La Biblioteca preserva la storia della scrittura: allestito un museo di macchine da scrivere

Da ormai diversi decenni la Biblioteca si trova di fronte ad una realtà fattuale: il testo informatico sta ormai prendendo sempre più piede, soprattutto tra le nuove generazioni, andandosi a sostituire rispetto al testo cartaceo, sia quest’ultimo in Braille che a caratteri ingranditi.

Al di là delle differenze tra i due formati, non solo in termini di esperienza di lettura ma anche di apprendimento, vi è una storia ormai quasi centenaria da preservare, e ancora più lunga se pensiamo alla scrittura nel senso più ampio del termine e quindi non come rivolta unicamente a persone cieche e ipovedenti.

Pertanto, l’Ente ha accolto favorevolmente la proposta dello storico Museo della Macchina da scrivere che ha donato 100 macchine, la maggior parte delle quali appartenenti a marchi storici del settore come Olivetti e Remington.

Le suddette macchine sono state catalogate e inserite in apposite teche su misura con un impianto azionabile a led che le illumina per i visitatori.

Un'immagine di alcune teche con le macchine da scrivere al loro interno, illuminate da lampadine led.

Per più di un secolo le macchine da scrivere hanno rappresentato la principale modalità di scrittura, venendo utilizzate anche in Biblioteca. Questa ricca esposizione è un modo ulteriore per sensibilizzare sugli strumenti utilizzati per la creazione del libro in un’epoca nella quale, nonostante l’affermazione della tecnologia, rimarrà sempre importante preservare la storia del come si è arrivati dal processo antico di scrittura fino a quello attuale.