Il bambino non vedente: finalità e metodi della scuola dell’obbligo

L’autrice non si è proposta di scrivere un saggio di tiflologia. Con l’umiltà, con la sensibilità di chi, da anni, opera nella scuola elementare e di chi ha vissuto per il recupero dei bambini privi della vista, ha inteso fornire le linee generali, le indicazioni essenziali per una didattica specializzata, dalla quale non si può prescindere quando l’atto educativo si rivolga ad un bambino cieco, dovunque e comunque e da chiunque venga fornito.
1999
Monza
108
5.00
- Presentazione, pag. III
- Premessa, pag. IX
- I. L'impatto con la minorazione, pag. 3
- II. Genesi e struttura delle forme tattili. Esame dei principi dell'antropomorfica. Organizzazione del concetto di spazio nel non vedente, pag.5
- III. La percezione visiva e tattile in rapporto allo sviluppo psico-fisico del bambino, pag. 15
- IV. Lo sviluppo psico-fisico del non vedente in rapporto a quello del vedente. Ipotesi sperimentale di gradiente di crescita parallelo. Gradiente di crescita del bambino vedente secondo A. Gesell, pag. 25
- V. Interventi educativi da attuarsi nel periodo 0-3 anni, pag. 29
- VI. L'inserimento nella scuola materna: finalità da proporsi, pag. 37
- I. L'inserimento nella scuola elementare, pag. 47
- II. L'orientamento spaziale e lo sviluppo dei sensi vicari, lo sviluppo della manualità, pag. 51
- III. Il linguaggio come strumento di comunicazione. L'apprendimento della lettura e della scrittura: due metodi a confronto, pag. 61
- IV. Sviluppo logico-matematico: dal concetto d'insieme al concetto di numero, all'astrazione, pag. 75
- V. La manipolazione della creta ed il disegno in rilievo, pag. 81
- VI. Apprendimento della storia, geografia e scienze, pag. 87
- I. Situazione di partenza nell'inserimento del non vedente nella scuola media, pag. 95
- II. L'influenza dello sviluppo psicologico sul comportamento e sullapprendimento, pag. 99
- Conclusione, pag. 105
- Bibliografia, pag. 107