che fare? Niente paura! La cittadina, oltre alle attivit� e ai parchi tematici gi� ricordati, si trova esattamente a met� strada tra due bellissime citt� d�arte quali Venezia e Trieste, comodamente raggiungibili e visitabili in giornata. Il futuro della musica (Arsmusic.it) - La rivoluzione nella nascita e nelle tendenze della musica degli ultimi anni - Si pu� senza dubbio affermare che la nuova musica non nasce pi� direttamente dai locali, ma dalle camerette di un numero sempre crescente di nuovi, giovani e brillanti artisti. Internet � diventato quindi il veicolo principale della musica amatoriale mondiale. Con un flusso cos� enorme di artisti e nuove idee non poteva che dare i natali e/o diffondere nuovissimi generi musicali, il nuovo futuro della musica. Il suono elettronico in tutte le sue sfumature si sta espandendo a macchia d'olio, contaminando tutti i pezzi pop su cui riesce a mettere le mani. La capacit� dell'elettronica di imporsi in termini di popolarit�, porter� un radicale cambiamento. Oltre alla musica elettronica ci sono tre nuovi generi che stanno prendendo il sopravvento: 1. Vaporwave - Questo genere � un po� complesso da spiegare a parole. Ma immaginatevi di vivere gli anni �80-�90 in una dimensione distorta e dilatata, e unire il tutto con elementi degli anni 2010. Ecco, questa � Vaporwave: un relitto abbandonato e nostalgico di un decennio consumistico. Genere inizialmente nato come parodia, consiste prevalentemente in canzoni retr� di quegli anni rallentate, remixate, e ricomposte in modo da renderle irriconoscibili. Caratteristica essenziale di questo genere � l�estetica, composta da mashup grafici di statue antiche, luoghi esotici e tropicali, colori come il verde acqua e il rosa shocking, scritte in giapponese, e elementi vari. Questo bizzarro mix di musica e immagini � diventato parecchio popolare in Internet. 2. Trap - La musica trap � la nuova deriva dell�hip-hop americano. � una variante minimalistica ed elettronica del rap, con un�enfasi nei bassi, ma che ormai da almeno un paio di anni � onnipresente nelle classifiche americane. Nata originariamente nel circuito underground americano degli anni 2000, � arrivata alla ribalta negli anni 2010 grazie a giovani rapper che si sono �fatti le ossa� grazie ad internet, ottenendo una fama nazionale immediata, con contratti con le mayor discografiche, e popolarizzando il genere nel mondo. 3. Witch house - Immaginatevi il mondo dark e goth, che, strano a dirsi, si unisce all�anima elettronica e dance della house. Risultato di questa strana fusione � la witch house, l�house delle streghe. In verit� questo genere � un miscuglio di vari elementi, come la musica industrial, noise, elettronica, dance, gothic rock, colonne sonore horror, che danno origine a una musica decadente e maledetta, ma ballabile. Come i generi sopracitati, essa trova il suo trampolino di lancio da internet e dalla sua community. La witch house sta incominciando ad avere un declino rispetto agli anni passati, ma rimane ancora oggi abbastanza forte nella scena musicale moderna.