Lo sport in tutti i sensi
Il Centro di Consulenza Tiflodidattica di Cagliari incontra una classe liceale in palestra
Recentemente il responsabile del Centro di Consulenza Tiflodidattica di Cagliari Michele Di Dino si è recato presso il Liceo “Alberti” di Cagliari su invito del Coordinatore del Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI) Prof. Francesco Ferrari per realizzare un’attività sportiva inclusiva in palestra con la classe II BS. La classe è frequentata da A., un alunno non vedente e durante una riunione del Gruppo di Lavoro Operativo era emersa la proposta di collaborazione tra il Centro e il docente di Scienze Motorie e Sportive Prof. Antonello Manca, per far svolgere agli studenti alcune attività senza utilizzare il senso della vista.
L’iniziativa aveva come principale obiettivo di offrire alla classe l’esperienza di provare attività sportive già conosciute dagli stessi e nuove senza l’ausilio della vista, riproponibili anche senza il supporto del tiflologo durante l’anno scolastico, ma anche di creare occasione di riflessione tra gli studenti sull’esperienza svolta.

La prima attività proposta è stato un torneo di Torball, con regole e campo adattati alla struttura e ai materiali a disposizione. Il responsabile del CCT e la volontaria di Servizio Civile Universale hanno velocemente organizzato il campo di gioco utilizzando materassini sottili, cinesini per i pali delle porte e una fune per dividere il campo. Successivamente ha guidato A. all’esplorazione del campo. Infine, con l’arrivo degli altri studenti ha spiegato sommariamente le regole essenziali del gioco. Si sono create 7 squadre di ragazzi ed una di professori (erano presenti anche i docenti di matematica, di scienze e di sostegno) e si è dato il via alle sfide: un torneo in piena regola ad eliminazione diretta con finale e finalina di consolazione.


Terminato il torneo e smontato il campo di Torball si sono improvvisate due piste da Bowling con le clavette al posto dei birilli e il pallone sonoro utilizzato come boccia. I ventiquattro partecipanti, divisi in due squadre, si sono sfidati in una partita nella quale ciascun giocatore aveva diritto a tirare due volte. Negli ultimi minuti rimasti gli studenti hanno sperimentato l’attraversamento di corsa della palestra.
Tutte le attività sportive sono state praticate con una benda sugli occhi. Chi non era impegnato osservava i compagni giocare e raccontava le partite ad A. I ragazzi e i docenti, nell’immediato, hanno espresso il loro apprezzamento per l’esperienza vissuta. Nei giorni seguenti hanno fatto pervenire al CCT le loro considerazioni scritte, eccone alcune:
“[…] Abbiamo provato due giochi pensati per non vedenti, mettendoci così nei panni del nostro compagno e comprendendo meglio questo tipo di difficoltà ma anche abilità. […] Mi ha fatto molto piacere che anche i nostri professori abbiano voluto provare questa esperienza con noi[…]” A. S.
“[…] Ho capito che è molto importante fare silenzio per riuscire a capire quando sta arrivando il pallone […] (questa esperienza) mi ha fatto capire quanto per lui sia difficile fare tutto, anzi penso sia più difficile di quanto abbiamo sperimentato, perché noi avevamo già visto l’ambiente, mentre lui no […]” F. D.
“[…]L’esperienza con il CCT è stata più divertente di quello che mi aspettavo anche se le persone che non hanno la disabilità della cecità non potranno mai sperimentare cosa voglia dire non vedere mai nulla dalla nascita, anche perché noi, prima di metterci la benda, riusciamo comunque a memorizzare l’ambiente […]” N. C.
“L’incontro con il CCT è stato davvero interessante e ci ha fatto riflettere molto. Giocare ai giochi pensati per i non vedenti è stato strano all’inizio, ma ci ha fatto capire quanto siano fondamentali il tatto e l’udito quando non puoi usare la vista. È stato importante mettersi nei panni di chi è non vedente, perché ci ha fatto vedere le cose da un altro punto di vista. È stata un’esperienza che ci ha fatto cambiare modo di pensare […] e ci ha fatto capire quanto sia importante rendere il mondo più accessibile per tutti” A. C.