Il fu Mattia Pascal
Mattia Pascal è certo il primo protagonista di romanzo, in Italia, a intrattenere un rapporto volubile e leggero con le proprie radici temporali, quasi fosse incalzato da una segreta vocazione a evaporare e dissolversi in altre forme, contro il ricatto della storia e delle sue istituzioni. Se la sua è una forma del nichilismo novecentesco, somiglia e anticipa, almeno quanto a vitalismo implicito, quella che più tardi l'Ulrich dell'Uomo senza qualità porterà dentro i confini dell'utopia. Agli antipodi degli eroi dannunziani dalla vita sublime, con lui si annunciano dunque gli eroi della vita interstiziale, sopravvissuti a una catastrofe dell'ideologia ottocentesca, della quale solo dopo la grande guerra si intenderà per intero lo schianto. Nascosti in nicchie appartate o esposti al tumulto per loro indecifrabile delle passioni magniloquenti, spesso troveranno nell'umorismo il solo strumento, letterario e sentimentale, per esprimere la propria estraneità ai teatri dell'ideologia e la propria attrazione verso la vita nascosta, verso l'io segreto e verso un «oltre» in cui si dissolvano i riti e le prigioni di un contratto sociale ormai esausto.Romanzi, Racconti, Novelle
Pirandello Luigi
Einaudi
Braille e Edizione per ipovedenti
2003
5
714
Opera in prestito, Opera in vendita

