Agosto 2025 n. 8 Anno LV MINIMONDO Periodico mensile per i giovani Direzione redazione amministrazione e stampa Biblioteca Italiana per i Ciechi �Regina Margherita� Onlus via G. Ferrari, 5/a 20900 Monza Casella postale 285 tel. 039/28.32.71 fax 039/83.32.64 e-mail: bic@bibciechi.it web: www.bibliotecaciechi.it Registrazione 25-11-1971 n. 202 Dir. resp. Pietro Piscitelli Comitato di redazione: Pietro Piscitelli Massimiliano Cattani Luigia Ricciardone Copia in omaggio Rivista realizzata anche grazie al contributo annuale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Cultura. Indice Groelandia: l�isola contesa Come si sconfigge il doping Le leggi del desiderio Occhiali e pregiudizi Perch� si chiama pasta alla Norma? L'isola d'Elba e la sua storia Addison Rae, una tiktoker che ce l�ha fatta a diventare popstar Groelandia: l�isola contesa (di Massimo Manzo, �Focus� n. 389/25) - Una distesa ghiacciata ma dal grande valore strategico. A causa della posizione geografica, naturalmente, ma soprattutto per le sue ricchissime risorse naturali - �Abbiamo bisogno della Groenlandia per motivi di sicurezza nazionale, me lo dicono da anni, molto prima che mi candidassi [...] Nessuno sa davvero se la Danimarca abbia il diritto legale di possederla, ma se ce l'ha, dovrebbe rinunciarvi, perch� ne abbiamo bisogno per la sicurezza del mondo libero�. Le parole del presidente americano Donald Trump, rilanciate da tutti i principali media, hanno scatenato accesi dibattiti. Ma, ragioni di confini a parte, che cos'ha di cos� speciale la Groenlandia? Le risposte hanno a che fare con il clima, le risorse naturali e la storia stessa dell'isola. Con una superficie di oltre 2,1 milioni di chilometri quadrati, quasi quanto l'intera Europa Occidentale, questa immensa distesa ghiacciata situata nell'Atlantico Settentrionale, tra il Canada e l'Europa, � l'isola pi� grande del mondo, anche se solo il 19% del suo territorio � privo di ghiacci (il resto � coperto da un'enorme calotta spessa fino a 3 chilometri, formatasi nel corso di millenni). La sua origine geologica risale a circa 60 milioni di anni fa, quando il movimento delle placche tettoniche port� all'espansione dell'Atlantico separando questo vasto lembo di terra dal continente nordamericano a cui era attaccato. I primi insediamenti umani risalgono al 2500 a.C., grazie a migrazioni di popolazioni circumpolari antenate degli odierni Inuit, e solo nel X secolo vi approdarono i Vichinghi guidati da Erik il Rosso, che la battezz� �Gronland� (Terra Verde). �Visto con gli occhi di oggi, il nome scelto da Erik fu una geniale trovata di marketing�, spiega Giacomo Natali, esperto di geopolitica e autore del saggio Geopolitica Pop (Treccani Libri). �Pi� che rispecchiare la reale geografia del territorio, verdeggiante soltanto sulle coste, fu infatti un modo per incoraggiare i coloni a trasferirsi sull'isola evocando immagini di prosperit�. Nei secoli successivi, i Vichinghi stabilirono due colonie principali nel Sud-ovest dell'isola, l'Insediamento Orientale (noto come Eystribyggo) e l'Insediamento Occidentale (nei pressi di Nuuk, l'odierna capitale), che divennero fulcro di attivit� agricole e commerciali, nonostante le sfide climatiche. Ma durante la cosiddetta �piccola era glaciale� (XIV-XV secolo), l'agricoltura divenne insostenibile, e il ghiaccio isol� le comunit� dai rifornimenti norvegesi e islandesi. Questo, unito a conflitti con gli Inuit, port� al graduale abbandono del territorio da parte dei Vichinghi. L'isola torn� a interessare l'Europa solo nel 1721, quando il missionario danese Hans Egede guid� una nuova colonizzazione per cristianizzare gli indigeni e consolidare l'influenza danese. Nel 1814, la Groenlandia fu dunque ufficialmente dichiarata parte della Danimarca e rimase sotto il suo controllo diretto fino al 1953, quando ottenne lo status di provincia integrata, con rappresentanza al parlamento danese. Frattanto, anche la nascente potenza americana cominci� a mettere gli occhi sul suo territorio. �Gi� nel 1867, durante la presidenza di Andrew Johnson e sotto la guida del Segretario di Stato William Seward, gli Stati Uniti tentarono invano di acquistare la Groenlandia seguendo la logica della Dottrina Monroe, che vedeva il continente americano e le sue aree circostanti come parte della sfera d'influenza statunitense, tanto che nello stesso anno Seward acquist� l'Alaska dall'impero russo�, spiega Natali. �Ulteriori segnali di interesse si ebbero nel 1910 e soprattutto nel 1946, quando il presidente Harry Truman avanz� un'offerta di 100 milioni di dollari, ricevendo ancora una volta un secco rifiuto dal governo di Copenaghen: in quel caso, gli Stati Uniti temevano di perdere la base militare di Thule, strategica durante la Seconda guerra mondiale. La posizione geografica della Groenlandia, evidente osservando un mappamondo, ne fa un avamposto di fronte alla Russia, e la rese fondamentale anche durante la Guerra Fredda�. Nei decenni successivi, finita la competizione militare tra Usa e Urss, la grande isola atlantica non ha per� smesso di rappresentare un terreno di competizione geopolitica, innanzitutto per il controllo delle sue materie prime. Secondo una ricerca del 2023, ben 25 dei 34 minerali considerati �materie prime critiche� dalla Commissione Europea si trovano proprio qui. Nel dettaglio, il sottosuolo � ricco di giacimenti di terre rare, grafite, rame; zinco, titanio, oro e persino diamanti. Le terre rare come il neodimio e il disprosio, in particolare, sono essenziali per alimentare le tecnologie moderne legate alla transizione ecologica, dai veicoli elettrici alle turbine eoliche. Tra le aree importanti spiccano la provincia di Gardar, nel Sud, e la zona di Citronen Fjord, nel Nord, che custodisce alcune delle risorse di zinco pi� vaste al mondo in una formazione geologica estesa per oltre 2.500 km. Inoltre, la Groenlandia � un promettente deposito di nichel, cobalto e diamanti, con giacimenti significativi sparsi su tutto il territorio. A completare il quadro sono infine i depositi di uranio nella regione meridionale di Kuannersuit, la cui estrazione � stata in parte bloccata dalla politica, ma che continuano a rappresentare una risorsa fondamentale per il futuro. Tale abbondanza, stimata in miliardi di dollari, � peraltro in gran parte ancora integra, poich� lo spesso strato di ghiaccio che copre la maggior parte del territorio ne ha finora reso difficile l'estrazione. Una situazione che sta per cambiare rapidamente, dato che negli ultimi anni il progressivo scioglimento dei ghiacci sta aprendo nuove opportunit� per lo sfruttamento delle materie prime. �Il cambiamento climatico aprir� inoltre nuove rotte commerciali navigabili (la cosiddetta �via della seta polare�) ed � per questo che Stati Uniti, Russia e Cina si contendono la leadership in questa regione cercando di consolidare la propria influenza all'interno del Consiglio Artico, l'organismo che supervisiona le politiche e le questioni relative al Polo Nord�, precisa l'esperto. �Non a caso anche Joe Biden, predecessore di Trump, ha intensificato i rapporti con il governo locale ottenendo nel 2021 nuovi permessi per l'utilizzo delle risorse, e altrettanto attiva � stata la Cina, che in passato ha siglato accordi simili con le autorit� groenlandesi�. La corsa al controllo dell'Artico � dunque pi� viva che mai e, in tutto ci�, a essere in gioco � il futuro della popolazione locale. Nonostante l'immensit� del territorio, la Groenlandia conta abitanti pari a quelli di una citt� italiana medio-piccola (poco pi� di 56.000), di cui il 90% di etnia inuit e solo il 10% danesi. La maggior parte, circa 19.000, vive concentrata nella capitale Nuuk, centro politico ed economico a Sud-ovest dell'isola, mentre il resto della regione � punteggiato da sparuti insediamenti costieri spesso raggiungibili solo via mare o in aereo, visto che le infrastrutture stradali sono poche. La popolazione � impegnata in attivit� tradizionali come la caccia alle foche, la pesca ai gamberetti e, in misura minore, il turismo. Nonostante il clima rigido, con estati che raramente superano i 10�C nelle regioni pi� calde e inverni in cui si scende sotto i -30�C, il settore turistico � tra le poche voci economiche in crescita, favorito dal fascino selvaggio della natura groenlandese e da destinazioni celebri come Ilulissat, famosa per il suo fiordo, dichiarato patrimonio dell'umanit� dall'Unesco. Le coste dell'isola inoltre sono un paradiso per i turisti, che oltre a osservare le aurore boreali possono avvistare balene e narvali o partecipare a escursioni in barca o su slitte trainate da cani. �Queste attivit� non bastano per� a sostenere l'intera economia, che dipende in modo significativo dai sussidi del governo danese, che coprono una fetta consistente del bilancio dell'isola�, afferma Natali. �Da decenni, poi, la Groenlandia ha avviato il cammino verso l'autonomia con il referendum del 1979, ottenendo l'Home Rule, ovvero l'autogestione delle questioni interne, mentre difesa e politica estera restano tuttora di competenza della Danimarca. Un secondo referendum nel 2008 ha rafforzato l'autogoverno, dando al Paese un pi� forte controllo sulle risorse, e oggi punta a una maggiore indipendenza, parziale o totale�, conclude Natali. Inoltre, il partito che ha vinto le elezioni nel 2021 � Ataqatigiit (letteralmente, Comunit� Inuit), formazione socialdemocratica e indipendentista, che ha rilanciato la lotta per l'autonomia. Tra ghiacci millenari e ricchezze nascoste, il destino di questa immensa isola non dipender� dunque solo dalle decisioni delle superpotenze che la corteggiano, ma anche dalla volont� del suo popolo, che lotta per preservare un equilibrio fragile tra sviluppo e tradizione, in uno degli ultimi grandi bastioni di natura incontaminata del Pianeta. Come si sconfigge il doping (di Simone Valtieri, �Focus� n. 391/25) - � considerato il male dello sport e le armi per contrastarlo sono sempre pi� affilate, ma chi bara resta un passo avanti. Ecco come funzionano i controlli nel 2025 e perch� � in atto un processo di revisione delle metodologie e degli obiettivi - Londra, 7 luglio 1908: il carpigiano Dorando Pietri vince in 2 ore e 38 minuti la maratona olimpica, ma viene squalificato perch� negli ultimi metri, faticando a restare in piedi, � aiutato dai giudici di gara a tagliare il traguardo. Oltre allo sforzo e al caldo, l'atleta paga probabilmente l'assunzione di stricnina e atropina durante la corsa. Sono gli stessi medici di gara a diffondere questo particolare, ma nessuno si scandalizza, anzi: la regina Alessandra gli consegna una speciale coppa d'argento, lo scrittore Arthur Conan Doyle lo elogia e il compositore statunitense Irving Berlin gli dedica una canzone. E Pierre de Coubertin, padre delle Olimpiadi moderne, afferma: �Nessuno pu� contestare che Dorando sia il vincitore morale della gara�. D'altra parte, il primo caso di doping documentato della storia moderna risale ai Giochi di St. Louis del 1904, con protagonista Thomas Hicks (anch'egli vincitore della maratona), cui l'allenatore fa bere un mix di stricnina e brandy prima del traguardo; all'epoca, una cosa ritenuta lecita. Il concetto di doping, infatti, nasce solo molti decenni dopo e acquista spessore con i primi scandali globali che portano alla nascita della Wada (World Anti-Doping Agency) nel 1999. Ma come si � passati dall'elogio di Dorando Pietri alla squalifica per tre mesi del tennista Jannik Sinner, con in corpo meno di un miliardesimo di grammo di Clostebol, assunto - come accertato dall'agenzia stessa - in modo fortuito? Gi� nell'antichit�, i guerrieri usavano stimolanti naturali per incrementare forza e resistenza e sconfiggere la paura in battaglia. I primi casi in ambito ludico risalgono invece ai Giochi di Olimpia (dal 776 a.C. in poi), quando per migliorare le prestazioni si assumevano grandi quantit� di carne e latticini, meloni e vino, infusi di erbe, funghi e semi di sesamo. Venendo ai primi casi moderni, l'anno di svolta fu il 1960: durante la prova in linea di ciclismo ai Giochi di Roma, il danese Knud Enemark Jensen ebbe un malore, cadde e mor�. L'autopsia rilev� nel suo corpo un mix di stimolanti, soprattutto amfetamine e acido nicotinico. Fu il primo passo verso la redazione, da parte del Comitato Olimpico Internazionale (Cio), di una lista di sostanze proibite e l'istituzione di controlli anti-doping, a partire dai Giochi di Citt� del Messico nel 1968 (a tal proposito, il primo �beccato� fu Hans Gunnar Lijenwall, pentathleta svedese positivo all'alcol, avendo alzato un po' il gomito la sera prima di gareggiare). Ci� nonostante, il problema non decrebbe, tutt'altro, poich� i test si effettuavano solo nei giorni della manifestazione. Nel corso degli allenamenti, invece, gli atleti assumevano steroidi e sostanze illecite per aumentare i �giri� del proprio motore, facendone poi a meno nei giorni di gara. A sfruttare questa falla negli anni '70 e '80 furono nazioni come la Germania Est e l'Unione Sovietica, che attuarono un vasto programma di �doping di stato� mai punito. Dagli anni �90, con l�affermarsi di grandi interessi economici nello sport e di un professionismo sempre pi� esasperato, si sviluppa una rete di laboratori clandestini che ha aiutato a falsare le prestazioni. E nasce la Wada, finanziata per il 50% dal Cio, in grado di perseguire nelle decadi seguenti innumerevoli atleti. Nel tempo, per�, i �dopati� si sono fatti pi� furbi, ricorrendo a trasfusioni di sangue o all�uso di farmaci coprenti. Di conseguenza, i casi sono aumentati in modo esponenziale e la corsa al colpevole si � fatta cos� intensa da generare storture. �Secondo la definizione Wada, il doping non tiene conto dell�intenzione. Significa che se risulti positivo, sei dopato�, spiega April Henning, coautrice del libro Doping - Una storia di sport. �Ma questo non � giusto, sotto molti aspetti. Gli atleti sono umani e commettono errori, a volte nonostante le migliori intenzioni�. Per ovviare al problema, l'agenzia ha recentemente avviato discussioni circa l�introduzione di soglie minime, cosicch� quantit� trascurabili, riconducibili a contaminazioni accidentali, non portino a squalifiche. Ma non basta. Lo sport di vertice � solo la punta dell�iceberg di un problema diffuso a tutti i livelli, dai �pompati� nelle palestre di quartiere fino agli appassionati di eSport, che abusano di stimolanti come Modafinil o Adderall per affinare riflessi e resistenza mentale (e senza l�assistenza medica che pu� permettersi un atleta di livello). �I progressi fatti dalla scienza sono impressionanti. Chi sviluppa, perfeziona e svolge le analisi di laboratorio sono spesso ottimi specialisti, ma possono analizzare solo i campioni che ricevono�, prosegue Henning. �Il punto �: quanti test possono ragionevolmente essere eseguiti? Quelli a sorpresa, fuori dalle competizioni, sono i pi� efficaci, ma sono anche molto costosi e logisticamente difficili. Ci� lascia molte opportunit� a chi sceglie di doparsi�. La reperibilit� � un cardine del sistema: tramite i cosiddetti whereabouts un atleta deve comunicare, per ogni giorno, dove si allener� e allogger�, nonch� un intervallo di 60 minuti in cui � disponibile a sottoporsi a test senza preavviso. Se nell�arco di 18 mesi se ne saltano tre, si rischiano fino a 2 anni di squalifica. Durante il controllo, gli ispettori prelevano sangue e/o urine dell�atleta stesso, monitorando la procedura per evitare manipolazioni. Con le norme attuali, le provette vengono conservate generalmente fino a 10 anni, per sottoporle ad analisi retroattive nel caso in cui emergano nuovi metodi di rilevamento o sostanze inedite (cos�, per esempio, si scopr� che ben sei finaliste dei 1,500 metri femminili dei Giochi di Londra 2012 erano dopate). Ovviamente, ci sono poi i test durante gli eventi: tutti gli atleti che conquistano medaglie olimpiche e mondiali vi si sottopongono, e si effettuano controlli a campione sugli altri partecipanti. La Wada classifica le pratiche proibite in quattro macro-categorie: agenti vietati, prodotti proibiti durante le competizioni, sostanze bandite da specifici sport e metodologie illecite. Tra gli aiuti sempre al bando figurano gli anabolizzanti (come testosterone, nandrolone e stanozololo), utili per aumentare massa e potenza (diffusi in sport come pesistica, lotta e nelle prove �esplosive� dell'atletica leggera quali sprint, lanci e salti), l'ormone della crescita, che serve ad accelerare il recupero muscolare, l'Epo (eritropoietina), che migliora l�ossigenazione del sangue e la resistenza (tra i consumatori figurano ciclisti, maratoneti e sciatori di fondo) e i diuretici, che mascherano l'uso di altre sostanze. Nei giorni di gara non � possibile usare stimolanti (amfetamina), narcotici (metadone), cannabinoidi (Thc e derivati) e glucocorticoidi (antinfiammatori), mentre l'alcol � vietato a piloti e arcieri, e i beta-bloccanti a chi necessita di mano ferma e precisione (tiratori, golfisti, nuotatori, sciatori e, di nuovo, piloti e arcieri). Tra le metodologie irregolari, infine, spiccano le trasfusioni, ma anche pratiche pi� moderne. �Il ciclismo ha recentemente vietato la respirazione di monossido di carbonio�, aggiunge l'esperta, ma la nuova frontiera � il doping genetico, i cui primi esperimenti sono in corso da anni. �Si basa su terapie geniche attualmente allo studio a scopo medico, che quando avranno successo e saranno comuni verranno senza dubbio utilizzate al di fuori dell'uso clinico approvato�. Per ora, l'arma pi� efficace contro tali pratiche � il passaporto biologico, un sistema che monitora nel tempo i valori fisiologici degli atleti, segnalandone eventuali anomalie e variazioni. Per risolvere il problema, c'� persino chi propone di legalizzare il doping, al fine di ridurre i rischi per la salute e frenare il mercato nero dei farmaci, ma ci� muterebbe lo sport in una competizione tra laboratori e case farmaceutiche. Pi� auspicabile, invece, � che si riveda l'approccio. �Oggi chi ingerisce inavvertitamente una sostanza proibita viene trattato e punito allo stesso modo di chi lo fa di proposito, anche perch� dimostrare di non aver fatto qualcosa � quasi impossibile�, conclude Henning. �L'antidoping dovrebbe riflettere la realt�, coinvolgere pi� atleti, dal vertice alla base, e costruire un programma che tenga conto di et�, esperienza, livello competitivo, personale di supporto... Oggi invece il codice Wada si applica a tutti allo stesso modo, ma non tutti gli sportivi sono uguali�. Il futuro della lotta al doping passer� di certo dall'adozione di nuove tecnologie (per esempio l'IA) e di test sempre pi� avanzati; la speranza � che si costruisca un sistema pi� umano, in grado di distinguere l'errore dall'inganno, opponendo la giustizia alla cieca caccia al colpevole. Le leggi del desiderio (di Claudia Giammatteo, �Focus Storia� n. 224/25) - Sguardi, sfioramenti, baci promessi o rubati, fino al moderno dating� Cos� il corteggiamento nei secoli ha cambiato codici e regole - Nella sua scandalosa Ars amatoria (o L'arte di amare), il poeta Ovidio si offriva come maestro d'amore. Premessa l'importanza di un aspetto curato - la toga della misura giusta, denti senza tartaro, capelli e barba tagliati da mano esperta - la prima lezione verteva sulla scelta dei posti ideali per la seduzione. �Il cacciatore sa bene dove tendere le reti ai cervi tu [...] cerca di sapere prima quali luoghi la donna frequenta�, consigli�. Quelli ideali erano il Circo e le corse dei cavalli, dove la calca permetteva contatti fisici: �Parteggia per quello per cui fa il tifo lei, [...] se le cade il mantello, raccoglilo, come premio potresti vederle le gambe�. Non bisognava lasciarsi sfuggire i banchetti. �Bevi dal bicchiere toccato dalle sue tenere labbra� e, quando gli invitati vanno via, �toccale il fianco col dito e il piede col piede�, e �lodale il viso, i capelli, le dita affusate e il piede piccolino�. E mai scoraggiarsi: �Tutte le donne possono essere conquistate. Venere aiuta gli audaci�. Se dal punto di vista biologico l'erotismo nacque con l'istinto riproduttivo, le modalit� espressive mutarono nel tempo. �I caricaturisti hanno spesso rappresentato gli uomini delle caverne occupati a trascinare per i capelli le femmine catturate� esordisce il saggista Ernest Sackville Turner in Storia del corteggiamento (Ultra). �Il �ratto della sposa�, in guerra, fu verosimilmente la prima forma di corteggiamento. Il maltrattamento all'amata era un omaggio al suo pudore virginale. Il �matrimonio per acquisto� e la sostituzione del prezzo della moglie con la dote, di prassi a Babilonia, nell'antica Grecia e a Roma, vanificarono la necessit� di conquista coniugale. La seduzione fu relegata alle relazioni adulterine o omosessuali�. Ci furono differenze sostanziali. Il Simposio di Platone (IV secolo a.C.) descrisse con disinvoltura la tecnica usata da Alcibiade per adescare Socrate: �Lo invitai a cena [...] ma non accett�. [...] Feci un secondo tentativo: prolungai la conversazione, senza tregua, fino a notte fonda�. Nella severa Roma augustea del I secolo, il licenzioso Ovidio che incitava a giurare il falso (�Giove ride degli spergiuri degli amanti�) fu condannato alla relegatio, cio� il confino, sul Mar Nero. Ma stabil� un principio inconfutabile: il talento seduttivo non era sapienza innata, ma un'arte meritevole di studio. L'avvento del cristianesimo tent� di arginare il degrado morale dell'antica Roma. Ma la passione carnale fu trasfigurata in un ideale astratto: l'amore cortese. Nato nelle corti feudali del XII secolo, il �corteggiamento� (dal greco chortos e dal latino hortus, traslato nel latino medievale �coartare�) si sald� con i valori dei cavalieri, la purezza di animo e di azione (recte agere e recte scire). Il codice dell'amore cortese, o in lingua d'oc fin'amor (�amore perfetto�), venne descritto nel trattato De amore scritto tra il 1174 e il 1204, da Andrea Cappellano: l'amata era un essere angelicato e sublime nella sua bellezza e nella sua essenza, l'unico approccio consono era la pratica della gentilezza. E il bacio il momento apicale e folgorante dell'incontro tra i protagonisti. Cantato dai trovatori, gli aedi medievali, nelle saghe epiche dei cavalieri della Tavola rotonda e nei racconti della passione travagliata tra Lancillotto e Ginevra o tra il precettore Abelardo e l'allieva Eloisa, quel culto d'amore nascondeva un lato paradossale, dato che, sottolinea Turner, �esaltava la passione adultera. Secondo la filosofia dell'epoca nessun uomo poteva concepire la passione per la propria moglie, con ogni probabilit� acquisita tramite accordi�. L'idolatria tocc� eccessi semicomici. �Ossessionato dai �servizi d'amore� alla sua amata il poeta tedesco Ulrich van Liechtenstein nel XIII secolo sped� un dito alla donna, si travest� da mendicante e and� a mescolarsi con i lebbrosi�. Agli sguardi, lacrime e pegni d'amore, il Rinascimento aggiunse una ventata di sensualit�. Dame super profumate mostravano generosamente spalle e seni. L'ammiccamento era l'ingrediente principale della seduzione. Il libro del cortegiano (1528), scritto da Baldassarre Castiglione alla corte di Urbino, svel� le fantasie alimentate dalla vista di una donna che, entrando in chiesa, �sollevi la sua veste e mostri senza volere il piede e anche la sua bella gamba�. Agli aspiranti corteggiatori erano richiesti, invece, buoni piedi, perch�, precisava Castiglione, �La danza � una virt� di cui il perfetto uomo di corte non pu� ormai essere privo�. Le specialit� cinquecentesche pi� diffuse erano la bassadanza, ballo aulico di rappresentanza, e la gagliarda, danza salterina di corteggiamento. Il galateo obbligava la fanciulla danzante a mostrarsi pudica (�non porti il capo in seno [...] ma il capo tenga dritto susa alla persona rispondente�). Oltre ad essere eccellenti ballerini, per sedurre bisognava parlare bene, puntualizz� Shakespeare nella commedia I due gentiluomini di Verona (1590 circa): �L'uomo che ha la lingua [...] non � un uomo se si dimostra incapace di usarla per conquistar le grazie di una donna�. Le delizie finali valevano ogni sforzo profuso. Cos� il poeta inglese John Donne (1571-1631) descrisse il petting dell'epoca: �Dona licenza alle mie mani erranti, lasciale andare avanti e indietro, in mezzo, sopra e sotto. All'innocenza nessuna penitenza � mai dovuta�. Nel Settecento i luoghi propizi per le schermaglie amorose erano soprattutto le carrozze, i giardini, i boschetti e i labirinti attorno ai castelli, perfetti per sfuggire a sguardi curiosi. Il rimpallo tra ritrosie e cedimenti, di cui le donne erano parte attiva, divenne un'attivit� ricreativa per grandi seduttori, finalizzata al puro piacere personale. Come scrisse l'avventuriero veneziano Giacomo Casanova, �Le creature umane non adempirebbero al compito della procreazione se non ne traessero piacere�. Fu la successiva rivoluzione sentimentale dell'Ottocento, secolo del matrimonio fondato sull'amore, a mandare in soffitta le astuzie libertine associate all'oziosa aristocrazia dell'Ancien r�gime. Corteggiare voleva dire dimostrare �intenzioni serie�. Pi� che sedurre femmine piccanti, ai fidanzati si richiedeva di ispirare fiducia e fare buona impressione su ragazze da marito accollate, pallide e svenevoli, e sui loro padri, che accordavano o meno il piacere di �fare all'amore�, cio� �fare la corte�. I crescenti tassi di alfabetizzazione e il servizio postale favorirono espedienti zuccherosi: cartoline illustrate con cuori trafitti, fiori, cagnolini (simboli di fedelt�), o lacrimevoli lettere d'amore profumate. Per gli innamorati a corto di idee e terrorizzati dagli errori ortografici vennero in soccorso i cosiddetti Segretari galanti, raccolte di missive d'amore (o litigio) gi� preconfezionate che spopolarono fino a met� del Novecento: �Signorina! Ebbi il piacere di vederla e udir la sua voce incantevole�, iniziava una lettera. Il mittente si firmava spesso �tuo sviscerato adoratore�, �tuo amorosissimo�, �devotissimo Suo�. L'euforia della Belle �poque allent� i rigori vittoriani e diffuse una doppia morale. L'innamorato in paglietta sotto i salici fluviali o a bordo di barchette che sussurrava frasi mielose a caste fidanzatine, nel tempo libero frequentava spesso donnine di piacere o le disinibite ballerine dei caf�-chantants. Allo stesso tempo, i frutti del progresso tecnologico fornirono delizie inedite, a partire dalle automobili, inedite alcove, fino ai cinema, le cui ultime file venivano utilizzate per abbordaggi d'amore. L'erotismo, intanto, esplodeva dagli schermi. �Francis Bushman, il primo grande amante dello schermo, provoc� tumulti femminili a Chicago nel 1913�, spiega Turner. Negli anni Venti l'icona del latin lover divenne Rodolfo Valentino. �La sua specialit� erano gli sguardi incendiari a palpebre socchiuse. Nei panni di sceicco arabo (Il figlio dello sceicco, 1926) rapiva le sue donne gettandole sulla groppa di un cavallo o su grandi letti coperti di seta. Fu cos� chiamato �l'afrodisiaco internazionale��. Lo scoppio della Seconda guerra mondiale affrett� il ritmo del corteggiamento. L'amore sotto le macerie, sfidando ronde e benpensanti, significava minori controlli e maggiori libert�, con nuovi abbordaggi occasionali non finalizzati a metter su famiglia. �Il fenomeno si radicalizz� nell'era del flirt, del �rimorchio� e del date� spiega il filosofo Cesare Cat� nel saggio Addio, cavaliere! Filosofia e destino del corteggiamento (Liberilibri). �L'etimologia del termine flirt, apparso verso met� dell'Ottocento, rimanda al vocabolo inglese flick, �un colpetto che non fa troppo male�, poi esteso al divertissement erotico-affettivo, portato avanti con leggerezza e con leggerezza ricambiato o rifiutato�. Il dating (in inglese �darsi appuntamento�), nato negli anni Venti e associato alla prostituzione, dilag� nei college americani degli Anni '50, finalizzato ad accrescere la popolarit� tra coetanei. Il �rimorchio� tipico dei playboy nacque invece altrove. �L'espressione deriva dall'immagine di una nave trainata tramite cavi o catene dopo essere stata agganciata. Adottata in Francia negli anni Cinquanta nel verbo draguer, nel corrispettivo anglosassone picking-up e germanofono aufreissen fin� per indicare altro: una conquista a scopo sessuale per il puro piacere di farlo�. E oggi? Sarebbe meglio tornare al passato. �Nella nostra contemporaneit� disincantata diventa urgente tornare ad essere ancora dame e cavalieri�, suggerisce Cat�. �Se sedurre significa piacere a qualcuno, corteggiare vuol dire rendersi amabile�. Per citare il maestro d'amore Ovidio, �Ut ameris amabilis esto�, �Se vuoi essere amato, sii amabile�. Occhiali e pregiudizi (di Claudia Giammatteo, �Focus Storia� n. 217/24) - La straordinaria invenzione medievale delle lenti correttive tra �500 e �600 venne messa alla gogna. Ma si impose lo stesso - In una lettera del 5 aprile 1831 lo scrittore Johann Wolfgang von Goethe confess� che uno sconosciuto con gli occhiali lo metteva di cattivo umore: �Che cosa posso sapere di un uomo di cui non vedo gli occhi mentre parla e con lo specchio dell'anima velato da due pezzi di vetro che mi accecano?�, si chiedeva. Parole che dimostravano quanto i pregiudizi contro i portatori di lenti non fossero appannaggio di sempliciotti e superstiziosi, ma anche di eruditi. Per quanto sembri paradossale, infatti, la storia degli occhiali, l'invenzione italiana che ha permesso all'umanit� di superare i propri limiti visivi, � stata accompagnata da ostacoli e satire feroci. E i cosiddetti �quattr'occhi� sono stati a lungo accusati ingiustamente. Per millenni non � esistito alcun rimedio ai difetti della vista. Persino gli antichi Romani, consapevoli delle propriet� di ingrandimento del vetro (�Le lettere piccole appaiono chiare attraverso un globo di vetro pieno�, scriveva Lucio Anneo Seneca nel I secolo), non pensarono a utilizzi pratici. Se l'oratore Marco Tullio Cicerone, che vedeva male, si faceva leggere i documenti dai servi, l'imperatore Nerone guardava i combattimenti tra gladiatori attraverso uno smeraldo, a detta di Plinio il Vecchio, solo per proteggersi dall'accecamento solare. Gli unici rimedi medici erano colliri a base di �piantaggine, verderame, acqua di rosa e zucchero condito�. A spalancare nuovi orizzonti furono le scoperte esposte dal fisico arabo al-Hasan ibn al-Haytham, alias Alhazen, nel trattato Opticae Thesaurus (1021), tradotto in latino nel 1240 dal monaco polacco Vitellione. Una su tutte: �Ogni visione avviene per rifrazione�. Furono queste scoperte a ispirare i precursori degli occhiali: lenti convesse indispensabili ai monaci copisti deboli di vista per ingrandire i caratteri microscopici degli antichi manoscritti. Per arrivare alle �lenti da naso�, scomode e instabili, molate e incastonate in cerchietti di legno, bisogn� aspettare ancora. �Secondo la versione pi� accreditata, l'inventore fu un maestro vetraio dell'isola di Murano (Venezia), nel 1284�, rivela Luigi Pasquini in Storia degli occhiali e occhiali nella storia (Fabiano Editore). �Nei Capitolari delle arti veneziane del 2 aprile 1300 si distinguono le �lenti per occhi� (roidi da ogli), in cristallo di rocca trasparente e incolore, dalle �pietre da leggere� (lapis ad legendum), vietandone la contraffazione. Ai �cristalleri� era proibito svelare il segreto della fabbricazione: per chi trasgrediva era prevista la pena di morte�. Nonostante le precauzioni, le informazioni circolarono lo stesso. E il frate domenicano pisano Alessandro della Spina (1238-1313), copista, le diffuse a tutte le comunit� monastiche, cosicch� nel 1316 la fama miracolosa degli oglarios de vitreos aveva gi� raggiunto Bologna, Milano, Ravenna, Genova. E dopo l'invenzione dei caratteri a stampa da parte dell'orafo-tipografo Gutenberg, tra il 1436 e il 1440, gli occhiali da presbite - prima �a rivetto�, poi a �ponte fisso� - fecero rapidamente il giro del mondo conosciuto. Si sparse la voce che il principe di Malacca ne avesse regalato dieci paia all'imperatore cinese Yong Lo (1404-1424). Proprio alla met� del '400 avvenne un cambiamento epocale: nacquero i �vetri cavi�, cio� le lenti concave correttive, in soccorso dei miopi (dal greco myopos, �colui che chiude gli occhi�, per la consueta abitudine a strizzare le palpebre nel tentativo di vederci meglio). Col tempo gli oglarios de vitreos, semplificato in okiali, i francesi lunettes (�piccole lune�), gli inglesi spectacles (dal latino spectaculum), ignorati dalla scienza ufficiale, circolarono in tutta Europa. Persino un papa, Leone X, al secolo Giovanni de' Medici, si serviva dei �vetri cavi� per sparare alla selvaggina. Nella sola Firenze, con i Medici affetti da miopia familiare, tra il 1413 e il 1562 furono censiti 52 venditori. �Nel 1462 il duca di Milano Francesco Sforza ordin� a Firenze �tre docene di dicti ochiali� (tre dozzine di occhiali), per la vista lunga �da zovene� (da giovane), un'altra dozzina per la vista corta �da vechy� (da vecchi) e l'ultima �comuni� per mezza distanza o leggera ipermetropia�, annota Pasquini. Due secoli e passa dopo la loro provvidenziale invenzione, tra il '500 e il '600 gli occhiali assunsero un significato negativo, il loro prestigio croll� e la loro diffusione sub� una battuta d'arresto. Se fino a quel momento erano stati considerati sinonimo di erudizione e saggezza, la capacit� di modificare ci� che vedevano gli occhi li rese colpevoli di �falsificare la realt�, fino a essere associati a follia, imbecillit�, lussuria. Uno stigma ripreso nel mondo dell'arte. Mentre nei primi affreschi medievali venivano ritratti santi e padri della Chiesa chini sui libri con i loro occhiali da lettura, pian piano si impose un'iconografia di segno opposto: gli okiali apparvero sul naso di grifagni cambiavalute, lubrichi vecchi intenti a insidiare fanciulle, avidi usurai. �Un quadro fiammingo nel 1540 ritrae uno di loro intento a fermare sul foglio debiti altrui e illeciti guadagni. L'�arte di fare gli occhiali� era divenuta da strumento della Chiesa ad attributo dei mercanti�, ha scritto la medievista Chiara Frugoni. Nel dipinto Sant'Antonio Abate, di Rutilio Manetti, del 1630, a sfoggiare le lenti � addirittura il demonio, portatore di sapienza corruttrice. Ci mise del suo anche la propaganda luterana, che si accan� su papi e cardinali rappresentandoli occhialuti e con teste d'asino o di maiale, simbolo dei vizi della Curia romana. Neppure la scienza ufficiale si astenne dal boicottaggio. Gli illustri medici Girolamo Fracastoro (1478-1553) e Gerolamo Cardano (1501-1576) giudicavano le �protesi visive� �una curiosit� ridicola�, mentre il celebre oftalmologo tedesco George Bartisch, autore del trattato Ophthalmodouleia (1583) era convinto che alcune malattie oculari fossero frutto di stregoneria e gli occhiali nuocessero alla vista: �Non si pu� vedere meglio quando si ha qualcosa davanti l'occhio�. Il �bel mondo� era, al contrario, impermeabile a quelle critiche. Di pi�: la corte seicentesca di Madrid amava esibire gli anteojos (dal latino anteoculos, �davanti agli occhi�), occhiali vistosi e appariscenti che divennero uno status symbol. Pi� si era in alto nella scala sociale, pi� grandi erano le montature. La moda spagnola fin� per contagiare le pi� potenti corti d'Europa. Per praticit�, spuntarono ingegnosi �occhiali da parrucca�, muniti di una lunga stanghetta ad arco che passava sopra la testa, e a Versailles (1643-1715) i face � main o �fassamano�, accostati al viso come maschere. Poi fu il turno dei libertini lorgnettes (dal francese lorgner, guardare con la coda dell'occhio), nascosti maliziosamente tra le stecche dei ventagli e indossati a balli, messa o teatro. Nelle sue Memorie, scritte tra il 1789 e il 1798, l'avventuriero veneziano Giacomo Casanova racconta che una monaca libertina inviava messaggi amorosi attraverso i manici di tre paia di fassamano: quello d'oro significava �via libera�, quello d'argento �aspetta�, quello di tartaruga �occhio, ci guardano�. Dopo la Rivoluzione francese i preziosi occhialini, retaggio dell'odiato Ancien r�gime, vennero sostituiti da montature pi� spartane, adatte a una societ� pi� democratica. Ma senza perdere il loro ruolo di indicatore di classe sociale. L'accessorio tipico dell'intellettuale ottocentesco fu il pince-nez, lo �stringi naso�: due lenti ovali unite da un ponte d'acciaio. I ricchi borghesi preferivano invece occhialini tondi �a filo� con sottile montatura di metallo che si arricciava dietro le orecchie, diventati iconici in Italia con il primo ministro Camillo Benso, conte di Cavour. Tra i dandy, esteti bersagliati dalle caricature, spopolava infine il monocolo: un'unica lente da vista incastrata nell'orbita tra lo zigomo e l'arcata sopraccigliare, assicurata agli abiti da una cordicella di seta. L'uscita dallo stigma medico iniziata con gli studi di ottica dell'astronomo Johannes Kepler (1571-1630) e culminata nelle prescrizioni dell'oftalmologo Franciscus Cornelius Donders (1818-1889) non mise fine alle maldicenze. Le lenti restavano un segnale di menomazione. �Portare gli occhiali fuori di casa � sempre uno sfigurare, spesso uno sfregio, raramente una necessit� sostenevano le regole di galateo di fine Ottocento. Chi li indossava veniva preso in giro dai compagni di classe, chiamato �quattrocchi� o �stanghette� e, da adulto, considerato infelice, ottuso e introverso. Gli sberleffi presero di mira le �occhialute�, arcigne di mezza et�, giudicate prive di sex appeal. La rivista Margherita nel 1891 equipar� le �coraggiose signore inglesi e francesi che inforcavano gli occhialini a tanti professori d'universit� in vacanza�. �Nella prima met� del XX secolo c'era una difficolt� psicologica all'acquisto degli occhiali�, conferma Pasquini. �Particolarmente nelle donne che vivevano un difetto visivo in modo drammatico e, mentendo, asserivano di vederci benissimo�. Si dovette arrivare agli Anni '60 per approdare alla serena accettazione degli occhiali se non alla loro consacrazione in veste di accessorio alla moda o seduttivo. Si pensi agli occhiali da sole di Audrey Hepburn nel film Colazione da Tiffany del 1961, e l'anno successivo, alla provocante Lolita dell'omonimo film di Stanley Kubrick, che seduce il maturo professor Humbert con le montature a forma di cuore. Impensabili, oggi, i versi scritti dalla poetessa americana Dorothy Parker nel 1926: �Men seldom make passes at girls that wear glasses� (gli uomini non ci provano mai con le ragazze che portano gli occhiali). Perch� si chiama pasta alla Norma? (Lacucinaitaliana.it) - Tra le pi� amate all'estero, oltre che in Italia, la storia di questa ricetta � avvolta da una leggenda legata all'opera lirica e al piacere di mangiare piatti perfetti - Ci sono diversi nomi di piatti della cucina italiana che suscitano curiosit�. Per esempio, vi siete mai chiesti perch� si chiama pasta alla Norma? Piatto di pasta favoloso preparato con pomodoro, melanzane, ricotta salata e basilico, � immancabile in estate quando gli ortaggi sono di stagione, ed � una di quelle specialit� siciliane che il mondo ci invidia perch�, oltre che in Italia, la Norma � conosciuta in moltissimi Paesi. A cosa deve questo nome cos� particolare? Come spesso succede per piatti tanto amati (un esempio su tutti � la parmigiana), anche il nome della pasta alla Norma � avvolto da una specie di leggenda: le storie che raccontano la sua nascita infatti sono diverse. Solo una cosa � certa: il nome della Norma � legato all'omonima opera del catanese Vincenzo Bellini, tra i pi� celebri operisti dell�Ottocento. � una pi�ce tratta dalla tragedia Norma, ou l'infanticide di Louis-Alexandre Soumet che racconta di un amore proibito e ambientata nelle Gallie nel periodo di dominazione romana. Debutt� al teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre del 1831, senza per� avere molto successo, salvo poi rivelarsi poco dopo tra le pi� apprezzate del compositore. Per alcuni, il commediografo siciliano Nino Martoglio, dopo aver visto l'opera ed esserne rimasto particolarmente colpito, assaggiando questa pasta con melanzane fritte, pomodori e ricotta la reput� cos� buona che poi esclam�: �� una Norma�, come per dire che era perfetta, come la pi�ce di Bellini. Ad avvalorare questa versione secondo alcuni ci sarebbe il fatto che per lungo tempo a Catania l'espressione �� una norma� � stata utilizzata per indicare risultati ineccepibili. Per altri, invece, il nome pasta alla Norma sarebbe merito di un cuoco catanese che, per omaggiare il celebre concittadino Vincenzo Bellini, pens� di perfezionare una ricetta di pasta con le melanzane per dedicargliela, dandole appunto il nome della pi�ce. Una versione verosimile, considerato che era un'abitudine diffusa ai tempi dedicare ricette a personaggi famosi. Unica cosa certa � che, sebbene in tutto il Sud ci siano ricette di pasta con le melanzane, la Norma cos� come la conosciamo � nata nella Sicilia orientale, tra Catania e Messina, ed � un piatto cos� famoso da essersi meritato persino una giornata nazionale dedicata, che cade il 23 settembre. Contemporaneamente � diventata un terreno di sperimentazione, con risultati sempre particolarmente appaganti. Per esempio c'� chi usa la ricotta infornata (come i messinesi) e non quella salata (come i catanesi) perch� ha un sapore pi� dolce; c'� chi usa la pasta lunga al posto di quella corta; poi c'� anche chi frigge le melanzane a dadini e non a fette. Non di rado, inoltre, per preparare una pasta alla Norma pi� leggera c'� chi usa le melanzane grigliate anzich� fritte. Altra idea? Fare la pasta Norma al forno, preparandola normalmente aggiungendo in seguito la mozzarella: un piatto filante e confortevole. E poi, perch� no, allontanandosi di molto dall'originale, seguendo lo stesso principio di abbinamento, si pu� anche preparare una �Norma sbagliata� con peperoni o zucchine. Ovviamente la Norma � finita sulla pizza: il condimento di melanzane fritte, ricotta e basilico sta benissimo anche su un impasto, e il morso � molto gradevole. Anche in questo caso vale la pena sperimentare con possibili varianti: per esempio, la pizza alla Norma bianca, fatta solo con mozzarella, melanzane fritte a fette, una generosa spolverata di ricotta e basilico a profusione. L'isola d'Elba e la sua storia (Italia.it) - L�isola d�Elba racchiude in s� il fascino e l�esclusivit� di un territorio ricco di storia e dove mare e natura sono protagonisti - L�isola d�Elba � la pi� grande delle isole della Toscana e racchiude in s� il fascino e l�esclusivit� di un territorio ricco di storia, civilt� e natura. � grazie alla sua conformazione geologica e alla sua particolare posizione geografica che quest'isola � considerata un laboratorio a cielo aperto per geologi, naturalisti e botanici. Una realt� unica, in cui ammirare fantastici scorci, indimenticabili tramonti e godere dell'immenso fascino di quest'isola dell'arcipelago toscano. L'Elba � anche ricca di storia e offre testimonianze romane e medioevali. Basti pensare alla zona di Portoferraio, capoluogo ed attracco quasi obbligatorio per chi approda all�Elba. Questo paese � il pi� popolato dell�isola e custodisce alcuni grandi tesori della cultura elbana e tutto il fascino della dominazione della famiglia De� Medici. Cosimo I de� Medici confer� a Portoferraio un lustro ed un�importanza mai raggiunti fino ad allora. Qui, infatti, fece costruire una fortezza inespugnabile che � tutt�ora perfettamente visibile. All�interno della fortezza si snodano le strade del centro storico, ricco di luoghi suggestivi da visitare. Gi� prima dei fiorentini � che chiamavano Portoferraio �Cosmopolis� - il paese aveva subito varie dominazioni, tra cui quella romana, documentata dai resti di Villa della Linguella, in fondo al lungomare, e di Villa delle Grotte, sulla provinciale che collega Portoferraio con Porto Azzurro. Per ricordare la presenza dell�imperatore di Francia, Napoleone, costretto ad un lungo esilio sull�Elba, ci sono i Musei napoleonici presenti nella Villa dei Mulini, all�interno del centro storico, e a Villa San Martino, appena fuori la citt�. Altro luogo ricco di storia � il Castello del Volterraio, sull�omonima strada che collega il comune di Rio Elba con Magazzini. Costruito dai pisani, durante la loro dominazione, come luogo di avvistamento, � oggi una meta irrinunciabile per gli amanti del trekking e per chi vuole ammirare un magnifico panorama sulla parte centrale dell'isola. � ricca di testimonianze anche Porto Azzurro, una delle localit� pi� conosciute dell�isola d�Elba, che si sviluppa all'interno di un�insenatura protetta del Golfo di Mola. La storia di questo comune � segnata dalla dominazione degli Spagnoli (XVII secolo) che qui costruirono un insediamento. La traccia pi� imponente e suggestiva dell'invasione spagnola � il Forte San Giacomo che ancora oggi dall�alto sovrasta le moderne abitazioni. Tuttavia a Porto Azzurro tutto � suggestivo: la tranquilla baia su cui approdano i turisti, la piazza circondata da negozi e ristoranti e la vista sullo stesso. All'interno delle mura del Forte si trova la bellissima Chiesa barocca di San Giacomo Apostolo, che ricorda nella forma e nelle strutture le chiese di Barcellona. A tre chilometri dal centro storico sorge il Santuario della Madonna del Monserrato, in cui � conservata l'immagine della Madonna Nera. Dalla piazzetta antistante il Santuario si gode di una magnifica vista sulla spiaggia di Barabarossa, paradiso dei sub. Sembra incredibile ma a pochi metri di distanza esistono realt� tanto diverse tra loro da far pensare che l'Elba sia come composta di tanti piccoli mondi. Si pensi agli otto comuni di questa splendida isola (Portoferraio, Marciana, Marciana Marina, Campo nell�Elba, Porto Azzurro, Rio Marina, Capoliveri, Rio Elba) ognuno dei quali sembra un piccolo mondo con peculiarit� uniche: lo si pu� notare nella cultura, nelle tradizioni, nella cadenza linguistica, nell'architettura dei centri storici ma anche fra le rocce e nella vegetazione dei diversi versanti. Addison Rae, una tiktoker che ce l�ha fatta a diventare popstar (Ilpost.it) - Ha cominciato con i balletti e il playback, ma � riuscita dove molti altri hanno fallito: farsi prendere sul serio - Diventare una popstar non � facile nemmeno quando si parte da una fanbase enorme come Addison Rae, che con 88,5 milioni di follower � una delle tiktoker pi� famose degli Stati Uniti. Il fatto che forse nomi come Dixie D�Amelio, Huddy e Bella Poarch vi dicono poco o niente (Dixie non � Charli, la sua sorella pi� famosa) dimostra quanto sia difficile trasferire il successo sui social network nel mercato discografico, nonostante loro siano tra gli esempi di chi ci � riuscito abbastanza. Chi ce l�ha fatta davvero, come Shawn Mendes e Troye Sivan, partiva fin dall�inizio da contenuti in cui si presentava come aspirante cantante. I video per cui Rae era diventata una personalit� di Internet invece consistevano principalmente in balletti e playback: quando nel 2021 pubblic� il suo primo singolo, la critica di Popdust Langa Chinyoka scrisse che avrebbe dovuto limitarsi a quelli. Passati quattro anni, per Addison Rae invece le cose sono molto cambiate. Il suo singolo �Diet Pepsi� ha ottenuto un successo enorme, con 27 milioni di visualizzazioni su YouTube e oltre 400 milioni di ascolti su Spotify, e il suo album d�esordio, Addison, sta avendo un gran successo e potrebbe riempire le rotazioni radiofoniche estive, nel mercato statunitense ma anche in altri. Per il New York Times Rae � �la pi� sorprendente pop star esordiente dell�anno�, mentre per la rivista musicale NME � la nuova principessa del pop. Ma soprattutto, secondo Pitchfork ha ottenuto �qualcosa che probabilmente � molto pi� notevole del successo: l�essere cool�. In parte, l�ha aiutata la popstar pi� cool di questi anni, l�inglese Charli XCX. Passare dai social alla musica era sempre stato il suo piano, ha raccontato a Rolling Stone Addison Rae Easterling, che ha 24 anni e viene dalla Louisiana. Cominci� a pubblicare video nel 2019, quando TikTok era un fenomeno nuovissimo, diventando in fretta una delle prime content creator con milioni di follower sulla piattaforma. Nel giro di poco tempo lasci� l�universit� e si trasfer� alla Hype House, una grande villa di Los Angeles dove una ventina di ragazze e ragazzi come lei facevano video tutto il giorno. Nel 2020, a 20 anni ancora da compiere, divenne la star pi� pagata su TikTok, dove oggi continua a essere la quinta persona pi� seguita. Dopo un podcast su Spotify, il lancio di una linea di cosmetici e un ruolo nel film di Netflix He�s All That, Rae scrisse il singolo di debutto �Obsessed� con il noto produttore Benny Blanco: nonostante la sua enorme fanbase sui social fu un flop. Quando fu invitata al Tonight Show con Jimmy Fallon per presentare varie coreografie molti la criticarono di nuovo. �Dovetti ripensare tutto�, ha raccontato sempre a Rolling Stone. Nel 2022 furono diffuse illegalmente su Internet le demo di altre sue canzoni, che per� diventarono virali e finirono sull�EP AR. Al contempo Rae cominci� a lavorare con altri autori e produttori, tra cui Charli XCX, che per lei, dice, � �una sorella maggiore e una mentore�. Charli XCX � famosissima per il disco del 2024 Brat, e oltre che per s� ha scritto canzoni per cantanti come Selena Gomez e Camila Cabello: dopo aver sentito �2 Die 4�, una delle demo di Rae, le chiese di cantarne una strofa. Il legame con Charli XCX insomma legittim� le ambizioni musicali di Rae e la fece diventare a sua volta �cool�. Alla fine del 2023 Rae riusc� a ottenere un contratto con la Columbia Records presentando una �mood board� in cui descriveva la musica e l�estetica che avrebbe voluto proporre attraverso parole chiave, colori e le performance di artiste pop a cui si ispirava, come quella di Britney Spears che agli MTV Video Music Awards del 2001 cant� �I�m a Slave 4 U� tenendo in braccio un pitone. Le canzoni di Addison sono ispirate tra le altre a Madonna, Lady Gaga e Lana Del Rey, e per scriverle Rae ha collaborato con gli autori svedesi Elvira Anderfj�rd e Luka Kloser, che per dare l�idea avevano gi� lavorato con Taylor Swift, Ariana Grande e Katy Perry. Negli ultimi mesi ha collaborato di nuovo con Charli XCX per il remix di �Von Dutch�, che hanno cantato insieme in diverse occasioni, per esempio al Coachella, e con la cantautrice, compositrice e produttrice venezuelana Arca. Rae � stata lodata apertamente sia da Lorde che da Rosal�a. Alcuni fan hanno considerato un segno di apprezzamento anche il video in cui proprio Lana Del Rey ascolta �Diet Pepsi�: altri invece lo interpretano diversamente, visto che per testo, riferimenti e immaginario la canzone ricorda molto la sua �Diet Mountain Dew�. L�esperta di pubbliche relazioni Sara Andr�asson dice che adesso Addison Rae �non � pi� solo un�influencer che fa musica, � un�artista pop che si d� il caso abbia un passato da influencer�. Di solito chi vuole cambiare carriera e passare dai social alla musica non viene preso molto sul serio, ha ricordato Lili Colwell, dirigente di un�agenzia che rappresenta content creator. Rae invece ci � riuscita, anche grazie a un�efficace strategia di comunicazione. Per esempio agli inizi pubblicava su TikTok fino a 12 video al giorno, e senza un filo logico, ha raccontato a Popcast, il podcast musicale del New York Times: oggi invece tutti i suoi contenuti hanno lo scopo preciso di promuoverla. Inoltre ha selezionato gli eventi a cui partecipa, e naturalmente ha cambiato il modo di presentarsi: non indossa pi� i pantaloni della tuta o i jeans larghi dei suoi primi video, ma abiti pi� audaci e appariscenti. �Tutto di questa nuova Rae � insolito, esuberante e, ancora pi� importante, divertente�, ha scritto Rolling Stone, secondo cui quest�anno sar� impossibile ignorarla. Intanto Rae ha detto al New York Times che adesso pu� permettersi �il lusso di giocare ed esplorare, di essere bizzarra o introspettiva, o giocosa e curiosa, come un camaleonte�.