Lo strangolatore
Le memorie grottesche e ferocemente umoristiche di uno strangolatore: i suoi delitti, le sue vittime, le sue donne. È lui stesso a parlare, più confortato che afflitto dai ricordi delle proprie scelleratezze e ossessionato dai suoi presunti guaritori - maghi della psichiatria e della psicoanalisi - che, nello strano manicomio in cui è rinchiuso, gli si avvicendano intorno con foga, cercando di ridurlo a docile oggetto di studio. Ma lui puntualmente li illude e li inganna in un incessante gioco del gatto col topo. E con una coerenza inattaccabile si dimostra davanti ai suoi medici profondamente libero: dai sensi di colpa, dalla paura, da classificazioni rassicuranti della propria malattia - e follia - e in particolare da qualsiasi etica o ideologia. Unica tortura, per lui, l'assenza di un ordine nei ricordi, che si affastellano in un marasma inquieto e inquietante dalle tonalità alla Goya, a tratti illuminate da una razionalità trasparente, agghiacciante. Sfilano così la sua infanzia e la sua adolescenza in una Boston - che tanto assomiglia a Barcellona - desiderata con l'intensità dell'astio. E amori, abbandoni, passioni viscerali sempre deluse, condite di sesso durissimo e violento; il tutto legato dal filo d'acciaio del pensiero di Montalbán. Una sarabanda dove però l'autore ci induce con astuzia a meditare, senza schemi o pregiudizi, sui nodi cruciali dell'esistenza, e a non soffermarci sull'apparenza della realtà, poiché, suggerisce, nessuna conoscenza - o sistema - è eterna o assoluta e la chiave del suo significato si annida, incerta e rischiosa, nel cuore e nella sapienza di ciascuno. Originale e provocatorio, ispirato alla storia vera dello strangolatore di Boston, questo romanzo ha vinto in Spagna il Premio Nacional de la Crítica.Romanzi, Racconti, Novelle
Vázquez Montalbán Manuel
Frassinelli
Braille e Edizione per ipovedenti
2003
3
382
Opera in prestito, Opera in vendita