Prendersi cura: l’apprendimento inclusivo attraverso l’approccio verticale e lo scambio generazionale

Dott.ssa Elisabetta Franchi – Centro di Consulenza Tiflodidattica di Firenze


Un proverbio africano afferma che “Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”, sottolineando che molti sono gli attori che rivestono un ruolo fondamentale nel processo di sviluppo e che apportano il loro contributo: oltre alla famiglia, oltre al gruppo classe di appartenenza con i compagni e gli insegnanti, esiste un’intera comunità che interviene nel percorso educativo, ne è responsabile, lo arricchisce e ne è nel contempo arricchita, realizzando opportunità di apprendimento inclusivo e di crescita individuale e collettiva.
Numerosi studi evidenziano, in particolare, l’importanza di un approccio verticale e di collaborazione intergenerazionale che permetta l’intrecciarsi di percorsi formativi di alunni e studenti appartenenti a ordini di scuola diversi: in questo tipo di approccio si realizzano in modo concreto e profondo i valori della reciprocità, che caratterizza l’esperienza inclusiva pienamente vissuta, e del prendersi cura dell’altro, assumendo le competenze necessarie per valorizzarlo ed accoglierlo.


L’esempio di buona prassi che vogliamo riportare prende vita dal progetto speciale “Storie da toccare”, nato dall’incontro e dalla collaborazione tra gli insegnanti e gli alunni della sezione B della Scuola dell’Infanzia “Darsena” (Istituto Comprensivo “Darsena” di Viareggio, Lucca), i docenti e gli studenti della classe 5ª B del Liceo delle Scienze Umane dell’IIS “Chini – Michelangelo” di Lido di Camaiore e il Centro di Consulenza Tiflodidattica di Firenze, che accompagna il cammino educativo e di crescita di Teresa, una bimba non vedente frequentante la suddetta sezione B.

Le ragazze e i ragazzi del Liceo “Chini”, grazie alle attività di PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), si sono recati più volte presso la Scuola dell’Infanzia dove, guidati dall’insegnante Silvia Volpe e dai colleghi, hanno avuto l’opportunità di osservare da vicino le pratiche didattiche inclusive. Questa esperienza conoscitiva diretta è stata ripresa e approfondita in un incontro di formazione e di sensibilizzazione, concordato con la referente del Liceo “Chini” Prof.ssa Maria Cristina Berti e svolto dalla tiflologa responsabile e dall’assistente tiflologa del CCT di Firenze, nel quale sono stati forniti elementi teorici di comprensione partendo dalle domande scaturite dalle suggestioni e dalle riflessioni sul recente vissuto.

L’incontro è stato inoltre incentrato sulle caratteristiche del tatto e delle immagini in rilevo per non vedenti: è stata proposta la lettura al buio del libro tattile “Giorgetto, l’animale che cambia aspetto” come occasione per scoprire le peculiarità e le potenzialità dell’esplorazione aptica; si è quindi scelto di dare sostanza alle nozioni acquisite e al desiderio dei ragazzi e delle ragazze di finalizzare la loro creatività, progettando alcuni libri tattili illustrati pensati per alimentare la partecipazione dell’alunna non vedente ma soprattutto creati per rendere la lettura condivisa e accessibile a tutti.


Con grande premura e motivazione, le ragazze e i ragazzi hanno prodotto i manufatti in ambito laboratoriale, sottoponendoli alla preliminare valutazione da parte delle operatrici del CCT e documentando il work in progress. Il loro impegno è stato premiato quando hanno potuto assistere, non senza commozione, alla meraviglia inaspettata del loro libro che si è animato tra le mani attive di Teresa, accendendo nella bambina la curiosità, la capacità di rievocare la realtà conosciuta e di andare oltre con l’immaginazione.


Questa esperienza coinvolgente che unisce scuola, territorio e cultura ha rappresentato un dono condiviso per ciascuno di noi, abitanti privilegiati del “villaggio educativo” che circonda Teresa: non solo ha sensibilizzato i giovani sul valore dell’inclusione e ha fornito loro competenze utili per un futuro professionale, ma ha anche dato vita a strumenti concreti che parlano il linguaggio dell’accessibilità e della cura.

Teresa legge il libro accessibile tramite il tatto.

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