Uno, nessuno e centomila
Da uno specchio emerge un giorno per Gengè un volto di sé finora ignorato: un naso inopinatamente in pendenza verso destra. Inizia qui l'avventura di Vitangelo (Gengè) Moscarda, sdoppiato in un altro se stesso, conosciuto solo dallo sguardo altrui. Un passo più in là, e le cose si complicano: Moscarda non è più alle prese con un solo estraneo, bensì con centomila estranei che convivono in lui. Nello sfuggire alle proprie centomila realtà, Gengè si troverà a rinnegare qualunque «forma»: la via d'uscita sarà allora l'alienazione totale, non solo da qualsiasi cosa sua, ma perfino da se stesso. Non resterà, dunque, che accettarsi come «nessuno», smarrendo ogni identità e disperdendosi nel mare dell'essere. Con Uno, nessuno e centomila giunge al suo limite estremo la scomposizione del personaggio pirandelliano, già comicamente nato fuori di chiave, violino e contrabbasso al tempo stesso, perciò incline a sezionare e disgregare tutto, perfino se stesso, in opposte, contraddittorie riflessioni.Romanzi, Racconti, Novelle
Pirandello Luigi
Mondadori
Braille e Edizione per ipovedenti
1992
3
375
Opera in prestito, Opera in vendita

