Nei boschi eterni

All'origine del «caso Vargas» in Francia, dove i suoi romanzi raggiungono regolarmente il vertice delle classifiche (e Nei boschi eterni ha superato tutti gli altri per numero di copie vendute), ci sono lo stile ironico e incisivo, la capacità di prendere per mano il lettore fino alla rivelazione finale, e l'accuratezza nei dettagli più sorprendenti, che le viene dalla passione medievalista e dalla professione di zooarcheologa. Da qui il gusto per la détection, per le impronte, le tracce, le piccole cose senza importanza che permettono di dedurre, per una qualche «associazione di idee», la soluzione di un caso. E c'è naturalmente la simpatia con cui è ritratto il mondo dell'Anticrimine parigina del commissario Jean-Baptiste Adamsberg - uno «spalatore di nuvole», uno che preferisce procedere a zigzag e aspettare le soluzioni invece di cercarle - e dei comprimari. Cioè il suo vice, il coltissimo iperrazionalista e pieno di complessi comandante Danglard; la titanica amazzone Violette Retancourt, «tenente capace di indirizzare l'energia come vuole»; Camille, la molto autonoma compagna della vita, che in questo romanzo vediamo separata di fatto da Adamsberg, ma madre di suo figlio Thomas, di nove mesi, cui il commissario propina indimenticabili suggerimenti educativi...
Romanzi, Racconti, Novelle
Vargas Fred
Einaudi
Braille e Edizione per ipovedenti
2007
5
646
Opera in prestito, Opera in vendita