Ritratti in miniatura
«Una biografia dovrebbe essere o lunga alla maniera di Boswell o breve alla maniera di Aubrey. Il metodo dell'enorme e accurata raccolta di materiale che diede origine alla Vita di Johnson è senza dubbio eccellente; ma in mancanza, consentiteci di non ricorrere a mezze misure e di attenerci ai punti essenziali: un vivido ritratto di un paio di pagine, senza spiegazioni, trapassi, commenti e farciture». Ciò che Lytton Strachey scrisse delle Vite brevi di John Aubrey è la miglior presentazione di questo libro agile e perfetto pubblicato nel 1931, un anno prima della morte. In esso, come in un ritratto di gruppo, si affollano ventun personaggi e mille comprimari scelti con gusto tanto sicuro quanto imprevedibile. Non c'è in lui traccia di apologetica. Quel che domina, e unifica, questo materiale, è il dono naturale dello stile, il culto della misura e dell'eleganza, l'intelligenza fulminante dei giudizi critici; il delizioso arbitrio che permette di giudicare una persona come fosse un libro e un libro come se fosse il suo autore. Non è un paradosso che, fra tanti personaggi celebri, quel che resta più vivamente impresso è proprio l'autore, «un uomo inquieto e attraente che, con la sua bizzarra alchimia, ha trasformato dei frammenti e delle reliquie in auree biografie».Saggistica, Critica, Satira
Strachey Giles Lytton
Ugo Guanda Editore
Braille e Edizione per ipovedenti
1989
2
243
Opera in prestito, Opera in vendita