Indro
«Il nostro è stato un caso unico nella storia del giornalismo italiano», afferma Giorgio Soavi. Ma il primo incontro con Indro Montanelli, verso la fine degli anni '50, non fu dei più cordiali. Poi le cose cambiarono e tra loro si stabilì un curioso patto non scritto di belligeranza fatto di lazzi, risse verbali e quel pizzico di sana cattiveria che dà sapore a persone, situazioni e cose. Palcoscenico prediletto, quello delle «Lettere al Direttore» sul Giornale che Montanelli fondò e diresse per vent'anni (e al quale Soavi trovò il nome), dove i duellanti si scontrarono senza esclusione di colpi sul terreno dello scherzo e di un'ironia anche feroce. Il gioco li divertì al punto che non seppero più farne a meno anche al di fuori dell'alveo professionale, dove continuarono a rappresentare - non solo in punta di penna - uno spettacolo diventato per entrambi una virtù necessaria acquisita per caso. Ciascuno dei due poteva farsi beffe dell'altro, prenderlo in giro con affetto e malizia, come in un gioco teatrale: scherzare seriamente sugli aspetti più plateali di quella commedia che è la vita divenne il rito di un'amicizia profonda.Biografie, Autobiografie, Diari, Discorsi, Lettere, Reportages
Soavi Giorgio
Braille e Edizione per ipovedenti
2002
2
170
Opera in prestito, Opera in vendita